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La Liturgia di Domenica 2 Ottobre 2016

30/9/2016

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XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
LA POTENZA DELL'INUTILE
di Don Luciano Sanvito
​

"SERVI INUTILI"...
Lo sgravare da noi tutte le utilità e le convenienze, le convenzioni e gli interessi, ci fa diventare agili e leggeri, potenziati a librarci in ogni situazione con estrema libertà e capaci di mettere in atto la potenza trasformatrice della verità, che tutto rende a sua immagine.
Questa è la promessa del Vangelo, nell'aumento della fede donata.

Solo se sappiamo convivere nelle fede con l'inutilità del nostro essere, diventiamo quello che siamo: in verità, senza fronzolo alcuno, con fede netta e potente, chiara e vincente, brillante e sempre pronta a tutto.

DA DOVE PARTE QUESTA CAPACITA' DI AVERE PIU' POTENZA?

Da due atteggiamenti:
- COSCIENZA CRISTICA: anzitutto, dal riconoscere davanti a noi sempre e comunque la presenza di Colui che ci rappresenta la Verità: il Cristo; perdere l'orientamento a Lui è perderci nella nostra identità.
- ATTENZIONE ALLA PICCOLARITA': intesa come esercizio dello scegliere sempre anzitutto quello che è piccolo, mai quello che è grande.

La potenza dell'inutile: è il messaggio di certa speranza che il Vangelo ci lascia in mano, e ci affida come missione oggi: ogni croce, ogni derisione, ogni contrarietà, ogni piccolo segno e gesto, diventano, se siamo "servi inutili", la potente atomica che fa esplodere ogni tenebra.
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LETTURE DELLA DOMENICA
Colletta
O Dio, fonte di ogni bene,  
che esaudisci le preghiere del tuo popolo  
al di là di ogni desiderio e di ogni merito,  
effondi su di noi la tua misericordia:  
perdona ciò che la coscienza teme  
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:  
Colletta
O Padre, che ci ascolti se abbiamo fede  
quanto un granello di senapa,  
donaci l’umiltà del cuore,  
perché, cooperando con tutte le nostre forze  
alla crescita del tuo regno,  
ci riconosciamo servi inutili,  
che tu hai chiamato a rivelare le meraviglie del tuo amore.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Ab 1,2-3;2,2-4
Il giusto vivrà per la sua fede.

Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese. 
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 94
Rit. Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

SECONDA LETTURA - 2Tm 1,6-8.13-14
Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.

Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. 
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. 
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

VANGELO - Lc 17,5-10
Se aveste fede!

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». 
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
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La Liturgia di Sabato 1 Ottobre 2016

29/9/2016

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OTTOBRE:
MESE DEDICATO ALLA RECITA DEL SANTO ROSARIO
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Ottobre è comunemente chiamato il Mese del Rosario perché il giorno 7 viene celebrata la memoria della Beata Maria Vergine del Rosario.        
Il Santo Rosario è chiamato “Salterio della beatissima Vergine Maria”. Questo modo di pregare Dio consiste nel lodare la beatissima Vergine ripetendo il saluto angelico 150 volte, quanti sono i salmi del salterio di David, interponendo ad ogni decina il “Padre nostro” con meditazioni illustranti l’intera vita del Signore nostro Gesù Cristo.     
Sorto all’inizio del secolo XII, il Rosario si è diffuso in tutta la Chiesa arricchito da numerose indulgenze, compagno fedele di tutti i cristiani che vogliono condurre seriamente la loro vita.
Il Beato Giovanni Paolo II ha pubblicamente dichiarato di preferire la preghiera del Santo Rosario a qualunque altra non liturgica. Egli ha anche felicemente arricchito i Misteri tradizionali con quelli della Luce che culminano con il mistero della istituzione dell'Eucaristia. Quanta luce entra nel cuore e nella vita con questo augusto Sacramento!

Una domanda: TU HAI LA CORONA DEL SANTO ROSARIO? LA RECITI IN FAMIGLIA, O CON L’ASSEMBLEA DEI FEDELI, O ALMENO DA SOLO?          

In questo mese, trova un po’ di tempo, meglio se ogni giorno, per pregare il Rosario. Semina, durante la giornata tante “Ave Maria” dovunque ti trovi. Incarica il tuo “Angelo custode” di raccoglierle per farne una corona d’amore per la Regina del cielo e della terra, una catena di salvezza per le anime infelici e sbandate a causa del peccato, una forza di sostegno per i missionari che dedicano la vita alla predicazione del Vangelo nel mondo. Essi lo fanno anche a nome tuo, perché nessun battezzato si può sottrarre alla missione di “annunciare la buona novella di salvezza”..


