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La Liturgia di Venerdi 30 Dicembre 2022

30/12/2022

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SS. FAMIGLIA DI GESU' MARIA E GIUSEPPE - A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
​1. La famiglia terrena di Gesù è detta la Santa Famiglia e il Vangelo odierno ce ne fa capire il perché. È una famiglia che fa costantemente la volontà di Dio. Sottopone la propria volontà ai divini disegni. Ascolta e obbedisce rinunciando alle proprie comodità e alle proprie abitudini. Lo indica assai bene quel verbo, ripetuto ben due volte nel giro di poche righe, "levati". A Giuseppe è ripetuta poi l'esortazione: "prendi con te il bambino e sua madre". La prima volta l'intimazione è perentoria: "fuggi". Più accondiscendente è la seconda: "ritorna nella terra d'Israele, perché sono morti quelli che attendevano alla vita del bambino".

2. In questo breve tratto del racconto evangelico il protagonista è Giuseppe. Un angelo gli appare in sogno ed egli non obietta e non indugia, ma obbedisce. Era già abituato alle apparizione angeliche nei suoi sogni. Nella prima apparizione gli era stato detto di non temere di prendere con sé Maria perché, quanto era avvenuto, era opera dello Spirito Santo. Anche a lui, che era stato chiamato dall'angelo figlio di Davide, è stata affidata una missione, da adempiere in modo minuzioso. La fuga non è un viaggio di piacere da interrompersi quando lo si ritiene più opportuno. No, l'avviso angelico è inequivocabile: "resta lì finché io te lo dica".

3. Anche per Giuseppe si può dire che abbia interiormente pronunciato: "si faccia secondo la tua parola". E quando la parola dice di ritornare, egli riprende la sua famiglia e ritorna. Sembrerebbe il ritorno tanto desiderato, alla propria casa, da tempo abbandonata, ma non è così. I suoi desideri non contano, bisogna dar corpo a quelli del Signore. Non può tornare nella Giudea, dove regnava il figlio di Erode Archelao, e allora si ritira nella Galilea, in un villaggio senza gloria chiamato Nazareth. Lì occorrerà inventarsi una nuova vita, partendo come in Egitto, da zero. Giuseppe e Maria lo faranno ancora volentieri perché si deve attuare un'altra profezia: "Sarà chiamato Nazareno".

4. A fronte di esempi simili, che scuse può accampare la nostra presunzione? Ce lo ricorda san Paolo con precisione: "Rivestitevi (...) di tenera compassione, di bontà, di umiltà, di mitezza, di pazienza", per arrivare alla reciproca sopportazione e al vicendevole perdono. Solo così si potrà vivere la pace di Cristo, alla quale siamo chiamati. Pace che il mondo non può dare perché nasce da quell'unità con il Redentore con il quale dobbiamo realizzare, assieme ai fratelli, un solo corpo.

5. Per realizzare tutto ciò, la via è quella di Giuseppe e Maria. Occorre lasciarsi istruire. "La parola di Cristo risieda in voi in tutta la sua ricchezza", ammonisce ancora l'apostolo. Occorre essere sempre riconoscenti al Signore, cercando di fare tutto nel suo nome. Bisogna avere uno spirito di sottomissione al volere di Dio come quello della Santa Famiglia, cercando di non irritare e non scoraggiare nessuno, a partire dai propri familiari, perché è a partire dalla propria famiglia che si costruisce il regno di Dio nella sua pace.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che nella santa Famiglia
ci hai dato un vero modello di vita,
fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano
le stesse virtù e lo stesso amore,
perché, riuniti insieme nella tua casa,
possiamo godere la gioia senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta 
O Dio, nostro creatore e Padre,
tu hai voluto che il tuo Figlio
crescesse in sapienza, età e grazia
nella famiglia di Nazaret;
ravviva in noi la venerazione
per il dono e il mistero della vita,
perché diventiamo partecipi della fecondità del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Sir 3, 3-7.14-17
Chi teme il Signore onora i genitori

Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà
e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 127
Rit. Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. R.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. R.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! R.

SECONDA LETTURA - Col 3,12-21
Vita familiare cristiana, secondo il comandamento dell’amore

Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.
Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.

VANGELO - Mt 2,13-15.19-23
Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
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La Liturgia di Domenica 25 Dicembre 2022

25/12/2022

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Su questa pagina trovi le liturgie della MESSA DELL'AURORA e della MESSA DEL GIORNO di NATALE

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SANTO NATALE DEL SIGNORE GESU' - RITO ROMANO
MESSA DELL'AURORA
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Signore, Dio onnipotente,
che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo,
fa’ che risplenda nelle nostre opere
il mistero della fede che rifulge nel nostro spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Is 62,11-12
Ecco, arriva il tuo Salvatore

Dal libro del profeta Isaìa
Ecco ciò che il Signore fa sentire
all’estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Li chiameranno Popolo santo,
Redenti del Signore.
E tu sarai chiamata Ricercata,
Città non abbandonata».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 96
Rit. Oggi la luce risplende su di noi

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria. R.   

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.  R.

