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01.10.14 - Santa Teresa di Gesù Bambino - Memoria - Rito Romano

30/9/2014

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01.10.2014 - Santa Teresa di Gesù Bambino
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Colletta
O Dio, nostro Padre, 
che apri le porte del tuo regno agli umili e ai piccoli, 
fa’ che seguiamo con serena fiducia 
la via tracciata da santa Teresa di Gesù Bambino, 
perché anche a noi si riveli la gloria del tuo volto. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gb 9,1-12.14-16)
Come può un uomo aver ragione dinanzi a Dio?

SALMO RESPONSORIALE (Sal 87)
Rit: Giunga fino a te la mia preghiera, Signore.

VANGELO (Lc 9,57-62) 
Ti seguirò dovunque tu vada. 

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Preghiera dei fedeli
Perché nella nostra comunità sorgano vocazioni sacerdotali.

Commento
Una ragazza morta a ventiquattro anni diventa dopo neppure cinquant'anni modello di tutta la Chiesa. Pio XI era molto devoto di santa Teresa di Gesù Bambino e la nominò patrona delle Missioni, lei, la cui breve vita si svolse tutta fra Alenon e Lisieux e che dopo i suoi quindici anni non usci più dal convento.  
Quanto spesso Gesù dimostra che i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri, né le sue vie le nostre vie I nostri pensieri vengono dall'orgoglio, quelli di Dio dall'umiltà; le nostre vie sono tutte uno sforzo per essere grandi, quelle di Dio si percorrono solo diventando piccoli. Come sulle strade per andare a Nord bisogna prendere la direzione opposta al Sud, così per camminare sulle vie di Dio dobbiamo prendere la direzione opposta a quella verso cui il nostro orgoglio ci spinge. 
Teresa aveva grandi ambizioni, grandi aspirazioni: voleva essere contemplativa e attiva, apostolo, dottore, missionario e martire, e scrive che una sola forma di martirio le sembrava poco e le desiderava tutte... il Signore le fece capire che c'è una sola strada per piacergli: farsi umili e piccoli, amarlo con la semplicità, la fiducia e l'abbandono di un bimbo verso il padre da cui si sa amato. "Non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre". ~ bellissimo salmo 130 può essere applicato alla lettera alla vita di Teresa. 
Così questa giovanissima donna ravvivò nella Chiesa il più puro spirito evangelico ricordando una verità essenziale: prima di dare a Dio è necessario ricevere. Noi abbiamo la tendenza a guardare sempre a quello che diamo; Teresa ha capito che Dio è amore sempre pronto a dare e che tutto riceviamo da lui. Chi vuol mettere la propria generosità prima della misericordia, prima dell'amore misericordioso di Dio, è un superbo; chi riceve quello che Dio gli dà con la semplicità di un bambino arriva alla santità: è contento di non saper far nulla e riceve tutto da Dio. È un atteggiamento spirituale che è anch'esso dono di Dio ed è tutt'altro che passività. Teresa fece di sé un'offerta eroica e visse nella malattia e nella prova di spirito con l'energia e la forza di un gigante: la forza di Dio si manifestava nella sua debolezza, che ella abbandonava fiduciosamente nelle mani divine. Riuscì così in modo meraviglioso a trasformare la croce in amore, una croce pesante, se ella stessa dirà alla fine della sua vita che non credeva fosse possibile soffrire tanto. 
Impariamo questa grande lezione di fiducia, di piccolezza, di gioia e preghiamo Teresa che ci aiuti a camminare come lei nella povertà di spirito e nell'umiltà del cuore. Saremo come lei inondati da un fiume di pace.
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30.9.2014 - San Girolamo - Memoria - Rito Romano

29/9/2014

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30.09.2014 - San Girolamo
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Colletta
O Dio, che hai dato al sacerdote san Girolamo 
una conoscenza viva e penetrante della Sacra Scrittura, 
fa’ che il tuo popolo 
si nutra sempre più largamente della tua parola, 
e trovi in essa una sorgente di vita. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gb 3,1-3.11-17.20-23)
Perché dare la luce a un infelice?

