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La Liturgia di Domenica 29 Dicembre 2019

29/12/2019

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SANTA FAMIGLIA DI GESU' - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado delle Celebrazioni: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Contempliamo la Santa Famiglia e, nelle parole del vangelo di questa festività, consideriamo Gesù, Maria e Giuseppe. 
Subito dopo l’adorazione dei Magi, Matteo narra nel suo Vangelo la fuga in Egitto, la strage degli innocenti e il ritorno dall’Egitto: tre episodi collegati alla storia della Santa Famiglia e presentati nel Vangelo come altrettanti compimenti di profezie dell’Antico Testamento. 
L’angelo del Signore è apparso in sogno a Giuseppe e gli ha detto: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. 
Dio, colui che è il Salvatore, agisce in diversi modi. 
Un tempo aveva salvato un altro Giuseppe, sempre in Egitto, facendo sì che sfuggisse ai suoi fratelli, uscisse dalla prigione e avesse, infine, autorità e potere per aiutare i suoi fratelli e l’intera famiglia di Giacobbe, suo padre. Davvero Dio salva in diversi modi. Questa volta salva la Santa Famiglia grazie all’aiuto di un altro “giusto”: san Giuseppe, spinto ad obbedire alle parole dell’angelo proprio dalla sua fiducia nel disegno divino e nel compimento della volontà celeste. 
“Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto”, proprio mentre Betlemme e i dintorni stavano per risuonare di pianti e lamenti, provocati dalla strage degli innocenti. Dopo la morte di Erode, sempre obbedendo alle parole dell’angelo, Giuseppe ritorna dall’Egitto, portando con sé Gesù e Maria, per stabilirsi a Nazaret. 
La fede in Dio e l’obbedienza alla sua parola possono cambiare il cammino della nostra vita. Così, è per la nostra salvezza che Dio ha salvato la Santa Famiglia. 
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, nostro Padre, 
che nella santa Famiglia 
ci hai dato un vero modello di vita, 
fa’ che nelle nostre famiglie 
fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, 
perché, riuniti insieme nella tua casa, 
possiamo godere la gioia senza fine. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

oppure: 
Colletta
O Dio, nostro creatore e Padre, 
tu hai voluto che il tuo Figlio, 
generato prima dell’aurora del mondo, 
divenisse membro dell’umana famiglia; 
ravviva in noi la venerazione 
per il dono e il mistero della vita, 
perché i genitori si sentano partecipi 
della fecondità del tuo amore, 
e i figli crescano in sapienza, età e grazia, 
rendendo lode al tuo santo nome. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sir 3, 3-7.14-17)
Chi teme il Signore onora i genitori.

Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà 
e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno, 
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa. 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 127)
Rit: Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.    

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.    

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

SECONDA LETTURA (Col 3,12-21)
Vita familiare cristiana, secondo il comandamento dell’amore.

Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. 
Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.

VANGELO (Mt 2,13-15.19-23)
Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». 
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

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La Liturgia di Mercoledi 25 Dicembre 2019

25/12/2019

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S. NATALE DEL SIGNORE GESU' - RITO ROMANO
MESSA DELLA NOTTE - MESSA DELL'AURORA - MESSA DEL GIORNO
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Grado delle Celebrazioni: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
NATALE
Ancora Natale. Ancora qui, tutti.
Pieni di luce, come dovrebbe essere, come Dio vuole che sia.
Pieni di nulla, come cerca di farci diventare la festa senza festeggiato buona solo a suscitare emozioni e far vendere prodotti.
Pieni di angoscia, come i troppi che vivono Natale come una maledizione da finire quanto prima e che no, non sono raggiunti da nessun angelo che li conduca a vedere quella stalla.
Eppure, in tutto questo, ala leggerezza di Dio invade ogni angolo, acquieta ogni paura, converte il cuore di chi si lascia stupire, sorprendere, stordire, commuovere.
Chi mai avrebbe potuto inventare un'assurdità del genere?
Chi mai avrebbe potuto farci credere la più incredibile delle notizie?
Dev'essere vero Natale, perché solo Dio poteva osare tanto. Dev'essere vero, perché è da pazzi immaginare una cosa del genere.
La notizia di un Dio che diventa uomo. Che si fa accessibile, incontrabile, carne e sangue, tenerezza e calore, fragilità e compassione.
Sentimenti, stanchezza, emozioni, fame e sete, caldo e freddo.
Non esiste più un confine che separi umano e divino.
Ora egli è qui.

