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La Liturgia di Lunedì 1 Gennaio 2018

29/12/2017

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MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Solennità
Colore liturgico: Bianco
COMMENTO AL VANGELO
COSI BENEDIRETE

Così benedirete gli Israeliti.
L'ordine dato da Dio a Mosè e Aronne è perentorio e senza possibilità di interpretazione. I due liberatori, i due condottieri, i due profeti fratelli sono chiamati a benedire il popolo, a dire del bene.
L'invito che il Signore rivolge a ciascuno di noi all'inizio di questo nuovo anno è semplice e lineare: siamo chiamati a benedire tutti coloro che incontreremo.
Benedire, cioè dire del bene.
Abituati come siamo a dire del male, a vedere il male, a scrutare, diffidenti, ogni affermazione, a cogliere in fallo chiunque, a sguazzare nelle dietrologie erette a sistema politico ed esacerbate dalle nuove tecnologie.
Tutti arrabbiati, tutti armati, tutti rabbiosi, tutti pugnaci, tutti arroganti.
È così difficile vivere in questo mondo di scontenti! Così terribile adeguarsi a questo fine impero! Così triste vedere tutti guardarsi attorno, pronti ad azzannarsi senza pietà...
È così disarmante e folle l'invito di Dio: Così benedirete gli Israeliti.
E così mi invito a fare. E vi invito a fare.
A dire del bene, a partire da oggi, a partire da questo capodanno.
Sarà questo il modo di cambiare il mondo? Cominciare ad amarlo?

Possa tu vedere
Che sia questa la soluzione semplice per cambiare le nostre vite irrisolte ed irrequiete? Cambiare il nostro modo di vedere le cose?
Ma non nel senso illusorio di far finta che le cose cambino, non per un generico ottimismo fondato sul nulla. Vedere oltre l'apparenza e dire del bene perché il mondo è cambiato, è stato fecondato dalla nascita di Dio.
Iniziare un anno sotto il segno della benedizione significa dare spazio all'anima, fare una gerarchia delle priorità all'interno delle nostre vite, delle nostre giornate. Se Dio è raggiungibile, se è presente, se è disposto a portare la luce a ciò che facciamo e viviamo allora tutto cambia.
Perché cambia il cuore e il modo di vedere la realtà.
I pastori tornano al loro miserrimo lavoro cantando ed esultando perché hanno visto la salvezza raggiungerli nel luogo della loro fatica.
Maria medita l'iniziativa di Dio, la sua savia follia, la sua contagiosa euforia e va oltre la piccola casupola che la accoglie. Vede nello sguardo dei pastori la benedizione che Gesù è venuto ad inaugurare.

La luce del suo volto
Così benedirete gli Israeliti.
Possa tu vedere la luce del volto di Dio, lo splendore del suo volto.
Far splendere il volto indica il sorriso di una persona: quando sorridiamo il nostro volto si illumina. Così oggi vi benedico: qualunque cosa accada in questi mesi, possiate cogliere il volto sorridente di Dio nella vostra vita, nelle vostre vicende, anche nelle vostre fatiche.
Dio sorride, ovvio. Chi ama, anche nelle avversità, sorride.
Il volto di Dio sorridente ci viene svelato dal neonato Gesù.
Dio sorride, non è imbronciato, né impenetrabile, né scostante, né innervosito.
Dio sorride, sempre. Il problema, semmai, siamo noi.
Nei momenti di fatica e di dolore non guardiamo verso Dio, ma verso noi stessi, verso il dolore, verso la parte oscura della realtà; siamo travolti dall'emozione, non riconosciamo in Dio nessun sorriso.
Non aspettatevi che Dio vi risolva io problemi, né che vi appiani la vita o ve la semplifichi.
La vita è mistero e come tale va accolta e rispettata e al discepolo la sofferenza non è evitata.
Ma se Dio vi sorride, sempre, significa che esiste un trucco che non vedo, una ragione che ignoro, un orizzonte oltre, altro, e allora mi fido.
Qualunque succeda nella tua vita, quest'anno, che Dio ti sorrida, fratello, sorella.

Fare ordine
Per accorgersi del sorriso di Dio occorre imitare l'adolescente Maria.
Maria, che festeggiamo con il titolo di "Madre di Dio", è turbata dai troppi eventi che hanno caratterizzato l'ultima settimana: il parto in solitudine, l'essere lontana dalla sua casa, la sistemazione più che provvisoria, la visita dei loschi pastori. Cosa fa? Serba tutte queste cose meditandole nel suo cuore. Meglio, Luca scrive che "prendeva i vari pezzi e cercava di ricomporli".
Manca un centro nella nostra vita, siamo travolti dalla vita vissuta. Come il bucato ammucchiato nella bacinella, ci serve un filo a cui appendere tutte le cose ad asciugare.
Questo centro unificatore che è la fede ci è prezioso.
Perché non assumerci l'impegno in questo anno che inizia, di ripartire da Dio, di mettere l'ascolto della Parola e la meditazione al centro della nostra giornata?
Solo così ci accorgeremo che Dio ci sorride.

Vivere da benedetti
Se qualcuno vi stima, se dice del bene su di voi, se vi fa sentire il suo affetto, vi sputano le ali.
E diventate capaci di fare qualunque cosa. Di scalare le montagne, di scendere negli abissi più profondi.
Io vi benedico, amici lettori, ciascuno. E vi chiedo di benedirvi gli uni gli altri, di dire del bene, in questa notte di passaggio, e domani, quando vi sveglierete. Di dire del bene, senza cedere alla lamentazione o allo scoraggiamento. Di dire e di fare del bene senza avere paura della fiducia.
Dio dice del bene e fa del bene, è in mezzo a noi in tutta la sua disarmante bellezza, la sua nudità assoluta, la sua luce che tutto illumina.

Buon anno
Buon anno, amici. Dio fa nuove tutte le cose, vi vuole tra i suoi discepoli, vuole amarvi.
Lasciatevi raggiungere, ve ne prego.
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che nella verginità feconda di Maria 
hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna, 
fa’ che sperimentiamo la sua intercessione, 
poiché per mezzo di lei 
abbiamo ricevuto l’autore della vita, 
Cristo tuo Figlio. 
Egli è Dio, e vive e regna con te... 

oppure: 
Colletta
Padre buono, 
che in Maria, vergine e madre, 
benedetta fra tutte le donne, 
hai stabilito la dimora 
del tuo Verbo fatto uomo tra noi, 
donaci il tuo Spirito, 
perché tutta la nostra vita 
nel segno della tua benedizione 
si renda disponibile ad accogliere il tuo dono. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio...

PRIMA LETTURA (Nm 6, 22-27)
Porranno il mio nome sugli Israeliti, e io li benedirò.
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 66)
Rit. Dio abbia pietà di noi e ci benedica.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.    

