V DOMENICA DI QUARESIMA - A - RITO ROMANO ======================================= Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: VIOLA COMMENTO AL VANGELO Viviamo questa quaresima in un modo del tutto diverso da ogni altra, a motivo delle precauzioni da assumere per contenere l'espansione del virus covid-19. In alcune parti del Paese non è possibile celebrare l'Eucaristia comunitaria e ascoltare insieme la Parola di Dio. Ciò può diventare uno stimolo per prenderci del tempo personalmente per leggere e meditare il Vangelo di questa domenica. Il vangelo oggi è impegnativo! Quando dico impegnativo non voglio dire difficilissimo, ma è certamente una pagina che richiede più attenzione del solito perché qui Gesù, a una lettura veloce, sembra un superman dal momento che risuscita un uomo che è morto da quattro giorni e quindi... un morto morto! In effetti l'evangelista Giovanni, nel suo Vangelo, non ci vuole presentare un Gesù con i super poteri ma un Gesù che, proprio perché in ascolto del Padre e in comunione con Lui diventa, per la gente del suo tempo e quindi anche per noi, un segno di vita nuova. In realtà Giovanni, di segni, nel suo Vangelo, ne mette ben sette. Sette, perché questo è un numero che nella Bibbia sottolinea la totalità, la perfezione. Sono tutti segni di vita importanti e necessari per capire cosa Gesù è e fa per ciascuno di noi. Per questo motivo, anche se in modo breve, ve li voglio elencare: Il I° segno avviene alle nozze di Cana. Gesù cambia l'acqua in vino. Il vino è segno di festa, di amicizia, di Alleanza e Gesù, con questo segno, dice:" Io inizio un tempo nuovo, vi offro una alleanza nuova". Il termine nuovo qui non sta per dire qualcosa che prima non esisteva ma sta per indicare una Alleanza definitiva: quella tra Dio e il suo popolo, un'amicizia che nessuna cosa potrà cancellare, neppure il peccato dell'uomo. Il II° segno è la guarigione del figlio del funzionario, un ragazzo gravemente ammalato. Al Padre di questo giovane, che si rivolge a Gesù per chiedere di guarirlo, Gesù offre una parola di speranza: "Tuo figlio vive", per dire che lui è venuto a dare un' idea nuova di vita, a dare novità all'esistenza umana e quindi anche alla nostra. Nel III° segno Gesù guarisce un paralitico, uno che non poteva camminare. Anche questo è un bel segno che ci riguarda perché, a volte, anche noi siamo un po' come il paralitico: non camminiamo nel bene, nell'impegno, nel servizio, nel dono... l'incontro con Gesù ci aiuta a rimetterci in viaggio. Il IV° segno è la condivisione del pane. Gesù vuole mostrare che quando si condivide ciò che si ha, anche se poco, si realizza un vero miracolo, si moltiplica quello che doniamo. Inoltre lui si presenta come il Pane che dona la vita. Di questo pane-dono noi ci nutriamo tutte le domeniche. Il V° segno: Gesù cammina sulle acque. Le acque ci ricordano l'esodo, la liberazione. Gesù è colui che libera, che sa aprire la strada anche sul mare, proprio come ha fatto Dio per liberare il popolo di Israele e dargli un futuro nuovo, bello e pieno di vita. Il VI° segno è la guarigione di un cieco. Ciechi si è per mancanza di vista ma anche perché non si vuole vedere o perché si è distratti. Gesù, per mezzo di questo segno, mostra che lui è la luce che illumina, che aiuta a vedere il vero volto del Padre e i bisogni dei fratelli più poveri. Il VII° segno è proprio quello di questa domenica: la resurrezione di Lazzaro. Gli studiosi esperti di Teologia (studio delle cose che riguardano Dio) dicono che bisognerebbe usare il termine rianimazione di Lazzaro, perché il suo è un ritornare alla vita terrena (e poi sarebbe morto come ognuno di noi; invece la resurrezione di Gesù, e poi un giorno la nostra, è definitiva). La storia di questo segno l'abbiamo appena ascoltata e la conoscete tutti. Questi tre fratelli erano molto amici di Gesù e per questo motivo, quando Lazzaro si ammala gravemente, le sorelle lo mandano a chiamare perché venga a confortarlo. Il Maestro però non va subito a Betania, ma si ferma qualche giorno prima di mettersi in cammino. Così, quando arriva, Lazzaro è già morto. Marta e la sorella Maria sono piene di dolore per morte del loro fratello, e Marta, presa dalla grande sofferenza, rimprovera Gesù dicendogli: "Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto! Anche