Perché?
Perché lo ha fatto? Che senso ha? Perché mai Dio avrebbe dovuto abbandonare la sua perfezione per venire a conoscere la nostra miseria?
Per voi è nato un Salvatore.
Sono i pastori, gli ultimi, i perdenti, gli sconfitti del tempo di Gesù ad avere l'onore di essere degni della spiegazione di Dio.
Dio si è fatto uomo perché ci ama. E più siamo fragili e maldestri, più abbiamo conosciuto miseria e disperazione, come i pastori, e più ci ama. Non in virtù dei nostri meriti, ma in proporzione alle nostre necessità.
Dio si è fatto uomo per salvarci, per condurci a salvezza che è la pienezza della vita.
Per portare a compimento quell'anelito insopprimibile che egli ha messo nel profondo del nostro cuore. Una voce intima, assoluta, che nemmeno il caos debordante in cui riusciamo a vivere riesce a zittire.
Per dire ad ogni uomo che il fango è impastato di scintilla divina. Che, da ora e per sempre, umano e divino convivono in uno stesso corpo.
Il corpo di un neonato.

Vagiti
Solo la nudità disarmante di un neonato avrebbe potuto convertire la nostra durezza. Durezza di peccato e di tenebra, ma anche di pianto e di dolore.
E lì, davanti a quel bambino che allatta dal seno acerbo di un'adolescente colma di Dio, che i pastori e i magi e noi pieghiamo le ginocchia.
Allora Dio è così? Fino a questo punto? La sua parabola si è consumata fra una mangiatoia ed una croce? Sì, è così. Ora Dio ha un volto, questo volto.
E ci spiazza, ci destabilizza, ci imbarazza.
Perché Dio osa consegnarsi, diventando il per sempre segno di contraddizione.
Un Dio da accogliere cullandolo fra le braccia.
O da annientare e perseguitare, cancellare e uccidere.
Un Dio che ribalta ciò che pensiamo di lui. E che illumina ciò che siamo noi.
O che potremmo diventare.

Come i pastori
Se davvero, oggi, avremo il coraggio di lasciare alle spalle tutto. Il tutto ingombro delle attese, del clima natalizio, delle ferite purulente, dell'indifferenza, della melassa che tutto soffoca. Se avremo il coraggio di seguire i tanti angeli che Dio continuamente ci invia, allora, forse, arriveremo alla mangiatoia.
Dio si comunica sempre e solo attraverso ciò che riusciamo a conoscere, come la mangiatoia per dei pastori. E, dopo averlo visto, potremo tornare alla nostra vita lodando Dio a gran voce.
La stessa vita che i pastori, due ore prima, maledivano, ora possiede luce sufficiente per essere trasformata.
Questo è l'augurio più bello che oggi possiamo scambiarci.
Che la venuta di Dio allaghi di luce il nostro sguardo perché la vita cambi.

Dev'essere
Dev'essere bello vivere, ed essere umani, e gioire, amare, crescere, lottare, piangere, se Dio ha voluto condividere tutto questo. Dev'essere bello se Dio ha divinizzato ogni gesto e ogni sussulto.
Deve essere straordinario diventare capaci di accorgerci quanto siamo amati.

Buon Natale, cercatori di Dio.
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LITURGIA DELLA PAROLA
NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA NOTTE

Colletta
O Dio, che hai illuminato questa santissima notte 
con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, 
concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo 
nei suoi misteri, 
di partecipare alla sua gloria nel cielo. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 9,1-6)
Ci è stato dato un figlio.