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

SECONDA LETTURA (Gal 4,4-7)
Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. 
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

VANGELO (Lc 2,16-21)
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Preghiera dei fedeli
In questo giorno in cui tutti si augurano ogni bene, la nostra preghiera per tutti gli uomini possa essere in sintonia con la volontà di Dio. 
Preghiamo insieme dicendo: Dio della pace, venga il tuo regno!

1. Venga la pace, Signore, nelle Chiese: la fede dei piccoli sia rispettata, i doni dello Spirito siano accolti, il servizio di preti e vescovi sia pieno di cordialità, preghiamo. 
2. Venga la pace, Signore, nella nostra società: tutti abbiano il necessario per vivere, i deboli e gli emarginati siano accolti, a tutti i malati e anziani sia data un'umana assistenza, preghiamo. 
3. Venga la pace, Signore, nelle nostre famiglie: i giovani e gli adulti non si sottraggano al dialogo, e trovino le parole giuste per comprendersi e rispettarsi nella diversità, preghiamo. 
4. Venga la pace, Signore, dove sembra così lontana: nei paesi martoriati dalla guerra, là dove la legge è quella della violenza e del terrore, preghiamo. 
5. Venga la pace, Signore, nei luoghi di lavoro e di studio: gli uomini si offrano aiuto reciproco, nel rispetto dei diritti e della diversità dei ruoli, preghiamo. 

O Signore, che in Maria hai mostrato che il tuo amore supera ogni nostro sogno e speranza, donaci la forza di non arrenderci mai di fronte alle ingiustizie e ai dolori del mondo, per impegnarci giorno per giorno a costruire nel mondo la tua pace. Per Cristo nostro Signore.
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La Liturgia di Domenica 31 Dicembre 2017

29/12/2017

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SANTA FAMIGLIA DI GESU', MARIA E GIUSEPPE
Grado della Celebrazione: Solennità
Colore liturgico: Bianco
COMMENTO AL VANGELO
FAMIGLIARI DI DIO

Natale ha messo in luce le nostre emozioni e le nostre gioie più profonde, ma anche le nostre solitudini e le nostre paure.
Travolti dal clima natalizio che raramente ci conduce al vero significato dell'evento, accontentandosi di solleticare ricordi infantili e facendo leva su facili stereotipi, abbiamo combattuto, e tanto, per ritagliarci un piccolo spazio e andare con la mente fino a Betlemme a contemplare un Dio che nasce.
Un bambino che, da subito, diventa immenso segno di contraddizione, come dice lo stanco Simeone prendendolo in braccio, luce che non viene accolta, come spesso accade ancora oggi.
Le nostre città sono piene di luminarie che, alla fine, finiscono col sovrastare l'unica flebile luce che dovremmo seguire.
Quella luce che ci conduce a Betlemme.
Per molti Natale, dicevo, è un momento di enorme sofferenza perché non sperimentano quel clima gioioso, famigliare, sereno che ci trasmettono le pubblicità di questo periodo. Natale è diventata una festa che sembra esasperare il dolore di chi lo passa da solo o in cattiva compagnia, o segnato da una sofferenza e da un lutto.
Orribili Natali abitano il cuore di molte persone perché il bambino che è in loro, sognante e ingenuo, non trova quell'abbraccio di affetto sincero cui tutti aneliamo.
Urge una cura, una consolazione, un abbraccio spirituale.
Entrando a far parte della famiglia di Dio, quella che non delude mai.

Inghippi
Ci vuole una buona dose di follia, ma mi ci sto abituando, perché la Chiesa proponga in questa domenica fra Natale e Capodanno la festa della Santa famiglia, indicandoci come modello da seguire la famiglia di Nazareth, una famiglia decisamente atipica!
Ancora intontiti dai troppi dolci ingurgitati, guardiamo con sufficienza critica questa non-famiglia composta da una padre che non è il vero padre, di una madre vergine e di un bambino che è il figlio di Dio!
E invece, se abbiamo il coraggio di lasciar parlare gli eventi, qualcosa si smuove.
Perché, come ci dice Luca nel Vangelo che abbiamo appena proclamato, questa è una famiglia concreta, reale, che deve fare i conti con la fatica e la sofferenza, con gli imprevisti e i momenti di stanchezza delle relazioni.
Non è una coppia di semidei. Non ci sono gli angeli a stirare e a fare bucato.
Né le potenze del cielo che suggeriscono a Giuseppe le scelte da fare.
Questa famiglia è esemplare proprio nella sua vicinanza alle nostre fatiche e stanchezze, alle nostre crisi e ai nostri litigi. Affrontati avendo Dio che corre in soggiorno...

Giuseppe
Guardate a Giuseppe, ad esempio.
Giuseppe è il giusto per eccellenza, scrive Matteo nel suo racconto. Non è una caratteristica etica ma indica colui che vive osservando le prescrizioni della Legge. Da questo punto di vista, al di là del suo dramma personale, Giuseppe vive una lacerazione interiore: deve denunciare Maria ma vuole salvarla a tutti i costi. Non mette il suo orgoglio ferito di maschio al centro ma l'amore verso la sua sposa. Questo gesto così umano lo porta a trasgredire la Legge! È giusto perché forza la Torah. Ci sono delle eccezioni che Dio accoglie. Mettendo l'amore e la rettitudine prima della norma salva Maria... e se stesso. Darà alla luce la salvezza (questo il significato del nome di Gesù) perché Dio salva solo attraverso i nostri gesti di accoglienza.
Giuseppe accoglie la realtà della situazione. La sua vita è rovinata, cambiata, stravolta. Potrebbe prendersela con Dio, non ci dorme la notte (affatto sdolcinato e remissivo!) come Maria (bella coppia) chiede ragione della sua battaglia e l'ottiene. E pronuncia il suo "sì" alla realtà. Non passivamente, non remissivamente: accoglie il reale, lo assume, lo cavalca. Prende con sé Maria e, quindi, Gesù. Non dobbiamo temere di prendere Gesù con noi, ci porta la salvezza.
Il "sì" di Giuseppe porta salvezza agli altri, senza saperlo. Non abbiamo conservato nemmeno una parola di Giuseppe, solo il suo gesto.
L'angelo gli dice che darà il nome Gesù a suo figlio. Maria partorisce, Giuseppe dona il nome, cioè l'identità! Una splendida avventura di coppia, sono davvero famiglia.
Ogni padre è chiamato a dare il nome, cioè l'identità al proprio figlio, ad insegnargli la salvezza.

