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La Liturgia di Domenica 26 Luglio 2020

26/7/2020

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XVII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
La comprensione di ogni Parola di Dio nella sua verità apre il cuore ad una comprensione ancora più grande, più forte, più elevata, più globale, più santa. Ogni Parola di Dio, di Cristo Gesù, contenuta nell'Antico Testamento, nel Vangelo, negli altri libri del Nuovo Testamento, è carica dello stesso Dio, che è l'infinito, l'eterno, il divino, la sapienza, l'intelligenza, la saggezza. Da ogni Parola è come se Dio si sprigionasse, venisse fuori, zampillasse sempre nuovo, sempre attuale, sempre vero, sempre aggiornato. Dio è un pozzo infinito dal quale scaturisce verità infinita.
Per attingere l'acqua sempre viva da questo pozzo divino ed eterno occorre un secchio particolare, non fatto da mano d'uomo. Questo strumento è anch'esso divino, eterno. È lo Spirito Santo. Lo Spirito del Signore viene, si fa secchio nelle nostre mani, nel nostro cuore, nella nostra mente e noi con esso possiamo ogni giorno attingere una sapienza sempre più nuova, più profonda, più abissale. L'azione dello Spirito del Signore non è però autonoma, cioè senza di noi, indipendentemente da noi, contrariamente a noi. Essa non è un uragano, un tifone, un tornado, un monsone che viene, ti prende, si sbatte, ti consuma, ti annienta. Questa non è azione dello Spirito Santo.
Lo Spirito del Signore richiede il nostro quotidiano impegno su due fronti ben precisi, l'uno deve essere sempre unito all'altro, l'uno mai dovrà esistere senza l'altro. Questi due fronti hanno un solo nome: crescita in grazia e in sapienza dinanzi a Dio e agli uomini. Se questi due sentieri, queste due vie non vengono percorse, l'azione dello Spirito Santo è nulla. Lui non può agire senza di noi, contro di noi, indipendentemente da noi. La sua azione deve essere in noi e per noi. È da Lui, ma attraverso noi e in noi. Per essere in noi e per noi necessita di una buona carrucola e di una ottima corda. Non si può calare il secchio del pozzo senza questi due mezzi, che sono obbligatori, indispensabili. Senza i mezzi nessuna acqua sarà mai attinta.
La crescita in grazia si compie con una nostra lotta senza quartiere ad ogni vizio, sia attivo che passivo. Vizio e Spirito Santo mai potranno convivere, mai potranno coabitare. Lo Spirito del Signore scaccia il vizio. Il vizio scaccia lo Spirito del Signore. Ogni vizio che lasciamo regnare nel nostro corpo, anche il più lieve, toglie spazio vitale allo Spirito e la sua sapienza non può incidere in noi con potenza. Ogni vizio è come acqua sul fuoco. Spegne le fiamme della verità, della giustizia, della misericordia, della carità, della divina illuminazione dei cuori e delle menti. Per questo è più che urgente che ognuno di noi faccia un serio esame di coscienza. Se vi sono vizi in noi, vi è anche ostacolo alla sapienza divina perché prenda possesso pieno della nostra vita.
La crescita in grazia avviene nutrendoci ogni giorno di vita eterna e mettendo a frutto tutta la sapienza dello Spirito Santo nell'operare il bene perfetto. Ogni opera buona, ogni preghiera, ogni sacramento che riceviamo, ogni sacrificio che offriamo al Signore aumenta in noi la potenza della grazia e con essa lo Spirito Santo viene accolto con più naturalezza. Se noi siamo un duro coccio, possiamo accogliere in noi poca acqua. Se siamo una grande spugna di acqua ne accoglieremo moltissima. Sapienza e grazia ci fanno divenire una stupenda spugna che accoglie tutto lo Spirito di Dio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vere spugne di santità.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, nostra forza e nostra speranza,  
senza di te nulla esiste di valido e di santo;  
effondi su di noi la tua misericordia  
perché, da te sorretti e guidati,  
usiamo saggiamente dei beni terreni  
nella continua ricerca dei beni eterni.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:  
Colletta
O Padre, fonte di sapienza,  
che ci hai rivelato in Cristo  
il tesoro nascosto e la perla preziosa,  
concedi a noi il discernimento dello Spirito,  
perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo  
il valore inestimabile del tuo regno,  
pronti ad ogni rinunzia  
per l’acquisto del tuo dono.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Re 3,5.7-12)
Hai domandato per te la sapienza.