Dal libro del profeta Isaìa
Il popolo che camminava nelle tenebre 
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia, 
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine 
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.    

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

SECONDA LETTURA (Tt 2,11-14) 
È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.

Dalla lettera di san Paolo Apostolo a Tito 

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. 
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

VANGELO (Lc 2,1-14) 
Oggi è nato per voi il Salvatore.

+ Dal Vangelo di Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELL'AURORA

Colletta
Signore, Dio onnipotente, 
che ci avvolgi della nuova luce 
del tuo Verbo fatto uomo, 
fa’ che risplenda nelle nostre opere 
il mistero della fede 
che rifulge nel nostro spirito. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 62,11-12)
Ecco, arriva il tuo Salvatore.

Dal libro del profeta Isaìa
Ecco ciò che il Signore fa sentire
all’estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Li chiameranno Popolo santo,
Redenti del Signore.
E tu sarai chiamata Ricercata,
Città non abbandonata».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 96)
Rit: Oggi la luce risplende su di noi.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria.    

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

SECONDA LETTURA (Tt 3,4-7) 
Ci ha salvati per la sua misericordia.

Dalla lettera di san Paolo Apostolo a Tito 

Figlio mio, 
quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, 
e il suo amore per gli uomini, 
egli ci ha salvati, 
non per opere giuste da noi compiute, 
ma per la sua misericordia, 
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, 
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza 
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, 
affinché, giustificati per la sua grazia, 
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

VANGELO (Lc 2,15-20) 
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.

+ Dal Vangelo di Luca

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

NATALE DEL SIGNORE - MESSA DEL GIORNO

Colletta
O Dio, che in modo mirabile 
ci hai creati a tua immagine, 
e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, 
fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, 
che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana. 
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Is 52,7-10)
Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Dal libro del profeta Isaìa
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit: Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.    

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

SECONDA LETTURA (Eb 1,1-6) 
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dalla lettera agli Ebrei

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

VANGELO (Gv 1,1-18) 
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

+ Dal Vangelo di Giovanni

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

oppure:
VANGELO Forma breve (Gv 1,1-5.9-14):
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

+ Dal Vangelo di Giovanni

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
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La Liturgia di Domenica 22 Dicembre 2019

21/12/2019

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IV DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA' DOMENICALE
Colore liturgico: VIOLA
COMMENTO AL VANGELO
NON TEMERE...
​
Non temere Giuseppe

Nelle scorse settimane ci hanno parlato Isaia, il profeta lontano, vissuto circa 7 secoli prima del Messia, che lo annunciava come colui che doveva venire; il Battista, il profeta vicino che lo annunciava come già presente, e Maria che non lo indicava e annunciava per niente, ma lo portava addirittura in grembo...Oggi abbiamo un'annunciazione e un Angelo, ma la destinataria non è Maria e l'angelo non è Gabriele. Il destinatario è Giuseppe e l'Angelo non si sa come si chiami. Ma il messaggio dell'angelo è sempre uguale: "non temere Giuseppe" come già era stato detto a Maria.

La fede di Giuseppe

Se il tempo d'Avvento è un tempo particolarmente adatto per ricordare la tutta pura, l'Immacolata, lo è anche per ricordare Giuseppe, colui che ricevette in sogno la visita di un Angelo e fu chiamato a diventare il custode privilegiato del Figlio di Dio. Anche la fede di Giuseppe, come quella di Maria, è fede in una promessa umanamente irrealizzabile. E' fede nel miracolo, fede in Dio solo, perché la parola di Dio è parola di Dio: non può non essere vera e non realizzarsi prima o poi. Entrambi trovarono grazia presso Dio; entrambi furono lodati per la loro fede in una promessa umanamente irrealizzabile senza chiedere garanzie. Ma Maria dovette giungere fino ai piedi della Croce senza poter rifuggire da quella tremenda spada che, sul Calvario, le trapasserà l'anima.