SALMO RESPONSORIALE (Sal 87)
Rit: Giunga fino a te la mia preghiera, Signore.

VANGELO (Lc 9,51-56) 
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. 

+ Dal Vangelo secondo Luca
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. 
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

Preghiera dei fedeli
Padre della storia, perché quanti operano nel sociale, si prendano a cuore la causa dei poveri e degli oppressi e, riparando ingiustizie e sofferenze, affrettino l'avvento del regno. Ti preghiamo:

Commento
Ringraziamo Dio per il grande dono della Scrittura: è un dono del suo amore, un dono antico e sempre nuovo che dobbiamo sfruttare nella fede. 
Nel Vangelo Gesù ci dice appunto che il nostro tesoro è contemporaneamente antico e nuovo. E ogni epoca è invitata a discendere in questa miniera inesauribile per trovare nuove ricchezze, e le trova davvero. 
Il modo attuale di studiare la Scrittura non assomiglia a quello dei secoli passati: vi scopriamo aspetti nuovi, che ci aiutano ad apprezzarne meglio la varietà e la ricchezza. Così si rinnova continuamente il gusto e l'interesse per lo studio della Bibbia. 
Sappiamo che la Scrittura si studia bene soltanto nella fede. "Le Sacre Scritture scrive Paolo a Timoteo possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù". Lo studio della Scrittura è fatto per mezzo della fede, che lo guida. Per aver fede bisogna prima capire un po' la Scrittura, perché se non si capisce niente dell'annuncio di salvezza non è possibile aderirvi, quindi per arrivare a credere è necessario fare un certo lavoro di intelligenza, un certo studio. Ma d'altra parte per approfondire la Scrittura è necessaria la fede: credere per, comprendere. 
Se qualcuno ha il senso delle cose spirituali capisce profondamente la Bibbia anche se non ha cultura, perché la fede illumina gli occhi del suo cuore e questa illuminazione è più preziosa di tutti i mezzi della scienza, che possono far luce su aspetti secondari, ma non raggiungono il centro, che è il "proprio" della fede. 
Non bisogna disprezzare lo studio faticoso degli scienziati, perché i loro sforzi sono necessari per far penetrare la fede in tutti i settori della vita e di ogni epoca. Ma Dio ha rivelato i tesori della Scrittura non soltanto agli intelligenti, ma anche a chi è meno dotato, mediante la fede, luce divina. 
Siamo dunque riconoscenti al Signore per questo tesoro che tutti noi utilizziamo e aiutiamo ad approfondirlo insieme agli studiosi, perché la scienza aiuta a comprendere le Scritture, ma ancor più aiuta la santità.
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29.9.2014 - SANTI ARCANGELI MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE - Festa - Rito Romano

28/9/2014

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29.09.2014 - SANTI ARCANGELI MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE
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Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Bianco

Colletta
O Dio, che chiami gli Angeli e gli uomini 
a cooperare al tuo disegno di salvezza, 
concedi a noi pellegrini sulla terra 
la protezione degli spiriti beati, 
che in cielo stanno davanti a te per servirti 
e contemplano la gloria del tuo volto. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Dn 7,9-10.13-14)
Mille migliaia lo servivano.
Oppure (Ap 12, 7-12)
Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago

SALMO RESPONSORIALE (Sal 137)
Rit: Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.

VANGELO (Gv 1,47-51) 
Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo. 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Preghiera dei fedeli
- Per i tuoi angeli, che stanno davanti a te per servirti e adorarti. Preghiamo: 
- Per i tuoi angeli, che ci proteggono e ci difendono dalle insidie del male. Preghiamo: 