SECONDA LETTURA - Tt 3,4-7
Ci ha salvati per la sua misericordia

Figlio mio, 
quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, 
e il suo amore per gli uomini, 
egli ci ha salvati, 
non per opere giuste da noi compiute, 
ma per la sua misericordia, 
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, 
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza 
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, 
affinché, giustificati per la sua grazia, 
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

VANGELO - Lc 2,15-20 
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
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SANTO NATALE DEL SIGNORE GESU' - RITO ROMANO
MESSA DEL GIORNO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
La liturgia del natale invita alla gioia e alla lode. La  Messa nel giorno pone il natale in contesti diversi, presentati dalle letture che ci introducono a celebrarlo.

​Il natale è per la liberazione e la salvezza
.La prima lettura evoca il tempo in cui Israele era in esilio. Il profeta vede il messaggero di Dio che annuncia prossima la liberazione, che sarà vista da tutta la terra e quindi da tutta l’umanità, anche da noi.
Questa visione profetica presenta il natale come il ritorno di Dio nel suo popolo, che si era allontanato da lui, per rinnovare su basi nuove l’alleanza. La nascita del figlio di Dio nella carne ci libera dal nostro esilio da Dio. Non è vero, forse, che il nostro tempo ci ha riempito di beni ma ci ha separato da Dio e dai nostri fratelli?

Il natale è la rivelazione definitiva di Dio
. La lettera agli ebrei, nei primi sei versetti, ricorda che Dio ha parlato molte volte e in molti modi attraverso il profeti ma alla fine ha parlato a noi attraverso il Figlio. La vita del Figlio fatto uomo rivela Dio all’uomo nel modo migliore possibile. L’incarnazione è la rivelazione più grande che Dio ha fatto. Dio ha posto il Figlio erede di tutte le cose che crea, redime e divinizza in lui. E ora Gesù è assiso alla destra del Padre, perché Dio gli ha dato un nome superiore ad ogni altro nome: ha dato il nome di figlio suo, che non ha dato neppure agli angeli, a un uomo. Dio continua a scrivere nella carne di ogni uomo che crede in Gesù e aderisce a lui il nome di figlio suo. Dopo molte parole ora tutto viene rivelato nella comunione che Gesù ci dona di avere con Dio. Ora chi conosce il Figlio conosce il Padre e conosce il mistero della propria vita.

Il natale risponde alla ricerca di senso
. Il prologo al vangelo rivela che ciò che Dio ci dà in Gesù illumina la vita degli uomini e del creato e rimane per sempre. Quante ideologie e filosofie documentano la ricerca che gli uomini conducono sul senso della vita. Le filosofie e la ragione non hanno trovato questo senso. Il natale ci conduce all’inizio dove è rivelata e contenuta la natura della vita di tutte le cose. L’uomo non ha parole che spieghino la gioia e il dolore, la speranza e la disperazione, la vita e la morte. La morte delle persone care, ad esempio, urta contro l’amore che nutriamo per loro; il silenzio prende il posto delle parole.
Non abbiamo parole che dicono il senso della morte e sono capaci di confortare. Possiamo solo affidarci alla fatalità o alla speranza; possiamo risalire all’inizio e accogliere quello che è presso Dio da sempre, chiedere che il senso del vivere ci sia donato ed aspettare che le promesse di Dio si compiano. La vita del bambino Gesù viene a dilatare di senso la nostra vita, che riceve luce e forza dalla sua. 

Il natale comunica la vita
. In principio c’è la Parola, cioè il disegno di Dio.
La ragione non spiega tutto. La luce degli uomini non è la ragione ma la vita che è in principio presso Dio e che viene trasmessa all’umanità e al creato. Le idee non possono comprendere la vita che fluisce da Dio, e quindi le fanno violenza.
La grotta di Betlemme contiene la vita che fluisce fino ai confini dello spazio e del tempo. Non c’era posto migliore per la nascita di Gesù che una grotta, la casa della creazione, che l’umanità genuina e fedele di Maria, di Giuseppe e dei pastori, che la compagnia degli animali e di tutte le creature in cui la sua vita può fluire. Impariamo a lasciarci portare dal fiume di vita che emana da Gesù. Come ogni bambino egli non domanda parole sulla vita ma ce ne offre il senso. Basta che accogliamo e serviamo la sua vita e saremo liberi dall’esilio da Dio, in cui i beni fanno da padroni e ci tengono schiavi di una vita senza senso e senza amore.

LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che in modo mirabile
ci hai creati a tua immagine e in modo più mirabile
ci hai rinnovati e redenti,
fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio,
che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Is 52,7-10
Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 97
Rit. Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R.

SECONDA LETTURA - Eb 1,1-6 
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

VANGELO - Gv 1,1-18
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

oppure:
VANGELO Forma breve - Gv 1,1-5.9-14
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
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La Liturgia di Sabato 24 Dicembre 2022

24/12/2022

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Su questa pagina trovi le liturgie della MESSA DELLA VIGILIA e della MESSA DELLA NOTTE di NATALE

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​a sera
​SANTO NATALE DEL SIGNORE GESU' - RITO ROMANO

MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
LITURGIA DELLA PAROLA
​Colletta
O Padre, che ci allieti ogni anno
con l’attesa della nostra redenzione,
concedi che possiamo guardare senza timore,
quando verrà come giudice, il tuo unigenito Figlio
che accogliamo in festa come redentore.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Is 62,1-5
Il Signore troverà in te la sua delizia
​
Dal libro del profeta Isaìa
Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 88
Rit. Canterò per sempre l’amore del Signore

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R.