Quanti "no" insensati abbiamo detto?

Quante volte, noi invece, siamo tentati di trovare motivi legittimi, sensati, ragionevoli per eludere alcune richieste del Signore su pretesto che quel che ci chiede è umanamente impossibile, è pura follia agli occhi del mondo, non rientra negli schemi del "politicamente corretto"ecc. Quanti motivi legittimi e sensati per dire "no". Ma sarebbero dei "no" insensati. Se Maria avesse fatto così, non avremmo avuto il Salvatore del mondo.
Chiediamo la grazia alla Madonna di capire che la fede è salto nel vuoto, è dire "sì" quando questo "sì" sembra irragionevole, irrealizzabile, insensato. E' andare al di là delle nostre piccole vedute, sapendo che la fede non è mai contro la ragione, ma oltre la ragione. E solo allora, dopo il salto nel vuoto, conosceremo veramente Dio. Il Dio vivo e vero e non l'idea che ci eravamo fatti di Lui.

Le quattro candele

Quattro candele bruciavano lentamente e silenziosamente, sull'altare. Il silenzio era così denso che si poteva udire la conversazione delle quattro fiammelle. La prima disse: "Io sono la candela della pace, ma nel mondo ci sono guerre, divisioni, rivalità anche tra amici e parenti e nessuno viene più a cercarmi". E si spense. La seconda disse: "Io sono la candela della fede, ma tutti vogliono solo sempre vedere e toccare e mai credere, così nessuno viene più a cercarmi". E si spense. La terza disse: "Io sono la candela della gioia, ma nel mondo c'è tanto pessimismo, scoraggiamento e tristezza e nessuno viene più a cercarmi". E si spense. In quel momento arrivò un bambino che, vedendo le tre candele spente, si mise a piangere e disse: " Ma perché vi siete spente, così c'è troppo buio, qua! ". Allora prese la parola la quarta candela e disse: "Non piangere bambino, finché la mia fiammella rimane accesa, niente è perduto, perché con quella puoi accendere tutte le altre. Sai chi sono io? Sono la candela della speranza". Allora il bimbo prese la Candela della speranza e con essa, accese tutte le altre.
Ecco cos'è il tempo d'Avvento: tempo di speranza! Chiediamo al Signore di mettere sempre sul nostro cammino, una candela della speranza.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria.

Colletta
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, 
tu, che nell’annunzio dell’angelo 
ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, 
per la sua passione e la sua croce 
guidaci alla gloria della risurrezione. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

oppure: 
Colletta
O Dio, Padre buono, 
tu hai rivelato la gratuità e la potenza del tuo amore, 
scegliendo il grembo purissimo della Vergine Maria 
per rivestire di carne mortale il Verbo della vita: 
concedi anche a noi 
di accoglierlo e generarlo nello spirito 
con l’ascolto della tua parola, 
nell’obbedienza della fede. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 7,10-14)
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.

In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».
Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 23)
Rit: Ecco, viene il Signore, re della gloria.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

SECONDA LETTURA (Rm 1,1-7) 
Gesù Cristo, dal seme di Davide, Figlio di Dio.

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

VANGELO (Mt 1,18-24) 
Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

ESEGESI di Padre Michelini
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La Liturgia di Domenica 15 Dicembre 2019

15/12/2019

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III DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA' DOMENICALE
Colore liturgico: ROSA o VIOLA
COMMENTO AL VANGELO
Sei tu quello che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?
Se ci fosse una classifica delle domande più impertinenti del Vangelo, questa vincerebbe un premio.
Giovanni il battezzatore è scosso.

Scosso da suo destino. È gettato nel buio di una cella, nei fianchi della collina che sorregge l'arrogante palazzo estivo di Erode, a picco sulla valle del Giordano. È scosso perché le grazie acerbe di una spregiudicata adolescente hanno piegato la volontà di un pavido re incapace di gestire i propri ormoni.
È scosso soprattutto per le notizie che gli giungono da lontano.
Dalla predicazione del Nazareno.

