I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C - RITO ROMANO INIZIO NUOVO ANNO LITURGICO ========================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: VIOLA COMMENTO AL VANGELO È iniziato l'Avvento, ovvero il Tempo che ci prepara a festeggiare il Natale del Signore. In questo Tempo la Chiesa ci invita a riflettere sulla venuta del Signore. Vi è stata una prima venuta del Figlio di Dio sulla terra, a Betlemme. Questa prima venuta si è verificata nel silenzio e nel nascondimento: il Figlio di Dio è sceso su questa terra prendendo carne nel grembo della Vergine Maria. La Sacra Scrittura paragona questa discesa a quella della rugiada che irrora la terra, oppure a un germoglio che spunta da un ramo. Questa prima venuta è avvenuta nella povertà e nell'umiltà per insegnare a noi la via da percorrere se vogliamo raggiungere il Cielo. Vi è poi una seconda venuta che ci sarà alla fine dei tempi. Quest'ultima venuta sarà contraddistinta dalla gloria e dalla maestà: il Figlio di Dio verrà per giudicare il mondo intero e vi sarà la definitiva vittoria del bene sul male. Di queste due venute parlano le letture di oggi. La prima lettura si riferisce alla prima venuta. Il profeta Geremia, infatti, afferma: «In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra» (Ger 33,15). Della seconda venuta ci parla il Vangelo: «Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria» (Lc 21,27). Per prepararci a questa venuta, il Vangelo ci esorta a pregare con perseveranza: «Vegliate in ogni momento pregando» (Lc 21,36). Nessuno sa quando Gesù verrà nella gloria. Una cosa sola è certa: quel giorno verrà all'improvviso, quando meno ce lo aspetteremo. Il Signore dice: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso» (Lc 21,34). Ogni giorno dobbiamo essere pronti per l'incontro con Dio. Del resto, quando verrà la nostra ultima ora, quella per noi sarà la fine e dovremo rendere conto a Dio della nostra vita. Poco importa sapere quando verrà la fine del mondo! I vizi e i peccati appesantiscono il nostro cuore e ci impediscono di pensare al Cielo. Per prepararci all'incontro con Gesù, san Paolo, nella seconda lettura di oggi, ci esorta a comportarci rettamente, ricercando la nostra santificazione e l'amore fraterno. Egli, infatti, così scrive ai Tessalonicesi: «Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra di voi e verso tutti [...] per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità» (1Ts 3,12-13). Se faremo così anche noi, non avremo nulla da temere da quel giorno che verrà all'improvviso. Sarà un giorno di gioia per tutti quelli che amano il Signore, e un giorno di condanna per tutti quelli che moriranno in peccato mortale. Pertanto, la Chiesa ci esorta a confessarci spesso e a confessarci bene, sinceramente, con vivo pentimento e sincero proposito di non peccare più. Il modo migliore per vivere il Tempo dell'Avvento è quello di riordinare la nostra coscienza con un buon esame di coscienza, con una buona Confessione e con una preghiera più generosa. Un proposito molto bello potrebbe essere quello di leggere e meditare quotidianamente le letture della Messa. Da questa meditazione scaturiranno certamente dei propositi di miglioramento. Un altro proposito ci viene indicato dalla Colletta, ovvero dalla preghiera iniziale della Messa. Con quella preghiera abbiamo chiesto a Dio di suscitare in noi la volontà di andare incontro a Gesù con le buone opere. Il campo delle opere buone è sconfinato. L'Avvento sarà il tempo propizio per individuare cosa potremo fare concretamente. Riassumendo, possiamo dire che la preghiera e le opere buone devono essere il nostro proposito: allora il Natale che si sta avvicinando sarà il più bello della nostra vita, e Gesù tornerà a nascere nel nostro cuore. LITURGIA DELLA PAROLA Non si dice il Gloria Colletta O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell’umanità oppressa dal male e apri i nostri cuori alla speranza, perché attendiamo vigilanti la venuta gloriosa di Cristo, giudice e salvatore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA (Ger 33,14-16) Farò germogliare per Davide un germoglio giusto. Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia. SALMO RESPONSORIALE (Sal 24) Rit: A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido. Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza. R. Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. R. Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti. Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza. R. SECONDA LETTURA (1Ts 3,12-4,2) Il Signore renda saldi i vostri cuori al momento della venuta di Cristo. Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. VANGELO (Lc 21,25-28.34-36) La vostra liberazione è vicina. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». |
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Le feste di precetto stabilite per la Chiesa Latina, oltre alla domenica, sono (l'elenco è ordinato partendo dall'Avvento):
Non sono di precetto, ancorché feste civili, i seguenti giorni:
Le Conferenze Episcopali possono, con l'approvazione della Sede Apostolica, abolire o trasferire alla domenica alcuni giorni festivi di precetto. Le Conferenze Episcopali e i vescovi diocesani possono inoltre stabilire altre feste di precetto per i fedeli a loro soggetti. In Italia la Conferenza Episcopale ha abolito il carattere di festa di precetto di due solennità:
La stessa legge ha tolto il carattere festivo ad altre due solennità:
MESE di NOVEMBRE dedicato alle ANIME dei DEFUNTI La pietà cristiana dedica questo mese al ricordo dei defunti. Un mese intero per ricordare e rinsaldare il legame di solidarietà che esiste tra chi è ancora pellegrino sulla terra e chi ci ha preceduti nella vita eterna. Un mese intero in cui devono essere più numerose le azioni di suffragio per i nostri cari defunti. Ma anche per tutti i defunti indistintamente, compresi quelli che nessuno più ricorda, ma che da Dio sono amati e conosciuti per nome. Un mese intero per meditare che cos'è il peccato, che ha portato la morte nel mondo. E per pensare che su questa terra siamo solo dei viandanti senza borsa e senza sandali, che non hanno paura della morte, perché sentono nostalgia della vera patria, più grande e più bella di questo mondo, e vivono in modo da poterla raggiungere. Oggi come forse mai, i non credenti sono protesi verso la ricerca del piacere, e tanti credenti sono animati da una sorta di ottimismo spensierato, come se tutto alla fine dovesse finire bene, come in certi tipi di films. Allora il mese di novembre viene a richiamarci a quelle sobrie verità che i nostri ragionamenti non potranno mai cambiare. In tal modo le verità circa la sorte dell'uomo dopo la morte, rivelataci da Cristo, spazzano via tutte le tenebre, tutte le perplessità, tutti i nostri dubbi per far luce alle sue parole: «Io sono la via, la verità, la vita». ESEMPIO: Racconta il padre Lacordaire che un celebre principe polacco stava scrivendo un libro contro l'immortalità dell'anima. Un giorno, mentre il principe passeggiava nel suo giardino, gli si avvicinò una povera donna, che, tutta afflitta, gli chiese un'elemosina per far celebrare una messa in suffragio di suo marito defunto. Il principe, benché miscredente, prese di tasca una moneta e la consegnò alla donna. Passano alcuni giorni, e una sera il principe era inténto a ritoccare il suo manoscritto quando a un certo punto alza gli occhi e vede davanti a sé un uomo, che gli dice: «principe, io sono il marito di quella donna a cui avete regalato una moneta per una messa in mio suffragio. Vengo dal purgatorio per ringraziarvi della carità che avete fatto a mia moglie e a me, e a ricambiarvela col dirvi: c'è un'altra vita». FIORETTO: Raccomandiamo a s. Giuseppe, patrono dei moribondi, chi oggi è in fin di vita. GIACULATORIA: Confido in te Signore e nell'immenso tuo amore. PREGHIERA: O Dio onnipotente ed eterno, Signore dei vivi e dei morti, pieno di misericordia verso tutte le tue creature, concedi il perdono e la pace a tutti i nostri fratelli defunti, perché immersi nella tua beatitudine ti lodino senza fine. Amen!
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Ottobre 2024
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