se io so che risusciterà nell'ultimo giorno!". Marta e Maria, in effetti, rappresentano il popolo di Israele con la sua storia, la sua fede, il suo dolore. E qui, ragazzi, voglio allacciarmi alla prima lettura presa dal profeta Ezechiele che si collega molto bene a questo brano di Vangelo. Il popolo di Israele, infatti, conosce momenti di stanchezza, di sfiducia nei confronti di Dio, si allontana da lui e questo allontanarsi dalla vita gli dona la morte. Il profeta viene portato proprio davanti a una grande pianura e lì ha una visione di migliaia e migliaia di ossa inaridite, ormai secche sotto il sole del deserto. Dio fa questa domanda al profeta: "Secondo te, queste ossa potranno rivivere?". Il profeta non sa rispondere e Dio gli dice di invocare lo Spirito perché doni vita nuova a quelle ossa aride. Ma quelle ossa, in realtà, sono l'immagine di tutto il popolo di Israele che è scoraggiato, che è senza speranza, un popolo che sembra morto. Solo il Signore, con il suo Spirito, può risanarlo! Gesù, dono del Padre è venuto quindi a mostrare un modo nuovo di pensare la vita che non finisce con la morte. Penso che anche a qualcuno di voi o dei vostri amici sarà morto qualche parente caro, come un nonno o una nonna. E il fatto di non vedere più queste persone accanto a noi ci fa pensare che davvero non ci siano più, che siano proprio morte, cioè che non esistano più. Non è così. Gesù oggi ci dice che lui è la Resurrezione e la vita e chi crede in lui, anche se muore, non morirà. Voi mi direte: "Ma cosa vuol dire, come può essere questa cosa?". Ve lo spiego subito. Qualcuno di voi avrà avuto un fratellino o una sorellina, è vero? Avete visto la pancia della mamma ingrossarsi sempre di più e, man mano che la pancia cresceva, avete visto i movimenti che il bimbo faceva. Voi non lo vedevate ma lui era vivo, non lo sentivate piangere e neppure ridere, non lo potevate guardare mentre mangiava o dormiva eppure lui, nella pancia della mamma, faceva tutto questo. Viveva in un'altra dimensione. Tutti noi abbiamo vissuto in quella dimensione, cioè nella pancia della mamma. E quella vita lì è stata necessaria per vivere questa vita qui. E questa vita qui è necessaria per vivere un'altra dimensione di vita, quella definitiva, quella che non cambia più, che non muore più, quella che non conoscerà il limite del tempo (cioè gli anni che passano) e dello spazio (quello dei confini). Può succedere anche a noi di vivere un po' scoraggiati, delusi, tristi. Ad esempio, penso a tutte le regioni e i paesi colpiti dal terremoto, penso anche a tutte le persone che sono ammalate che non hanno speranza di guarire. Il Signore oggi dice a noi, come dice a Marta: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo? ". Ognuno è chiamato a rispondere nel suo cuore a questa domanda di Gesù. La vita che lui ci offre è una vita senza fine, una vita che ha dei passaggi come il parto di un bambino, proprio come la sua nascita. La morte è un nuovo parto, solo un passaggio, che cambia il nostro modo di vivere. La vita, ci dice oggi il Signore, è per sempre: questa è la bellissima notizia che Gesù ci offre. Buona domenica! LITURGIA DELLA PAROLA Non si dice il Gloria. Colletta Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi. Egli è Dio e vive e regna con te... PRIMA LETTURA (Ez 37,12-14) Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete. Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio. SALMO RESPONSORIALE (Sal 129) Rit: Il Signore è bontà e misericordia. Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere? Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore. Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola. L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora. Più che le sentinelle l’aurora, Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe. SECONDA LETTURA (Rm 8,8-11) Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi. Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. VANGELO (Gv 11,1-45) Io sono la risurrezione e la vita In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. oppure: VANGELO Forma breve (Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45) Io sono la risurrezione e la vita In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. |
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