Nessuna ascia. Nessun albero tagliato. Nessuna rivoluzione. Nessuna folla esaltata.
Niente.
Giovanni è scosso. E se si fosse sbagliato?

E quanta compassione suscita il dubbio di un profeta. Di quel profeta.
Eppure il più grande fra gli uomini è scosso dal dubbio. Quello bastardo, folle, inatteso.
Come quando hai passato la vita a fare il prete e ti chiedi se è stata davvero una tua scelta libera.
Come quando ti chiedi se il coniuge che hai accanto e che ti ha dato dei figli è la persona giusta.
Come quando vedi le cose in cui credi essere messe in discussione, e la grande opera pastorale che hai vissuto rasa al suolo dal successore del prete che ti ha insegnato Dio.
Come quando vedi i tuoi compagni di fede, lamentarsi gli uni degli altri e accusarsi, come scrive, caustico, Giacomo apostolo.
Se il più grande dei profeti ha avuto un dubbio così devastante, perché non io?

Sei tu?
Sei tu quello che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?
Questa storia che si incarta sempre negli stessi errori si può salvare?
Questo uomo che cresce in ogni conoscenza ma non nella saggezza, si può redimere?
E di più e peggio: questo Dio che si è svelato, alla fine, ha cambiato qualcosa?
Cosa stiamo per celebrare fra qualche settimana? Una innocua e insopportabile fiera della bontà?
Dubbi su dubbi. Dubbi che vedo diffondersi in questa lunga notte dell'uomo, in questa ipertrofia dell'anima.
Dubbi che mi vengono confidati da questo pulpito di byte, di persone belle, di chi ci ha creduto, di chi si è giocato fino in fondo.
Lo ha avuto Giovanni questo coraggio e lo abbiamo anche noi.
E se ci fossimo sbagliati?

Andate a dire a Giovanni
Gesù non dà una risposta ai discepoli del Battista. E nemmeno a noi.
Ci lascia nel dubbio. Ci obbliga a fare un salto. A vedere oltre.
E riprende la profezia di Isaia che abbiamo appena letto.

I ciechi vedono. I sordi odono. I muti parlano. I morti risorgono.
Sì, è vero. Ma quanti ciechi e sordi e muti e morti sono rimasti tali.
Nulla di eclatante, briciole, segni sfumati.
È lo sguardo che cambia.

Gesù non rassicura Giovanni. Non rassicura noi. Ci dice di spalancare lo sguardo.
Dice a Giovanni e a noi: guardati intorno.

Guardiamoci intorno e riconosciamo i segni della presenza di Dio: quanti amici hanno incontrato Dio, gente disperata che ha convertito il proprio cuore, persone sfregiate dal dolore che hanno imparato a perdonare, fratelli accecati dall'invidia o dalla cupidigia che hanno messo le ali e ora sono diventati gioia e bene e amore quotidiano, crocefisso, donato.
Guarda, Giovanni, guarda i segni della vittoria silenziosa della venuta del Messia.
Anch'io li ho visti, quei segni.

Anch'io ho visto la forza dirompente del Vangelo, ho visto persone cambiare, guarire, scoprire. Anch'io ho visto nelle pieghe del nostro mondo corrotto e inquieto gesti di totale gratuità, vite consumate nel dono e nella speranza, squarci di fraternità in inferni di solitudine ed egoismo.
Ho visto e vedo i tanti segni del Regno.
​

Cosa siete andati a vedere?
E Gesù rilancia.
Cosa siete andati a vedere?