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia. R.

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele». R.

SECONDA LETTURA - At 13,16-17.22-25
Testimonianza di Paolo a Cristo, figlio di Davide

Dagli Atti degli Apostoli 
Paolo, [giunto ad Antiòchia di Pisìdia, nella sinagoga,] si alzò e, fatto cenno con la mano, disse: 
«Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. 
Poi suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. 
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”».
​

VANGELO - Mt 1,1-25 
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». 
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

oppure: 
VANGELO Forma breve - Mt 1,18-25
Maria darà alla luce un figlio, e tu lo chiamerai Gesù

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». 
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.
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​SANTO NATALE DEL SIGNORE GESU' - RITO ROMANO
MESSA DELLA NOTTE
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
di Luca Rubin
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia.

Mentre si trovavano in quel luogo. Il tuo luogo, quello che stai vivendo, non quello che vorresti. Il luogo delle tue fatiche relazionali, delle tue sofferenze, il luogo delle piccole e grandi gioie, il luogo dove vivi la noia e la tristezza. Il Figlio di Dio viene ad abitare questo tuo luogo, non un altro: il tuo, adesso.

Si compirono per lei i giorni del parto. Siamo spesso di corsa, con mille cose da fare e da pensare nel tempo minore possibile, e corriamo, ci affanniamo, sbuffiamo. Dio invece, arriva al momento opportuno, non un attimo prima, non uno dopo: lui che ci ha fatto sa quanto dura la gestazione e dopo 9 mesi eccolo lì, pronto a nascere, pronto a vivere.

Seguono tre azioni, che esprimono tutta la tenerezza e la cura di Maria e Giuseppe verso il bimbo che è nato. Maria dà alla luce il Figlio che Dio Padre ha donato, lo fa nascere, gli permette di vivere, di respirare, non lo trattiene egoisticamente per sé. Le fasce sono simbolo delle cura, della dedizione, dell’amore verso il proprio figlio. Le fasce sono anche questa umanità da Lui assunta, che stringono la carne del Verbo, e stringendo costringono Dio a vivere il nostro mondo esattamente come ogni essere umano.

Anche la mangiatoia è un segno di amore: il luogo meno sporco, più riparato, meno in basso… Maria e Giuseppe accolgono il Dio dei cieli in una povero rudere, eppure non smettono di prodigarsi per rendere la sua vita più dignitosa possibile. Sarà proprio questa la vocazione del Figlio: ridare dignità, sollevare, fasciare gli ammalati, dare pace ai cuori straziati. Luce, fasce e mangiatoia sono l’umanità che accoglie il Verbo in modo consapevole, pur nella povertà delle risorse, con una donazione totale.

C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. L’angelo disse loro: Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.

Stavano lavorando i pastori. Persone povere ed estremamente semplici, vegliavano nel freddo della notte. Loro sono i primi a ricevere l’annuncio della nascita, i primi a vedere il bambino, dopo Maria e Giuseppe. Loro lo vedono nato, avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia. Proprio questo è il segno che l’angelo consegna loro. Proprio la santa umanità del Signore è il segno per la nostra fede. Più ci discostiamo dall’umanità, più ci allontaniamo da Dio, che ha scelto, tra infiniti modi a sua disposizione, quello più vicino all’esperienza concreta di tutti gli esseri umani, di qualsiasi luogo e tempo.

Anche l’angelo ribadisce il qui ed ora: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore; non altrove, non domani, ma qui ed ora, perché Dio è presente qui, adesso. Al qui ed ora viene aggiunto “per voi”, per te, non per l’umanità, per il mondo, no: per voi, per te. Dio si relaziona sempre in modo personale e individuale, e a questo vieni chiamato: non preghi un Dio che non sai bene chi sia, dove sia e cosa pensi. Gesù Cristo ti mostra il suo volto, il volto del Padre, ti fa vedere chi è Dio, ti manifesta il suo nome, ti fa entrare nella vita della Trinità..
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Per questo Natale prego e auguro a tutti noi che si intensifichi la relazione con Dio, che diventi umana, tangibile, concreta e pratica. In fondo è questo il motivo per cui il Verbo si è fatto carne: essere riconosciuto nella tua carne e con la tua carne, con la tua umanità essere il dono più grande per Lui, come Lui lo è per te. Buon Natale del Signore!
LITURGIA DELLA PAROLA
Kalenda
25 dicembre; ottavo giorno prima delle kalende di gennaio.
Luna Secunda.
Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo,
quando in principio Dio creò il cielo e la terra
e plasmò l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio,
l’Altissimo aveva fatto risplendere tra le nubi l’arcobaleno,
segno di alleanza e di pace;
ventuno secoli dopo che Abramo, nostro padre nella fede,
migrò da Ur dei Caldei;
tredici secoli dopo l’uscita del popolo d’Israele dall’Egitto
sotto la guida di Mosè;
circa mille anni dopo l’unzione regale di Davide;
nella 65ª settimana
secondo la profezia di Daniele;
all’epoca della 194ª Olimpiade;
nell’anno 752 dalla fondazione di Roma;
nel 42° anno dell’impero
di Cesare Ottaviano Augusto,
mentre su tutta la terra regnava la pace,
Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre,
volendo santificare il mondo con la sua piissima venuta,
concepito per opera dello Spirito Santo,
trascorsi nove mesi,
nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria,
fatto uomo:
Natale di nostro Signore Gesù Cristo
secondo la carne.