In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda». 
Salomone disse: «Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». 
Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: Quanto amo la tua legge, Signore!

La mia parte è il Signore:
ho deciso di osservare le tue parole.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.

Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo.
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,
perché la tua legge è la mia delizia.    

Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero.

Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici.

SECONDA LETTURA (Rm 8,28-30) 
Ci ha predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo. 

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.

VANGELO (Mt 13,44-52) 
Vende tutti i suoi averi e compra quel campo. 

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

oppure:
VANGELO Forma breve (Mt 13,44-46)
Vende tutti i suoi averi e compra quel campo. 

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
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La Liturgia di Domenica 19 Luglio 2020

19/7/2020

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XVI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
Dio getta il seme della Parola a piene mani, con abbondanza, con l'intima convinzione di riuscire sempre a fare breccia nel nostro cuore.
Ed è così: se, dopo duemila anni, siamo ancora qui ad ascoltare questa Parola, è perché ha scavato nei nostri cuori, ha fecondato le nostre scelte, ha cambiato la nostra vita.
Ma, allora, se la Parola si è diffusa e radicata nel cuore di milioni di persone, perché assistiamo ancora al prevalere delle tenebre? Perché abbiamo nel cuore la sgradevole sensazione che, nonostante i duemila anni di presenza cristiana, il mondo sia ancora immerso nelle tenebre?
Cosa è cambiato, di concreto, in questi duemila anni di storia?
Il seme è gettato con abbondanza, certo, e chi lo accoglie con onestà sa bene quanto sia difficile farlo crescere.
Ma, a complicare le cose, è il fatto che abbiamo l'impressione che Dio non sia l'unico a seminare.
E abbiamo ragione.
Il maligno semina con tenacia la zizzania.

Zizzania
Vale la pena di ricordare che è seminato a buon grano, il mondo.
La meditazione del libro della Sapienza ce lo ricorda: se guardiamo con onestà al creato concludiamo che Dio è l'artefice di tanta armonia e che, quindi, egli è giusto e mite.
Il mondo è bello, l'uomo è buono. Difficile crederlo, in certi momenti.
Quando, come in questi giorni, qualcuno cerca la libertà lontano da Dio commettendo ogni nefandezza, pensando di fare una cosa giusta. E la tenebra sembra prevalere.
Eppure Gesù lo dice con serenità e forza, forse abbiamo disimparato a guardare bene, a leggere dietro le apparenze, a cogliere l'essenziale.
Un nemico semina la zizzania, di nascosto, di notte. Il bene e il male crescono insieme, ce ne accorgiamo quando la realtà di gonfia, cammina, si allarga. Quando cresciamo.
La saggezza del padrone ci stupisce: rimanda a casa propria gli zelanti servi che volevano un bel prato all'inglese, devotamente motivati a strappare la zizzania.
«Usate pazienza», dice il padrone, per non correre il rischio di strappare il grano buono nella foga risanatrice.
La Parola seminata domenica scorsa, il Regno di Dio cresce spartendo il campo con la tenebra, l'oscurità, la zizzania. È l'esperienza che tutti i figli della luce fanno prima o dopo: dopo duemila anni di Vangelo l'erba malvagia sembra soffocare l'annuncio di salvezza. A parole tutto funziona, ma nei fatti dobbiamo arrenderci all'evidenza: nonostante Cristo ci abbia salvato, l'uomo stenta ad imparare. La salvezza è cosa seria e il Maestro Gesù sa che luce e tenebra si affrontano e che le tenebre fanno più rumore. Non c'è che una cosa peggiore del male: abituarsi ad esso, renderlo quotidianità ineluttabile, fingere di ignorarlo, pensare che fra luce e tenebre, in fondo, sia meglio vivere in un bel nebbione.
Oppure fare i talebani, sostituirsi a Dio, essere più devoti di Dio, diventare dei fustigatori volendo a tutti i costi fare pulizia, rimettere ordine, togliere la zizzania costi quel che costi.