Maria
Guardate Maria, ad esempio.
È un ritornello che Luca ripete per due volte nel vangelo dell'infanzia (2,51).
Descrive con garbo la reazione di Maria, ciò che fa in mezzo al turbinio che sta avvolgendo la sua piccola vita.
Maria conserva ciò che sta accadendo.
Lo vive con intensità, si lascia coinvolgere con l'intelligenza del cuore, lo tiene a mente. Certo, sono eventi straordinari: l'annuncio, il viaggio, il parto, la visita dei pastori...
Ma la qualità del vissuto di Maria, sembra insinuare Luca, è tutta particolare.
Non subisce gli eventi, né li affronta superficialmente, non se ne lascia travolgere.
Li conserva, li accoglie, ne fa tesoro, se ne appropria, cerca di rintracciare un senso in tutto ciò che avviene.
Fa l'esatto contrario di ciò che il nostro mondo ci obbliga a fare.
Travolti dagli impegni, accecati da continui stimoli, storditi dalle emozioni, siamo diventati incapaci di conservare.
Esiste una potente memoria, inattaccabile da virus e che non necessita aggiornamenti: la memoria del cuore, la custodia delle emozioni, gli affetti dell'anima.
Quel luogo interiore che siamo chiamati a scoprire e a nutrire, in cui conserviamo le scoperte più profonde, i valori sacri, le scoperte più sensibili e definitive.
Quella stanza intima, inaccessibile ai più, che conserva il nostro io più autentico e prezioso.
L'anima.

Da qui possiamo partire per ridefinire le nostre relazioni famigliari.
Per appartenere alla famiglia di Dio.
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, nostro Padre, 
che nella santa Famiglia 
ci hai dato un vero modello di vita, 
fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano 
le stesse virtù e lo stesso amore, 
perché, riuniti insieme nella tua casa, 
possiamo godere la gioia senza fine. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

oppure:
Colletta 
O Dio, nostro creatore e Padre, 
tu hai voluto che il tuo Figlio, 
generato prima dell’aurora del mondo, 
divenisse membro dell’umana famiglia; 
ravviva in noi la venerazione 
per il dono e il mistero della vita, 
perché i genitori si sentano partecipi 
della fecondità del tuo amore, 
e i figli crescano in sapienza, età e grazia, 
rendendo lode al tuo santo nome. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gen 15,1-6; 21,1-3)
Uno nato da te sarà tuo erede.

In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». 
Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». 
Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. 
Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 104)
Rit: Il Signore è fedele al suo patto.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.    

Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

SECONDA LETTURA (Eb 11,8.11-12.17-19) 
La fede di Abramo, di Sara e di Isacco. 

Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare. 
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.

VANGELO (Lc 2,22-40) 
Il bambino cresceva, pieno di sapienza. 

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

oppure:
VANGELO Forma breve (Lc 2,22.39-40)
Il bambino cresceva, pieno di sapienza. 

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore. 
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Preghiera dei fedeli
Rivolgiamo la nostra preghiera a Dio Padre, fonte della vita. In Lui trova fondamento ogni amore di padre e di madre. Egli ci doni di riconoscere i suoi doni e il suo piano di salvezza. 
Lo invochiamo dicendo: Ascolta la tua famiglia, o Signore! 

1. Per le Chiese cristiane, che mostrano ancora oggi le ferite prodotte dalle divisioni: dona il tuo spirito di riconciliazione, perché ogni Chiesa goda delle ricchezze altrui, preghiamo. 
2. Per ogni bambino che nasce: perché sia accolto come dono da custodire con rispetto, gratitudine e con un costante impegno educativo, preghiamo. 
3. Per tutti i giovani: nel difficile momento delle scelte possano sempre contare sull'aiuto di genitori ed educatori, per comprendere al meglio la propria chiamata, preghiamo. 
4. Per le coppie che non possono avere il dono dei figli: il loro amore possa aprirsi a chi nel mondo attende affetto e accoglienza, preghiamo. 
5. Per chi non ha famiglia o fugge da esperienze negative: possa contare sull'aiuto di persone oneste e SU comunità cristiane accoglienti e cariche di affetto, preghiamo. 

O Dio, nostro Padre, tu hai voluto che il tuo Figlio fosse accolto in una famiglia. Dona a ogni bambino che nasce di conoscere l'affetto e la tenerezza dei genitori, e dona alla tua Chiesa di cercare sempre la tua volontà, come ha fatto la famiglia di Nazareth. Per Cristo nostro Signore.

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a sera
MESSA PREFESTIVA della
SOLENNITA' di MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
RITO ROMANO
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TE DEUM DI FINE ANNO

Noi ti lodiamo, Dio * 
ti proclamiamo  Signore. 
O eterno Padre, * 
tutta la terra ti adora. 
  
A te cantano gli angeli * 
e tutte le potenze dei cieli: 
Santo, Santo, Santo * 
il Signore Dio dell'universo. 
  
I cieli e la terra * 
sono pieni della tua gloria. 
Ti acclama il coro degli apostoli * 
e la candida schiera dei martiri; 
  
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; * 
la santa Chiesa proclama la tua gloria, 
adora il tuo unico figlio, * 
e lo Spirito Santo Paraclito. 
  
O Cristo, re della gloria, * 
eterno Figlio del Padre, 
tu nascesti dalla Vergine Madre * 
per la salvezza dell'uomo. 
  
Vincitore della morte, * 
hai aperto ai credenti il regno dei cieli. 
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. * 
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. 
  
Soccorri i tuoi figli, Signore, * 
che hai redento col tuo sangue prezioso. 
Accoglici nella tua gloria * 
nell'assemblea dei santi. 
  
Salva il tuo popolo, Signore, * 
guida e proteggi i tuoi figli. 
Ogni giorno ti benediciamo, * 
lodiamo il tuo nome per sempre. 
  
Degnati oggi, Signore, * 
di custodirci senza peccato. 
Sia sempre con noi la tua misericordia: * 
in te abbiamo sperato. 
  
Pietà di noi, Signore, * 
pietà di noi. 
Tu sei la nostra speranza, * 
non saremo confusi in eterno.
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La Liturgia di Sabato 30 Dicembre 2017

29/12/2017

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30.12.2017 - VI giorno fra l'ottava di Natale
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco

Colletta

Dio grande e misericordioso, 
la nuova nascita del tuo unico Figlio 
nella nostra carne mortale 
ci liberi dalla schiavitù antica, 
che ci tiene sotto il giogo del peccato. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Gv 2,12-17)
Chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.

Scrivo a voi, figlioli,
perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome.
Scrivo a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è da principio.
Scrivo a voi, giovani,
perché avete vinto il Maligno.
Ho scritto a voi, figlioli,
perché avete conosciuto il Padre.
Ho scritto a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è da principio.
Ho scritto a voi, giovani,
perché siete forti
e la parola di Dio rimane in voi
e avete vinto il Maligno.
Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – non viene dal Padre, ma viene dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!

SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.

Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.

VANGELO (Lc 2,36-40) 
Anna parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione. 

