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La Liturgia di Domenica 24 Aprile 2022

24/4/2022

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II DOMENICA DI PASQUA o Domenica della Divina Misericordia 
​
ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Per ben tre volte, nel brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, Gesù dice a suoi Discepoli: «Pace a voi». Il Signore, con la sua Morte e Risurrezione, è venuto a portarci la sua pace. Ma cosa è la pace? Tutto il mondo ne parla, tutti la vogliono, ma nessuno la raggiunge. Anzi, sembra che più se ne parla e più essa si allontana. La pace di cui parla Gesù è ben diversa da quella che il mondo cerca tanto ansiosamente. La pace portata da Gesù è innanzitutto interiore. Prima che regnare nel mondo, essa deve esserci nel nostro cuore. Solo allora saremo autentici operatori di pace, solo quando vivremo in comunione con Dio e allontaneremo il peccato dalla nostra vita.
È molto interessante il fatto che Gesù ripete questa frase: «Pace a voi», proprio nel momento in cui Egli istituisce il sacramento della Confessione. Infatti, subito dopo, Egli dice ai suoi Apostoli: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,22). Questo particolare ci fa comprendere che la pace si ottiene innanzitutto con una buona Confessione, quando riceviamo il perdono di Dio.
Oggi, inoltre, è la festa della Divina Misericordia, festa voluta da Gesù stesso, secondo le richieste da Lui fatte a santa Faustina. Egli diceva alla Santa: «Chi si accosterà alla sorgente della vita - ovvero alla Confessione e alla Comunione - questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene». Poi continuò dicendo: «L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla mia Misericordia. Oh, quanto mi ferisce la diffidenza di un'anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che io sono misericordioso, non ha fiducia nella mia Bontà». Vogliamo anche noi glorificare l'infinita Misericordia di Dio, accogliendola nel sacramento della Confessione, confessandoci spesso e bene, e domandando a Gesù che ogni volta sia come l'ultima Confessione della nostra vita.
Il brano del Vangelo, inoltre, ci parla della fede. Dopo aver dissipato i dubbi di Tommaso, Gesù proclama solennemente: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Gv 20,29). La fede è un dono di Dio, ma deve essere alimentata dalla nostra preghiera. Essa è come una piccola fiammella che deve essere di continuo ravvivata con l'olio della nostra orazione e delle nostre buone opere. Se manca tutto questo, essa, inevitabilmente, tende a morire. Domandiamo ogni giorno che il Signore aumenti la nostra fede. Sarà soprattutto con la meditazione assidua che questo dono si rafforzerà sempre di più. In questo periodo di Pasqua, per poi proseguire con lo stesso proposito, cerchiamo di meditare frequentemente la Parola di Gesù, il suo Santo Vangelo, domandandoci: "Cosa mi vuole dire Gesù con queste sue parole che sto meditando?". Se saremo fedeli a questo piccolo proposito, anche solo per un quarto d'ora al giorno, la fiamma della nostra fede si ravviverà sempre di più fino ad illuminare tutti quelli che incontreremo sul nostro cammino.
Tommaso ravveduto, infine, fece uno stupendo atto di fede. Egli vide l'Umanità di Cristo Risorto, e credette senza esitare nella sua Divinità. Egli, infatti, esclamò: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28). Anche noi facciamo qualcosa di simile ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa, anzi facciamo di più. Tommaso vide l'Umanità di Cristo e credette nella sua Divinità; noi non vediamo né la Divinità, né l'Umanità di Gesù, eppure crediamo senza esitare che l'Ostia consacrata che riceviamo al momento della Comunione e che adoriamo presente nel Tabernacolo, è Gesù vivo e vero, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Per questo siamo beati, perché crediamo senza vedere.
Chiediamo alla Vergine Santa che custodisca in noi il dono della fede e lo accresca sempre di più ottenendoci una fede senza esitazioni, una fede che ci faccia spostare le montagne, una fede che ci faccia superare tutte le difficoltà.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio di eterna misericordia,
che ogni anno nella festa di Pasqua
ravvivi la fede del tuo popolo santo,
accresci in noi la grazia che ci hai donato,
perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza
del Battesimo che ci ha purificati,
dello Spirito che ci ha rigenerati,
del Sangue che ci ha redenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta
O Padre di misericordia,
che in questo giorno santo raduni il tuo popolo
per celebrare il memoriale
del Signore morto e risorto,
effondi il tuo Spirito sulla Chiesa
perché rechi a tutti gli uomini
l’annuncio della salvezza e della pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (At 5,12-16)
Venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne

​Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava.
Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro.
Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 117)
Rit. Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». R.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo! R.

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina. R.

SECONDA LETTURA (Ap 1,9-11.12-13.17-19)
Ero morto, ma ora vivo per sempre

Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.
Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese».
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».

SEQUENZA (Facoltativa)

Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.

VANGELO (Gv 20,19-31)
Otto giorni dopo venne Gesù

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
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La Liturgia di Domenica 17 Aprile 2022

17/4/2022

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SS. PASQUA DI RISURREZIONE - ANNO C - RITO ROMANO 
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Matura nell'oscurità e nel silenzio una vittoria che irromperà in tutta la vicenda umana.
Quando Maria di Magdala si recò di buon mattino al luogo dove il Crocifisso era stato deposto, con l'intenzione di rendere l'estremo omaggio al corpo inerte del Salvatore, trovò che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro (Gv 20,1) e il sepolcro era vuoto.
Il sepolcro era vuoto: Dio aveva vinto: l'uomo - questo essere fragile, dalle aspirazioni sconfinate ma dal respiro breve e affannoso - in Cristo aveva debellato la morte, antica e implacabile nemica; la vita aveva trionfato. Questo è nella storia un evento tanto grande e decisivo che noi siamo qui ancora, dopo venti secoli, a commemorarlo e a riviverlo, così come ogni generazione cristiana ha sempre fatto in ogni Pasqua, anzi ogni domenica dell'anno.

IL SILENZIO DI UNA NOTTE E LA POTENZA DI DIO
Maria di Magdala aveva visto Gesù nell'ora della morte, non l'ha potuto vedere nell'ora della risurrezione. Unita a lui aveva assaporato ai piedi della croce tutto l'amaro della sconfitta, aveva assistito nell'angoscia al tripudio delle forze del male; non ha avuto la consolazione di partecipare all'esperienza della rivincita, nel momento preciso in cui si compie. È una annotazione che deve far riflettere. Il Crocifisso aveva invocato a gran voce colui che poteva salvarlo. E il Padre allora non si era mosso: aspettava, per intervenire, il silenzio di una notte, quando ormai anche i più intimi dei discepoli erano lontani e senza fiducia.
Dio usa così: sembra nascondersi quando lo si chiama; ma poi arriva con la sua potenza quando tutto pare perduto. Anche nel caso di Gesù, l'intervento divino giunge dopo, quando lo spasimo della passione si è consumato; ma, quando viene, si dimostra più grande di ogni attesa: non salverà un agonizzante dalla morte, ma addirittura ridonerà a un morto sull'orlo del disfacimento la pienezza della vita. L'istante della vittoria non ha spettatori. Dio ha consentito che fosse uno spettacolo il sacrificio del suo unico Figlio, immolato su una altura al cospetto della città; non ha voluto che fosse uno spettacolo l'esplosione della sua gloria. Gesù risorge quando tutto tace e non c'è occhio d'uomo a vedere. I soldati, i maligni, l'umanità ostile non avranno altra visione che quelle di un sepolcro scoperchiato; un sepolcro sul quale da secoli si vanno a infrangere tutte le ipotesi e i ragionamenti di chi non accetta di arrendersi alla luce della fede e di riconoscere la potenza di Dio