Colletta
O Dio, che hai illuminato questa santissima notte
con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo,
concedi a noi, che sulla terra contempliamo i suoi misteri,
di partecipare alla sua gloria nel cielo.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Is 9,1-6
Ci è stato dato un figlio

Il popolo che camminava nelle tenebre 
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia, 
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine 
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 95
Rit. Oggi è nato per noi il Salvatore

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome. R.   

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R.  

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.  

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.  

SECONDA LETTURA - Tt 2,11-14 
È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. 
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

VANGELO - Lc 2,1-14
Oggi è nato per voi il Salvatore

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

​>>> continua
con le liturgie della
MESSA DELL'AURORA
 e della MESSA DEL GIORNO di NATALE
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La Liturgia di Domenica 18 Dicembre 2022

18/12/2022

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IV DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VIOLA
COMMENTO AL VANGELO
di Luca Rubin
​Cambio di programma (o forse no)

Hai presente quando organizzi nel dettaglio una giornata o una settimana, ma anche un periodo molto più lungo, e poi interviene sempre qualcuno o qualcosa a scombinare tutto? Ecco che ricorri al piano B, C, D... barcamenandoti tra le onde burrascose della tua vita, cercando di stare a galla. La pagina di vangelo a cui ci riferiamo illustra proprio il capovolgimento dei piani di Maria, di Giuseppe, di Dio stesso, un capovolgimento fecondo e straordinariamente vitale.

Il progetto di Maria

Una ragazzina vive sempre di grandi sogni e desideri. Sogna il suo futuro, si innamora, esprime la propria sensibilità, si lascia avvolgere dall'abbraccio di chi ama e dall'innamoramento passa piano piano all'amore. Il progetto di Maria si chiama Giuseppe, e con lui intende vivere tutta la sua vita. Ma ecco che Maria si ritrova in attesa di un figlio: la sua unica obiezione, la sua richiesta di chiarimento non è un perché, ma un come: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?" (Lc 1,34). Il progetto di Maria ora si chiama Gesù. Giuseppe tuttavia non viene escluso, perché Dio sa bene come muoversi in mezzo ai nostri desideri senza ferirci, senza infrangerli.

Il progetto di Giuseppe

Giuseppe ha trovato in Maria la donna della sua vita, la sposa e la madre dei suoi figli; anche lui sicuramente innamorato, si prepara a essere marito e padre. Il vangelo stesso lo definisce "uomo giusto", e desidera fare le cose per bene. Ecco che anche sulla vita di Giuseppe si scatena una violenta tempesta: Maria è incinta, e il figlio non è suo. Decide di lasciarla, pur amandola. Un "non temere" rincuora Giuseppe. Il progetto di Giuseppe ora si chiama Gesù. Anche in questo caso Maria rimane stella luminosa nella vita di Giuseppe, sposa e madre. Dio rispetta il cuore dell'uomo.

Il progetto di Dio

Potrebbe sembrare che Dio si svegli una mattina e per portare avanti il suo progetto, rompe le scatole al resto del mondo. No, le cose non stanno così, non sarebbe giusto nei confronti di due poveri ''orescelti''; inoltre se Dio avesse bisogno di questi escamotage, non sarebbe Dio. Il progetto di Dio ha il tuo nome e il tuo volto, perché un figlio realizzato e felice è la realizzazione e la felicità del genitore.

Per dirla in altre parole, Dio Padre non distrugge il progetto di Maria e Giuseppe, anzi: li ama così tanto che si unisce al loro progetto, e proprio come un papà, prende in braccio i suoi piccoli, per stringerli al cuore. In questo abbraccio è contenuto tutto il mistero dell'incarnazione, cioè il mistero della vicinanza di Dio. Noi non siamo vite disperse e vaganti, ma figli di un Padre che ama e tutela ciascuno.

Il mio progetto

Tutto è lineare e semplice quando riguarda la vita degli altri. Certo possiamo immaginare stati d'animo, tensioni, emozioni, ma altro è immaginare, altro è viverli. Il mio progetto è sempre quello più complesso e articolato, perché riguarda la mia vita, le mie scelte, i miei atteggiamenti, i miei pregi e difetti. Sono io in prima persona a realizzare il progetto, a incarnarlo, a personalizzarlo, e come un cursore sensibilissimo, sono io a vivere l'abbattimento o la soddisfazione, la gioia o la tristezza. In questo progetto tutto da realizzare, necessito anch'io, come Maria e Giuseppe, di una mano che buca le nubi, di qualcuno che percorra le mie strade, e venga a prendermi, a darmi luce sulle scelte, a rincuorarmi quando non ce la faccio più.

Come Maria e Giuseppe anch'io sogno ad occhi aperti, poi mi scontro con la realtà, con me stesso. Prima di tutto questo, però, Dio ha già in serbo per me un progetto, non solo mio, ma neanche solo suo. È un progetto che disegneremo insieme, giorno dopo giorno, tra i silenzi e il tedio, tra commozioni e fatiche, in mezzo a canti di festa o tra il rumore del traffico di prima mattina. Il segreto di una buona riuscita sono in realtà due: relazione e incarnazione. La mia relazione con Dio non come rifugio o fuga dalla realtà, ma come incarnazione di una vita da vivere fino in fondo.