[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Commento
Una donna rimasta vedova in giovane età che passa il suo tempo dando una mano alle faccende domestiche (le uniche concesse ad una donna!) nel ricostituito tempio di Gerusalemme. Sono pochi coloro che riconoscono e accolgono il Signore: Maria e Giuseppe, i pastori, Simeone e ora questa donna che tanto assomiglia alle vecchine delle nostre parrocchie, sempre ai primi banchi a sgranare rosari e presidiare ogni celebrazione. È bellissimo il fatto che fra i pochi che accolgono Dio ci siano proprio loro! Le tante "Anna" che ancora tengono duro e che garantiscono un minimo di continuità con il passato... Il Signore non ha la puzza sotto il naso, non vuole la novità a tutti i costi, non vuole accanto a sé solo persone dinamiche e giovani: anche le persone anziane sanno vivere con verità la grande novità della nascita di Dio. Così il Signore ci è accanto in ogni momento della nostra vita. Allora, sorelle e fratelli anziani che, come Simeone e Anna frequentate assiduamente il tempio, sappiate che la vostra presenza e il vostro servizio sono preziosi agli occhi di Dio. Dimorate nella fede e nella gioia natalizia!

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a sera
MESSA PREFESTIVA della
SACRA FAMIGLIA DI GESU', MARIA E GIUSEPPE
ANNO B - RITO ROMANO

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La Liturgia di Venerdi 29 Dicembre 2017

28/12/2017

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29.12.2017 - V giorno fra l'ottava di Natale
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco

Colletta

Dio invisibile ed eterno, 
che nella venuta del Cristo vera luce 
hai rischiarato le nostre tenebre, 
guarda con bontà questa tua famiglia, 
perché possa celebrare con lode unanime 
la nascita gloriosa del tuo unico Figlio. 
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (1Gv 2,3-11)
Chi ama suo fratello, rimane nella luce.

Figlioli miei, da questo sappiamo di avere conosciuto Gesù: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato.
Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto da principio. Il comandamento antico è la Parola che avete udito. Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera. 
Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo. Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Il Signore ha fatto i cieli;
maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario.

VANGELO (Lc 2,22-35) 
Luce per rivelarti alle genti. 

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Commento
Non sono molti coloro che accolgono Dio: Maria, il suo amato sposo, i pastori, i magi... E un personaggio sconosciuto ai più: Simeone. Simeone è anziano e sconfortato, ha vissuto a Gerusalemme e ha visto ricostruire il tempio, innalzare le imponenti mura, decorarne gli esterni, e lo ha visto poi riempirsi di pellegrini. Un tempio tornato al suo antico splendore, con la classe sacerdotale e la rinascita di una città che, però, non è stata accompagnata in ugual misura dalla crescita della fede. È sconfortato, Simeone, come spesso sono le persone anziane un po' deluse dalla vita. Eppure sale al tempio, ancora una volta, ha fiducia, aspetta ancora, nonostante la sua età avanzata. E fa bene. Li vede. Quanti li hanno incrociati? Una coppia di paesani, smarriti nei grandi corridoi del tempio brulicante di gente: la madre stringe un neonato avvolto in un manto, lo sposo porta due colombe da offrire in sacrificio, l'offerta dei poveri. Molti li guardano, uno solo li vede, Simeone. E capisce. Che folle, la logica di Dio! Che folle! Sorride, ora, Simeone, mentre prende il bambino davanti ai due genitori smarriti. Ecco la luce. Non il tempio, non i cruenti sacrifici, ecco la luce.
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La Liturgia di Giovedi 28 Dicembre 2017

27/12/2017

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28.12.2017 - SANTI INNOCENTI
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Grado della Celebrazione: Festa
Colore liturgico: Rosso

Da Betlemme si scorge, su una collina, una fortezza in rovina: si tratta della tomba del re Erode. Il luogo di nascita di Cristo, invece, era un’umile grotta. Questi due diversi luoghi ben caratterizzano i due diversi re; dobbiamo scegliere tra loro: l’uno era superbo e crudele, l’altro mite e umile. Erode cercava di eliminare ogni rivale, tanto che nemmeno la sua stessa famiglia era al riparo. Di conseguenza, il suo cuore, indurito da lunghi anni trascorsi nel peccato, non provò pietà alcuna per la sofferenza di bambini innocenti, che oggi commemoriamo. 
La loro morte ci pone di fronte a un paradosso: essi sono morti al posto di Cristo, venuto a morire per loro! 
Cristo, Principe della Pace, era venuto a riconciliare il mondo con Dio, a portare il perdono ai peccatori e a farci partecipare alla sua vita divina. Possiamo dunque essere sicuri che, nonostante non avessero bisogno di perdono, i santi Innocenti, che hanno perso la loro giovane vita per Cristo e per il suo vangelo, sono stati fra i primi a entrare nella gioia della vita eterna.


Colletta
Signore nostro Dio, che oggi nei santi Innocenti  
sei stato glorificato non a parole, ma col sangue,  
concedi anche a noi di esprimere nella vita  
la fede che professiamo con le labbra.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,  
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,  
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (1Gv 1,5-2,2)
Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 123)
Rit: Chi dona la sua vita risorge nel Signore.

Se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera. 

Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.

Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.

VANGELO (Mt 2,13-18) 
Erode mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme. 

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. 
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».

Commento
Erode non ammette concorrenti, teme Dio, pensa che gli possa rubare il trono. E allora scatena la sua furia omicida, compie una strage uccidendo i bambini di Betlemme per eliminare il Messia. La storia si ripete: sono migliaia i bambini violati, offesi, uccisi per fame o per interesse. L'uomo ancora non impara che solo salvando un bambino può salvare il mondo. Oggi compiamo il terzo e ultimo passo di concretizzazione del Natale: con Stefano e Giovanni abbiamo imparato a vedere l'aspetto oscuro e teologico del Natale. Oggi abbandoniamo le emozioni natalizie per fissare lo sguardo sulla tragedia dei troppi bambini che muoiono accanto a noi. E per imparare da loro. Come scrive splendidamente il pedagogo polacco Janusz Korczak: Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Poi aggiungete: perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli. Ora avete torto. Non è questo che più stanca. È piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all'altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli. Impegniamoci a difendere la bellezza dell'infanzia. 
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La Liturgia di Mercoledi 27 Dicembre 2017

27/12/2017

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27.12.2017 - SAN GIOVANNI EVANGELISTA
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Grado della Celebrazione: Festa
Colore liturgico: Bianco

L'autore del quarto Vangelo e dell'Apocalisse, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo maggiore, venne considerato dal Sinedrio un «incolto». In realtà i suoi scritti sono una vetta della teologia cristiana. La sua propensione più alla contemplazione che all'azione non deve farlo credere, però, una figura "eterea". Si pensi al soprannome con cui Gesù - di cui fu discepolo tra i Dodici - chiamò lui e il fratello: «figli del tuono». Lui si definisce semplicemente «il discepolo che Gesù amava». Assistette alla Passione con Maria. E con lei, dice la tradizione, visse a Efeso. Qui morì tra fine del I e inizio del II secolo, dopo l'esilio a Patmos. Per Paolo era una «colonna» della Chiesa, con Pietro e Giacomo.
Colletta
O Dio, che per mezzo dell’apostolo Giovanni 
ci hai rivelato le misteriose profondità del tuo Verbo: 
donaci l’intelligenza penetrante della Parola di vita, 
che egli ha fatto risuonare nella tua Chiesa. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Gv 1,1-4)
Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi.