LA CHIESA, SEMPRE DEBOLE E SEMPRE APPARENTEMENTE SCONFITTA
Anche noi - come persone singole e come comunità cristiana - dobbiamo tener conto di queste preferenze di Dio. La Chiesa deve attendersi, nel tempo del suo pellegrinaggio terreno, i giorni della difficoltà, dell'incomprensione, della persecuzione; non deve attendersi che possa venire qui sulla terra l'ora del suo trionfo e della sua gloria. Essa è chiamata a vivere nel disagio e nella speranza. Non si meraviglia né di essere osteggiata dai vari principi di questo mondo in ogni epoca della sua storia, né di non ricevere subito da Dio i mezzi per affermarsi nella vicenda umana. Il suo Signore non le farà mancare mai, invece, né la fermezza della fede in mezzo al continuo turbinare delle varie incredulità, né il conforto della speranza di fronte alle voci falsamente allegre dei maestri di disperazione, né la sorgente di una inesauribile carità. E il suo Signore risuscitato dai morti - poiché è perennemente vivo e la morte non ha più potere su di lui (Rm 6,9) - le assicura altresì una indistruttibile vitalità: sempre debole e sempre apparentemente sconfitta, la Chiesa è la sola che non si estingue, mentre tutte le potenze mondane - dopo aver imperversato a turno per un tempo più o meno lungo - irrimediabilmente tramontano. I profeti del niente - cioè gli esaltatori dell'esistenza senza destinazione trascendente, della libertà senza contenuti, del piacere senza finalità - hanno come loro naturale e immancabile approdo l'annientamento.

GESÙ RISORTO E VIVO
Le testimonianze pasquali però non ci parlano solo del sepolcro vuoto. Ci informano anche di Gesù risorto e vivo e dei suoi molteplici incontri. È da notare che il Risorto non va in cerca dei suoi nemici, ma solo di coloro che lo hanno amato. Il trionfatore della morte non ha il minimo pensiero di rivalsa né tanto meno di vendetta verso quello che lo hanno messo in croce. Egli va a trovare i suoi amici per rianimarli, per ridare loro la gioia, per riprendere con loro gli antichi discorsi sul Regno di Dio, per affidare ad essi il prolungamento della sua stessa missione di salvezza.
Incontra Maria di Magdala, incontra Pietro, incontra i due discepoli di Emmaus, incontra una folla di cinquecento persone. A tutti si rivela come colui che è radicalmente mutato, perché vive, ormai nell'eternità, e dall'eternità può dominare tutto lo svolgimento del tempo, e ha perciò ogni potere in cielo e in terra. Al tempo stesso si preoccupa di rassicurare che è ancora lui: è ancora il Maestro di sempre, e non porta un Vangelo diverso, ma solo un Vangelo che è arrivato al suo compimento; è ancora l'amico che ama chiamare per nome, che ancora prende cibo in compagnia, che si piega ancora sulle tristezze umane e vuole asciugare le lacrime; è lo stesso che ha patito sulla croce, e reca ancora nelle sue carni i segni del suo tremendo martirio.
A ogni Pasqua il Risorto viene anche a noi, che desideriamo essere suoi nella fedeltà e nella coerenza, e vuole incontrarci. Da questo incontro pasquale noi ripartiamo con una gioia rinnovata e riconquistata; la gioia di chi sa di aver già vinto e di essere già liberato dalla tirannia della morte.
Certo questa vita di vittoria e di gioia è ancora senza splendore e nascosta. Ma è nascosta, come ci ha detto san Paolo, con Cristo in Dio (Col 3,3). E quando si manifesterà Cristo, nostra vita, allora noi saremo manifestati con lui nella gloria (cf. Col 3,4). Questa certezza è il più bel dono di questa annuale celebrazione della risurrezione del Signore.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Padre, che in questo giorno,
per mezzo del tuo Figlio unigenito,
hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna,
concedi a noi, che celebriamo la risurrezione del Signore,
di rinascere nella luce della vita,
rinnovati dal tuo Spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (At 10,34.37-43)
Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti

​In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 117)
Rit. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre». R.

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.  R.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi. R.

SECONDA LETTURA (Col 3,1-4)
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

Oppure:
SECONDA LETTURA (1Cor 5,6-8)
Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova

Fratelli, non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete àzzimi.
E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!
Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi di sincerità e di verità.

SEQUENZA
Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.

VANGELO (Gv 20,1-9)
Egli doveva risuscitare dai morti

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
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La Liturgia di Sabato 16 Aprile 2022

16/4/2022

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Questa notte da ogni altare la Chiesa grida al mondo la notizia più sorprendente, più consolante, più rinnovatrice della storia: "Cristo Signore è risorto!".
Questo messaggio avvera, con una pienezza che sorpassa l'attesa, le speranze dei patriarchi e dei profeti antichi, che abbiamo sentito farsi di secolo in secolo più chiare e vibranti attraverso le letture della veglia santa.
Questo messaggio raccoglie e tramanda soprattutto le esperienze, piene di stupore e di gioia, che testimoni prescelti hanno fatto incontrando colui che era stato crocifisso, addirittura conversando e mangiando con lui.

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SS. PASQUA DI RISURREZIONE - ANNO C - RITO ROMANO
VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA 
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
"Perché cercate tra i morti colui che è vivo?"
Ci sentiamo, questa notte, quasi sopraffatti e come storditi da tutti gli eventi rievocati, da tutti i doni, da tutte le grandezze di Dio: la totalità dei misteri di salvezza si offre e si impone alla nostra contemplazione. Tutto ci sovrasta, tutto ci eccede, tutto supera i limiti, del resto molto angusti, delle nostre capacità di comprensione e della nostra corta pazienza. La Veglia pasquale e un po' il tentativo di far entrare l'eternità di Dio nelle ristrettezze del nostro tempo.

UNA STORIA SORPRENDENTE
Abbiamo rivissuto la storia sorprendente di un Dio che ci vuole suoi, nonostante la nostra incomprensibile resistenza.
È un Dio che si fa per noi, di volta in volta, creatore, compiendo il prodigio di trarci dall'abisso tenebroso del nulla: liberatore dalla schiavitù "egiziana", sempre di attualità, della colpa, dell'errore, dell'insipienza; nostro alleato, vincolato a noi da un patto eterno; nostro salvatore, in virtù del sacrificio di Cristo che si conforma dolorosamente alla volontà del Padre fino ad accettare liberamente la morte di croce.
È un Dio rinnovatore di tutto, perché con la risurrezione del Signore Gesù ogni cosa, ogni cuore, ogni attesa, ogni prospettiva si rinnova e si trasfigura. Il sepolcro sigillato il venerdì sera è stato il segno della sconfitta dell'uomo e della sconfitta di Dio: dell'uomo, che la morte ghermisce e distrugge senza remissione; e di Dio, che nella tragedia del Golgota ci appare vinto, oscurato, estromesso, superato dal male. Il sepolcro scoperchiato e vuoto, che all'alba del terzo giorno si offre alle donne impaurite, è il segno della vittoria di Dio, che da qui comincia l'opera della restaurazione dell'universo, e insieme della vittoria dell'uomo. L'uomo Cristo Gesù, figlio di Dio e nostro fratello, oggi ritorna vivo tra i suoi, rassicurandoci che il baratro della morte non è l'ultimo atto del dramma umano: oltre ogni pena, oltre ogni vicenda, oltre la nebbia dei dubbi, delle confusioni, delle speranze infrante, oltre la morte, ci attende un destino di risurrezione, di gloria, di vita che non finisce.

