IV DOMENICA DI PASQUA - ANNO A - RITO ROMANO DOMENICA DEL BUON PASTORE ========================================== Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO di Luca Rubin Chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’ altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Nel recinto delle pecore vi entrano le pecore, il pastore, gli animali predatori (il lupo ad esempio) o i ladri. Non tutti però usano lo stesso ingresso: il pastore e le pecore attraverso la porta, gli altri cercano in vari modi di violare il recinto per appropriarsi delle pecore. Il test è infallibile: dimmi da dove entri e ti dirò chi sei. La porta è ciò che fa la differenza, non il recinto, non le pecore, non il pastore. Posso essere un pessimo pastore o una pecora rognosa, ma entrerò attraverso la porta. Posso essere un lupo coccolone o un ladro sorridente e mi guarderò bene dall'usare la porta, perché è il punto più forte e più visibile di tutto il recinto. La modalità di entrata mi dà un'identità inequivocabile, mi dice chi sono e cosa faccio, meglio di ogni app o microchip, alla faccia di tutte le privacy. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei. Gesù introduce un quinto personaggio: il guardiano, letteralmente il custode della porta, anche lui ha accesso al recinto. Il suo compito è di custodire il gregge, e Gesù spiega molto bene in cosa consiste il suo lavoro: apre la porta, chiama le pecore, le quali lo ascoltano, e le fa uscire, un'uscita forzata, tanto che le spinge fuori, in fretta, perché poi, continua Gesù, con una corsa dovrà mettersi davanti a loro, che lo seguono, perché "conoscono la sua voce". Questa descrizione è lo schema di una relazione:
Un estraneo non lo seguiranno. Per conoscere qualcuno, i nostri vecchi chiedevano: "a chi appartieni?", ed è proprio il concetto espresso da questo termine: non ti seguo perché non ti appartengo, non ti conosco, e quindi fuggo via da te. La grande difficoltà di oggi è la risposta a questa domanda: a chi appartieni? Di chi sei figlio? Solo rispondendo a queste domande potrai essere custodito e tutelato, altrimenti andrai errando, senza trovare né pascolo, né recinto, né pastore. Io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Io sono la porta delle pecore. Il punto più sicuro del recinto, quello che ladri e lupi evitano, il luogo che permette apertura e libertà ha un nome: Gesù Cristo. Non illudiamoci di scavalcare il recinto, di essere liberi solo perché facciamo di testa nostra: è la porta che permette una relazione, è la porta che dà sicurezza ma anche autonomia, è la porta che permette al gregge una vita serena, erba fresca, pascoli, aria pulita, e una notte al sicuro. Prendi un foglio e scrivi quanti ladri e briganti hai conosciuto. No, non si tratta di chi ha rubato in casa tua, o ti ha fregato al lavoro: ladri e briganti sono coloro che non ti rispettano, non ti conoscono, ti sfruttano e abusano della tua persona. Davanti alla porta aperta hai preferito talvolta le sbarre di relazioni che schiavizzano, sbarre dorate magari, ma sbarre rimangono. Non preoccuparti se la lista si popola di nomi e di volti: ladri e briganti sono tanti, mentre la porta è una sola. Gira il foglio ora, e scrivi tutte le volte che non ne hai voluto sapere di quella porta aperta, di quell'invito ad ascoltare, a fidarti, a seguire, a conoscere. Anche in questo caso le situazioni e gli episodi affollano e riempiono il foglio, vero? Anche questo è normale, ma c'è una bella notizia: la porta è lì, aperta davanti a te, disponibile, adesso, puoi entrare e uscire, non temere, non ti lega, non ti incatena, sei il suo amato, la sua amata. Avrà cura di te e in quella porta troverai ristoro e pace. La salvezza offerta da quella porta è proprio la libertà: entrerà e uscirà e troverà pascolo, senza costrizioni, senza forzature, rispettando i tuoi tempi e il tuo appetito (hai mai visto un pastore imboccare una pecora?) Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’ abbiano in abbondanza». Ora quel foglio è pieno, di tanti nomi, volti e situazioni. Piegalo, non buttarlo: è la tua storia, o meglio è parte di essa. Su un angolo di questo foglio scrivi il tuo nome, quel nome che è pronunciato con amore da chi ti ha creato e voluto, quel nome che dice chi sei e chi sarai. Proprio quel nome è il tuo ok a entrare e uscire attraverso quella porta, a volte non vedendo l'ora di brucare tanta erba fresca, a volte rincasando triste per un brutto temporale che ti ha colto di sorpresa, ma sempre attraverso quella porta, perché solo così avrai la vita, e l'avrai in abbondanza. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio onnipotente e misericordioso, guidaci al possesso della gioia eterna, perché l’umile gregge dei tuoi fedeli giunga dove lo ha preceduto Cristo, suo pastore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta (Anno A) O Dio, nostro Padre, che hai inviato il tuo Figlio, porta della nostra salvezza, infondi in noi la sapienza dello Spirito, perché sappiamo riconoscere la voce di Cristo, buon pastore, che ci dona la vita in abbondanza. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - At 2,14.36-41 Dio lo ha costituito Signore e Cristo [Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Sappia con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone. SALMO RESPONSORIALE - Sal 22 Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia. Rit. Mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Rit. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca. Rit. Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni. Rit. SECONDA LETTURA - 1Pt 2,20-25 Siete tornati al pastore delle vostre anime Carissimi, se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime. VANGELO Gv 10,1-10 Io sono la porta delle pecore IIn quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». |
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Settembre 2024
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