Commento
Gli Angeli sono esseri misteriosi, e in forma misteriosa ne parla il profeta Daniele nella celebre profezia sul Figlio dell'uomo che la liturgia ci fa leggere oggi: 
"Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui; mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano". Daniele non nomina gli Angeli: parla di fuoco, di migliaia, di miriadi di miriadi... Sono veramente esseri misteriosi. Noi li rappresentiamo come uomini dal viso soave e dolce, nella Scrittura invece appaiono come esseri terribili, che incutono timore, perché sono la manifestazione della potenza e della santità di Dio, che ci aiutano ad adorare degnamente: "A te voglio cantare davanti ai tuoi angeli, mi prostro verso il tuo tempio santo". Come preghiamo nel prefazio di oggi: "Signore, Padre santo, negli spiriti beati tu ci riveli quanto sei grande e amabile al di sopra di ogni creatura". Nella visione di Daniele non sono gli Angeli gli esseri più importanti: vediamo più avanti "uno, simile ad un figlio d'uomo" ed è lui, non gli Angeli, ad essere introdotto fino al trono di Dio, è a lui che egli "diede potere, gloria e regno", è a lui che "tutti i popoli serviranno". La stessa cosa vediamo nel Vangelo: gli Angeli sono al servizio del Figlio dell'uomo. "Vedrete i cieli aperti e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo" dirà Gesù, facendo allusione sia a questa visione di Daniele sia alla visione di Giacobbe, che nel sonno vede gli Angeli salire e scendere sul luogo dove è coricato e che dà il senso della presenza di Dio in tutti i luoghi della terra. 
Gli Angeli di Dio sono dunque al servizio del Figlio dell'uomo, cioè di Gesù di Nazaret; la nostra adorazione non è rivolta agli Angeli, ma a Dio e al Figlio di Dio. Gli Angeli sono servitori di Dio che egli, nella sua immensa bontà, mette al nostro servizio e che ci aiutano ad avere un senso più profondo della sua santità e maestà e contemporaneamente un senso di grande fiducia, perché questi esseri terribili sono al nostro servizio, sono nostri amici. 
Domandiamo al Signore che ci faccia comprendere davvero la sua santità e maestà infinite, perché ci prostriamo con sempre maggiore reverenza alla sua presenza, davanti ai suoi Angeli.
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28.9.14 - XXVI DOMENICA del TEMPO ORDINARIO - Anno A - Rito Romano

27/9/2014

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I PUBBLICANI E LE PROSTITUTE VI PASSANO AVANTI NEL REGNO DI DIO di Padre Mariano Pellegrini

La La prima lettura di questa domenica è un invito alla conversione. La conversione ridona vita alla nostra anima, dopo la triste esperienza del peccato. Così dice il Signore per bocca del profeta Ezechiele: «Se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso» (Ez 18,27).

L'inizio della conversione è riflessione. Ciò è messo in luce da questa lettura profetica con queste parole: «Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà» (Ez 18,28). È dunque necessario riflettere sulla nostra condotta e fare nostre le parole del salmista: «Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri» (Sal 24,4). I maestri di vita spirituale insegnano che è molto importante, per non dire indispensabile, un po' di meditazione quotidiana. Bisogna meditare sulla Parola di Dio e sulla vita dei Santi i quali hanno messo in pratica fedelmente il Vangelo. La meditazione consiste nel leggere attentamente questi brani e nel pensare cosa il Signore voglia dirci con ciò che stiamo approfondendo. Da questa riflessione scaturiranno certamente dei propositi di miglioramento. Insegna sant'Alfonso de' Liguori che meditazione e peccato non vanno mai insieme: o si lascia la meditazione, oppure si lascia il peccato. Anche se uno avesse, per così dire, già un piede all'inferno, se iniziasse a meditare anche solo per un quarto d'ora al giorno, certamente arriverebbe a convertirsi.

Chi si converte è come quel figlio di cui parla il Vangelo di oggi, il quale inizialmente dice di no al padre e poi, ravveduto, va a lavorare alla vigna paterna. Tante volte noi siamo invece come il primo figlio, il quale dice di sì e poi non fa niente. Diciamo di sì in un momento di entusiasmo e poi ci riprendiamo ciò che abbiamo donato al Signore.