Figlioli miei, quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 96)
Rit: Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. 

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. 

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

VANGELO (Gv 20,2-8) 
L’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Commento
Si celebra oggi l’amore di Cristo in uno dei suoi discepoli a lui più vicini. Gesù, che era diventato l’amico più caro di Giovanni e che aveva condiviso con lui le gioie più intense e i dolori più profondi, era quel Dio che, come diceva l’Antico Testamento, non si poteva guardare senza morire. Eppure, giorno dopo giorno, Giovanni aveva guardato Gesù e aveva visto in lui un Dio il cui sguardo e il cui contatto danno la vita. Aveva spesso sentito la sua voce, ascoltato i suoi insegnamenti e ricevuto, per suo tramite, parole provenienti dal cuore del Padre. Aveva mangiato e bevuto con lui, camminato al suo fianco per molti chilometri, spinto da un irresistibile amore, che l’avrebbe portato inevitabilmente non al successo, ma alla morte: eppure, in ogni istante, aveva saputo che era quello il vero cammino di vita. 
Nella lettura del Vangelo di oggi, vediamo il discepolo “che Gesù amava” correre con tutte le forze, spinto proprio da quest’amore, verso il luogo in cui il Signore aveva riposato dopo aver lottato con la morte. Vede le bende e il sudario - oggetti della morte - abbandonati dal Signore della vita: le potenze delle tenebre erano state vinte nella tomba vuota, e nel cuore di Giovanni, che nella risurrezione riconosceva il trionfo dell’amore, spuntava l’alba della fede.
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La Liturgia di Martedi 26 Dicembre 2017

25/12/2017

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26.12.2017 - SANTO STEFANO
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Grado della Celebrazione: Festa
Colore liturgico: Rosso

Stefano, il primo martire cristiano, era uno dei primi sette diaconi, il cui dovere era quello di porsi al servizio della Chiesa e degli apostoli. Come servo di Cristo, Stefano era contento di essere come il suo Signore, e, nel momento della sua morte, fu molto simile a lui. Potrebbe sembrare che il Vangelo di oggi sia stato scritto a proposito di santo Stefano. Quando si trovò di fronte al sinedrio, lo Spirito Santo lo ispirò ed egli parlò con audacia; non solo respinse le accuse che gli erano state mosse, ma accusò a sua volta i suoi accusatori. Il suo sguardo era sempre rivolto al Signore, tanto che il suo volto splendeva come quello di un angelo e rifletteva la gloria di Cristo, che era in lui. La somiglianza tra santo Stefano e il suo Signore non è solo esteriore: nel momento della sua morte, Stefano rivelò le intime disposizioni del suo cuore, pregando perché i suoi assassini fossero perdonati, una preghiera che diede frutti più tardi, con la conversione di san Paolo. Santo Stefano, il cui nome significa “corona”, si procurò la corona del martirio dopo esservisi preparato con una vita di fedeltà al servizio di Cristo.

Colletta
Donaci, o Padre, di esprimere con la vita 
il mistero che celebriamo 
nel giorno natalizio di santo Stefano primo martire 
e insegnaci ad amare anche i nostri nemici 
sull’esempio di lui 
che morendo pregò per i suoi persecutori. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 6,8-12;7,54-60)
Ecco, contemplo i cieli aperti.

In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio.
Tutti quelli che sedevano nel Sinedrio, [udendo le sue parole,] erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio». 
Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 30)
Rit: Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito.

Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi. 

Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Esulterò e gioirò per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria. 

Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori:
sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.

VANGELO (Mt 10,17-22) 
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro. 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: 
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. 
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

Commento
Stefano il primo martire, tinge di rosso il Natale zuccheroso, per ricordarci che questo bambino è già, e per sempre, un segno di contraddizione...

Come a Pasqua, così a Natale abbiamo la fortuna di avere conservato, della splendida cultura ebraica, i nostri amati e bastonati fratelli maggiori, il ritmo settimanale della festa: non esiste una festa che non duri almeno sette giorni. Una provocazione, una mossa tutta da ridere in questi tempi del fast-tutto in cui cambiamo il cellulare ogni tre mesi e mangiamo in dieci minuti. Una settimana di tempi supplementari, in cui ancora dire: "buon Natale", in cui prendersi i famosi dieci minuti per fare un salto a Betlemme e lì fermarsi a meditare, come la giovane adolescente di Nazareth, Maria la bella, che conserva nel cuore e mette insieme tutti i pezzi che hanno scombinato la sua vita. Una settimana per accorgersi, anche i più masticati dalla festività, coloro che hanno il cuore devastato dalla tristezza, della follia di Dio. E proprio per loro la Chiesa, oggi, con una incredibile ricorrenza: quella della festa del primo martire. È come se la fede ci dicesse: quel bambino chre nasce suscita divisione, odio, rancore, obbliga a schierarsi. Natale non è solo un coro di voci bianche e di zampogne, di dolci melodie e di clima ovattato: è soprattutto il dramma di un Dio presente, e di un uomo che non lo accoglie.
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La Liturgia di Lunedì 25 Dicembre 2017

22/12/2017

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S. NATALE DEL SIGNORE GESU' - RITO ROMANO
MESSA DELLA NOTTE - MESSA DELL'AURORA ì MESSA DEL GIORNO
Grado delle Celebrazioni: Solennita'
Colore liturgico: Bianco
COMMENTO AL VANGELO
ECCO DIO

È solo l'ennesima notte di freddo e di insonnia, passata facendo i turni per vegliare il gregge. Una notte uguale a quella del giorno precedente, una notte uguale a quella di domani. In mezzo: loro, i pastori, che cercano di scaldarsi dalla gelida notte della Giudea. Nei loro cuori rabbia, rassegnazione, disincanto, come sono i sentimenti di coloro che hanno speso tutte le energie per sopravvivere.
Piccole vite inutili, rottami della storia, residui dell'umanità.
Ce n'erano allora, ce ne sono ancora oggi, sempre più numerosi.
Uomini e donne dalla vita anonima, sbiadita, inutile, che si sono arresi davanti al mondo competitivo, altri che non hanno mai neanche iniziato a combattere, sapendosi perdenti.I sogni sono finiti, se mai hanno avuto il coraggio di coltivarli.
Penso ai tanti perdenti che ho incontrato nella mia vita. E quest'anno.
Persone che non finiranno mai in nessuna statistica, in nessuna rivista, in nessun talk show.
Bastardi della storia, proprio come i pastori.