PERCHÉ CERCATE TRA I MORTI COLUI CHE È VIVO? (Lc 24,5)
Non cerchiamo Cristo tra i così detti grandi della storia: i grandi della storia sono tutti racchiusi nelle loro tombe polverose. Non cerchiamolo tra i cosi detti portatori di giustizia o tra i famosi maestri umani: essi non hanno avuto una sorte diversa da quella degli altri. Gesù solo è veramente vivo, e proprio per questo è per noi e per il mondo principio di vita. Il battesimo ci ha innestati in lui e ci ha resi partecipi della sua risurrezione. L'Eucaristia ci regala ogni giorno la linfa necessaria per alimentare questa stupenda e inesauribile vitalità. Proprio perché egli è vivo, da Cristo può partire l'unico vero rinnovamento degli uomini e delle loro condizioni di esistenza. ln lui noi siamo diventati uomini nuovi, da lui riceviamo la missione, la concreta possibilità, l'energia di rinnovare tutte le cose.
L'augurio di buona Pasqua e l'augurio di una reale e sostanziale novità di vita, che prima conquisti i nostri cuori e poi, dai cuori rinnovati, si muova a conquistare pacificamente la terra.
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LITURGIA DELLA PAROLA DELLA VEGLIA E DELLA S. MESSA DI PASQUA
Veglia della Notte santa – la Madre di tutte le veglie. Così S. Agostino definisce questa celebrazione. Essa si colloca al cuore dell'Anno liturgico, al centro di ogni celebrazione. Ad essa si preparavano i nuovi cristiani, in essa speravano i peccatori, tutti potevano di nuovo attingere dalla mensa ai «cancelli celesti». Essa rappresenta Totum pasquale sacramentum. Infatti in essa si celebrano non solo i fatti della risurrezione, ma anche quelli della passione di Cristo.

LITURGIA DELLA LUCE 
Benedizione del Fuoco 
Si spengono le luci della chiesa.
In luogo adatto, fuori della chiesa, si prepara un fuoco che divampi. Quando il popolo si è radunato, viene il sacerdote con i ministri, uno dei quali porta il cero pasquale.
Il sacerdote saluta il popolo e quindi tiene una breve esortazione sulla Veglia pasquale con queste parole:


Fratelli e sorelle, in questa santissima notte, nella quale il Signore nostro Gesù Cristo è passato dalla morte alla vita,  la Chiesa invita i suoi figli sparsi nel mondo a raccogliersi per vegliare e pregare.
Rivivremo la Pasqua del Signore nell'ascolto della Parola e nella partecipazione ai Sacramenti: Cristo risorto confermerà in noi la speranza di partecipare alla sua vittoria sulla morte e di vivere con lui in Dio Padre.

Quindi, con le braccia allargate, benedice il fuoco, dicendo:

Preghiamo.
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio
ci hai comunicato la fiamma viva del tuo fulgore,
benedici + questo fuoco nuovo
e, mediante le feste pasquali,
accendi in noi il desiderio del cielo,
perché, rinnovati nello spirito,
possiamo giungere alla festa dello splendore eterno.
Per Cristo nostro Signore. R. Amen.

Preparazione del cero 
Il sacerdote incide una croce sul cero pasquale per configurarlo a Gesù Cristo; poi incide l’alfa e l’omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco, per indicare che Cristo è il principio e la fine di tutte le cose; infine incide le cifre dell’anno per significare che Gesù - Signore del tempo e della storia - vive oggi per noi. Nel compiere tali riti il sacerdote dice: 

Cristo ieri e oggi:
Principio e Fine, Alfa e Omega.
A lui appartengono il tempo e i secoli.
A lui la gloria e il potere per tutti i secoli in eterno. Amen.
Per mezzo delle sue sante piaghe gloriose,
ci protegga e ci custodisca il Cristo Signore. Amen.

Al fuoco nuovo il sacerdote accende il cero pasquale, dicendo: 

La luce del Cristo che risorge glorioso
disperda le tenebre del cuore e dello spirito.

Processione 
Il diacono o, in sua assenza, il sacerdote prende il cero pasquale e, tenendolo elevato, da solo canta:

V. Lumen Christi.
Tutti rispondono:
R. Deo grátias.

Oppure:
V. Cristo, luce del mondo.
Tutti rispondono:
R. Rendiamo grazie a Dio.

Tutti si avviano verso la chiesa: li precede il diacono (o il sacerdote) con il cero acceso. Se si usa l’incenso, il turiferario con il turibolo fumigante incede davanti al diacono.
Il canto viene ripetuto sulla soglia della chiesa e davanti all’altare. Poi si accendono le luci nella chiesa, non però le candele dell’altare. 


Annunzio Pasquale 
Il sacerdote, giunto all’altare, si reca alla sede. Il diacono pone il cero pasquale sul candelabro, preparato nel mezzo del presbiterio o presso l’ambone.
Il diacono o, in sua assenza, lo stesso sacerdote, dopo aver eventualmente incensato il libro e il cero, proclama il preconio pasquale dall’ambone o dal pulpito: tutti i presenti stanno in piedi e tengono in mano la candela accesa.


Esulti il coro degli angeli,
esulti l’assemblea celeste:
un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.
Gioisca la terra inondata da così grande splendore:
la luce del Re eterno
ha vinto le tenebre del mondo.
Gioisca la madre Chiesa,
splendente della gloria del suo Signore,
e questo tempio tutto risuoni
per le acclamazioni del popolo in festa.

[E voi, fratelli carissimi,
qui radunati nella solare chiarezza
di questa nuova luce,
invocate con me la misericordia di Dio onnipotente.
Egli che mi ha chiamato, senza alcun merito,
nel numero dei suoi ministri,
irradi il suo mirabile fulgore,
perché sia piena e perfetta la lode di questo cero.

V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.]

V. In alto i nostri cuori.
R. Sono rivolti al Signore.

V. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
R. ​È cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta
esprimere con il canto l’esultanza dello spirito,
e inneggiare al Dio invisibile, Padre onnipotente,
e al suo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.
Egli ha pagato per noi all’eterno Padre
il debito di Adamo,
e con il sangue sparso per la nostra salvezza
ha cancellato la condanna della colpa antica.

Questa è la vera Pasqua,
in cui è ucciso il vero Agnello,
che con il suo sangue consacra le case dei fedeli.
Questa è la notte
in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri,
dalla schiavitù dell’Egitto,
e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso.

Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato
con lo splendore della colonna di fuoco.
Questa è la notte
che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo
dall’oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo,
li consacra all’amore del Padre
e li unisce nella comunione dei santi.
Questa è la notte
in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro.

Nessun vantaggio per noi essere nati, se lui non ci avesse redenti.
O immensità del tuo amore per noi!
O inestimabile segno di bontà:
per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!
Davvero era necessario il peccato di Adamo,
che è stato distrutto con la morte del Cristo.
Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!

O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere
il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi.
Di questa notte è stato scritto:
la notte splenderà come il giorno,
e sarà fonte di luce per la mia delizia.