Non dice a sentire. Perché Giovanni e la sua vita sono il suo annuncio e la sua profezia.
Perché le parole non bastano, non servono, a volte sono in contraddizione con quanto diciamo.
Giovanni no: è un profeta asciutto e rude, consumato dal vento e dal fuoco di Dio.
E questo fuoco si vede da lontano.
Di questo, forse, dovremmo preoccuparci. Diventare noi quella profezia.
Davanti ai tanti che si chiedono se dobbiamo aspettarne un altro, Gesù indica a Giovanni i tanti segni della presenza di Dio e ai suoi discepoli Giovanni, profezia vivente.
Poco meno di quindici giorni al Natale, per guardare oltre, altrove, riconoscere i segni, magari diventare segno di speranza per i tanti (troppi, sempre di più) che a Natale si sentono soli come cani.
E lo sono davvero.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria.

Colletta
Guarda, o Padre, il tuo popolo, 
che attende con fede il Natale del Signore, 
e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza 
il grande mistero della salvezza. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

oppure:
Colletta 
Sostieni, o Padre, con la forza del tuo amore 
il nostro cammino incontro a colui che viene 
e fa’ che, perseverando nella pazienza, 
maturiamo in noi il frutto della fede 
e accogliamo con rendimento di grazie 
il vangelo della gioia. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 35,1-6.8.10)
Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi.

Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete! 
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina. 
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 145)
Rit: Vieni, Signore, a salvarci.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.    

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

SECONDA LETTURA (Gc 5,7-10) 
Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.

Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.

VANGELO (Mt 11,2-11) 
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». 
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

ESEGESI di Padre Michelini
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La Liturgia di Domenica 8 Dicembre 2019

8/12/2019

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IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA B.V. MARIA - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA' DOMENICALE
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Maria la bella viene proposta come modello di accoglienza della Parola: è la sua concreta disponibilità, il suo entusiasmo adolescenziale a rendere possibile l'incarnazione. A partire dalla sconosciuta Nazareth.

Dio sceglie di diventare uno di noi. Ma decide di iniziare da un minuscolo e sconosciuto paesino in periferia. Periferia di un paese, Israele, che è la periferia dell'Impero. Chi nasce a Nazareth ha un solo futuro: restarci. Nessuna possibilità di riscatto, nessun bel finale, nessuna reale opportunità, nessuna alternativa ad una vita semplice e povera, fatta di stenti al limite della sopravvivenza. Dio sceglie Nazareth. Noi fuggiamo la Nazareth in cui viviamo. La consideriamo all'origine del nostro fallimento, la ragione della nostra tristezza. Nazareth ci tarpa le ali, ci impedisce di emergere, di farci conoscere. Se Dio sceglie Nazareth come luogo da cui partire per salvare il mondo, ribalta il tavolo delle nostre certezze. Ridefinisce la logica del mondo. Fino a quando non imparo ad amare la mia Nazareth, a rispettarla, a riconoscerne i pregi, passerò il tempo a lamentarmi contro il fato che mi ha fatto nascere in questa periferia esistenziale, in questa città, con questi genitori, con questo corpo, con questi limiti... Nella logica di Dio, sconvolgente, destabilizzante, altra, alta, è proprio da Nazareth che inizia la storia. Anche la mia.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine  
hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio,  
e in previsione della morte di lui  
l’hai preservata da ogni macchia di peccato,  
concedi anche a noi, per sua intercessione,  
di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gen 3,9-15.20)
Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».  
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

SECONDA LETTURA (Ef 1,3-6.11-12)
In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo.

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

VANGELO (Lc 1,26-38)
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». 
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

ESEGESI di Padre Michelini
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La Liturgia di Domenica 1 Dicembre 2019