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1.10.2016 - Santa Teresa di Gesù Bambino
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco 

Una ragazza morta a ventiquattro anni diventa dopo neppure cinquant'anni modello di tutta la Chiesa. Pio XI era molto devoto di santa Teresa di Gesù Bambino e la nominò patrona delle Missioni, lei, la cui breve vita si svolse tutta fra Alenon e Lisieux e che dopo i suoi quindici anni non usci più dal convento.  
Quanto spesso Gesù dimostra che i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri, né le sue vie le nostre vie I nostri pensieri vengono dall'orgoglio, quelli di Dio dall'umiltà; le nostre vie sono tutte uno sforzo per essere grandi, quelle di Dio si percorrono solo diventando piccoli. Come sulle strade per andare a Nord bisogna prendere la direzione opposta al Sud, così per camminare sulle vie di Dio dobbiamo prendere la direzione opposta a quella verso cui il nostro orgoglio ci spinge.  
Teresa aveva grandi ambizioni, grandi aspirazioni: voleva essere contemplativa e attiva, apostolo, dottore, missionario e martire, e scrive che una sola forma di martirio le sembrava poco e le desiderava tutte... il Signore le fece capire che c'è una sola strada per piacergli: farsi umili e piccoli, amarlo con la semplicità, la fiducia e l'abbandono di un bimbo verso il padre da cui si sa amato. "Non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre". ~ bellissimo salmo 130 può essere applicato alla lettera alla vita di Teresa.  
Così questa giovanissima donna ravvivò nella Chiesa il più puro spirito evangelico ricordando una verità essenziale: prima di dare a Dio è necessario ricevere. Noi abbiamo la tendenza a guardare sempre a quello che diamo; Teresa ha capito che Dio è amore sempre pronto a dare e che tutto riceviamo da lui. Chi vuol mettere la propria generosità prima della misericordia, prima dell'amore misericordioso di Dio, è un superbo; chi riceve quello che Dio gli dà con la semplicità di un bambino arriva alla santità: è contento di non saper far nulla e riceve tutto da Dio. È un atteggiamento spirituale che è anch'esso dono di Dio ed è tutt'altro che passività. Teresa fece di sé un'offerta eroica e visse nella malattia e nella prova di spirito con l'energia e la forza di un gigante: la forza di Dio si manifestava nella sua debolezza, che ella abbandonava fiduciosamente nelle mani divine. Riuscì così in modo meraviglioso a trasformare la croce in amore, una croce pesante, se ella stessa dirà alla fine della sua vita che non credeva fosse possibile soffrire tanto.  
Impariamo questa grande lezione di fiducia, di piccolezza, di gioia e preghiamo Teresa che ci aiuti a camminare come lei nella povertà di spirito e nell'umiltà del cuore. Saremo come lei inondati da un fiume di pace. 


Colletta
O Dio, nostro Padre,  
che apri le porte del tuo regno agli umili e ai piccoli,  
fa’ che seguiamo con serena fiducia  
la via tracciata da santa Teresa di Gesù Bambino,  
perché anche a noi si riveli la gloria del tuo volto.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Gb 42,1-3.5-6.12-16
Ora i miei occhi ti hanno veduto. Perciò mi ricredo.

Giobbe prese a dire al Signore:
«Comprendo che tu puoi tutto
e che nessun progetto per te è impossibile.
Chi è colui che, da ignorante,
può oscurare il tuo piano?
Davvero ho esposto cose che non capisco,
cose troppo meravigliose per me, che non comprendo.
Io ti conoscevo solo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti hanno veduto.
Perciò mi ricredo e mi pento
sopra polvere e cenere».
Il Signore benedisse il futuro di Giobbe più del suo passato. Così possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. Ebbe anche sette figli e tre figlie. Alla prima mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Argentea. In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell’eredità insieme con i loro fratelli.
Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant’anni e vide figli e nipoti per quattro generazioni. Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 118
Rit. Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo, Signore.

Insegnami il gusto del bene e la conoscenza,
perché ho fiducia nei tuoi comandi. 
Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari i tuoi decreti. 

Signore, io so che i tuoi giudizi sono giusti
e con ragione mi hai umiliato.
Per i tuoi giudizi tutto è stabile fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.

Io sono tuo servo: fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti. 
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici.

VANGELO - Lc 10,17-24
Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Commento
IL POTERE DEI PICCOLI NON E' CERTO COME QUELLO DEI GRANDI

Il potere che Gesù riconosce nel piccolo che dal Padre viene attestato come segno della potenza è quello di vedere e distinguere l'azione di Dio nella storia.