Convertirsi significa diventare sempre più simili a Gesù fino ad avere in noi, come dice san Paolo, i suoi stessi sentimenti (cf Fil 2,5). Convertirci significa crescere continuamente nella carità, mettendo in pratica ciò che insegna la seconda lettura di oggi: «Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli altri» (Fil 2,3-4).

Un esempio bellissimo di conversione ce lo offre proprio san Paolo. Inizialmente egli perseguitava la Chiesa ma poi, ricevuto il Battesimo, lavorò nella vigna del Signore con la stessa energia e lo stesso zelo con cui prima combatteva il Cristianesimo.
Gesù termina la parabola dei due figli con delle parole che ci fanno molto riflettere: «I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio» (Mt 21,31). I pubblicani e le prostitute erano le persone più disprezzate in Israele, eppure erano quelle che accolsero con più disponibilità la predicazione del Vangelo. Proprio per il loro evidente peccato, essi non commettevano il grave errore di considerarsi a posto davanti a Dio. Essi sapevano di essere molto bisognosi di misericordia.
L'insegnamento è molto chiaro: non possiamo condannare nessuno prima del tempo. Anche il più grande peccatore può passarci molto avanti in Paradiso. Tante volte noi, invece, disprezziamo e condanniamo il prossimo e non ci accorgiamo che i più lontani da Dio forse siamo proprio noi per la stolta presunzione di considerarci a posto.

Una volta da un santo eremita andarono due donne per ricevere dei consigli spirituali. Una era una grande peccatrice, una prostituta, l'altra era una donna apparentemente per bene. Il santo eremita disse alla grande peccatrice di portargli una grossa pietra, e chiese alla donna per bene di portargli un sacco di sabbia. 

Dopo alcune ore tornarono tutte e due affaticate. L'eremita fece questa domanda: «Chi di voi ha fatto più fatica?». Evidentemente tutte e due fecero molta fatica. 

Alla fine egli spiegò che la grossa pietra simboleggiava il grande peccato della prostituta, mentre il sacco di sabbia significava la grande presunzione della donna per bene. Quale dei due era il peccato più grande?

A noi la risposta. Riflettiamo dunque sulla nostra condotta, allontaniamoci dalla stolta arroganza, e così avremo la salvezza.
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27.09.2014 - San Vincenzo de Paoli - Memoria - Rito Romano

26/9/2014

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 27.09.2014 - San Vincenzo de' Paoli
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Vincenzo (Pony presso Dax, Francia, 1581 – Parigi, Francia, 27 settembre 1660), sacerdote, parroco si dedicò dapprima all’evangelizzazione delle popolazioni rurali, fu cappellano delle galere e apostolo della carità in mezzo ai poveri, i malati e i sofferenti. Alla sua scuola si formarono sacerdoti, religiosi e laici che furono gli animatori della Chiesa di Francia, e la sua voce si rese interprete dei diritti degli umili presso i potenti. Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi – 1625) e insieme a santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633).

Colletta
O Dio, che per il servizio dei poveri 
e la formazione dei tuoi ministri 
hai donato al tuo sacerdote san Vincenzo de’ Paoli 
lo spirito degli Apostoli, 
fa’ che, animati dallo stesso fervore, 
amiamo ciò che egli ha amato 
e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Qo 11,9-12,8)
Ricòrdati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che ritorni la polvere alla terra e il soffio vitale torni a Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 89)
Rit: Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione

VANGELO (Lc 9,43-45) 
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Preghiera dei fedeli
Soccorri chi, stretto dalle angustie della vita, sente spegnere in sé energia ed entusiasmo, perché incontri amici e testimoni di speranza. Ti preghiamo:

