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La Liturgia di Giovedi 31 Gennaio 2019

31/1/2019

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31.1.2019 - San Giovanni Bosco
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra i più bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”. Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”

Colletta
O Dio, che in san Giovanni Bosco  
hai dato alla tua Chiesa  
un padre e un maestro dei giovani,  
suscita anche in noi la stessa fiamma di carità  
a servizio della tua gloria per la salvezza dei fratelli.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 10,19-25)
Nella pienezza della fede, manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza per stimolarci a vicenda nella carità.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. 
Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 23)
Rit: Noi cerchiamo il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Canto al Vangelo (Sal 118,105) 
Alleluia, alleluia.
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
Alleluia.

VANGELO (Mc 4,21-25) 
La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Parola del Signore

Commento
Oggi siamo invitati a fare due cose: anzitutto a testimoniare la nostra fede come una fiamma che viene posta in alto, nel lampadario e non viene nascosta sotto lo sgabello. Non si tratta di fare propaganda a Dio o di girare con grandi croci appese al collo, ma di essere accesi. Possiamo illuminare solo se noi per primi siamo contagiati dalla fiamma divorante che è Cristo! E per farlo siamo chiamati a giudicare noi stessi e le persone che ci stanno accanto con uno sguardo benevolo, di compassione, di misericordia, di tenerezza. Con la misura con cui misuriamo saremo misurati. Ed è una pessima testimonianza dirci cristiani e vivere con durezza, senza comprensione, con insofferenza e rabbia! Meglio tacere, meglio smettere di essere cristiani piuttosto che infangare il vangelo con la nostra poca coerenza... La Parola seminata nei nostri cuori e germogliata porti frutti di luce e di tenerezza, di ascolto e di perdono, di testimonianza gioisa della nostra appartenenza cristiana. Solo così potremo tornare ad essere credibili quando parliamo di Gesù: ascoltando e vivendo ciò di cui stiamo parlando!
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La Liturgia di Mercoledi 30 Gennaio 2019

30/1/2019

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30.1.2019 - Mercoledì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno I)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dio onnipotente ed eterno, 
guida i nostri atti secondo la tua volontà, 
perché nel nome del tuo diletto Figlio 
portiamo frutti generosi di opere buone. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 10,11-18)
Ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati. Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. 
A noi lo testimonia anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto:
«Questa è l’alleanza che io stipulerò con loro
dopo quei giorni, dice il Signore:
io porrò le mie leggi nei loro cuori
e le imprimerò nella loro mente»,
dice: «e non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità».
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 109)
Rit: Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».    

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!

A te il principato
nel giorno della tua potenza 
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora, 
come rugiada, io ti ho generato.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».

Canto al Vangelo (Mc 4,19) 
Alleluia, alleluia.
Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
Alleluia.

VANGELO (Mc 4,1-20) 
Il seminatore uscì a seminare. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. 
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

Parola del Signore

Commento
Gesù parla in parabole per annunciare i misteri del Regno. E la prima parabola riportata dal primo vangelo ha a che fare con la Parola. Una Parola che Dio semina con abbondanza e che può germogliare nel cuore del discepolo che sa accogliere. È rispettosa la parabola, non esaspera, non mette all'angolo, non imbarazza, non costringe. A chi ascolta è lasciata la possibilità di identificarsi, di interrogarsi, di convertirsi. Dio, in Gesù, è sempre rispettoso delle nostre prerogative, non ci obbliga ma ci invita a calare le cose dentro il nostro cuore. E chiediamocelo, con onestà: dove finisce la Parola che meditiamo ogni giorno? E quella che celebriamo comunitariamente ogni domenica? Spesso, lo vediamo bene, le preoccupazioni della vita quotidiana la mettono in secondo piano, oppure l'entusiasmo dell'accoglierla si spegne in fretta, come una moda passeggera. Ma se riconosciamo di essere fra quelli che faticano ad accoglierla e a farla germogliare, se ammettiamo, con dolore, che spesso la Parola in noi viene soffocata da mille difficoltà e da mille resistenze allora, forse, siamo il terreno umile e buono che diventa capace di portare frutto.
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La Liturgia di Martedi 29 Gennaio 2019

29/1/2019

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29.1.2019 - Martedì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno I)
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rado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,  
guida i nostri atti secondo la tua volontà,  
perché nel nome del tuo diletto Figlio  
portiamo frutti generosi di opere buone.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 10,1-10)
Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, la Legge, poiché possiede soltanto un’ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha mai il potere di condurre alla perfezione per mezzo di sacrifici – sempre uguali, che si continuano a offrire di anno in anno – coloro che si accostano a Dio. Altrimenti, non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che gli offerenti, purificati una volta per tutte, non avrebbero più alcuna coscienza dei peccati? Invece in quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati. È impossibile infatti che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: “Ecco, io vengo
– poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –
per fare, o Dio, la tua volontà”».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 39)
Rit: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

Ho annunciato la tua giustizia 
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra, 
Signore, tu lo sai. 

Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore,
la tua verità e la tua salvezza ho proclamato.
Non ho celato il tuo amore
e la tua fedeltà alla grande assemblea.

Canto al Vangelo (Mt 11,25) 
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre, 
Signore del cielo e della terra, 
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.

VANGELO (Mc 3,31-35) 
Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. 
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Parola del Signore

Commento
Il Signore Gesù ci rende suoi famigliari, ci rende suoi intimi, ci chiama fratelli e amici. E non lo fa per propaganda, non è un imbonitore, vive ciò che afferma, lo realizza. Gesù supera il modello famigliare del clan, del legame di sangue, del rapporto fra genitori e figli: seguire il Vangelo coinvolge anche le emozioni e gli affetti, crea nuovi legami che superano quelli di sangue. Quanto è vero! Molti, fra noi, hanno rapporti di complicità e di intesa con fratelli nella fede molto più fecondi e intensi di quelli che hanno con i fratelli di sangue! Ma, attenzione, creare relazioni nella comunità richiede fatica e impegno, senza prendere scorciatoie. Quante volte nella comunità arrivano persone che non hanno ricevuto affetto e che pensano di trovarlo a buon prezzo fra i cristiani! Certo: l'amore caratterizza (o potrebbe) le comunità cristiane ma, per viverlo da adulti, occorre impegno e franchezza, costanza ed equilibrio. Come i raggi di una ruota di carro, avvicinandoci al mozzo centrale ci avviciniamo gli uni agli altri. Se ci avviciniamo a Cristo ci scopriamo vicini e diventiamo capaci di amarci gli uni gli altri al di là delle simpatie, ma dell'amore che Dio riversa nei nostri cuori.
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La Liturgia di Lunedi 28 Gennaio 2019

28/1/2019

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28.1.2019 - San Tommaso d'Aquino
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Domenicano (1244), formatosi nel monastero di Montecassino e nelle grandi scuole del tempo, e divenuto maestro negli studi di Parigi, Orvieto, Roma, Viterbo e Napoli, impresse al suo insegnamento un orientamento originale e sapientemente innovatore. Affidò a molti scritti impegnati e specialmente alla celebre ‘Summa’ la sistemazione geniale della dottrina filosofica e teologica raccolta dalla tradizione. Ha esercitato un influsso determinante sull’indirizzo del pensiero filosofico e della ricerca teologica nelle scuole dei secoli seguenti. (Mess. Rom.)

Colletta
O Dio, che in san Tommaso d’Aquino  
hai dato alla tua Chiesa  
un modello sublime di santità e di dottrina,  
donaci la luce per comprendere i suoi insegnamenti  
e la forza per imitare i suoi esempi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 9,15.24-28)
Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta a coloro che l’aspettano.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, Cristo è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa. 
Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. 
E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. 
E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit: Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Canto al Vangelo (2Tm 1,10) 
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.

VANGELO (Mc 3,22-30) 
Satana è finito. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». 
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

Parola del Signore

Commento
Gesù è accusato di essere indemoniato e di scacciare i demoni per opera di Satana. Stupisce il fatto che Gesù, pazientemente, argomenti contro questa folle affermazione che non meriterebbe nessun tipo di risposta! Invece Gesù cerca in ogni modo di convincere, di scuotere, di far capire. E ragiona: che pasticcio combina il demonio se combatte se stesso? Ma il ragionamento non è sufficiente: è del tutto evidente che dietro questa accusa si nascondono un astio e un odio profondi che impediscono ai saccenti studiosi, giunti espressamente da Gerusalemme, anche solo di ascoltare le parole di Gesù, di capire il suo discorso, di far emergere l'uomo forte, equilibrato, intelligente presente in ciascuno di noi ma che, negli scribi, sembra essere ben legato! Questa ottusità, ammonisce Gesù, impedisce allo Spirito di agire, all'anima di convertirsi. Questo è il peccato contro lo Spirito: negare l'evidenza, impedire al buon senso di farsi strada, chiudere gli orecchi per non ascoltare l'annuncio e convertire il proprio cuore. Stiamo attenti, discepoli del Nazareno, a non chiudere anche noi il nostro cuore devoto alle novità che il Signore continuamente propone!
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La Liturgia di Domenica 27 Gennaio 2019