Relazione e incarnazione sono il segreto di Giuseppe che "fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa". Relazione e incarnazione sono il segreto di Maria: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". (Lc 1,38). Relazione e incarnazione porteranno il Figlio a gridare in croce: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc 23,46). Il cerchio si chiude, il progetto è realizzato.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria.

Colletta
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre:
tu, che all’annuncio dell’angelo
ci hai rivelato l’incarnazione di Cristo tuo Figlio,
per la sua passione e la sua croce
guidaci alla gloria della risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure: 
Colletta
O Dio, Padre buono,
che hai rivelato la gratuità e la potenza del tuo amore
nel silenzioso farsi carne del Verbo nel grembo di Maria,
donaci di accoglierlo con fede
nell’ascolto obbediente della tua parola.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Is 7,10-14
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio

In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».
Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 23
Rit. Ecco, viene il Signore, re della gloria

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito. R.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli. R.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. R.

SECONDA LETTURA - Rm 1,1-7
Gesù Cristo, dal seme di Davide, Figlio di Dio

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

VANGELO - Mt 1,18-24
Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
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La Liturgia di Domenica 11 Dicembre 2022

11/12/2022

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III DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: ROSACEO o VIOLA​
COMMENTO AL VANGELO
di Luca Rubin
Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»

In prigione. Giovanni è prigioniero, non può muoversi, non può uscire, non è libero, riceve le visite dei suoi discepoli che gli raccontano qualcosa, ma tutto è mediato, sintetizzato. In questa situazione lui fa esperienza del limite, non solo fisico (la prigione), ma anche mentale e spirituale. È fermo, sente qualcosa che lo incuriosisce, ma non può farne esperienza. Eppure in quella prigione giunge quantomeno una eco delle opere del Cristo, Lui uomo libero che libera, genera indirettamente una reazione in Giovanni.

La domanda. Hai presente quelle domande che nascono stanche, e che si attendono un no come risposta? Di questo genere sembra la domanda di chi non è libero, di chi vive il "vorrei ma non posso". Sei tu che aspettiamo o ci dobbiamo rassegnare a prolungare l'attesa? Io inizio a essere stanco di aspettare, non ho voglia di illudermi e di deludermi; questo sembra voler dire Giovanni il prigioniero. La domanda è quella di chi vorrebbe credere, e in realtà crede, ma allo stesso tempo ha paura, vuole avere delle sicurezze. La prigione che spesso ti trovi a vivere è quella fatta di punti interrogativi un po' storti, di punti esclamativi che bloccano ogni possibilità di movimento.

Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete

A Giovanni manca una parte importante: sente ma non vede. L'aver sentito qualcosa suscita in lui la domanda, ma alimenta anche la speranza che la lunga attesa sia soddisfatta. In realtà i discepoli avevano già fatto una prima parte del compito assegnato da Gesù, gli avevano già parlato, e parlare è molto facile, a tratti piacevole. Trasmettere ciò che vediamo è invece molto più complesso. Puoi riferire ciò che vedi solo vivendolo, incarnandolo nella vita di ogni giorno. Giovanni ha bisogno di ascoltare (e non solo sentire), ma ancora di più ha bisogno di esempi concreti e tangibili dell'opera che Gesù sta compiendo. Ti posso raccontare un brano del vangelo, entrare anche nei minimi dettagli, e tu puoi essere più o meno interessato. Solo quando vedrai che a quella pagina sono spuntate gambe e braccia, che quelle parole hanno un cuore vivo, e un respiro, che quel messaggio ha un volto e una storia, solo allora potrai uscire di prigione, se vorrai, e fare tu stesso esperienza diretta di quella voce che è diventata Parola, di quell'evento che è diventato Persona.

Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Un uomo vestito con abiti di lusso? Un profeta?

Deserto e prigione possono essere sinonimi: entrambe i luoghi limitano la vita, impediscono la libertà, riducono all'osso ogni cosa. In questo deserto Gesù colloca tre immagini, in un crescendo di importanza e di valore:
  • Una canna sbattuta dal vento. Una cosa inanimata, di nessun valore, che è trasportata dal vento delle chiacchiere, dal trascorrere del tempo. Un oggetto non ha volontà, non prende decisioni, non vive. Il deserto è il luogo giusto, ma tu hai fatto tutti questi km per vedere una cosa così inutile? Eppure è proprio questo che a volte vivi: un correre frenetico, spesso senza senso, un trascinare la vita senza volontà, e quando il vento si arresta ti ritrovi fermo, senza vita, al buio.
  • Un uomo riccamente abbigliato. Altre volte c'è un po' più di brio nelle tue giornate: un po' di sano shopping, un caffè con gli amici, uno spettacolo... Ma sei sicuro che il deserto sia il luogo giusto per tutte queste cose? In quei momenti ti rendi conto che nonostante le belle cose fatte e vissute rimani vuoto, arido, pur vestito bene, ma nel deserto. E anche qui ti chiedi il senso, ma senso non c'è. Sei nel deserto, puoi toglierti lo smoking.
  • Un profeta. Uno che parla a nome di Dio, che vive la vita di Dio, che vive il respiro di Dio. Il profeta non è uno che prevede il futuro, ma colui che vive il presente a qualsiasi costo, perché Dio è l'eterno presente, e il profeta vive immerso in Dio. Nel deserto? Oh sì, perché chi vive Dio ha bisogno di tanto spazio, di libertà. Il deserto è l'ambiente perfetto per chi deve annunciare cose meravigliose a chi il deserto lo vive. Il deserto del profeta è il luogo della presenza di Dio, la cassa di risonanza, una sorta di quinto elemento dove investire tutto per il Signore, l'unico che può colmare il vuoto, l'unico che può dare un senso, l'unico che può sposare la mia umanità fino in fondo.

Fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui

Il profeta è allo stesso tempo grande e piccolo. Grande, perché vive in comunione con Dio, ascolta la sua Parola, la annuncia, e rende la propria vita un dono a Dio per il bene del mondo. Piccolo, perché vive nel deserto, vive il vuoto, la fatica, il limite. Il profeta segue, anche lui, la legge dell'incarnazione: a giorni vedremo un neonato adagiato in poca paglia, e canteremo "vieni in una grotta al freddo e al gelo", Lui che è Dio grande e potente, si fa piccolo e povero. Il DNA del profeta segue la stessa dinamica, e si barcamena tra la grandezza del Signore e la piccolezza della sua umanità. Questa disparità di dimensioni genera la fiducia e l'affidamento, consapevole che se io sono nulla, Dio è tutto, per se stesso e per me.

La tua prigione è raggiunta dalla Parola, che diviene Presenza, che diviene Persona, che ti libera da ogni catena. Questo percorso è possibile perché c'è Qualcuno che vive la tua prigione, il tuo deserto, la tua umanità: Gesù Cristo Figlio di Dio. Per questo facciamo festa a Natale, per questo Giovanni ci accompagna durante il cammino di avvento. Dio-con-noi: risposta alle tue domande, presenza che ti libera.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria.

Colletta
Guarda, o Padre, il tuo popolo, 
che attende con fede il Natale del Signore, 
e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza 
il grande mistero della salvezza. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta 
Dio della gioia, che fai fiorire il deserto,
sostieni con la forza creatrice del tuo amore
il nostro cammino sulla via santa preparata dai profeti,
perché, maturando nella fede,
testimoniamo con la vita la carità di Cristo.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Is 35,1-6.8.10
Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi

Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete! 
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina. 
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 145
Rit. Vieni, Signore, a salvarci

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.

SECONDA LETTURA - Gc 5,7-10 
Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina

Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.

VANGELO - Mt 11,2-11
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». 
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
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La Liturgia di Giovedi 8 Dicembre 2022