Commento
Gesù richiama ai suoi che quando anche tutto sta andando bene, non è quella la sorte e l'identità di Lui nella loro storia: non si illudano.
Gesù richiama la sua azione cruciale nella storia, il suo essere consegnato nelle mani della potenza umana, il suo essere succube della situazione che farà di Lui il progetto salvifico, il suo mistero fondato non sul progetto che gli altri si aspettano di Lui, ma sulla volontà del Padre.
L'incomprensione e la paura di chiedere appare nei discepoli, che non si attendono altro che l'osanna della gente nei confronti di Gesù e del suo messaggio.
E se plaude, questa gente, perché cercare di evocare la croce e la morte in una previsione che nessuno di loro si augura?
Meglio non comprendere - non voler indagare - e nemmeno chiedere la spiegazione.
Anche oggi fatichiamo a vedere Gesù non difeso dalle prepotenze umane: Lui che viene consegnato, e anzi si consegna nelle mani degli uomini, del mondo, non è una realtà gradita a nessuno; meglio la sua difesa da parte nostra, contro ogni possibile contrarietà verso di Lui.
"METTETEVI BENE IN MENTE" che il passaggio della croce porta vita.
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26.09.2014 - Venerdì della XXV settimana del Tempo Ordinario - Anno pari - Rito Romano

25/9/2014

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26.09.2014 - Venerdì della XXV settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo 
hai posto il fondamento di tutta la legge, 
fa’ che osservando i tuoi comandamenti 
meritiamo di entrare nella vita eterna. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Qo 3,1-11)
Ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo

SALMO RESPONSORIALE (Sal 143)
Rit: Benedetto il Signore, mia roccia

VANGELO (Lc 9,18-22) 
Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto 

+ Dal Vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Preghiera dei fedeli
Per coloro che, nel mondo del lavoro o tra le mura domestiche, sono pressati da fatiche fisiche o tensioni spirituali, perché trovino ristoro nella certezza che Dio non abbandona. Preghiamo:

Commento
I pareri della massa sulla vera identità di Gesù sono molto diversi. Alcuni lo considerano Giovanni Battista risorto, altri Elia o uno degli antichi profeti. Dopo avere ascoltato questi pareri, Cristo si rivolge direttamente agli apostoli: “Ma voi chi dite che io sia?”. La risposta di Pietro è pronta e sicura: “Il Cristo di Dio”. 
Possiamo supporre che la condizione stessa di Pietro gli offriva molte possibilità di rispondere subito e senza alcuna esitazione. Noi, come tutti i nostri contemporanei, non abbiamo sempre un atteggiamento così sicuro, una convinzione così assoluta. I dubbi ci avvolgono. Inoltre, bisogna dirlo, nella maggior parte dei casi i nostri contemporanei non hanno convinzione alcuna in proposito. Si perdono nella folla degli “ismi” di moda. Eppure la questione di chi sia Cristo 
viene posta continuamente e ha ancora tutta la sua importanza. 
Il nostro mondo non è certo pronto a dare una risposta chiara ed esauriente. E questa incapacità si fa via via più grande. Perché? 
L’insegnamento filosofico delle nostre scuole ne è la causa nella maggior parte dei casi. Un tale insegnamento ci fornisce infatti strumenti atti alla ricerca, che si rivelano però inefficaci se applicati a questa questione. Esso ci insegna a porci infinite domande, al punto che finisce per porre tutto in dubbio, compresi i valori più antichi che pure sembravano immutabili. Si arriva al punto di porci talmente tante domande, che ci si dimentica della ragione che le aveva generate e del fine stesso della nostra indagine. 
L’insegnamento dei maestri d’oggi semina il dubbio nei nostri cuori al punto che ne dimentichiamo la verità. Limitando il nostro sguardo alla terra e ai suoi confini, trascuriamo il soprannaturale, giungendo anzi a negarlo. Disumanizziamo e, peggio, despiritualizziamo la vita umana. L’uomo d’oggi ha la sensazione di essere condannato a non poter soddisfare il suo desiderio di verità. 
Bisogna tornare alla fonte, interrogare di nuovo il Vangelo e la tradizione della Chiesa che contengono il “deposito” della fede. Le domande e i dubbi non devono farci paura. Dobbiamo saper cercare la verità dove essa è stata rivelata. Non corriamo dietro ai falsi profeti e ai dottori della legge che si sono autoproclamati tali: solo le parole di Vita possono fornirci le risposte giuste. Ritorniamo a Gesù Cristo e al suo Vangelo.
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25.09.2014 - Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario - Anno pari - Rito Romano

24/9/2014

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25.09.2014 - Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo 
hai posto il fondamento di tutta la legge, 
fa’ che osservando i tuoi comandamenti 
meritiamo di entrare nella vita eterna. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Qo 1,2-11)
Non c’è niente di nuovo sotto il sole

SALMO RESPONSORIALE (Sal 89)
Rit: Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione

VANGELO (Lc 9,7-9) 
Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose? 