27/1/2019

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III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Domenica
Colore liturgico: Verde
COMMENTO AL VANGELO
FIDATI
Luca ha a cuore la sua serietà di storico, ci tiene a confermare la fede in cui è rimasto coinvolto: non sono favole quelle in cui ha creduto, né pie elucubrazioni. Ha dato del tempo, Luca, a questa ricerca e ci tiene a precisarlo.

Viviamo brutti tempi: il vangelo è e resta uno splendido esempio di libro religioso, Gesù è una figura ammirevole, ma tutto si confonde: morale, favola, dottrina... Luca scuoterebbe la testa, invitandoci a prendere più sul serio la nostra fede, a dedicare del tempo alla nostra preparazione, a renderci conto che la fede va nutrita, informata, capita, indagata. E invece no: le quattro nozioni imparate di malavoglia al catechismo sono, spesso, l'unico approccio al cristianesimo che abbiamo conosciuto. Siamo seri: il problema è la nostra pigrizia, la nostra superficialità, (se vuoi) il problema è la dimenticanza: non ci importa della nostra interiorità, non investiamo perché in fondo non ci crediamo. Smettiamola di giocare a fare gli atei, non nascondiamo la nostra mediocrità dietro una pretesa culturale poco seria e documentata, portiamo rispetto per coloro che, davvero, hanno cercato e studiato e indagato. Mondo impigrito, il nostro, che demanda a pochi l'analisi e la ricerca intorno alla nostra felicità per poi farci ripetere a memoria un riassunto delle conclusioni masticate dai tuttologi di turno! Vuoi veramente cercare la fede? Indaga. Cerchi davvero Dio? Informati. Vuoi davvero dare senso alla tua vita? Fidati. Sì perché - ci ricorda Luca - la fede nasce dalla testimonianza di chi ha visto e creduto.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,  
guida i nostri atti secondo la tua volontà,  
perché nel nome del tuo diletto Figlio  
portiamo frutti generosi di opere buone.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Padre, tu hai mandato il Cristo, re e profeta,  
ad annunziare ai poveri il lieto messaggio del tuo regno,  
fa’ che la sua parola che oggi risuona nella Chiesa,  
ci edifichi in un corpo solo  
e ci renda strumento di liberazione e di salvezza.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ne 8,2-4.5-6.8-10)
Leggevano il libro della legge e ne spiegavano il senso.

Dal libro di Neemìa

In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.  
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza. 
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. 
I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. 
Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. 
Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)
Rit: Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro, 
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli, 
sono tutti giusti.

Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore.

SECONDA LETTURA (1Cor 12,12-30) 
Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? 
Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?

Parola di Dio.

SECONDA LETTURA Forma breve (1Cor 12, 12-14.27)
Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. 

Dalla lettera prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. 
Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. 

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Lc 4,18) 
Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.

VANGELO (Lc 1,1-4; 4,14-21) 
Oggi si è compiuta questa Scrittura. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».  

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Il Signore è sceso sulla terra in mezzo a noi, si è seduto nelle nostre assemblee e in esse ha annunciato la vittoria della vita. 
Preghiamo insieme e diciamo: Signore, completa la nostra speranza.

1. Perché i nostri incarichi e i nostri impegni siano sempre svolti nella gioia. Preghiamo.
2. Perché sappiamo essere profondi nella nostra fede, coscienti che Tu l’hai resa salda con la tua venuta nel mondo. Preghiamo. 
3. Perché la nostra testimonianza sia sempre pubblica ma mai ostentata. Preghiamo.
4. Perché sappiamo leggere i segni della storia alla luce del fatto che Tu sei il suo compimento. Preghiamo.  