Mentre il grande della terra e del mondo vede con gli occhi umani e terreni tutto quello che succede nel mondo e lo controlla e spesso lo dirige, ecco che il piccolo può godere di un'altra visione: quella della storia di Dio, che rimane preclusa a chi non entra in questa piccolezza.

Il potere dei piccoli è quello che in dono ricevono dal Padre: quello di essere attenti e saper distinguere l'operato del Regno nella storia, attingendo così al dono della vita e non seguendo le occasioni della morte per sè e per coloro che condividono la stessa esperienza del farsi piccoli.

Nella piccolezza si riconosce la grandezza di Dio e ad essa se ne può attingere; nella grandezza umana invece l'operato di Dio e i suoi doni di vita restano chiusi ad ogni possibilità di recezione.

In questa visione che è data ai piccoli, essi possono non solo prevedere e affrontare tutte le avversità, ma anche le realtà contrarie sono trasformate nel disegno di Dio e non possono più essere viste come realtà negative in se stesse: tutto per chi è piccolo è incontro con Dio.
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La Liturgia di Venerdi 30 Settembre 2016

29/9/2016

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30.9.2016 - San Girolamo
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco 

Fece studi e enciclopedici ma, portato all'ascetismo, si ritirò nel deserto presso Antiochia, vivendo in penitenza. Divenuto sacerdote a patto di conservare la propria indipendenza come monaco, iniziò un'intensa attività letteraria. A Roma collaborò con papa Damaso, e, alla sua morte, tornò a Gerusalemme dove partecipò a numerose controversie per la fede, fondando poco lontano dalla Chiesa della Natività, il monastero in cui morì. Di carattere focoso, soprattutto nei suoi scritti, non fu un mistico e provocò consensi o polemiche, fustigando vizi e ipocrisie. Scrittore infaticabile, grande erudito e ottimo traduttore, a lui si deve la Volgata in latino della Bibbia, a cui aggiunse dei commenti, ancora oggi importanti come quelli sui libri dei Profeti.

Colletta
O Dio, che hai dato al sacerdote san Girolamo  
una conoscenza viva e penetrante della Sacra Scrittura,  
fa’ che il tuo popolo  
si nutra sempre più largamente della tua parola,  
e trovi in essa una sorgente di vita.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Gb 38,1.12-21;40,3-5
Hai mai comandato al mattino, sei mai giunto alle sorgenti del mare?

Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all’aurora,
perché afferri la terra per i lembi
e ne scuota via i malvagi,
ed essa prenda forma come creta premuta da sigillo
e si tinga come un vestito,
e sia negata ai malvagi la loro luce
e sia spezzato il braccio che si alza a colpire?
Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state svelate le porte della morte
e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa?
Hai tu considerato quanto si estende la terra?
Dillo, se sai tutto questo!
Qual è la strada dove abita la luce
e dove dimorano le tenebre,
perché tu le possa ricondurre dentro i loro confini
e sappia insegnare loro la via di casa?
Certo, tu lo sai, perché allora eri già nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!».
Giobbe prese a dire al Signore:
«Ecco, non conto niente: che cosa ti posso rispondere?
Mi metto la mano sulla bocca.
Ho parlato una volta, ma non replicherò,
due volte ho parlato, ma non continuerò».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 138
Rit. Guidami, Signore, per una via di eternità. 

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie. 

Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti. 

Se prendo le ali dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.

Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere.

VANGELO - Lc 10,13-16
Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato.

In quel tempo, Gesù disse: 
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. 
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».

Commento
GUAI CHE RITORNANO PER CHI SI PROCURA GUAI...
DISPREZZO CHE RITORNA SU CHI DISPREZZA IL SEGNO DI DIO...

Il richiamo di Gesù alle città che hanno ricevuto ma non accolto i suoi segni è un esame di coscienza anche per noi oggi: ascoltare Lui attraverso i suoi segni procura la vita fatta di opere di conversione; non accogliere i segni di Gesù porta all'aridità e alla morte spirituale e morale.

"Sarai precipitata fino agli inferi!..."

Giù e sempre più giù, in discesa di valore, di senso, perdita di gioia,...
Sembra proprio il percorso delineato dalla radiografia morale fatta da Gesù su quelle città di allora e sulla città moderna, dove l'inferno è sempre più avvicinato dalle situazioni dell'uomo senza Dio.