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». 
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

Preghiera dei fedeli
- Per chi è smarrito e incapace di governare la sua vita, perché si lasci investire dalla luce del vangelo. Preghiamo:
- Per chi è prigioniero nel fisico o nello spirito e anela alla liberazione, perché trovi nella parola di Dio e nella testimonianza dei cristiani, un aiuto alla speranza. Preghiamo:

Commento
Erode, tetrarca della Galilea, venne a sapere quanto accadeva e non sapeva che cosa pensare... Nel suo animo sorgevano pensieri contraddittori sull’identità e sulla missione di Cristo. La comparsa di Cristo nella sua vita lo sconvolge e lo devia. Non capisce e vorrebbe invece conoscere la verità. Gli piacerebbe anche capire: sa, sente che la verità gli è vicina, ma lui non riesce ad afferrarla. 
Se si trattasse di Giovanni Battista, mandato a morte da lui, che ora è risorto, Erode non potrebbe evitare la propria condanna. Se si trattasse, invece, di Elia, la posizione di Erode non sarebbe comunque migliore: Elia fu profeta di Dio, le sue parole devono essere considerate parole di Dio. Erode si chiede allora come potrebbe giustificarsi davanti a Dio. Se, infine, si trattasse di un altro degli antichi profeti tornato nella persona di Gesù, ancora una volta Erode si troverebbe in una situazione delicata, perché, in ogni modo, dovrebbe rendere conto delle sue azioni nel nome della verità. 
L’interesse di Erode nei confronti di Cristo è risvegliato e guidato dalla curiosità, ma anche dal timore che si scopra la sua responsabilità nell’assassinio di Giovanni Battista. Egli ne serba sempre un certo rimorso; del resto come potrebbe liberarsene? 
L’irruzione di Cristo nella nostra vita provoca anche in noi delle domande fondamentali. La sua vita e, soprattutto, il suo insegnamento, le sue leggi, i suoi principi, le sue esigenze morali non possono lasciare nessuno indifferente e insensibile. Cristo ci interpella e ci spinge a cercare la nostra verità. Ci incita ad un esame di coscienza severo riguardo la nostra posizione e il nostro comportamento di fronte a lui e al suo insegnamento. Noi non possiamo rimanere inattivi e muti. 
Prima di formulare una risposta, dobbiamo sapere se vogliamo rimanere nell’ambito di una curiosità puramente intellettuale, teorica, o se vogliamo andare più a fondo nelle cose cercando di scoprire, dietro il legislatore-filosofo, il Figlio di Dio venuto fra noi a portare il lieto messaggio, promotore di una Nuova Alleanza, ma anche costruttore del regno di Dio, fondato sulla pietra angolare dell’amore. Siamo capaci di seguirlo su questa via?
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24.09.14 - Mercoledì della XXV settimana del Tempo Ordinario - Anno pari - Rito Romano

23/9/2014

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24.09.2014 - Mercoledì della XXV settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo 
hai posto il fondamento di tutta la legge, 
fa’ che osservando i tuoi comandamenti 
meritiamo di entrare nella vita eterna. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Pr 30,5-9)
Non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: Lampada per i miei passi, Signore, è la tua parola.