Pazienza
Anch'io, come i servi della parabola, vorrei chiarezza, soluzioni, immediatezza. Vorrei far vincere il bene, vorrei credere in un Dio interventista che premi i buoni e punisca i malvagi.
Il fatto che mi metta dalla parte dei buoni, ovviamente, è un particolare.
E invece no. La zizzania e il grano crescono dentro di me, assieme. In me, non nel mio antipatico capoufficio. In me. E il Signore anche a me chiede pazienza.
La pazienza richiama il dolore (il patire da cui deriva la parola) e l'attesa. Pazientare è attendere con dolore, sapendo che il male avrà fine. Viviamo sulla nostra pelle la contraddizione del male che coabita col bene, anche nei nostri cuori, e il Signore ci chiede di lasciar fare a lui.
Gesù insiste: l'importante è che il Regno, in te, sia un granello di senape o una misura di lievito. L'importante è che nel Parlamento del tuo cuore la maggioranza ce l'abbia il Vangelo.
Pazienza figli del regno, pazienza, lasciate fare a Dio il suo mestiere.
Pazienza, discepoli del Maestro, viviamo tempi bui, in cui la ragione e la fede devono farsi strada con fatica in mezzo all'indifferenza e all'insignificanza.
Pazienza, discepoli del Nazareno, la guerra è già vinta, il giorno è avanzato, la verità - immensa - come torrente sotterraneo sta raggiungendo il mare.

Il Regno avanza
Io credo che il Regno avanzi.
E mi stupisco nel crederlo, mi commuovo davanti al silenzioso grano che cresce nello sguardo di chi ama, nel gioco puro del bambino, nel gesto generoso di chi - in nome e per conto del Rabbì Figlio di Dio - pone gesti di luce nelle tenebre fitte, mi commuovo e mi inginocchio di fronte alle orchidee selvatiche che crescono solo per cantare la bellezza, senza che nessuno le veda o le colga.
Pazienza, discepoli di colui che è venuto a portare il fuoco, pazienza nelle nostre povere e poco credibili comunità parrocchiali, pazienza quando scopriamo le fragilità dei nostri compagni di viaggio, pazienza quando un connaturale istinto di superiorità ci fa giudicare, con piglio tutto devoto, i fratelli più deboli e peccatori.
Abbi pazienza con te stesso, fratello che leggi.
Sappiamo bene che la voglia di dividere il mondo in buoni (noi) e cattivi (loro) ha portato, nel passato, i discepoli su orribili sentieri di violenza.
Per i cristiani il nemico non è mai l'altro, è dentro ciascuno di noi.
Guardiamo con serenità e disincanto dentro noi stessi la zizzania (Per una volta chiamiamola per nome!) e guardiamo al grano buono seminato dal Signore. La contraddizione abita in ciascuno di noi, in me che scrivo.
È pericoloso pensare di strappare definitivamente la zizzania prima che il grano sia giunto alla sua piena maturazione.
Pazienza, amico che leggi, se ti sembra che troppe tenebre ancora rovinino la tua vita: abbiamo tutta la vita per imparare a vivere, per convertirci. Pazienza, se pensavi di essere un prete migliore, un catechista migliore, un marito migliore: talvolta la bruciante esperienza del limite (Pietro insegna) ci spalanca la diga della misericordia.
E ci rende simile a questo saggio padrone del campo.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore,  
e donaci i tesori della tua grazia,  
perché, ardenti di speranza, fede e carità,  
restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:  
Colletta
Ci sostenga sempre, o Padre,  
la forza e la pazienza del tuo amore;  
fruttifichi in noi la tua parola,  
seme e lievito della Chiesa,  
perché si ravvivi la speranza  
di veder crescere l’umanità nuova,  
che il Signore al suo ritorno  
farà splendere come il sole nel tuo regno.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sap 12,13.16-19)
Dopo i peccati, tu concedi il pentimento.

Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto.
La tua forza infatti è il principio della giustizia,
e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
Mostri la tua forza
quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza,
perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini,
e hai dato ai tuoi figli la buona speranza
che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 85)
Rit: Tu sei buono, Signore, e perdoni.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.    

Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.

Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà. 

SECONDA LETTURA (Rm 8,26-27) 
Lo Spirito intercede con gemiti inesprimibili. 

Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

VANGELO (Mt 13,24-43) 
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura. 

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

oppure:
VANGELO Forma breve (Mt 13,24-30)
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura. 

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».
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La Liturgia di Domenica 12 Luglio 2020

12/7/2020

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XV DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
Avete ascoltato bene la parabola che ci propone oggi Gesù?
Proviamo a rifletterci insieme.
Sono certa che tutti voi sapete che ogni buon seminatore semina dei semi che, una volta maturati, producono cibo per nutrirci e dunque per vivere: è così importante quello che il seminatore semina che se non lo facesse noi potremmo anche morire di fame.
Gesù, nel vangelo di oggi, fa questo paragone: lui è il seminatore ed i semi sono la sua Parola che, se ascoltata, è capace di nutrire e trasformare chi la accoglie perché in essa c'è la forza dell'amore di Dio.
Come i semi dell'agricoltore sono importanti per nutrire la nostra vita fisica, così i semi della Parola lo sono per la nostra vita interiore, per la nostra anima.
Il seminatore Gesù semina, semina, semina... semina la sua Parola dappertutto, in qualsiasi tipo di terreno, buono o meno buono non importa.
"Che sprecone!" - si potrebbe pensare- "tanto lo sa che il seme cresce solo sui terreni adatti!".
Già, ma il Signore non ragiona come noi perché la sua bontà non ha limiti: lui semina a prescindere da tutto perché, anche se il nostro cuore non è un terreno buono, spera fino alla fine che noi ci impegniamo per farlo diventare tale.
Come? Ecco qualche esempio: muovendolo con la zappa, che potrebbe essere la nostra volontà, per far emergere il bello che c'è in noi; tirando via i sassi dei nostri capricci; sradicando le erbacce dei nostri "no"; concimandolo con le nostre buone azioni; esponendolo al sole dell'ascolto della Parola di Dio, della preghiera e dei Sacramenti; annaffiandolo con la nostra bontà, ecc. ecc.
Vediamo ora di che tipi di terreno, cioè di che tipi di cuore, parla Gesù.
Il primo tipo di cuore è quello che "ascolta la Parola ma non la comprende". Non la capisce non perché non è intelligente, ma perché non si sforza neppure di capire: ascolta il vangelo con la testa altrove, magari pensando alla partita di calcio, alla festa della sera... la Parola di Dio lo sfiora ed un attimo dopo l'ha già dimenticata.
Questo cuore è come la scimmietta "non vedo, non sento, non parlo" per cui, alla fine della Messa, esce come è entrato. Si è lasciato rubare dal diavolo il seme che Gesù aveva seminato: è seme seminato sulla strada.
Il secondo tipo di cuore è quello roccioso. Il cuore che ha troppi sassi si entusiasma dopo avere ascoltato la Parola ma... continua ad inciampare ed a cadere! Si impegna, inizialmente, a vivere bene e fa anche tanti propositi, ma non permette che la Parola metta radici. "Ma chi me lo fa fare!" -pensa infatti- "continuo a cadere, sbucciarmi le ginocchia, sono pieno di ferite e di cerotti!
Troppe tribolazioni! Troppa fatica! E' meglio lasciare perdere!". E così il seme della Parola viene lasciato morire.
C'è ora il cuore in cui ci sono i rovi, cioè piante con spine.
Ahi, ahi, ahi... è davvero un peccato perché questa volta il nostro cuore ha capito come dovrebbe essere e comportarsi, ha cioè compreso l'insegnamento di Gesù!
Ma c'è un però: questo cuore sceglie le varie felicità che offre il mondo invece di scegliere Dio. Sceglie cioè la strada più larga, la più comoda, la più facile, quella asfaltata, quella che però non porta alla gioia eterna col Padre.
Questo cuore si ricorda di Dio solo nei momenti in cui non ha altre cose da fare: "La preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto", questo dice il vangelo.
E siamo arrivati all'ultimo cuore: quello che ascolta la Parola, la comprende e la mette in pratica.
Se ascoltare e comprendere può non essere sempre difficile... il mettere in pratica comincia ad essere più problematico.
A tutti capita spesso di sbagliare, ma l'importante è avere quel carattere che ci porta a non scoraggiarsi, ad impegnarsi sempre e, quando si cade, a rialzarsi e ricominciare, forti della forza della Parola che ci aiuta a vivere secondo il cuore di Dio. Ecco quello che ci chiede Gesù.
E' questo il cuore col terreno buono, il cuore degli amici di Gesù, il cuore di chi ce la mette tutta per percorrere la strada più stretta, quella più difficile, quella sterrata e in salita, ma l'unica che porta dritti dritti nella casa del Padre.
Ultima considerazione: nessuno di noi ha solo un tipo di cuore.
I nostri cuori sono l'insieme dei quattro di cui ci ha parlato il Signore.
Il nostro impegno allora è far sì che questi nostri cuori diventino il terreno buono che vuole Gesù affinché il seme della Parola metta radici, si irrobustisca, buchi la terra per uscire, non si faccia soffocare dai rovi, si trasformi in pianta che produce frutti.
Certo, è difficile, però sappiamo tutti che per ottenere le cose più belle è necessario sudarsele!
Ma tranquilli! Non abbiate paura di impegnarvi e di sudare per Gesù perché, in questo cammino in salita verso il Paradiso, non sarete mai soli. Il Signore infatti, nei momenti più difficili, vi prenderà anche in braccio pur di farvi arrivare a casa sua!