Il santo mistero di questa notte sconfigge il male,
lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti.
Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti,
promuove la concordia e la pace.
O notte veramente gloriosa,
che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore!

In questa notte di grazia
accogli, Padre santo, il sacrificio di lode,
che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri,
nella solenne liturgia del cero,
frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce.

Riconosciamo nella colonna dell’Esodo
gli antichi presagi di questo lume pasquale
che un fuoco ardente ha acceso in onore di Dio.
Pur diviso in tante fiammelle
non estingue il suo vivo splendore,
ma si accresce nel consumarsi della cera
che l’ape madre ha prodotto
per alimentare questa preziosa lampada.

Ti preghiamo dunque, Signore,
che questo cero, offerto in onore del tuo nome
per illuminare l’oscurità di questa notte,
risplenda di luce che mai si spegne.

Salga a te come profumo soave,
si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino,
quella stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli. R. Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA 
In questa Veglia, vengono proposte nove letture, cioè sette dall’Antico e due (Epistola e Vangelo) dal Nuovo Testamento.
Se circostanze pastorali lo richiedono, il numero delle letture dell’Antico Testamento può essere ridotto; si abbia tuttavia sempre presente che la lettura della parola di Dio è parte fondamentale della Veglia pasquale.
Si leggono almeno tre letture dell’Antico Testamento; in casi eccezionali, almeno due.
Non si ometta mai la lettura del cap. 14 dell’Esodo.
Spente le candele, tutti seggono. Prima di iniziare la lettura della parola di Dio, il sacerdote si rivolge all’assemblea con queste parole:


Fratelli e sorelle, dopo il solenne inizio della Veglia,
ascoltiamo con cuore sereno la parola di Dio.
Meditiamo come nell'antica alleanza Dio ha salvato il suo popolo
e nella pienezza dei tempi ha mandato a noi
il suo Figlio come redentore.
Preghiamo perché Dio, nostro Padre, porti a compimento
quest'opera di salvezza realizzata nella Pasqua.

Prima lettura - Gen 1,1 - 2,2
Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. 

In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.
Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Dio disse: «Le acque brùlichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brùlicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltìplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò: 
maschio e femmina li creò. 
Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto.

Salmo responsoriale - Sal 103 
Rit. Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.

Egli fondò la terra sulle sue basi:
non potrà mai vacillare.
Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste;
al di sopra dei monti stavano le acque. 

Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti.
In alto abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde. 

Dalle tue dimore tu irrighi i monti,
e con il frutto delle tue opere si sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia. 

Orazione 
Dio onnipotente ed eterno,
ammirabile in tutte le opere del tuo amore,
illumina i figli da te redenti
perché comprendano che, se fu grande all’inizio
la creazione del mondo,
ben più grande, nella pienezza dei tempi,
fu l’opera della nostra redenzione,
nel sacrificio pasquale di Cristo Signore.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Oppure, dopo la lettura breve sulla creazione dell’uomo: 
Orazione
O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine
e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti,
fa’ che resistiamo con la forza dello spirito
alle seduzioni del peccato,
per giungere alla gioia eterna.
Per Cristo nostro Signore. 

Seconda lettura - Gen 22,1-18
Il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede 

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme. 
Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme. Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. 
Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». 
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. 
Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere». 
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

Salmo responsoriale - Sal 15 
Rit. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. 

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. 

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. 

Orazione 
O Dio, Padre dei credenti,
che estendendo a tutti gli uomini il dono dell’adozione filiale,
moltiplichi in tutta la terra i tuoi figli,
e nel sacramento pasquale del Battesimo
adempi la promessa fatta ad Abramo
di renderlo padre di tutte le nazioni,
concedi al tuo popolo di rispondere degnamente
alla grazia della tua chiamata.
Per Cristo nostro Signore. 

Terza lettura - Es 14,15- 15,1
Gli Israeliti camminarono sull’asciutto in mezzo al mare. 

In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».
L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò dietro. Andò a porsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare.
Ma alla veglia del mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!».
Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra.
In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.
Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero: 

Salmo responsoriale - Es 15,1-7a.17-18 
Rit. Cantiamo al Signore: stupenda è la sua vittoria! 

«Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre: lo voglio esaltare! 

Il Signore è un guerriero,
Signore è il suo nome.
I carri del faraone e il suo esercito
li ha scagliati nel mare;
i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mar Rosso. 

Gli abissi li ricoprirono,
sprofondarono come pietra.
La tua destra, Signore,
è gloriosa per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il nemico. 

Tu lo fai entrare e lo pianti
sul monte della tua eredità,
luogo che per tua dimora,
Signore, hai preparato,
santuario che le tue mani,
Signore, hanno fondato.
Il Signore regni
in eterno e per sempre!». 

Orazione 
O Dio, anche ai nostri tempi
vediamo risplendere i tuoi antichi prodigi:
ciò che facesti con la tua mano potente
per liberare un solo popolo dall’oppressione del faraone,
ora lo compi attraverso l’acqua del Battesimo
per la salvezza di tutti i popoli;
concedi che l’umanità intera sia accolta tra i figli di Abramo
e partecipi alla dignità del popolo eletto.
Per Cristo nostro Signore.

Oppure:
Orazione 
O Dio, tu hai rivelato nella luce della nuova alleanza
il significato degli antichi prodigi:
il Mar Rosso è l’immagine del fonte battesimale
e il popolo liberato dalla schiavitù è un simbolo
del popolo cristiano.
Concedi che tutti gli uomini, mediante la fede,
siano fatti partecipi del privilegio del popolo eletto,
e rigenerati dal dono del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore. 

Quarta lettura - Is 54,5-14
Con affetto perenne il Signore, tuo redentore, ha avuto pietà di te 

Tuo sposo è il tuo creatore,
Signore degli eserciti è il suo nome;
tuo redentore è il Santo d’Israele,
è chiamato Dio di tutta la terra.

Come una donna abbandonata
e con l’animo afflitto, ti ha richiamata il Signore.
Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù?
– dice il tuo Dio.
Per un breve istante ti ho abbandonata,
ma ti raccoglierò con immenso amore.
In un impeto di collera
ti ho nascosto per un poco il mio volto;
ma con affetto perenne
ho avuto pietà di te,
dice il tuo redentore, il Signore.

Ora è per me come ai giorni di Noè,
quando giurai che non avrei più riversato
le acque di Noè sulla terra;
così ora giuro di non più adirarmi con te
e di non più minacciarti.
Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero,
non si allontanerebbe da te il mio affetto,
né vacillerebbe la mia alleanza di pace,
dice il Signore che ti usa misericordia.

Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata,
ecco io pongo sullo stibio le tue pietre
e sugli zaffìri pongo le tue fondamenta.
Farò di rubini la tua merlatura,
le tue porte saranno di berilli,
tutta la tua cinta sarà di pietre preziose.

Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore,
grande sarà la prosperità dei tuoi figli;
sarai fondata sulla giustizia.
Tieniti lontana dall’oppressione, perché non dovrai temere,
dallo spavento, perché non ti si accosterà.

Salmo responsoriale - Sal 29 
Rit. Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato. 

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. 

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia. 

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza;
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. 

Orazione 
O Dio, Padre di tutti gli uomini,
moltiplica a gloria del tuo nome
la discendenza promessa alla fede dei patriarchi,
e aumenta il numero dei tuoi figli,
perché la Chiesa veda pienamente adempiuto
il disegno universale di salvezza,
nel quale i nostri padri avevano fermamente sperato.
Per Cristo nostro Signore. 