Buone notizie
E l'angelo appare ai pastori. Non all'imperatore tronfio dei suoi possedimenti, non a Erode che pensa che Dio sia un pericolo per la propria realizzazione, non ai sacerdoti pieni delle loro convinzioni assolute, non alla brava gente di Gerusalemme troppo presa dalle festività imminenti per desiderare veramente la venuta di Dio.
Loro, i pastori, non si pongono nemmeno il problema.
La maggioranza ha qualche guaio con la legge, nessuno ha il tempo di frequentare una sinagoga, nessuno rispetta il riposo dello shabbat, nessuno sale al tempio appena rifatto tre volte all'anno, non scherziamo. A loro non interessa il Messia, a loro non importa di Dio, né Dio si interessa di loro, ci mancherebbe.
E invece.
Quell'annuncio, quel battaglione di angeli mandato a fare un po' di cinema con tanto di luci sfolgoranti, quel canto che augura la pace, infine, per chi si sente amato da Dio, ribalta ogni prospettiva, stravolge il mondo.
Andate a vedere, dice l'angelo, vedrete come segno una mangiatoia.
Per voi, non per gli altri, è nato il Salvatore.
Per voi che non sapete nemmeno cos'è, la salvezza.

Grande Dio
Mangiatoia pastori. Come pesce per i pescatori o stoffa per il sarto.
Il segno che l'angelo dona ai pastori è ciò che conoscono meglio. Non alza l'asticella: possono incontrare Dio esattamente con ciò che sono, con ciò che conoscono. È Dio che si è fatto loro incontro, senza porre condizioni.E loro vanno, e vedono, e capiscono.
Spiegano alla ragazzina provata dal parto e al suo fidanzato degli angeli.
Maria sorride debolmente, Giuseppe non sa che pensare. Che storia.
Dio nasce in un paese lontano, in condizioni di disagio e gli unici che se ne accorgono sono quelli che mangiano pane (poco) e disagio una volta al giorno.
Tornano pieni di gioia al loro insopportabile lavoro, i pastori; nessun bel finale: l'odore di sterco è lo stesso, il freddo è ancora pungente. Il loro cuore è cambiato.

Ecco Dio
Ecco Dio, voi che lo aspettate. Ecco Dio, voi che non ne sentite il bisogno. Ecco Dio, professionisti del sacro. Eccolo, inatteso, sconvolgente, stordente, folle.
Un Dio che si annuncia a chi non se lo merita, a chi non lo prega, a chi maledice la vita tre volte al giorno.Un Dio che si fa riconoscere dai segni quotidiani, che si nasconde nelle piccole cose. Un Dio che cambia la vita che se anche resta la stessa, assume una luce diversa.
Ecco Dio, discepoli del Nazareno, che ancora non vi stancate di essere cristiani e di seguirlo e di pregarlo. Ecco Dio, diverso da come lo vorremmo.
Un Dio bambino, che non risolve i problemi, ma ne crea, chiedendo accoglienza.
Un Dio che non punisce i malvagi ma che dai malvagi è cercato per essere ucciso.
Un Dio che si rivolge a noi poveri, a noi perdenti, a noi inquieti.
Lui per primo povero, perdente, inquieto per amore.

Se Dio è così
Se Dio è così significa che ama l'umanità al punto da diventare uomo.
Se Dio è così significa che Dio è accessibile e ragionevole, tenero e misericordioso.
Che l'idea di un Dio potente da tenere a bada, che si fa gli affari suoi, sommo egoista bastante a se stesso, è fasulla e pagana, che Dio ama, prima di essere amato.
Se Dio è così significa che ha bisogno di noi, come ha avuto bisogno di una madre e di un padre.
E che io posso riconoscere Dio e servirlo in ogni sconfitto, in ogni povero, in ogni abbandonato.
Che la fragilità degli uomini è il luogo che Dio vuole abitare, che, se vivo questo Natale con la morte nel cuore, allora è esattamente la mia festa, perché Dio abita anche la stalla della mia vita.
Se Dio è così.

Pastori
Vorrei abbracciarvi ad uno ad uno, compagni di viaggio. Migliaia di volti, di storie, di lettere, di pianti, di sorrisi ricevuti come un dono prezioso durante il mio pellegrinaggio di speranza in questo anno. Vorrei abbracciarvi ad uno ad uno, comunicandovi la speranza che riempie ancora il mio cuore e la mia piccola fede. Vorrei mostrarvi quanta grazia, quanta gioia, quanta pace Dio continua a suscitare.

Un augurio speciale a tutti e a ciascuno.
Buon Natale.
LITURGIA DELLA PAROLA
NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA NOTTE

Colletta
O Dio, che hai illuminato questa santissima notte 
con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, 
concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo 
nei suoi misteri, 
di partecipare alla sua gloria nel cielo. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 9,1-6)
Ci è stato dato un figlio.

Il popolo che camminava nelle tenebre 
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia, 
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine 
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.    

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

SECONDA LETTURA (Tt 2,11-14) 
È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. 
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

VANGELO (Lc 2,1-14) 
Oggi è nato per voi il Salvatore.

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELL'AURORA

Colletta
Signore, Dio onnipotente, 
che ci avvolgi della nuova luce 
del tuo Verbo fatto uomo, 
fa’ che risplenda nelle nostre opere 
il mistero della fede 
che rifulge nel nostro spirito. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 62,11-12)
Ecco, arriva il tuo Salvatore.

Ecco ciò che il Signore fa sentire
all’estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Li chiameranno Popolo santo,
Redenti del Signore.
E tu sarai chiamata Ricercata,
Città non abbandonata».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 96)
Rit: Oggi la luce risplende su di noi.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria.    

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

SECONDA LETTURA (Tt 3,4-7) 
Ci ha salvati per la sua misericordia.

Figlio mio, 
quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, 
e il suo amore per gli uomini, 
egli ci ha salvati, 
non per opere giuste da noi compiute, 
ma per la sua misericordia, 
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, 
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza 
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, 
affinché, giustificati per la sua grazia, 
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

VANGELO (Lc 2,15-20) 
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

NATALE DEL SIGNORE - MESSA DEL GIORNO

Colletta
O Dio, che in modo mirabile 
ci hai creati a tua immagine, 
e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, 
fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, 
che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana. 
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Is 52,7-10)
Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit: Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.    

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

SECONDA LETTURA (Eb 1,1-6) 
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

VANGELO (Gv 1,1-18) 
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

oppure:

VANGELO Forma breve (Gv 1,1-5.9-14):
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
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La Liturgia di Domenica 24 Dicembre 2017

22/12/2017

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IV DOMENICA DI AVVENTO  - ANNO B - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Solennità
Colore liturgico: Viola
COMMENTO AL VANGELO
SI' .... INIZIA LA SALVEZZA

Eccolo, arriva, il Natale
E noi qui a chiederci se lo vogliamo ancora, un Dio così. se abbiamo ancora voglia di metterci in gioco, di svegliarci, di stupirci e di stupire.
Dio continua a nascere, a venire, a provocarci, a chiedere ospitalità e accoglienza.
Basta che non facciamo il madornale errore di prenderci noi per Dio.
Viene, ancora, bussa alle porte del nostro cuore. Irrompe nel quotidiano, così come siamo, in mezzo a questa cavolo di crisi che sembra non finire mai, in mezzo a questo mondo che pare frammentarsi ed implodere, in questa Chiesa così credibile nonostante i nostri evidenti limiti.
Eccolo, arriva. Dio nasce. Rinasce in ciascuno di noi.
Siamo pronti ad accoglierlo? Datemi retta, seguite Maria.