Il precipitare e il precipizio indirettamente descritto nell'immagine degli inferi si può ben constatare dall'azione demolitrice della potenza istintiva che regola gli atteggiamenti umani, dove la pesantezza delle cose, delle persone e degli avvenimenti grava sempre più come una cappa che abbassa sempre più il livello dell'umanità, della moralità, dell'intelligenza umana, verso l'infernalità sempre più evidente.
Accanto al richiamo, Gesù, dispiaciuto, non può altro che constatare.

GUAI E DISPREZZO SONO LE GUIDE DELLA NOSTRA INFERNALITA'
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La Liturgia di Giovedi 29 Settembre 2016

28/9/2016

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29.9.2016 - SANTI ARCANGELI MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE
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Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Bianco 

Gli Angeli sono esseri misteriosi, e in forma misteriosa ne parla il profeta Daniele nella celebre profezia sul Figlio dell'uomo che la liturgia ci fa leggere oggi:  
"Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui; mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano". Daniele non nomina gli Angeli: parla di fuoco, di migliaia, di miriadi di miriadi... Sono veramente esseri misteriosi. Noi li rappresentiamo come uomini dal viso soave e dolce, nella Scrittura invece appaiono come esseri terribili, che incutono timore, perché sono la manifestazione della potenza e della santità di Dio, che ci aiutano ad adorare degnamente: "A te voglio cantare davanti ai tuoi angeli, mi prostro verso il tuo tempio santo". Come preghiamo nel prefazio di oggi: "Signore, Padre santo, negli spiriti beati tu ci riveli quanto sei grande e amabile al di sopra di ogni creatura". Nella visione di Daniele non sono gli Angeli gli esseri più importanti: vediamo più avanti "uno, simile ad un figlio d'uomo" ed è lui, non gli Angeli, ad essere introdotto fino al trono di Dio, è a lui che egli "diede potere, gloria e regno", è a lui che "tutti i popoli serviranno". La stessa cosa vediamo nel Vangelo: gli Angeli sono al servizio del Figlio dell'uomo. "Vedrete i cieli aperti e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo" dirà Gesù, facendo allusione sia a questa visione di Daniele sia alla visione di Giacobbe, che nel sonno vede gli Angeli salire e scendere sul luogo dove è coricato e che dà il senso della presenza di Dio in tutti i luoghi della terra.  
Gli Angeli di Dio sono dunque al servizio del Figlio dell'uomo, cioè di Gesù di Nazaret; la nostra adorazione non è rivolta agli Angeli, ma a Dio e al Figlio di Dio. Gli Angeli sono servitori di Dio che egli, nella sua immensa bontà, mette al nostro servizio e che ci aiutano ad avere un senso più profondo della sua santità e maestà e contemporaneamente un senso di grande fiducia, perché questi esseri terribili sono al nostro servizio, sono nostri amici.  
Domandiamo al Signore che ci faccia comprendere davvero la sua santità e maestà infinite, perché ci prostriamo con sempre maggiore reverenza alla sua presenza, davanti ai suoi Angeli. 


Colletta
O Dio, che chiami gli Angeli e gli uomini  
a cooperare al tuo disegno di salvezza,  
concedi a noi pellegrini sulla terra  
la protezione degli spiriti beati,  
che in cielo stanno davanti a te per servirti  
e contemplano la gloria del tuo volto.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Dn 7,9-10.13-14
Mille migliaia lo servivano.

Io continuavo a guardare,
quand’ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente.
Un fiume di fuoco scorreva
e usciva dinanzi a lui,
mille migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.

oppure:
PRIMA LETTURA - Ap 12, 7-12
Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago
Scoppiò una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo. 
E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana, e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli. 
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
perché è stato precipitato
l’accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio
giorno e notte.
Ma essi lo hanno vinto
grazie al sangue dell’Agnello
e alla parola della loro testimonianza,
e non hanno amato la loro vita,
fino alla morte.
Esultate, dunque, o cieli
e voi che abitate in essi».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 137
Rit. Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!

VANGELO - Gv 1,47-51
Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo.

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Commento
MICHELE........."...- ELL"
GABRIELE......."...- ELL"
RAFFAELE......"...- ELL"

Angeli che esprimono la stessa radice del nome di Dio nella radice del loro nome.

Come a dire che loro sono l'emanazione di una particolare e diversa per ciascuno realtà di Dio.

Lo stesso Dio attraverso gli Angeli si manifesta in modo diverso; la stessa Trinità diventa manifestazione di un identica angelicità rivissuta in Dio in modo triplice e diverso, pur restando sempre angelicità.

E così, questi Angeli che sono l'immagine riflessa della Trinità riportano a noi l'esperienza di Dio nella loro intercessione e manifestazione particolare.