Quinta lettura - Is 55,1-11
Venite a me e vivrete; stabilirò per voi un’alleanza eterna 

Così dice il Signore: 
«O voi tutti assetati, venite all’acqua,
voi che non avete denaro, venite;
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
il vostro guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e gusterete cibi succulenti.

Porgete l’orecchio e venite a me,
ascoltate e vivrete.
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna,
i favori assicurati a Davide.
Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli,
principe e sovrano sulle nazioni.

Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi;
accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano
a causa del Signore, tuo Dio,
del Santo d’Israele, che ti onora.

Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocàtelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.

Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.

Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

Salmo responsoriale - Is 12,2-6 
Rit. Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza. 

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele. 

Orazione 
Dio onnipotente ed eterno,
unica speranza del mondo,
tu hai preannunziato con il messaggio dei profeti
i misteri che oggi si compiono;
ravviva la nostra sete di salvezza,
perché soltanto per l’azione del tuo Spirito
possiamo progredire nelle vie della tua giustizia.
Per Cristo nostro Signore. 

Sesta lettura - Bar 3,9-15.32 - 4,4
Cammina allo splendore della luce del Signore 

Ascolta, Israele, i comandamenti della vita,
porgi l’orecchio per conoscere la prudenza.
Perché, Israele? Perché ti trovi in terra nemica
e sei diventato vecchio in terra straniera?
Perché ti sei contaminato con i morti
e sei nel numero di quelli che scendono negli inferi?
Tu hai abbandonato la fonte della sapienza!
Se tu avessi camminato nella via di Dio,
avresti abitato per sempre nella pace.

Impara dov’è la prudenza,
dov’è la forza, dov’è l’intelligenza,
per comprendere anche dov’è la longevità e la vita,
dov’è la luce degli occhi e la pace.
Ma chi ha scoperto la sua dimora,
chi è penetrato nei suoi tesori?

Ma colui che sa tutto, la conosce
e l’ha scrutata con la sua intelligenza,
colui che ha formato la terra per sempre
e l’ha riempita di quadrupedi,
colui che manda la luce ed essa corre,
l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore.
Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia
e hanno gioito;
egli le ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!»,
e hanno brillato di gioia per colui che le ha create.

Egli è il nostro Dio,
e nessun altro può essere confrontato con lui.
Egli ha scoperto ogni via della sapienza
e l’ha data a Giacobbe, suo servo,
a Israele, suo amato.
Per questo è apparsa sulla terra
e ha vissuto fra gli uomini.
Essa è il libro dei decreti di Dio
e la legge che sussiste in eterno;
tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita,
quanti l’abbandonano moriranno.

Ritorna, Giacobbe, e accoglila,
cammina allo splendore della sua luce.
Non dare a un altro la tua gloria
né i tuoi privilegi a una nazione straniera.

Beati siamo noi, o Israele,
perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto.

Salmo responsoriale - Sal 18 
Rit. Signore, tu hai parole di vita eterna. 

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. 

Il timore del Signore è puro, 
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli, 
sono tutti giusti. 

Più preziosi dell’oro, 
di molto oro fino,
più dolci del miele 
e di un favo stillante. 

Orazione 
O Dio, che accresci sempre la tua Chiesa
chiamando nuovi figli da tutte le genti,
custodisci nella tua protezione
coloro che fai rinascere dall’acqua del Battesimo.
Per Cristo nostro Signore. 

Settima lettura - Ez 36,16-17a.18-28
Vi aspergerò con acqua pura e vi darò un cuore nuovo 

Mi fu rivolta questa parola del Signore: 
«Figlio dell’uomo, la casa d’Israele, quando abitava la sua terra, la rese impura con la sua condotta e le sue azioni. Perciò ho riversato su di loro la mia ira per il sangue che avevano sparso nel paese e per gli idoli con i quali l’avevano contaminato. Li ho dispersi fra le nazioni e sono stati dispersi in altri territori: li ho giudicati secondo la loro condotta e le loro azioni. 
Giunsero fra le nazioni dove erano stati spinti e profanarono il mio nome santo, perché di loro si diceva: “Costoro sono il popolo del Signore e tuttavia sono stati scacciati dal suo paese”. Ma io ho avuto riguardo del mio nome santo, che la casa d’Israele aveva profanato fra le nazioni presso le quali era giunta.
Perciò annuncia alla casa d’Israele: “Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, casa d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni presso le quali siete giunti. Santificherò il mio nome grande, profanato fra le nazioni, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore – oracolo del Signore Dio –, quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi.
Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. 
Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”».

Salmo responsoriale - Sal 41 
Rit. Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. 

L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio? .

Avanzavo tra la folla, 
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festa. 

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora. 

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio. 

Oppure quando si celebra il Battesimo:
Salmo responsoriale - Is 12, 1-6
Rit. Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza. 

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele. giulivi ed esultate, abitanti di Sion,
perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele. 

Orazione 
O Dio, potenza immutabile e luce che non tramonta,
volgi lo sguardo alla tua Chiesa,
ammirabile sacramento di salvezza,
e compi l’opera predisposta nella tua misericordia:
tutto il mondo veda e riconosca
che ciò che è distrutto si ricostruisce,
ciò che è invecchiato si rinnova
e tutto ritorna alla sua integrità,
per mezzo del Cristo,
che è principio di tutte le cose.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Oppure:
Orazione
O Dio, che nelle pagine dell’Antico e Nuovo Testamento
ci hai preparati a celebrare il mistero pasquale,
fa’ che comprendiamo
l’opera del tuo amore per gli uomini,
perché i doni che oggi riceviamo
confermino in noi la speranza dei beni futuri.
Per Cristo nostro Signore. 

Il sacerdote intona l’inno Gloria a Dio, che viene cantato da tutti. Si suonano le campane, secondo gli usi locali.

Colletta
O Dio, che illumini questa santissima notte  
con la gloria della risurrezione del Signore,  
ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione,  
perché tutti i tuoi figli, rinnovati nel corpo e nell’anima,  
siano sempre fedeli al tuo servizio.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,  
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,  
per tutti i secoli dei secoli.  

EPISTOLA (Rm 6,3-11) 
Cristo risuscitato dai morti non muore più.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani  
Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?  
Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.  
Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.  
Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.  
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui.  
Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio.  
Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

Salmo responsoriale - Sal 117 
Rit. Alleluia, alleluia, alleluia. 

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre». 

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore. 

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

VANGELO (Lc 24,1-12) 
Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
​
Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.  
Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno”.  
Ed esse si ricordarono delle sue parole, e, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Magdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto.

LITURGIA BATTESIMALE 
Il sacerdote con i ministri si reca al fonte battesimale, se questo è in vista dei fedeli; altrimenti si pone nel presbiterio un bacile con l’acqua.
Se vi sono dei catecumeni adulti, vengono chiamati per nome e presentati poi dai loro padrini; i bambini vengono portati dai genitori e dai padrini alla presenza della comunità riunita.
Il sacerdote rivolge un’esortazione ai presenti con queste parole:


Se ci sono dei battezzandi: 
Carissimi,
accompagniamo con la nostra unanime preghiera questi candidati al Battesimo , perché Dio Padre onnipotente nella sua grande bontà li guidi al fonte della rigenerazione.