8/12/2022

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IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA B.V. MARIA - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
"Dove sei?": questa è la prima parola rivolta all'uomo che Dio pronuncia. Si potrebbe dire che tutto ciò che viene dopo questo versetto, quindi tutta quanta la Scrittura, ne è un prolungamento, e come una conseguenza. Ed è interessante osservare come questa parola viene letta il più delle volte nelle nostre assemblee: un "dove sei" perentorio, stentoreo, una specie di atto di accusa, un indice puntato. Dietro, c'è un'immagine sfalsata di Dio: Dio non è amore, ma legge, dovere. La trasgressione viene ripresa e richiamata duramente: "dove sei?", figlio degenere, ribelle, peccatore che non sei altro.
In realtà quel "dove sei?" è un pianto, un grido di dolore: "dove sei, figlio mio, dove ti sei perduto?". E' il lamento di un padre, di una madre, sul figlio lontano. Eppure noi non ci crediamo: Dio resta, direbbero gli psicologi, il super-io, il principio del dovere, il garante dell'ordine, colui che pone le regole e le fa rispettare, il padre nel senso del principio paterno, o principio di autorità. Si proietta su Dio tutto questo, che fa parte della struttura della nostra psiche, del modo umano di vivere la vita, e Dio è semplicemente costruito a immagine e somiglianza nostra. Si può credere a un Dio così, si può ritenere che sia così, e in effetti molti lo credono: in questo senso, è il Dio dei filosofi, nel senso che corrisponde a un'immagine che ha alcune ragioni, e così lo hanno pensato alcuni moralisti, teologi o giuristi. Ma non è ancora il Dio di Gesù Cristo. Lo si può temere, si può "fare i conti" con Lui: ma non si può amare, perché Lui in realtà non ama: fa leggi, dice il giusto, pronunzia i suoi giudizi, ma non è dalla nostra parte. Dio così inteso non è un "sì" a me, ma un "no": appunto, un divieto, una legge, un comando. Così non possiamo essere figli, ma solo servi.
E Maria si riconosce "serva": nessuna lode più grande che essere "servi di Dio", nell'Antico Testamento, cioè nell'impero della legge: i profeti lo furono, ed è quanto di più possa vantare la logica umana. Ma noi non siamo "servi", non lo siamo più: la legge, quella che produce servi, venne da Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. E così Maria Santissima imparò che non era solamente serva, ma che era fatta figlia, lei che, come ci insegna il Vaticano II, crebbe nelle fede custodendo le parole del suo Figlio nel suo cuore, e meditandole nella sua vita. E così non è più una donna dell'Antico Testamento, perché non era più sotto la legge, ma la prima donna del Nuovo, lei che è sotto la grazia, la prima "graziata", la piena di grazia.
Ricordare l'Immacolata Concezione è ricordare quella grazia della quale fu riempita la Madre di Dio fin dal primo istante della sua vita, benedire l'Altissimo che ha fatto in lei grandi cosa, e rallegrarsi insieme a lei perché di quella grazia siamo stati riempiti anche noi. Ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale in Cristo: non abbiamo ricevuto l'amore di Dio con il contagocce, ma in pienezza, come lei. In lei nulla offuscò questo dono: in noi, disgraziatamente, sì, tante cose lo offuscano, ma continuamente esso viene rivivificato. La fedeltà di Dio continuamente ci fa "santi e immacolati": come per Maria, anche per noi, poiché noi e lei possiamo insieme dire che "non siamo stati noi ad amare Dio, ma Lui ha amato noi", e per primo.
E così riceviamo la vera benedizione, quella di cui Dio ci ha riempito in Cristo: conoscere Dio come lo ha conosciuto Gesù, non come lo ha conosciuto Mosè. Conoscerlo cioè come "Abbà, papà", un "sì" senza se e senza ma per ognuno di noi. E così possiamo conoscere, amare e volere noi stessi come Lui ci ha conosciuto: non ci ha conosciuto come peccatori o lontani, o semplicemente come destinatari dei suoi comandi, ma come figlioli per il quale non risparmia niente. Possiamo conoscerci come Lui ci conosce, cioè amati. Possiamo volerci come Lui ci vuole: volerci bene, come Lui ci ha voluto bene, e volerci anche come Lui in questa nostra vita ci ha voluto. E così possiamo ripetere "sia fatta la tua volontà", voglio essere quel figlio che tu vuoi, voglio che tu mi ami come vuoi amarmi, che tu faccia di me, della mia vita, delle mie cose, quel che tu vuoi; Lo possiamo dire perché abbiamo imparato a fidarci di Lui: e ci possiamo fidare di Lui proprio perché lo abbiamo conosciuto come un "sì", un "papà", e non come un "no", un divieto, un padre nel senso psicologico prima detto.
Questa è la radice dell'uscita, dell'esodo, dal peccato, quell'esodo nel quale entrano coloro che seguono Gesù, ascoltando la sua parola e spezzando il suo pane. Il peccato, infatti, a ben pensarci, qualunque peccato, consiste proprio nel non conoscersi, volersi e amarsi come Dio stesso ci conosce, ci vuole e ci ama. Perciò Paolo afferma che non abbiamo ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma uno spirito da figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo "abbà, papà". Questa è la redenzione dal peccato originale, che si rivela appunto come la paura e la diffidenza verso Dio percepito come un estraneo, ovvero come una presenza potente e ingombrante, come un vicino invadente e non come un amico. La paura di Dio: questo è il peccato, e Maria, come vediamo, ne fu esente, lei che disse: "eccomi". Quell'eccomi nel testo greco è un ottativo, e significa: ma magari, ma come no, ma volesse Dio che. E' un gettarsi entusiasta e pieno di fiducia. Vedete come le parole possono essere traviste: non è un fiat nel senso a cui pure potremmo pensare: guarda un po' che cosa mi tocca fare, non posso ribellarmi e devo per forza fare questo, un atto di resa nelle mani di una potenza imperscrutabile e onnipotente, ma un gesto che esprime il più grande coinvolgimento personale, il libero arbitrio sviluppato all'ennesima potenza. Maria infatti non offrì a Dio qualcosa, ma se stessa. Comprese bene il salmo che dice: "sacrificio e offerta non gradisci". Dio non gradisce un'offerta rituale, l'elemosina di una piccola osservanza legale, di un'obbedienza: al suo amore non si risponde se non con l'amore, e questo non è se non l'offerta di tutto se stesso. Maria ama perché sa che Dio per primo l'ha amata: offriamo solo per amore, non per paura. Da ciò vediamo che era immacolata, perché la paura è frutto del peccato: ho avuto paura perché ero nudo e mi sono nascosto. Maria non si è nascosta, si è offerta: e da lei è sgorgata la sorgente dell'acqua viva.
Mi piace concludere questa riflessione con la litania della Vergine che io preferisco: causa della nostra gioia. Sì, veramente lei è la causa della nostra gioia, che è Gesù. E' Gesù che ci fa figli, che ci fa conoscere e amara Dio come Lui lo conosce e lo ama, è Gesù che ci fa conoscere noi stessi come Dio ci conosce, cioè come figli suoi, perché Dio è padre suo e anche padre nostro. Gesù ci regala il Padre, anzi, nel vocabolario da noi usato fin qui, il papà, il "sì" senza se e senza ma, e che così raramente vediamo nella vita di ogni giorno. Gesù è la misericordia che si apre e rimane sempre aperta. Ed è venuto a noi per mezzo di Maria. Dovremmo sempre celebrarla per quanto ha fatto per noi: lei che ci ha dato la vita, poiché Cristo è la vita, è davvero a noi più madre che la nostra stessa madre secondo la carne. Nostra madre infatti ci ha generato per la morte, lei ci ha generato alla vita. Possiamo imparare, o reimparare, il suo Rosario: con lei ogni giorno conoscere e meditare la parola del suo Figlio, ascoltandola, ma anche guardandola, contemplandola, toccandola, custodendola nel cuore, nella fantasia, nel ricordo. Il suo "eccomi" diventa il nostro ogni volta che le diciamo: "prega per noi peccatori".
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine
hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio,
e in previsione della morte di lui
l’hai preservata da ogni macchia di peccato,
concedi anche a noi, per sua intercessione,
di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Gen 3,9-15.20
Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».  
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 97
Rit. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!  R.