P.S. Avete mai provato a seminare un seme? Io ho provato con i semi di girasole. Provate anche voi, con i semi che volete.
Vi renderete conto di quanta cura ha bisogno la terra affinché esca il primo filetto d'erba, si ingrandisca, spunti il primo fiore... ma state certi che la vostra fatica sarà ricompensata.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità,  
perché possano tornare sulla retta via,  
concedi a tutti coloro che si professano cristiani  
di respingere ciò che è contrario a questo nome  
e di seguire ciò che gli è conforme.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
Accresci in noi, o Padre, con la potenza del tuo Spirito  
la disponibilità ad accogliere il germe della tua parola,  
che continui a seminare nei solchi dell’umanità,  
perché fruttifichi in opere di giustizia e di pace  
e riveli al mondo la beata speranza del tuo regno.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 55,10-11)
La pioggia fa germogliare la terra.

Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 64)
Rit: Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.

Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini.

Così prepari la terra:
ne irrìghi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.

Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.    

I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di messi:
gridano e cantano di gioia!

SECONDA LETTURA (Rm 8,18-23) 
L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. 

Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. 
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. 
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.

VANGELO (Mt 13,1-23) 
Il seminatore uscì a seminare. 

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

oppure:
VANGELO Forma breve (Mt 13,1-9)
Il seminatore uscì a seminare. 

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
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La Liturgia di Domenica 5 Luglio 2020

5/7/2020

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XIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
Chi fa ombra a Dio?