Se si benedice il fonte, ma non ci sono battezzandi: 
Fratelli carissimi,
invochiamo la benedizione di Dio Padre onnipotente su questo fonte battesimale, perché tutti quelli che nel Battesimo saranno rigenerati in Cristo, siano accolti nella famiglia di Dio. 

Litanie dei Santi 
Si cantano quindi le litanie nelle quali si possono aggiungere nomi di alcuni santi come ad esempio quelli della Chiesa particolare, del titolare della chiesa, dei patroni del luogo e dei battezzandi. 

Signore, pietà (Kyrie, eleison)     Signore, pietà (Kyrie, eleison) 
Cristo, pietà (Christe, eleison)     Cristo, pietà (Christe, eleison) 
Signore, pietà (Kyrie, eleison)     Signore, pietà (Kyrie, eleison) 

Santa Maria, Madre di Dio     prega per noi 
San Michele     prega per noi 
Santi Angeli di Dio     pregate per noi 
San Giovanni Battista     prega per noi 
San Giuseppe     prega per noi 
Santi Pietro e Paolo     pregate per noi 
Sant'Andrea     prega per noi 
San Giovanni     prega per noi 
Santi Apostoli ed evangelisti     pregate per noi 
Santa Maria Maddalena     prega per noi 
Santi discepoli del Signore     pregate per noi 
Santo Stefano     prega per noi 
Sant'Ignazio d'Antiochia     prega per noi 
San Lorenzo     prega per noi 
Sante Perpetua e Felicita     pregate per noi 
Sant'Agnese     prega per noi 
Santi Martiri di Cristo     pregate per noi 
San Gregorio     prega per noi 
Sant'Agostino     prega per noi 
Sant'Atanasio     prega per noi 
San Basilio     prega per noi 
San Martino     prega per noi 
Santi Cirillo e Metodio     pregate per noi 
San Benedetto     prega per noi 
San Francesco     prega per noi 
San Domenico     prega per noi 
San Francesco Saverio     prega per noi 
San Giovanni Maria     prega per noi 
Santa Caterina da Siena     prega per noi 
Santa Teresa di Gesù     prega per noi 
Voi tutti santi e sante di Dio     pregate per noi 

Nella tua misericordia     salvaci, Signore 
Da ogni male     salvaci, Signore 
Da ogni peccato     salvaci, Signore 
Dalla morte eterna     salvaci, Signore 
Per la tua incarnazione     salvaci, Signore 
Per la tua morte e risurrezione     salvaci, Signore 
Per il dono dello Spirito Santo     salvaci, Signore 

Noi peccatori, ti preghiamo     ascoltaci, Signore 

Se ci sono dei battezzandi: 
Dona la grazia della vita nuova nel Battesimo
a questi tuoi eletti     ascoltaci, Signore 

Se non ci sono battezzandi: 
Benedici e santifica con la grazia del tuo Spirito 
questo fonte battesimale da cui nascono i tuoi figli     ascoltaci, Signore 

Gesù, Figlio del Dio vivente     ascolta la nostra supplica 
Cristo, Figlio del Dio vivente     ascolta la nostra supplica 
Cristo, ascolta     Cristo, ascolta 
Cristo, esaudisci     Cristo, esaudisci 

Se vi sono dei battezzandi, il sacerdote, a mani giunte, dice l’orazione seguente: 
Dio onnipotente ed eterno,
manifesta la tua presenza nei sacramenti del tuo amore,
manda lo spirito di adozione
a suscitare un popolo nuovo dal fonte battesimale,
perché l’azione del nostro umile ministero
sia resa efficace dalla tua potenza.
Per Cristo nostro Signore. 

Benedizione dell'acqua battesimale 
O Dio,
per mezzo dei segni sacramentali
tu operi con invisibile potenza
le meraviglie della salvezza,
e in molti modi, attraverso i tempi,
hai preparato l'acqua, tua creatura,
a essere segno del Battesimo.

Fin dalle origini il tuo Spirito si librava sulle acque
perché contenessero in germe la forza di santificare;
e anche nel diluvio hai prefigurato il Battesimo,
perché, oggi come allora,
l'acqua segnasse la fine del peccato
e l'inizio della vita nuova.

Tu hai liberato dalla schiavitù i figli di Abramo,
facendoli passare illesi attraverso il Mar Rosso,
perché fossero immagine
del futuro popolo dei battezzati.

Infine, nella pienezza dei tempi,
il tuo Figlio, battezzato da Giovanni
nell'acqua del Giordano,
fu consacrato dallo Spirito Santo;
innalzato sulla croce,
egli versò dal suo fianco sangue e acqua,
e, dopo la sua risurrezione, comandò ai discepoli:
«Andate, annunciate il Vangelo a tutti i popoli,
e battezzateli nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito Santo».

Ora, Padre,
guarda con amore la tua Chiesa
e fa' scaturire per lei
la sorgente del Battesimo.

Infondi in quest'acqua, per opera dello Spirito Santo,
la grazia del tuo unico Figlio,
perché con il sacramento del Battesimo
l'uomo, fatto a tua immagine,
sia lavato dalla macchia del peccato,
e dall'acqua e dallo Spirito Santo
rinasca come nuova creatura.

Immergendo, secondo l’opportunità, il cero pasquale, una o tre volte, nell’acqua, continua:
Discenda, Padre, in quest'acqua,

per opera del tuo Figlio,
la potenza dello Spirito Santo.

Tutti coloro che in essa riceveranno il Battesimo,
sepolti insieme con Cristo nella morte,
con lui risorgano alla vita immortale.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. R. Amen.

Acclamazione:
Sorgenti delle acque, benedite il Signore:
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Se non ci sono battezzandi, né si deve benedire il fonte battesimale, il sacerdote invita il popolo alla preghiera dicendo:
Fratelli e sorelle,
supplichiamo il Signore Dio nostro
perché benedica quest'acqua da lui creata,
con la quale saremo aspersi in memoria del nostro Battesimo.
Il Signore ci rinnovi interiormente,
per essere sempre fedeli allo Spirito Santo
che ci è stato dato in dono.

Tutti pregano per qualche momento in silenzio. Quindi il sacerdote a mani giunte prosegue:
Signore Dio nostro,
sii presente in mezzo al tuo popolo
che veglia in preghiera in questa santissima notte:
memori dell'opera mirabile della nostra creazione
e dell'opera ancor più mirabile della nostra salvezza,
ti preghiamo di benedire + quest'acqua.
Tu l'hai creata perché donasse fecondità alla terra
e offrisse sollievo e freschezza ai nostri corpi.

Di questo dono della creazione
hai fatto un segno della tua misericordia:
attraverso l'acqua del Mar Rosso
hai liberato il tuo popolo dalla schiavitù
e nel deserto hai placato la sua sete con acqua dalla roccia.

Con l'immagine dell'acqua viva
i profeti hanno preannunciato la nuova alleanza
che tu intendevi offrire agli uomini.
Infine con l'acqua, santificata da Cristo nel Giordano,
hai rinnovato la nostra umanità peccatrice nel lavacro battesimale.

Ravviva in noi, o Signore,
nel segno di quest'acqua benedetta,
il ricordo del nostro Battesimo
e donaci di essere uniti nella gioia ai nostri fratelli
che sono stati battezzati nella Pasqua di Cristo Signore.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli. R. Amen.