Un angelo
Maria è stata sfiorata da Dio.
Non sappiamo come. Sappiamo che ha avuto la certezza di una teofania, dell'irruzione di Dio nella sua vita. Non è stata un'illusione, ma una reale percezione nell'intimo, una profonda esperienza interiore. No, non fatico a credere che Dio si manifesti nell'anima di chi lo cerca. Che Dio sia altro dalle nostre convinzioni e non credo affatto che la fede sia un sentimento religioso. Ma un incontro reale. Talmente reale da spaventare. Maria, in quel saluto, capisce tre cose: deve rallegrarsi perché Dio l'ha riempita di grazia, perché il Signore è con lei.
Il saluto dell'angelo è un invito alla gioia. Una gioia preventiva, a prescindere.
La gioia del cristiano. La gioia del sapersi in compagnia di Dio.
È piena di grazia perché Dio precede e suscita la nostra conversione, accompagna la nostra ricerca, orienta le nostre decisioni.
Anche noi siamo pieni di grazia. Anche noi siamo riempiti, se prima abbiamo il coraggio di svuotarci. Anche noi siamo capaci di Dio.

Turbamenti
Maria è turbata. Ci mancherebbe.
Come non essere travolti e stravolti dalla improvvisa visita di Dio? Come non cedere davanti al soffio di Dio? Alla bellezza dell'Altissimo? Come non provare un brivido quando ci rendiamo conto che Dio è, ed è presente, ed è bellissimo?
E ci visita? Maria è turbata, scossa. Dio è ed è lì.
L'angelo invita Maria a non spaventarsi.
E aggiunge: sarai madre. Ah, solo!
Il tuo sarà un grande figlio e sarà chiamato figlio dell'Altissimo. Ma dai?
Regnerà sul trono di Davide. Parliamo del Messia, vero?
Gli angeli dovrebbe fare qualche corso sulla comunicazione.
E almeno qualche lezione di psicologia umana, almeno le basi...
Dio irrompe nella vita di Maria per renderla feconda, per fare grandi cose attraverso di lei.
Suo figlio sarà grande, come ogni figlio!, ma sarà anche fonte di benedizione per molti. Dio viene sempre per compiere grandi cose in noi per gli altri. Anche in me.
Maria, come ogni figlia di Israele, sa che la gente aspetta un liberatore, un nuovo re Davide che restituirà coraggio e gloria al popolo scelto da Dio.
Ora sta succedendo, finalmente.
Ma come?

Concretezze
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?». (Lc 1,34)
Sono le prime parole di Maria.
E sono come un treno in corsa.
Fino a qui l'abbiamo immaginata intimorita, un'adolescente sussiegosa che ascolta il roboante annuncio del principe degli angeli. Macché, non è affatto così.
Maria non è timida, né impacciata.
Mette i brividi vedere come tiene testa a Gabriele, come interagisce con determinazione e lucidità. Le sue prime parole - una richiesta di chiarimento - svelano una donna adulta, una credente intelligente e posata, una persona concreta e con i piedi ben posati per terra.
Guardatela la ragazzina che interroga un ammirato messaggero celeste!
Siate fiere, figlie di Eva, per tanta forza, tanta grazia, tanta audacia!
Imparate, figli di Adamo, da tanta concretezza e determinazione.
L'adolescente che osa, che controbatte, che chiede.
Eppure è così che dobbiamo fare. È questo l'atteggiamento che deve assumere il credente.
Il Dio che si racconta nella Bibbia, quello definitivamente svelato in Gesù è un Dio che non tratta gli uomini come servi (Gv 15,15), ma come figli, che li pone alla pari (Sal 8,5-6), che accetta di farsi mettere in discussione (Gen 18).

Spiegazioni
L'angelo spiega, interviene, non se l'aspettava.
Dio entra nel suo grembo, l'infinito si contrae e lei si chiede come sia possibile se non ha avuto rapporti con Giuseppe?
Cala il silenzio. Tutto si ferma. Tutto è immobile.
Dio aspetta una risposta.
È giovane, Maria, certo, ma non sprovveduta.
Cosa sarebbe successo il giorno dopo? Con Giuseppe? Con Anna, sua madre?
Chi le avrebbe creduto? Lei stessa, come avrebbe potuto ripensare a quel momento senza farsi travolgere dai dubbi? Senza credersi esaurita?
Voi cosa avreste risposto?

Sì
Il silenzio si interrompe.
Maria ha scelto.
Sa che la sua vita non è sua, che è dono e ne fa dono.
Una risposta diretta, precisa, la sua, una disponibilità ragionata che rivela lo spessore dell'anima dell'adolescente. Ci si prepara, alle grandi scelte, giorno per giorno, è pronta. Da tempo ha fatto della sua vita un servizio a Dio. Sa che siamo tutti servi gli uni della felicità degli altri. Sa che la vita o si dona o sfiorisce. Sa. Se stasera sono qui a scrivere, a riprendere in mano questa pagina, se, fra poco, prenderò un salmo per affidare la mia giornata a Dio, se ho accolto la fede, se ho un orizzonte di speranza, se credo, con fatica ma tenacia, dopo tanti anni, è grazie a quel "sì".
Il sì pronunciato da un'adolescente in un buco di paese sperduto nel nulla.
Sono qui grazie a quel sì.

E inizia la salvezza.
LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria.

Colletta
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, 
tu, che nell’annunzio dell’angelo 
ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, 
per la sua passione e la sua croce 
guidaci alla gloria della risurrezione. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo.... 

oppure:
Colletta 
Dio grande e misericordioso, 
che tra gli umili scegli i tuoi servi 
per portare a compimento il disegno di salvezza, 
concedi alla tua Chiesa la fecondità dello Spirito, 
perché sull’esempio di Maria accolga il Verbo della vita 
e si rallegri come madre 
di una stirpe santa e incorruttibile. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (2Sam 7,1-5.8-12.14.16)
Il regno di Davide sarà saldo per sempre davanti al Signore.

Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». 
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. 
Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. 
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 88)
Rit: Canterò per sempre l’amore del Signore.

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione 
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».    

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».    

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».

SECONDA LETTURA (Rm 16,25-27) 
Il mistero avvolto nel silenzio per secoli, ora è manifestato.

Fratelli, 
a colui che ha il potere di confermarvi
nel mio vangelo, che annuncia Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero, 
avvolto nel silenzio per secoli eterni,
ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti,
per ordine dell’eterno Dio,
annunciato a tutte le genti
perché giungano all’obbedienza della fede,
a Dio, che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli. Amen.