1/12/2019

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I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA' DOMENICALE
Colore liturgico: VIOLA
COMMENTO AL VANGELO
Di già?
Riparte l'avvento, l'anno liturgico nuovo, il percorso verso il Natale.
Ciò significa che fra un mese saremo di nuovo a tavola ad aprire i doni e a farci gli auguri.
Almeno chi ha qualcuno con cui sedersi e quattro soldi per comprare un regalo.
E ci guardiamo intorno, spaesati, come chi, dopo una lunga notte di battaglia, vede il bagliore dell'aurora a oriente. Siamo troppo stanchi per gioire. Troppe ferite da curare. Troppa emorragia di speranza per prendere sul serio i poco convinti inviti alla gioia che cominciamo a vedere in televisione.
Arriva Natale, certo, e noi qui in mezzo al campo di battaglia.
Intenti a cercare il fine, non a invocare la fine.
Abbiamo assoluto bisogno di fermarci, almeno qualche minuto, di guardare dove stiamo andando, di trovare un filo a cui appendere, come dei panni, tutte le nostre vicende.
Oggi inizia l'avvento: ne avevo bisogno, sinceramente.

Anelito
Sono quattro settimane che ci preparano al Natale, un'arca si salvezza che ci viene data per ritagliarci uno spazio di consapevolezza.
Un mese per preparare una culla per Dio, fosse anche in una stalla. Non siamo qui a far finta che poi Gesù nasce: è già nato nella storia, tornerà nella gloria. Ma ora chiede di nascere in me.
Qui, ora, oggi.
In mezzo alla crisi di un mondo in disfacimento, in mezzo ai mille casini che devo quotidianamente affrontare, strappando con i denti un tempo per vivere sul serio.
Io voglio prepararmi, ho bisogno di capire come posso trovare il Dio diventato accessibile, fatto volto, divenuto incontrabile. Voglio poterlo vedere questo Dio consegnato, arreso, palese, nascosto in mezzo agli sguardi e ai volti di tanti neonati.
Sono poche quattro settimane, lo so. Ma voglio provarci ancora.
Perché possiamo celebrare cento natali senza che mai una volta Dio nasca nei nostri cuori.
Come dice splendidamente Bonhoeffer: «Nessuno possiede Dio in modo tale da non doverlo più attendere. Eppure non può attendere Dio chi non sapesse che Dio ha già atteso lungamente lui».

Uno preso, uno lasciato
Iniziamo a leggere Matteo, da oggi. Il pubblicano divenuto discepolo, colui che si è fatto bene i conti in tasca, ci accompagna e ci incoraggia sull'impervia strada della conversione.
Il brano del Vangelo è faticoso e ostico e rischia di essere letto in chiave grottesca.
Gesù, al solito, è straordinario: cita gli eventi simbolici di Noè, dice che intorno a lui c'era un sacco di brava gente che venne travolta dal diluvio senza neppure accorgersene. Perciò ci invita a vegliare, a stare desti, proprio come fa Paolo scrivendo ai Romani.
E Gesù avverte: uno è preso, l'altro lasciato.
Uno incontra Dio, l'altro no.
Uno è riempito, l'altro non si fa trovare.
Dio è discreto, modesto, quasi timido, non impone la sua presenza, come la brezza della sera è la sua venuta. A noi è chiesto di spalancare il cuore, di aprire gli occhi, di lasciar emergere il desiderio.
Come? Non lo so, amici.
Io cerco di farlo ritagliandomi uno spazio quotidiano alla preghiera, per meditare la Parola. Alcuni tra voi riescono a prendersi una domenica pomeriggio per fare un paio d'ore di silenzio e di preghiera, altri fanno una piccola deviazione andando al lavoro per entrare in una chiesa. Se vissuti bene, aiutano anche i simboli del Natale cristiano: preparare un presepe, addobbare un albero, partecipare alla novena. Facciamo qualcosa, una piccola cosa, per chiederci se Cristo è nato in noi, per non lasciarci travolgere dal diluvio di parole e cose che ognuno vive.
Ma, ad aggravare la nostra situazione, non dobbiamo solo combattere contro la dimenticanza.
Ci tocca pure combattere contro il finto natale.