Rinnovazione delle promesse battesimali 
Terminato il rito del Battesimo oppure, se questo non ha avuto luogo, dopo la benedizione dell’acqua, tutti, stando in piedi e con in mano la candela accesa, rinnovano le promesse del Battesimo. Il sacerdote si rivolge ai fedeli con queste parole: 

Fratelli e sorelle, per la grazia del mistero pasquale
siamo stati sepolti insieme con Cristo nel Battesimo,
per camminare con lui in una vita nuova.
Ora, portato a termine il cammino quaresimale,
rinnoviamo le promesse del santo Battesimo,
con le quali un giorno abbiamo rinunciato a satana e alle sue opere,
e ci siamo impegnati a servire Dio nella santa Chiesa cattolica

V. Rinunziate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?
R. Rinunzio.

V. Rinunziate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato?
R. Rinunzio.

V. Rinunziate a satana, origine e causa di ogni peccato?
R. Rinunzio.

oppure:
Rinunciate al peccato,
per vivere nella libertà dei figli di Dio? R. Rinuncio.
Rinunciate alle seduzioni del male,
per non lasciarvi dominare dal peccato? R. Rinuncio.
Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato? R. Rinuncio.

Poi il sacerdote prosegue:

V. Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
R. Credo.

V. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
R. Credo.

V. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
R. Credo.

Dio onnipotente,
Padre del nostro Signore Gesù Cristo,
che ci ha liberati dal peccato
e ci ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo,
ci custodisca con la sua grazia
in Cristo Gesù nostro Signore, per la vita eterna.
Amen.

Il sacerdote asperge l’assemblea con l’acqua benedetta, mentre tutti cantano questa antifona o un altro canto di carattere battesimale: 
​

Ecco l’acqua,
che sgorga dal tempio santo di Dio, alleluia;
e a quanti giungerà quest’acqua
porterà salvezza
ed essi canteranno: alleluia, alleluia.

Fatta l’aspersione, il sacerdote ritorna alla sede e guida la preghiera universale, alla quale per la prima volta prendono parte i neofiti. 
Non si dice il Credo. 
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La Liturgia di Domenica 10 Aprile 2022

10/4/2022

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 DOMENICA DELLE PALME - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: ROSSO
COMMENTO AL VANGELO
Lucia di Fatima, quando era ancora bambina, un giorno raccontò alla piccola beata Giacinta la storia della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. La piccola Giacinta, di circa sei anni, ascoltava attentamente e da allora chiese a Lucia di ripetergliela spesso. E ogni volta che ascoltava il racconto delle sofferenze di Gesù piangeva e diceva: «Oh! Povero Signore! Io non devo fare più nessun peccato. Non voglio che il Signore abbia a soffrire ancora».
La piccola Giacinta di Fatima piangeva al sentir parlare della Passione del Signore, noi invece rimaniamo indifferenti. Il motivo è che noi abbiamo un cuore di pietra, insensibile e glaciale; la piccola Giacinta aveva invece un cuore puro, che amava davvero. Domandiamo al Signore la grazia di un cuore nuovo e meditiamo spesso la Passione del Signore, piangendo i suoi dolori e i nostri peccati.
San Leonardo da Porto Maurizio affermava che dalla mancanza di questa meditazione derivano tutti i nostri mali. Per questo motivo, egli esortava caldamente alla pia pratica della Via Crucis da lui ideata e da lui propagata in tutta l'Italia. Egli, dopo anni di predicazione popolare, così scriveva: «La causa di tutti i mali per noi va ricercata nel fatto che nessuno pensa alle realtà che dovrebbero costituire un oggetto di continua meditazione. Non c'è da meravigliarsi se ne consegue un completo disordine morale. La frequente meditazione sulla Passione di Cristo dà lumi salutari all'intelletto, fervore alla volontà e sincero pentimento dei propri peccati. Ho constatato quotidianamente, e toccato con mano, che il miglioramento dei cristiani è condizionato dalla pratica del pio esercizio della Via Crucis. Tale pratica è un antidoto ai vizi, un freno alle passioni, un incitamento efficace a una vita virtuosa e santa. Se terremo presente davanti agli occhi della mente l'acerbissima Passione di Cristo, non potremo non detestare il peccato e ci sentiremo trascinati a rispondere con amore alla carità di Cristo e ad accettare gioiosamente le inevitabili avversità della vita».
Contemplando il Crocifisso noi comprendiamo tutto l'amore di Dio per l'umanità e comprendiamo la bruttezza del peccato. Ogni volta che siamo presi dalla tentazione, pensiamo che con i nostri peccati noi mettiamo in Croce Gesù e rifiutiamo il dono della salvezza.
In questa breve riflessione vorrei prendere spunto da una frase che Gesù rivolse ai suoi Discepoli sul monte degli Ulivi. Nell'imminenza della sua Passione, Egli disse: «Pregate, per non entrare in tentazione». Con questo, il Signore ci insegna che la preghiera è la nostra migliore difesa contro il male, che essa è come l'arma del cristiano. Senza preghiera, inevitabilmente, soccomberemo. Gli Apostoli in quella occasione non pregarono, furono presi dal sonno e, al momento della prova suprema, quando Gesù fu condotto alla Croce, tutti, all'infuori di Giovanni, scapparono via spaventati. Così sarà per noi: se non pregheremo, non riusciremo a superare la tentazione.
L'evangelista Luca è l'unico che riporta il particolare del sudore di sangue. Il testo dice: «Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra». Questo particolare ci rivela tutta la sofferenza che Gesù provò al monte degli Ulivi durante quella preghiera. In quel momento, Gesù vedeva ciascuno di noi, vedeva tutti i nostri peccati, vedeva tutti quelli che avrebbero rifiutato il dono della sua salvezza, e per essi provava un'angoscia mortale.
In qualche modo, vogliamo stare con Gesù ed essergli di conforto in questa agonia. Gesù, in quel momento, vedeva anche tutte le nostre preghiere, le nostre riparazioni, le nostre Adorazioni eucaristiche. Sull'esempio di tanti Santi, prendiamo la buona abitudine di fermarci anche a lungo in chiesa, davanti al Tabernacolo, con l'intenzione di consolare Gesù e di coprire con la nostra devozione tutti i peccati che si commettono nel mondo.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Commemorazione dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme

ANTIFONA
Osanna al Figlio di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
è il Re d'Israele.
Osanna nell'alto dei cieli. (Mt 21,9)

Il sacerdote dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Quindi il sacerdote rivolge al popolo una breve esortazione, per illustrare il significato del rito e per invitarlo a una partecipazione attiva e consapevole:

Fratelli e sorelle,
fin dall’inizio della Quaresima
abbiamo cominciato a preparare i nostri cuori
attraverso la penitenza e le opere di carità.
Oggi siamo qui radunati affinché con tutta la Chiesa
possiamo essere introdotti al mistero pasquale
del nostro Signore Gesù Cristo, il quale,
per dare reale compimento alla propria passione e risurrezione,
entrò nella sua città, Gerusalemme.
Seguiamo perciò̀ il Signore,
facendo memoria del suo ingresso salvifico con fede e devozione,
affinché́, resi partecipi per grazia del mistero della croce,
possiamo aver parte alla risurrezione e alla vita eterna.