VANGELO (Lc 1,26-38) 
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». 
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Preghiera dei fedeli
Fratelli e sorelle, Maria nostra Madre ci è oggi modello nel fare la volontà di Dio e nell'essere servi del Signore e dei fratelli. 
Per sua intercessione, Lo invochiamo dicendo: Signore, aiutaci a compiere la tua volontà!

1. Per il Papa, i Vescovi, i sacerdoti e i diaconi: non si stanchino mai di annunciare con gioia ed entusiasmo il mistero di Cristo, servo e Salvatore del mondo, preghiamo. 
2. Per i giovani chiamati a seguire Cristo più da vicino nel sacerdozio e nella vita consacrata: sappiano, come Maria, consegnargli un cuore che vive per Lui e per il servizio dei fratelli, preghiamo. 
3. Per quanti si dedicano al servizio dei poveri e dei sofferenti: la loro sollecitudine semplice e nascosta sia consolata e sostenuta dalla certezza di servire Cristo, preghiamo. 
4. Per la nostra comunità cristiana: Maria ci aiuti ad accettare con generosità la volontà del Signore e il servizio dei fratelli, preghiamo. 

Padre Santo, che hai scelto Maria, tua umile serva, come madre del tuo Figlio, salvatore del mondo, aiutaci ad imitarla nell'accettare con amore la tua volontà e nel servire con sollecitudine i nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.
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SANTO NATALE DEL SIGNORE GESU' - MESSA DELLA VIGILIA
Grado della Celebrazione: Solennita'
Colore liturgico: Bianco
COMMENTO AL VANGELO
Uomo di Dio, tale è il salvatore di cui avevamo bisogno. Soltanto Dio è la salvezza dell’uomo, ma Dio non vuole salvare l’uomo dall’esterno; ecco perché si fa uomo. 
È questo il duplice messaggio che ci affida lo splendido testo di san Matteo. 
Uomo discendente da una lunga stirpe di persone, oggetto della promessa, tale è il salvatore dell’uomo. Dal giorno in cui Dio riprende contatto con l’umanità nella persona di Abramo, fino a questa giovane fanciulla di Nazaret chiamata Maria, Dio si dedica con pazienza a quest’opera, prepara la venuta nella nostra carne del suo Figlio unigenito. La genealogia riportata da san Matteo è la genealogia della fedeltà di Dio. Tutte queste persone tracciano la storia di Israele. Sono portatrici della promessa. Le infedeltà di molti di loro mettono in luce la fedeltà di Dio. È da un popolo di peccatori che sorgerà il salvatore. Perché egli viene a salvare proprio il peccatore. Facendosi uomo, egli appartiene alla loro stirpe e, dall’interno della loro stirpe, li vuole salvare, assumendosi il loro peccato senza esserne macchiato: “Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. 
Ma: “Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”. 
Il ritmo della genealogia si spezza. Se occorreva che l’uomo fosse salvato dall’interno dell’umanità, non poteva esserlo che grazie a Dio. E, brevemente, Matteo sottolinea qui l’origine divina del Salvatore degli uomini: “Egli è generato dallo Spirito Santo”. Dio è molto più fedele di quanto l’uomo potesse immaginare. Lasciamo allora la parola a Ireneo di Lione: “Il Signore ci ha dato un segno” dal profondo degli inferi e “lassù in alto” (Is 7,11) senza che l’uomo osasse sperarlo. Come avrebbe potuto aspettarsi di vedere una vergine partorire un figlio, di vedere in questo figlio un “Dio-con-noi”, che sarebbe sceso nel profondo, sulla terra, per cercare la pecorella smarrita, cioè la creatura che egli aveva plasmato, e sarebbe poi risalito per presentare al Padre suo questo uomo ritrovato?” (Contro le eresie, III, 19,3).
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Padre, che ogni anno 
ci fai vivere nella gioia questa vigilia del Natale, 
concedi che possiamo guardare senza timore, 
quando verrà come giudice, il Cristo tuo Figlio 
che accogliamo in festa come Redentore. 
Egli è Dio e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Is 62,1-5)
Il Signore troverà in te la sua delizia.
​
Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 88)
Rit: Canterò per sempre l’amore del Signore.

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».

SECONDA LETTURA (At 13,16-17.22-25) 
Testimonianza di Paolo a Cristo, figlio di Davide.

Paolo, [giunto ad Antiòchia di Pisìdia, nella sinagoga,] si alzò e, fatto cenno con la mano, disse: 
«Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. 
Poi suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. 
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”».

VANGELO (Mt 1,1-25) 
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». 
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

oppure: 
VANGELO Forma breve (Mt 1,18-25):
Maria darà alla luce un figlio, e tu lo chiamerai Gesù.
​
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». 
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.
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La Liturgia di Sabato 23 Dicembre 2017

22/12/2017

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23.12.2017 - Feria propria del 23 Dicembre
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola

Colletta

Dio onnipotente ed eterno, 
è ormai davanti a noi il Natale del tuo Figlio: 
ci soccorra nella nostra indegnità 
il Verbo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria 
e si è degnato di abitare fra noi. 
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Ml 3,1-4.23-24)
Prima del giorno del Signore manderò il profeta Elìa.

Così dice il Signore: 
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. 
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.
Ecco, io invierò il profeta Elìa prima che giunga 
il giorno grande e terribile del Signore:
egli convertirà il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri,
perché io, venendo,
non colpisca
la terra con lo sterminio».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 24)
Rit: Leviamo il capo: è vicina la nostra salvezza.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.

VANGELO (Lc 1,57-66) 
Nascita di Giovanni Battista. 

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Commento
Nasce Giovanni, il figlio del prodigio, della gioia donata a due genitori rattristati dalla loro sterilità. Nasce come un'aurora che lascia intuire una giornata luminosa e radiosa, come anticipo della venuta del Messia. Al momento della circoncisione tutti suggeriscono al povero Zaccaria di usare un nome proveniente dalla famiglia, Elisabetta, ora non più timida e vergognosa, alza la voce e chiede di mettere al bimbo il nome assegnatogli dall'angelo. Sconcerto, imbarazzo: da quando le donne parlano e impongono un nome? Zaccaria obbedisce, finalmente. Non alla moglie, ma all'angelo di Dio, sovvertendo le regole, lasciando intendere quanto grande e quanto diverso sarà questo bambino, il profeta appassionato, l'austero asceta le cui parole saranno come schiaffi in pieno volto. Dio è sempre così: chiede cambiamenti radicali, prese di posizione inusuali, atteggiamenti che, addirittura, alcuni considerano poco devoti. Prepariamoci a questo Natale imminente in obbedienza, amico lettore, lasciamo che sia il Signore a scegliere quale nome deve avere la nostra vita, quale destino le nostre scelte, quale luce i nostri passi!
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a sera
MESSA PREFESTIVA della
IV DOMENICA D'AVVENTO
ANNO B - RITO ROMANO
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