Come fare per sapere le cose grandi? Rimanere piccoli. "Ti lodo Padre perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli". La piccolezza evangelica non è un optional da fare una tantum, ma una condizione indispensabile per entrare nel Regno ." Se non diventerete piccoli come questi bambini non entrerete". Quindi questa piccolezza non è una scoperta umana, ma un'invenzione divina. E non è un consiglio, ma un comando. Ma come fare per rimanere piccoli? Nel mondo fisico vegetale e animale vediamo che tutto cresce, dal filo d'erba al fiore al passerotto, al pesciolino. E non solo nel mondo fisico, ma anche in quello umano e psicologico, vediamo che tutto cresce, e non sempre a nostro vantaggio e per il nostro progresso spirituale. Purtroppo non si cresce solo in statura, ma anche in considerazione esagerata di sé, nel cercare consensi, approvazioni, applausi ecc. Ecco quel che ci impedisce di rimanere piccoli: mettere al centro l'io invece di dare il primo posto a Dio. Un io troppo cresciuto fa solo danni. Fa un sacco di fumo e tanta ombra: fa ombra addirittura a Dio perché non vede e non gli interessa che se stesso.
Questo è il primo grande peccato che fece precipitare gli angeli decaduti: Che peccato fecero? Un peccato di naturalismo, cioè preferirono la loro natura a quella di Dio, in parole povere preferirono loro stessi a Dio. E da luminosi e super luminosi che erano divennero tenebrosi, perché si tagliarono fuori dalla fonte della luce. E' come se il ruscello vedendosi gorgogliante d'acqua dicesse alla sorgente "non ho più bisogno di te". Immediatamente seccherebbe.

Perché siamo tutti stanchi?

Il secondo concetto di questo Vangelo è "Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro". Mi ha colpito questo "voi tutti". Prima di tutto non dice " venite a me quando siete tutti pimpanti, trulli e giulivi", ma quando siete stanchi. Ecco dove andare a cercare ristoro e riposo quando non ce la facciamo più. Ma perché "voi tutti"? Possibile che tutti contemporaneamente siamo stanchi e oppressi? Ci sarà pur qualcuno a cui le cose vanno bene ed è tutto pimpante... Ebbene la causa della stanchezza è da ricercare dentro e non fuori. Qual è la causa di questa stanchezza? E' che siamo frantumati dentro, siamo in cocci. Dopo il peccato originale e i vari nostri peccati che han complicato tutto, siamo centomila volontà diverse e in contrasto fra di loro: un giorno vogliamo una cosa, il giorno dopo l'esatto contrario. La volontà vuole una cosa, la sensibilità ne vuole un'altra. La ragione, tanto per farvi un esempio, ti dice che fumare fa male, ma tu non sei capace di smettere e via di questo passo. Allora, che fare? Quando non saremo più stanchi? Quando saremo unificati e tutte le nostre facoltà convergeranno in un solo volere: il bene e il massimo bene che è DIO. Non più centomila volontà diverse ma una sola con quella di Dio.
Eccovi otto perle di saggezza per aiutarvi nell'impresa.
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 LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che nell’umiliazione del tuo Figlio  
hai risollevato l’umanità dalla sua caduta,  
donaci una rinnovata gioia pasquale,  
perché, liberi dall’oppressione della colpa,  
partecipiamo alla felicità eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Dio, che ti riveli ai piccoli  
e doni ai miti l’eredità del tuo regno,  
rendici poveri, liberi ed esultanti,  
a imitazione del Cristo tuo Figlio,  
per portare con lui il giogo soave della croce  
e annunziare agli uomini la gioia che viene da te.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Zc 9,9-10)
Ecco, a te viene il tuo re umile.

Così dice il Signore:
«Esulta grandemente, figlia di Sion,
giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,
umile, cavalca un asino,
un puledro figlio d’asina.
Farà sparire il carro da guerra da Èfraim
e il cavallo da Gerusalemme,
l’arco di guerra sarà spezzato,
annuncerà la pace alle nazioni,
il suo dominio sarà da mare a mare
e dal Fiume fino ai confini della terra».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)
Rit: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.    

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.    

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

SECONDA LETTURA (Rm 8,9.11-13) 
Se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. 

Fratelli, voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 
E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.

VANGELO (Mt 11,25-30) 
Io sono mite e umile di cuore. 

In quel tempo Gesù disse: 
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
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