Andare e venire da Dio e da noi: questo è il loro compito e la loro identità: angeli come messaggeri tra Dio e l'umanità: salire e scendere, dalla terra al cielo, da Dio all'uomo e viceversa: un continuo movimento vissuto quasi come un gioco, nella gioia, nella vivacità, nella potenza dell'amore che arde: serafini di particolare importanza, questi tre, quasi dei segretari della Trinità, dei "Vice" della potenza divina, ad esprimere che Dio non lo si incontra mai di persona, ma nel rispetto di un Mistero amoroso.
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La Liturgia di Mercoledi 28 Settembre 2016

27/9/2016

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28.9.2016 - Mercoledì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Colletta
O Dio, che riveli la tua onnipotenza  
soprattutto con la misericordia e il perdono,  
continua a effondere su di noi la tua grazia,  
perché, camminando verso i beni da te promessi,  
diventiamo partecipi della felicità eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Gb 9,1-12.14-16
Come può un uomo aver ragione dinanzi a Dio?

Giobbe rispose ai suoi amici e prese a dire:
«In verità io so che è così:
e come può un uomo aver ragione dinanzi a Dio?
Se uno volesse disputare con lui,
non sarebbe in grado di rispondere una volta su mille.
Egli è saggio di mente, potente di forza:
chi si è opposto a lui ed è rimasto salvo?
Egli sposta le montagne ed esse non lo sanno,
nella sua ira egli le sconvolge.
Scuote la terra dal suo posto
e le sue colonne tremano.
Comanda al sole ed esso non sorge
e mette sotto sigillo le stelle.
Lui solo dispiega i cieli
e cammina sulle onde del mare.
Crea l’Orsa e l’Orione,
le Plèiadi e le costellazioni del cielo australe.
Fa cose tanto grandi che non si possono indagare,
meraviglie che non si possono contare.
Se mi passa vicino e non lo vedo,
se ne va e di lui non mi accorgo.
Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?
Chi gli può dire: “Cosa fai?”.
Tanto meno potrei rispondergli io,
scegliendo le parole da dirgli;
io, anche se avessi ragione, non potrei rispondergli,
al mio giudice dovrei domandare pietà.
Se lo chiamassi e mi rispondesse,
non credo che darebbe ascolto alla mia voce».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 87
Rit. Giunga fino a te la mia preghiera, Signore.

Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
Compi forse prodigi per i morti?
O si alzano le ombre a darti lode? 

Si narra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà nel regno della morte?
Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi,
la tua giustizia nella terra dell’oblio?

Ma io, Signore, a te grido aiuto
e al mattino viene incontro a te la mia preghiera.
Perché, Signore, mi respingi?
Perché mi nascondi il tuo volto?

VANGELO - Lc 9,57-62
Ti seguirò dovunque tu vada.

In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Commento
SEGUIRE GESU' CON LA CHIAREZZA DELLA VERITA' DI NOI STESSI
..QUESTA E' LA COSCIENZA CHE CI OTTIENE LA VERA DECISIONE

Seguire Gesù o non seguirlo?
Come seguirlo, con quali cose e senza quali altre?

La coscienza della sequela rende chiare e impavide le nostre risposte della vita, affinché siano nella verità di noi stessi anzitutto, e poi nella verità del Regno.

Cercare di attualizzare il Regno, senza mai attuarlo è possibile; ma che efficacia può avere, al di là dei nostri sforzi?
Cosa avremo ottenuto quando sguazzando qua e là per darci da fare, non avremo in mano niente se non il prodotto di noi stessi?

La libertà del percorso della sequela di Gesù parte dunque la una coscienza rinnovata a sua immagine.

Perché la sequela non è una atto fatto e finito, deciso in quel mentre, ma un esercizio di fede, speranza e carità non certo vissute in se stesse, ma nella piena comunione con Lui: con il Cristo.
Lasciare o prendere, avere o essere, dire o tacere,...tutto viene da Lui.

NELL'ACCOGLIERE LA COSCIENZA DI LUI PROCEDE LA SEQUELA
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La Liturgia di Martedi 27 Settembre 2016

26/9/2016

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27.9.2016 - San Vincenzo de' Paoli
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco 

Vincenzo (Pony presso Dax, Francia, 1581 – Parigi, Francia, 27 settembre 1660), sacerdote, parroco si dedicò dapprima all’evangelizzazione delle popolazioni rurali, fu cappellano delle galere e apostolo della carità in mezzo ai poveri, i malati e i sofferenti. Alla sua scuola si formarono sacerdoti, religiosi e laici che furono gli animatori della Chiesa di Francia, e la sua voce si rese interprete dei diritti degli umili presso i potenti. Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi – 1625) e insieme a santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità 
​

Colletta
O Dio, che per il servizio dei poveri  
e la formazione dei tuoi ministri  
hai donato al tuo sacerdote san Vincenzo de’ Paoli  
lo spirito degli Apostoli,  
fa’ che, animati dallo stesso fervore,  
amiamo ciò che egli ha amato  
e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Gb 3,1-3.11-17.20-23
Perché dare la luce a un infelice?

Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno. Prese a dire:
«Perisca il giorno in cui nacqui
e la notte in cui si disse: “È stato concepito un maschio!”.
Perché non sono morto fin dal seno di mia madre
e non spirai appena uscito dal grembo?
Perché due ginocchia mi hanno accolto,
e due mammelle mi allattarono?
Così, ora giacerei e avrei pace,
dormirei e troverei riposo
con i re e i governanti della terra,
che ricostruiscono per sé le rovine,
e con i prìncipi, che posseggono oro
e riempiono le case d’argento.
Oppure, come aborto nascosto, più non sarei,
o come i bambini che non hanno visto la luce.
Là i malvagi cessano di agitarsi,
e chi è sfinito trova riposo.
Perché dare la luce a un infelice
e la vita a chi ha amarezza nel cuore,
a quelli che aspettano la morte e non viene,
che la cercano più di un tesoro,
che godono fino a esultare
e gioiscono quando trovano una tomba,
a un uomo, la cui via è nascosta
e che Dio ha sbarrato da ogni parte?».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 87
Rit. Giunga fino a te la mia preghiera, Signore.

Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l’orecchio alla mia supplica. 

Io sono sazio di sventure,
la mia vita è sull’orlo degli inferi.
Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa,
sono come un uomo ormai senza forze. 

Sono libero, ma tra i morti,
come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali non conservi più il ricordo,
recisi dalla tua mano.

Mi hai gettato nella fossa più profonda,
negli abissi tenebrosi.
Pesa su di me il tuo furore
e mi opprimi con tutti i tuoi flutti.

VANGELO - Lc 9,51-56
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme.

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. 
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

Commento
MAI USARE LA VIOLENZA NELL'ANNUNCIO E NEL TESTIMONIARE...
"Gesù si voltò e li rimproverò"...

La violenza non fa parte del Regno di Dio.
Nè ora né mai.
Proprio perché è di Dio.
Ogni violenza scardina da questa identità originale.

Tentati dalle efficaci modalità del mondo, anche noi siamo portati ad accogliere la violenza, specie quando siamo convinti di una cosa della quale gli altri non vogliono assolutamente essere convinti; o quando pensiamo che, a fin di bene, si possa anche avvalorare un tipo di violenza o di castigo indiretto, o almeno di minaccia.
Ma tutto questo non fa assolutamente parte del Regno di Dio.

Anche la giustizia, pur nel rispetto della legge umana, non può essere forzata, ma deve essere superata dalla semplice mentalità umana, e deve rispettare e rispecchiare quella di Dio.

Certo, nella Bibbia - si dirà - e sopratutto nell' Antico Testamento c'è un Dio che mette castighi e punisce. Eh, cari miei, direbbe Gesù...quei due discepoli "figli del tuono", Giacomo e Giovanni, pensate che siano saltati fuori da dove?
...Ma il Padre non usa nessun "tuono", se non il "tono" del suo amore.
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La Liturgia di Lunedì 26 Settembre 2016 

25/9/2016

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Lunedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Colletta

O Dio, che riveli la tua onnipotenza  
soprattutto con la misericordia e il perdono,  
continua a effondere su di noi la tua grazia,  
perché, camminando verso i beni da te promessi,  
diventiamo partecipi della felicità eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Gb 1,6-22
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!

Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro. Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male». Satana rispose al Signore: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!». Il Signore disse a Satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui». Satana si ritirò dalla presenza del Signore.
Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore, un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. I Sabèi hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldèi hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò e disse:
«Nudo uscii dal grembo di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!».
In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 16
Rit. Tendi a me l’orecchio, Signore, ascolta le mie parole.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno. 

Dal tuo volto venga per me il giudizio,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia.

Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole,
mostrami i prodigi della tua misericordia,
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.

VANGELO - Lc 9,46-50
Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande.

