26.12.2017 - SANTO STEFANO ======================== Grado della Celebrazione: Festa Colore liturgico: Rosso Stefano, il primo martire cristiano, era uno dei primi sette diaconi, il cui dovere era quello di porsi al servizio della Chiesa e degli apostoli. Come servo di Cristo, Stefano era contento di essere come il suo Signore, e, nel momento della sua morte, fu molto simile a lui. Potrebbe sembrare che il Vangelo di oggi sia stato scritto a proposito di santo Stefano. Quando si trovò di fronte al sinedrio, lo Spirito Santo lo ispirò ed egli parlò con audacia; non solo respinse le accuse che gli erano state mosse, ma accusò a sua volta i suoi accusatori. Il suo sguardo era sempre rivolto al Signore, tanto che il suo volto splendeva come quello di un angelo e rifletteva la gloria di Cristo, che era in lui. La somiglianza tra santo Stefano e il suo Signore non è solo esteriore: nel momento della sua morte, Stefano rivelò le intime disposizioni del suo cuore, pregando perché i suoi assassini fossero perdonati, una preghiera che diede frutti più tardi, con la conversione di san Paolo. Santo Stefano, il cui nome significa “corona”, si procurò la corona del martirio dopo esservisi preparato con una vita di fedeltà al servizio di Cristo. Colletta Donaci, o Padre, di esprimere con la vita il mistero che celebriamo nel giorno natalizio di santo Stefano primo martire e insegnaci ad amare anche i nostri nemici sull’esempio di lui che morendo pregò per i suoi persecutori. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (At 6,8-12;7,54-60) Ecco, contemplo i cieli aperti. In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio. Tutti quelli che sedevano nel Sinedrio, [udendo le sue parole,] erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio». Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì. SALMO RESPONSORIALE (Sal 30) Rit: Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito. Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. Perché mia rupe e mia fortezza tu sei, per il tuo nome guidami e conducimi. Alle tue mani affido il mio spirito; tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. Esulterò e gioirò per la tua grazia, perché hai guardato alla mia miseria. Liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori: sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto, salvami per la tua misericordia. VANGELO (Mt 10,17-22) Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro. In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato». Commento Stefano il primo martire, tinge di rosso il Natale zuccheroso, per ricordarci che questo bambino è già, e per sempre, un segno di contraddizione... Come a Pasqua, così a Natale abbiamo la fortuna di avere conservato, della splendida cultura ebraica, i nostri amati e bastonati fratelli maggiori, il ritmo settimanale della festa: non esiste una festa che non duri almeno sette giorni. Una provocazione, una mossa tutta da ridere in questi tempi del fast-tutto in cui cambiamo il cellulare ogni tre mesi e mangiamo in dieci minuti. Una settimana di tempi supplementari, in cui ancora dire: "buon Natale", in cui prendersi i famosi dieci minuti per fare un salto a Betlemme e lì fermarsi a meditare, come la giovane adolescente di Nazareth, Maria la bella, che conserva nel cuore e mette insieme tutti i pezzi che hanno scombinato la sua vita. Una settimana per accorgersi, anche i più masticati dalla festività, coloro che hanno il cuore devastato dalla tristezza, della follia di Dio. E proprio per loro la Chiesa, oggi, con una incredibile ricorrenza: quella della festa del primo martire. È come se la fede ci dicesse: quel bambino chre nasce suscita divisione, odio, rancore, obbliga a schierarsi. Natale non è solo un coro di voci bianche e di zampogne, di dolci melodie e di clima ovattato: è soprattutto il dramma di un Dio presente, e di un uomo che non lo accoglie. |
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