Dopo questa mozione, il sacerdote dice a mani giunte una delle orazioni seguenti:

Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
benedici + questi rami [di ulivo],
e concedi a noi tuoi fedeli,
che accompagniamo esultanti il Cristo,
nostro Re e Signore,
di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.


oppure:
Preghiamo.
Accresci, o Dio, la fede di chi spera in te,
e concedi a noi tuoi fedeli,
che rechiamo questi rami
in onore di Cristo trionfante,
di rimanere uniti a lui,
per portare frutti di opere buone.
Per Cristo nostro Signore.
​R. Amen.

E senza nulla dire, asperge i rami con l'acqua benedetta.
Segue la proclamazione del Vangelo dell'ingresso del Signore. 


VANGELO (Lc 19,28-40)  
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.  

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre»

Dopo il Vangelo si può fare, secondo le circostanze, una breve omelia. Per dare l'avvio alla processione, il celebrante, o un altro ministro, può fare un'esortazione con queste parole: 

Imitiamo, fratelli carissimi, le folle di Gerusalemme, che acclamavano Gesù, Re e Signore, e avviamoci in pace.

Ha quindi inizio la processione verso la chiesa, nella quale si celebra la Messa. Durante la processione, il coro e il popolo eseguono i canti adatti alla celebrazione. 

Colletta
Dio onnipotente ed eterno,  
che hai dato come modello agli uomini  
il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore,  
fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce,  
fa’ che abbiamo sempre presente  
il grande insegnamento della sua passione,  
per partecipare alla gloria della risurrezione.  
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Is 50,4-7)
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso.

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare 
una parola allo sfiduciato. 
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 21)
Rit: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!». ​R.

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa. ​R.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto. R.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele. ​R.

SECONDA LETTURA (Fil 2,6-11) 
Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.

Cristo Gesù, 
pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio 
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre. 

VANGELO (Lc 22,14-23,56) 
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca

- Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione
Quando venne l’ora, [Gesù] prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio».

- Fate questo in memoria di me
Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».

- Guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.

- Io sto in mezzo a voi come colui che serve
E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele.

- Tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli
Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».

- Deve compiersi in me questa parola della Scrittura
Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!».

- Entrato nella lotta, pregava più intensamente
Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

- Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?
Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».

- Uscito fuori, Pietro, pianse amaramente
Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

- Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?
E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.

- Lo condussero davanti al loro Sinedrio
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro Sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

- Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna
Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.

- Erode con i suoi soldati insulta Gesù
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.

- Pilato abbandona Gesù alla loro volontà
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.

- Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.

- Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.

- Costui è il re dei Giudei
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

- Oggi con me sarai nel paradiso
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

- Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.

- Giuseppe pone il corpo di Gesù in un sepolcro scavato nella roccia
Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del Sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatèa, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.
​
oppure:
VANGELO Forma breve (Lc 23,1-49) 
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca

- Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna
In quel tempo, tutta l’assemblea si alzò; condussero Gesù da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.

- Erode con i suoi soldati insulta Gesù
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.

- Pilato abbandona Gesù alla loro volontà
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.

- Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.

- Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.

- Costui è il re dei Giudei
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

- Oggi con me sarai nel paradiso
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

- Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
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La Liturgia di Domenica 3 Aprile 2022

3/4/2022

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V DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VIOLA
COMMENTO AL VANGELO
I farisei cercano di mettere in difficoltà Gesù, presentandogli una donna sorpresa in flagrante adulterio. La Legge mosaica imponeva la lapidazione per donne del genere, e ora i farisei chiedono il parere a Gesù. Se avesse apertamente detto di no alla lapidazione, Egli sarebbe andato contro la Legge mosaica; se avesse detto di sì, avrebbe trasgredito la legge romana che proibiva la lapidazione, e inoltre sarebbe andato contro il suo stesso messaggio di misericordia.
Inizialmente Gesù si mette a scrivere con il dito per terra. Questo particolare, apparentemente indifferente, ha anch'esso la sua importanza: prima di tutto esprime tutto il suo disinteresse per le trame dei farisei e, in secondo luogo, si riferiscono probabilmente a quanto scriveva il profeta Geremia: «Quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere, perché hanno abbandonato la fonte di acqua viva, il Signore» (17,13). Con questo gesto simbolico Gesù fa capire ai suoi interlocutori che anch'essi erano pieni di peccati, che avevano anch'essi abbandonato il Signore, la fonte di acqua viva.
Gesù allora dice: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7). A questa risposta di Gesù viene in mente quanto scrive, nella sua Regola, san Francesco d'Assisi: «Ciascuno giudichi e disprezzi se stesso». Non possiamo condannare il nostro prossimo quando siamo noi ad essere carichi di peccati. Sempre pronti a puntare il dito contro il nostro fratello, noi siamo molto bravi a scusare i nostri difetti. Sull'esempio dei Santi dobbiamo fare invece il contrario.
Dopo questa frase di Gesù, se ne andarono tutti via, «uno per uno, cominciando dai più anziani» (Gv 8,9). Rimangono allora soli, la misera e la Misericordia, come scriveva sant'Agostino. Gesù non condanna la donna peccatrice e neppure l'approva, ma l'incoraggia sulla via del ritorno, della conversione, dicendole: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più» (Gv 8,11).
Gesù perdona la donna peccatrice e questa frase: «Va' e d'ora in poi non peccare più», Gesù la ripete anche a noi ogni volta che ci accostiamo al sacramento della Confessione. Siamo peccatori e, in quella donna adultera, c'eravamo anche noi, che troppe volte siamo infedeli a Dio, ci allontaniamo dalla Fonte d'acqua viva e ci imbrattiamo nel fango della nostra miseria.
Il Vangelo di oggi è un invito a una profonda conversione, a iniziare una vita nuova e a lasciarci dietro le spalle il nostro passato fatto di peccati e di infedeltà. Nella prima lettura abbiamo ascoltato le parole del profeta Isaia il quale esortava: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche» (43,18); e, ancora più chiaramente san Paolo, nella seconda lettura di oggi, così scriveva ai Filippesi: «Dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù» (Fil 3,13-14).
Dimenticarsi dei peccati passati significa pentirsi profondamente e avere un sincero proposito di non commetterli mai più, costi quel che costi. Come Dio li dimentica, così anche noi dobbiamo cancellarli definitivamente e iniziare una vita nuova.
Il Vangelo di oggi ci insegna inoltre a non considerare il peccato del prossimo, a non condannare il fratello. Questo è il giusto atteggiamento da prendere nei confronti dei peccatori. Gesù odia profondamente il peccato, ma ama immensamente il peccatore. Così dobbiamo fare anche noi: rispettare e amare il peccatore, ma combattere senza mezze misure il peccato.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria

Colletta
Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso,
perché con la tua grazia possiamo camminare sempre
in quella carità che spinse il tuo Figlio
a consegnarsi alla morte per la vita del mondo.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta
Dio di misericordia,
che hai mandato il tuo Figlio unigenito
non per condannare ma per salvare il mondo,
perdona ogni nostra colpa,
perché rifiorisca nel cuore
il canto della gratitudine e della gioia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Is 43,16-21)
Ecco, io faccio una cosa nuova e darò acqua per dissetare il mio popolo.

​Così dice il Signore,
che aprì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi a un tempo;
essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
si spensero come un lucignolo, sono estinti:
«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto,
fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 125)
Rit. Grandi cose ha fatto il Signore per noi

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia. R.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia. R.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia. R.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni. R.

SECONDA LETTURA (Fil 3,8-14)
A motivo di Cristo, ritengo che tutto sia una perdita, facendomi conforme alla sua morte.

Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

VANGELO (Gv 8,1-11)
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
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