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. 
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Commento
Chi è il più grande fra loro? Questa domanda assilla molto gli apostoli. Gesù ha risolto questo problema in un modo molto semplice: prendendo come esempio un bambino, con la sua semplicità, con la sua umiltà, con la sua dipendenza da qualcun altro. Gesù voleva così insegnare che i valori del regno di Dio sono completamente diversi da quelli terreni, perché essi vanno oltre la logica umana.  
Questo brano del Vangelo è una lezione per ogni uomo. Ma, ad avere sete di potere per dominare gli altri e mettersi al di sopra degli altri, non è soltanto l’individuo. Interi popoli hanno queste aspirazioni. Che cosa sono le guerre, se non l’espressione tragica della volontà, da parte di un popolo, di essere più potente degli altri? I popoli più indifesi sono vittime delle aspirazioni orgogliose dei più potenti, dei più forti. Preghiamo Dio perché sia fatta pace nel rispetto di tutti. Ogni uomo è figlio di Dio. 
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La Liturgia di Domenica 25 Settembre 2016

23/9/2016

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XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
LA FINE... SENZA FINE
di Don Luciano Sanvito
​

E' di questo che dobbiamo avere paura, ci dice il ricco epulone dall'altra parte di quell'abisso invalicabile: che le nostre realtà vadano a buon fine, che non facciano la fine di quello che è lui ora: essere in una fine che continua senza fine, a gravare su di lui.

Salvatevi almeno voi! - sembra voler dire con quel desiderio di mandare ai parenti l'avvertimento a non finire in questa situazione di disgrazia infinita.

Il destino umano è in gioco, ci vuol dire la parabola, ogni volta che ci atteggiamo a una situazione finita o che facciamo finire. Lazzaro, fatto finire sotto la mensa del ricco, diventa infinito e metro di giudizio di fronte alla fine dell'epulone. Se il nostro rapportarci con la cose finite perde senso e valore, ecco che diventiamo anche noi ospiti di quell'abisso invalicabile destinato a far finire all'infinito quello che siamo.

Il cammino quotidiano ci regola di fronte a quell'abisso, orientandoci a esso ogni volta che confidiamo nelle realtà finite (e che quindi ci fanno finire dentro l'abisso); quando invece illuminiamo i nostri comportamenti alla luce delle realtà finite (Lazzaro), ecco che rendiamo noi infiniti, e superiamo la soglia di quell'abisso proprio grazie alla situazione finita che ci sta davanti.

Nell'abisso cadiamo quando da soli (e con le nostre finitezze) vogliamo essere infiniti; ma se illuminiamo le nostre finitezze, entriamo nell'infinito.
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LETTURE DELLA DOMENICA
Colletta
O Dio, che riveli la tua onnipotenza  
soprattutto con la misericordia e il perdono,  
continua a effondere su di noi la tua grazia,  
perché, camminando verso i beni da te promessi,  
diventiamo partecipi della felicità eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:  
Colletta
O Dio, tu chiami per nome i tuoi poveri,  
mentre non ha nome il ricco epulone;  
stabilisci con giustizia la sorte di tutti gli oppressi,  
poni fine all’orgia degli spensierati,  
e fa’ che aderiamo in tempo alla tua Parola,  
per credere che il tuo Cristo è risorto dai morti  
e ci accoglierà nel tuo regno.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Am 6,1.4-7)
Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.

Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 145)
Rit: Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

SECONDA LETTURA (1Tm 6,11-16) 
Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore. 

Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.

VANGELO (Lc 16,19-31) 
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
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La Liturgia di Sabato 24 Settembre 2016

23/9/2016

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24.9.2016 - Sabato della XXV settimana del Tempo Ordinario - Anno pari
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Colletta

O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo  
hai posto il fondamento di tutta la legge,  
fa’ che osservando i tuoi comandamenti  
meritiamo di entrare nella vita eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Qo 11,9-12,8)
Ricòrdati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che ritorni la polvere alla terra e il soffio vitale torni a Dio.

Godi, o giovane, nella tua giovinezza,
e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù.
Segui pure le vie del tuo cuore
e i desideri dei tuoi occhi.
Sappi però che su tutto questo
Dio ti convocherà in giudizio.
Caccia la malinconia dal tuo cuore,
allontana dal tuo corpo il dolore,
perché la giovinezza e i capelli neri sono un soffio.
Ricòrdati del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo alcun gusto»;
prima che si oscurino il sole,
la luce, la luna e le stelle
e tornino ancora le nubi dopo la pioggia;
quando tremeranno i custodi della casa
e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano,
perché rimaste poche,
e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
e si chiuderanno i battenti sulla strada;
quando si abbasserà il rumore della mola
e si attenuerà il cinguettio degli uccelli
e si affievoliranno tutti i toni del canto;
quando si avrà paura delle alture
e terrore si proverà nel cammino;
quando fiorirà il mandorlo
e la locusta si trascinerà a stento
e il cappero non avrà più effetto,
poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna
e i piagnoni si aggirano per la strada;
prima che si spezzi il filo d’argento
e la lucerna d’oro s’infranga 
e si rompa l’anfora alla fonte
e la carrucola cada nel pozzo,
e ritorni la polvere alla terra, com’era prima,
e il soffio vitale torni a Dio, che lo ha dato.
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
tutto è vanità.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 89)
Rit. Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