VANGELO (Lc 9,1-6) 
Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». 
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

Preghiera dei fedeli
Per quest'assemblea, perché la parola di Dio ci ispiri gesti di solidarietà verso il prossimo, allargando il nostro cuore alla fratellanza universale. Preghiamo:

Commento
“Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi”. Ecco qual è la missione dei dodici apostoli, secondo quanto ha stabilito Cristo duemila anni fa. Dopo la morte e la risurrezione di Cristo, sotto l’impulso dello Spirito Santo, i Dodici si sono messi all’opera. Poi, dopo un certo tempo, si sono dati dei successori, che a loro volta hanno trasmesso il loro potere e il loro dovere di conservare e di proclamare la fede. 
I successori degli apostoli, con a capo il successore di Pietro, continuano ancor oggi l’evangelizzazione del mondo e formano la gerarchia della Chiesa. Ma i poteri e i doveri sono rimasti gli stessi. Fa bene, ogni tanto, ricordare queste verità elementari, poiché l’opinione diffusa - e spesso anche la nostra - vorrebbe attribuire ai pastori della Chiesa altri compiti che appaiono più utili o più urgenti. 
È incontestabile che alcune deviazioni sono oggi molto alla moda. L’opinione pubblica, il famoso “parere della maggioranza”, si esprime nei voti o nei sondaggi, e tende a considerare questi risultati come “verità”. Ma la verità è raramente il frutto dei voti di una maggioranza già nella vita corrente, e non lo è mai in materia di religione o di fede. La Chiesa di Cristo non è una repubblica parlamentare. Le sue leggi non vengono dal consenso dei suoi componenti, ma da Dio e dall’insegnamento di suo Figlio, che noi ritroviamo nei Vangeli. 
I vescovi, successori degli apostoli, hanno ricevuto in consegna questo insegnamento con il duplice incarico di serbarlo puro e di proclamarlo, a qualsiasi prezzo. Molti sono coloro che hanno pagato con la loro vita questa fedeltà. Nell’esercizio del loro apostolato, sacerdoti e vescovi meritano la nostra stima e il nostro rispetto. Noi siamo solidali con loro nella proclamazione - nell’annuncio - della parola di Dio. Siamo tutti chiamati a quest’opera, ognuno secondo il proprio carisma. La differenza stessa dei carismi mostra che dobbiamo essere complementari e non opposti in questo incarico. La cooperazione è la nostra forza, la divisione sarà la nostra rovina. Il nostro motto deve allora essere: “Viribus unitis”, con tutte le nostre forze unite nel servizio del regno. 
Ma è davvero sempre così?
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23.09.2014 - San Pio da Pietrelcina - Memoria - Rito Romano

22/9/2014

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Immagine
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23.09.2014 - San Pio da Pietrelcina
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

San Pio nacque a Pietrelcina presso Benevento (Italia) nel 1887. Entrò nell’ordine dei Frati minori cappuccini e, promosso al presbiterato, esercitò con grandissima dedizione il ministero sacerdotale soprattutto nel convento di San Giovanni Rotondo in Puglia. Servì nella preghiera e nell’umiltà il popolo di Dio attraverso la direzione spirituale, la riconciliazione dei penitenti e una particolare cura per i malati e i poveri. Pienamente configurato a Cristo Crocifisso, portò a compimento il suo cammino terreno il 23 settembre 1968.

Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
per grazia singolare
hai concesso al sacerdote san Pio (da Pietrelcina)
di partecipare alla croce del tuo Figlio,
e per mezzo del suo ministero
hai rinnovato le meraviglie della tua misericordia;
per sua intercessione, concedi a noi,
uniti costantemente alla passione di Cristo,
di giungere felicemente alla gloria della risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, 
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Pr 21,1-6.10-13)
Proverbi di carattere vario. 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: Guidami, Signore, sul sentiero dei tuoi comandi.

VANGELO (Lc 8,19-21) 
Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica. 

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. 
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». 
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Preghiera dei fedeli
Perché di fronte ai progetti non conclusi, lasciamo che Dio prenda in mano il nostro cuore e lo diriga nel tessuto paziente dei giorni. Preghiamo:

Commento
SE NON RIESCI AD AVVICINARE GESU' A CAUSA DELLA FOLLA, PROVA AD AVVICINARTI A LUI ATTRAVERSO LA SUA PAROLA

ASCOLTARE E METTERE IN PRATICA LA PAROLA DI DIO CI RENDE VICINI A LUI, PROSSIMI E SUOI PARENTI NELLO SPIRITO

Se vuoi entrare nella parentela di Gesù, osserva e metti in pratica la sua Parola.
Altrimenti resti fuori, e la folla ti impedisce di incontrarlo a causa della ressa, degli altri interessi, delle distrazioni del mondo, dell'essere lontano dal prossimo che ci avvicina.