SECONDA LETTURA - Ef 1,3-6.11-12
In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

VANGELO - Lc 1,26-38
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». 
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
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La Liturgia di Domenica 4 Dicembre 2022

4/12/2022

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II DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VIOLA
​COMMENTO AL VANGELO
Un dettaglio che colpisce nella sobria narrazione dell'evangelista Matteo della missione del Battista è quello dell'accorrere di tantissima gente per "farsi battezzare".
Come si spiega questo accorrere di tanta gente? Un accorrere per altro lucidamente orientato ad una scelta precisa, quella della richiesta di essere battezzati? Non esistevano i mezzi di comunicazione, ma soltanto il " passa parola"...
Viene da pensare.... ad un misterioso "passa parola"... a parte questa curiosa fantasia, il tema centrale della predicazione della missione del Battista (e poi di Gesù) rimane quello della conversione (previo pentimento dei propri peccati... ovviamente).
Una parola tanto usata, quella di "conversione", da diventare talvolta logora e altre volte con una accezione limitata, quasi che convertirsi significasse più che altro un punto di arrivo (dopo aver zoppicato e talvolta essere caduti nella colpa...) che non un modo di camminare veramente nuovo.
Un modo di camminare nella quotidianità, sempre sistematicamente orientati verso Dio. Questo modo di camminare comporta la conversione intesa dal profeta, un "convergere" verso Dio in toto con mente, cuore e anima... in maniera definitiva.
Non sono ammissibili separazioni di comodo tra mente, cuore e anima. E lo attesta il duro rimprovero rivolto da Giovanni il battista ai farisei che erano convinti, nella loro mente, che bastava essere "ebrei" (cioè figli di Abramo) per essere giustificati di fatto, quasi di diritto.
Ma il Battista urla l'invito a dare "veri frutti di conversione" (disfarsi radicalmente, cioè, da quell'idea presuntuosa e falsa per poter cambiare comportamento)... e non frutti amari, seppur all'apparenza belli e appetibili!
Il Battista, immediatamente dopo, rincara la dose annunciando che quello che fa lui (battesimo in acqua) non è proprio il massimo come quello che farà Colui che verrà dopo di lui, quello sarà veramente il massimo (battesimo nello Spirito Santo).
Il Battesimo con la B maiuscola di Gesù sarà risolutivo e pieno, tale da avviare un vero e duraturo cammino di conversione finalizzato alla salvezza. A Dio non si addice di intervenire per aggiustamenti provvisori e per mettere una "pezza", come talvolta accade all'uomo sempre incline a scelte titubanti, reversibili, provvisorie, interessate.
La pienezza di Dio è totale nel Figlio che manderà proprio per sistemare definitivamente l'"operazione salvezza", senza ripensamenti e per tutti.
A condizione che noi tutti, nel nostro piccolo, gli spianiamo la strada, senza dimenticarci che tutta la Grazia è sua come ogni iniziativa di Salvezza.
E quanto sarà bello sentire il Figlio di cotanto Padre, Gesù, attribuire il merito dei suoi favolosi "miracoli" alla nostra mendicante fede ("La tua fede ti ha salvato"). Una virtù di famiglia quella di aver fiducia nelle sue creature!
Ad un Dio così è veramente bello, ed anche conveniente, convertirsi.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria

Colletta
Dio grande e misericordioso,
fa' che il nostro impegno nel mondo
non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio,
ma la sapienza che viene dal cielo
ci guidi alla comunione
con il Cristo, nostro Salvatore.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta 
O Padre, che hai fatto germogliare
sulla terra il Salvatore
e su di lui hai posto il tuo Spirito,
suscita in noi gli stessi sentimenti di Cristo,
perché portiamo frutti di giustizia e di pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli

PRIMA LETTURA - Is 11,1-10
Giudicherà con giustizia i miseri

In quel giorno,
un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e d’intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire;
ma giudicherà con giustizia i miseri
e prenderà decisioni eque per gli umili della terra.
Percuoterà il violento con la verga della sua bocca,
con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio.
La giustizia sarà fascia dei suoi lombi
e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.
Il lupo dimorerà insieme con l’agnello;
il leopardo si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un piccolo fanciullo li guiderà.
La mucca e l’orsa pascoleranno insieme;
i loro piccoli si sdraieranno insieme.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera;
il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso.
Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte,
perché la conoscenza del Signore riempirà la terra
come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno avverrà
che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli.
Le nazioni la cercheranno con ansia.
La sua dimora sarà gloriosa.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 71
Rit. Vieni, Signore, re di giustizia e di pace

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. R.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri. R.

Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato. R.

SECONDA LETTURA - Rm 15,4-9
Gesù Cristo salva tutti gli uomini

Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza.
E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
«Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».

VANGELO - Mt 3,1-12
Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
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