VANGELO (Lc 9,43-45)
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Commento
Le due letture odierne ci richiamano i due aspetti del mistero di Cristo, che la Chiesa celebra nella Messa e al quale tutti partecipiamo. Nel Vangelo troviamo l'aspetto della sofferenza: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini". E un aspetto difficile da accettare, perché è contrario ai sogni umani, nei quali la gloria è senza pena, mentre Dio glorifica attraverso la prova che trasforma l'uomo per portarlo all'unione con lui. Anche noi spesso siamo distanti, appunto come i discepoli, dai pensieri di Gesù; è una distanza fatta di autosufficienza, di tradizioni ben radicate, di convinzioni incrollabili. E accade anche a noi: "essi non comprendevano". Non è questione ovviamente di non comprendere le parole. Il problema è che non comprendiamo la sostanza stessa della missione di Gesù, il suo Vangelo: ossia che la salvezza viene dalla sua morte per la redenzione di tutti. Ma come si può accettare un Messia sconfitto? È scandalo per i giudei e follia per i pagani. Eppure è dalla croce che nasce la salvezza. I discepoli sono anche rattristati per non aver compreso. 
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La Liturgia di Venerdi 23 Settembre 2016

22/9/2016

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23.9.2016 - San Pio da Pietrelcina
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco 

San Pio nacque a Pietrelcina presso Benevento (Italia) nel 1887. Entrò nell’ordine dei Frati minori cappuccini e, promosso al presbiterato, esercitò con grandissima dedizione il ministero sacerdotale soprattutto nel convento di San Giovanni Rotondo in Puglia. Servì nella preghiera e nell’umiltà il popolo di Dio attraverso la direzione spirituale, la riconciliazione dei penitenti e una particolare cura per i malati e i poveri. Pienamente configurato a Cristo Crocifisso, portò a compimento il suo cammino terreno il 23 settembre 1968. 

Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
per grazia singolare
hai concesso al sacerdote san Pio (da Pietrelcina)
di partecipare alla croce del tuo Figlio,
e per mezzo del suo ministero
hai rinnovato le meraviglie della tua misericordia;
per sua intercessione, concedi a noi,
uniti costantemente alla passione di Cristo,
di giungere felicemente alla gloria della risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, 
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Qo 3,1-11)
Ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.

Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?
Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 143)
Rit. Benedetto il Signore, mia roccia.

Benedetto il Signore, mia roccia,
mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido.

Signore, che cos’è l’uomo perché tu l’abbia a cuore?
Il figlio dell’uomo, perché te ne dia pensiero?
L’uomo è come un soffio,
i suoi giorni come ombra che passa.

VANGELO (Lc 9,18-22)
Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Commento
LA RIVELAZIONE DEL MESSIA PASSA ATTRAVERSO IL SILENZIO… ...E LA CROCE

Anche per noi, incontrare il Cristo, ci sta suggerendo indirettamente il Vangelo, non può essere questione umanamente conoscitiva: occorre un "sensus", una percezione che venga dallo spirito di Cristo stesso.
Non a caso Pietro risponderà: "Il Cristo di Dio".

Il suggerimento per noi è che il Cristo passa attraverso il silenzio e la croce per la sua piena rivelazione nella nostra storia.

Anzi, la purezza della fede in Cristo, per noi, si avvale dell'esercizio continuo su questa dimensione: il silenzio su questa realtà del Messia, per potere accrescere la coscienza di chi Egli è; la croce, per poter essere in grado di accedere pienamente alla sua identità e non falsarla con le aspettative e gli interessi umani e terreni.

Il "Cristo" non semplicemente, ma: il Cristo "di Dio".

Questo richiama come il percorso della professione della fede passa attraverso uno stile nuovo che viene donato dallo spirito del Cristo a chi lo accoglie non in riferimento al Cristo, ma sopratutto a quello che il Cristo rivela di sè: la volontà e il disegno del Padre.
Ecco perché il silenzio e la croce rimandano a Dio che vive in entrambe.
DIRE CHI E' CRISTO E' DONO CHE IL PADRE CI FA NELLO SPIRITO.
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