Vendesi
Non capisco perché una festa splendida, la festa che celebra la notizia dell'inaudito di Dio che irrompe nel mondo, sia stata travolta dalla melassa del buonismo natalizio.
È un dramma, il Natale, è la storia di un Dio presente e di un uomo assente.
Non c'è proprio nulla da festeggiare, non abbiamo fatto una gran bella figura, la prima volta.
Natale è un pugno nello stomaco, una provocazione, un evento che obbliga a schierarsi.
Natale è l'arrendevolezza di Dio che ci obbliga a conversione.
Quindi: viva i regali, viva la festa. Ma che sia autentico ciò che facciamo, che sia presente il festeggiato, Dio, alle nostre ipercaloriche cene, che i bimbi capiscano che è il suo compleanno, e a noi fanno i regali.

Svendesi
In questi anni ho visto con sgomento che il Natale, per i poveri veri, per chi ha subito un abbandono, un trauma, un lutto, è diventato una festa odiosa e insostenibile.
Di fronte alle immagini stereotipate della famiglia felice intorno all'albero e armonia e canti di angeli che ci propinano i media, chi, invece, vive affettività fragili e solitudini, è travolto da un insostenibile dolore.
E questo mi fa impazzire di rabbia.
Il Dio dei poveri, il Dio che viene per i pastori, emarginati del tempo, il Dio che non nasce nel Tempio di Gerusalemme, ma nella grotta di Betlemme, viene sostituto dal Dio piccino del nostro ipocrita buonismo. Se i nonni soli, se le persone abbandonate, se i feriti dalla vita non hanno un sussulto di speranza nella notte di Natale, significa che il nostro annuncio è ambiguo, travolto e sostituito da un inutile messaggio di generica pace.
Esagero? Voglia Dio che sia così.
Tra quattro settimane celebreremo il Natale.
Non giochiamo a far finta che poi Gesù nasce, Gesù è già nato, morto e risorto, vive accanto a me.
Il problema è, semmai, se io sono rinato.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria

Colletta
O Dio, nostro Padre, 
suscita in noi la volontà 
di andare incontro con le buone opere 
al tuo Cristo che viene, 
perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria 
a possedere il regno dei cieli. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

oppure:
Colletta 
Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, 
rialza il capo dell’umanità oppressa da tanti mali 
e apri i nostri cuori alla speranza, 
perché sappiamo attendere senza turbamento 
il ritorno glorioso del Cristo, giudice e salvatore. 
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Ger 33,14-16)
Farò germogliare per Davide un germoglio giusto.

Dal libro del profeta Geremìa

Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda. 
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. 
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 24)
Rit: A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.

SECONDA LETTURA (1Ts 3,12-4,2) 
Il Signore renda saldi i vostri cuori al momento della venuta di Cristo. 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Sal 84,8) 
Alleluia...
Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
Alleluia...

VANGELO (Lc 21,25-28.34-36) 
La vostra liberazione è vicina. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Attendiamo il Signore nella vigilanza. Chiediamo il dono della fede e della carità a Colui che conduce la Storia e la nostra vita verso la pienezza dei tempi e verso la beatitudine. 
Preghiamo insieme e diciamo: Vieni Signore Gesù. 

1. Perché la Chiesa si faccia prossima a tutte le persone che sono in attesa di un segno di solidarietà e speranza. Preghiamo.  
2. Perché i credenti si facciano annunciatori dei cieli nuovi e della terra nuova nell’impegno per la giustizia e per la pace. Preghiamo.  
3. Perché i poveri, gli emarginati e i dimenticati delle nostre città sperimentino nella sollecitudine delle comunità cristiane l’efficacia della salvezza portata da Gesù. Preghiamo.  
4. Perché la nostra comunità cresca e abbondi nell’amore vicendevole e verso tutti, per presentarsi in santità all’incontro con il Signore. Preghiamo. 

Padre e Signore della storia, volgi il tuo sguardo di misericordia alla tua Chiesa che attende la venuta del tuo Figlio, sostienila nel cammino verso di te, ed esaudisci le nostre preghiere. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. ​

ESEGESI di Padre Michelini
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