Vogliamo vedere Gesù!

Osservalo nello sguardo della sua Parola, e non nella sua immagine terrena e della storia.
Praticalo e vivi nella sua esperienza di vita condivisa proprio mettendo in pratica la sua Parola.

Passa dal vedere Lui a vivere con Lui.
Passa dalla richiesta esterna a quella interiore.
Passa dalla vita di Lui fuori di te alla vita di Lui dentro di te.
Passa dal cercare Lui tra la folla a cercarlo nella sua Parola.
Passa dall'andarlo a trovare al lasciarti trovare nella sua Parola.

SE NON RIESCI A AVVICINARLO LA', OSSERVALO PRESENTE QUI
Immagine
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22.09.2014 - Lunedì della XXV settimana del Tempo Ordinario - Anno pari - Rito Romano

21/9/2014

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 22.09.2014 - Lunedì della XXV settimana del Tempo Ordinario 
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo 
hai posto il fondamento di tutta la legge, 
fa’ che osservando i tuoi comandamenti 
meritiamo di entrare nella vita eterna. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Pr 3,27-34)
Il Signore ha in orrore il perverso.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 14)
Rit: Il giusto abiterà sulla tua santa montagna, Signore.

VANGELO (Lc 8,16-18) 
La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse alla folla: 
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. 
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

Preghiera dei fedeli
Tu che concedi grazia agli umili, purifica il nostro cuore dall'arroganza e dall'egoismo e riempilo di delicata premura verso tutti. Ti preghiamo:

Commento
Luce. Parola semplice, parola meravigliosa. Per ognuno di noi è una parola carica di ricordi... Il lampo nella notte fa paura, i primi raggi del sole all’alba ridanno coraggio e speranza. C’è forse uno spettacolo più bello, un momento più esaltante di quando si raggiunge la cima di una montagna mentre spunta il sole? 
Come ogni avvenimento importante anche questo è preceduto da alcune prove. Dapprima la notte, una notte buia e fredda, a volte glaciale, resa ancora più penosa dai venti. Il momento tanto atteso tarda a giungere, bisogna aspettare, bisogna saper aspettare. Mentre le stelle sbiadiscono lentamente, l’orizzonte lontano si copre dolcemente di un alone chiaro, che si fa rosa col passare del tempo. Il momento atteso arriva, infine, quando una riga rossa sottile si staglia nel cielo e si ingrandisce a vista d’occhio verso l’est. Si leva il giorno. 
La luce della fede, questa luce preziosa, si accende nelle nostre anime allo stesso modo, se sappiamo aspettarla, sollecitarla con la preghiera. E la grazia segue la luce, la luce diventa grazia. Dio è presente. 
Con il battesimo noi abbiamo ricevuto questa piccola luce nel nostro cuore, nell’intimo della nostra anima. Ma può capitare che, col passare degli anni, la fiamma di questa piccola torcia diminuisca e tenda a spegnersi. Dobbiamo allora fare molta attenzione, vegliare e non accettare che si spenga definitivamente. Dobbiamo ravvivarla e conservarla sempre al centro della nostra vita in balia di dubbi e domande. Dobbiamo proteggerla e tenerla sempre accesa affinché possa illuminarci, guidarci nelle nostre scelte, nelle nostre decisioni o nelle nostre azioni, ed inondi tutta la nostra vita. 
Dobbiamo proteggerla e tenerla sempre accesa affinché la nostra vita sia essa stessa una luce per tutti quelli che incontriamo e che, come noi, cercano Cristo, fonte di ogni vera luce grazie al suo Amore infinito.
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