O Padre, la lunga attesa del popolo d’Israele è stata premiata dalla venuta di Gesù Cristo. Rendici pazienti e capaci di riconoscerti. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
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La Liturgia di Sabato 26 Gennaio 2019

26/1/2019

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26.1.2019 - Santi Timoteo e Tito
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

I due santi di oggi sono i collaboratori più strettii dell’apostolo Paolo. Timoteo era nato a Listra da madre giudea e padre pagano. Si era avvicinato alla comunità cristiana e, poiché aveva una buona conoscenza delle Scritture, godeva di grande stima presso i fratelli. Quando, verso l’anno 50, passò da Listra, Paolo lo fece circoncidere per rispetto verso i giudei e lo scelse come compagno di viaggio. Con Paolo, Timoteo attraversò l’Asia Minore e raggiunse la Macedonia. Accompagnò poi l’apostolo ad Atene e di lì venne inviato a Tessalonica. Quindi proseguì a sua volta per Corinto e collaborò all’evangelizzazione della città sull’istmo. Tito era di famiglia greca, ancora pagana, e venne convertito dall’apostolo in uno dei suoi viaggi.
Egli viene inviato in particolare alla comunità di Corinto con lo scopo di riconciliare i cristiani di quella città con l’apostolo. Quando si reca a Gerusalemme per l’incontro con gli apostoli, Paolo porta con sé Timoteo il circonciso insieme con Tito l’incirconciso. Nei suoi due collaboratori egli riunisce simbolicamente gli uomini della legge e gli uomini dalle genti. Secondo la tradizione Paolo scrisse due lettere a Timoteo e una a Tito quando erano rispettivamente vescovi di Efeso e di Creta. Sono le uniche due lettere del Nuovo Testamento indirizzate non a comunità, ma a persone. L’apostolo, ormai anziano, si lascia finalmente andare ad annotazioni ricche di affetto verso i suoi due discepoli nella fiducia di aver messo nelle giuste mani l’annuncio del Vangelo del Signore. Secondo Benedetto XVI,Timoteo e Tito «ci insegnano a servire il Vangelo con generosità e a essere i primi nelle opere buone».


Colletta
O Dio, nostro Padre,  
che hai formato alla scuola degli Apostoli  
i santi vescovi Timoteo e Tito,  
concedi anche a noi per loro intercessione  
di vivere in questo mondo  
con giustizia e con amore di figli,  
per giungere alla gloria del tuo regno.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (2Tm 1,1-8)
Mi ricordo della tua schietta fede.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio e secondo la promessa della vita che è in Cristo Gesù, a Timòteo, figlio carissimo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro.
Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza pura, ricordandomi di te nelle mie preghiere sempre, notte e giorno. Mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua schietta fede, che ebbero anche tua nonna Lòide e tua madre Eunìce, e che ora, ne sono certo, è anche in te.
Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. 

Parola di Dio.

oppure:
PRIMA LETTURA (Tit 1,1-5)
A Tito, mio vero figlio nella medesima fede.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito

Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per portare alla fede quelli che Dio ha scelto e per far conoscere la verità, che è conforme a un’autentica religiosità, nella speranza della vita eterna – promessa fin dai secoli eterni da Dio, il quale non mente, e manifestata al tempo stabilito nella sua parola mediante la predicazione, a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore –, a Tito, mio vero figlio nella medesima fede: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore.
Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato. 

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome. 

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. 

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome. 

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Canto al Vangelo (Lc 4,18) 
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me: 
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia.

VANGELO (Lc 10,1-9) 
La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore

Commento
Ieri abbiamo celebrato la conversione di Paolo, oggi celebriamo i frutti di quella conversione: la santità di due suoi discepoli, Timoteo e Tito, destinatari di alcuni suoi scritti.

È frizzante la prima esperienza cristiana, colma di entusiasmi, di luci, di conversioni, di passione. Così la fede di Paolo contagia le comunità che incontra, le rianima, le orienta, le motiva. Dalle sue lettere impariamo a conoscere una Chiesa dinamica, in continua evoluzione, embrionale ma già definita, ancora in movimento ma già basata su alcuni principi che, bene o male, ritroviamo ancora oggi. Il "sì" di Paolo alla chiamata del Signore ha prodotto molti frutti, molta santità, molte conversioni. Il "sì" di Paolo ha suscitato il "sì" di molti altri, fra cui Tito e Timoteo. Il "sì" di questi due discepoli ha permesso al vangelo di giungere ad altri cuori, di convertire numerose altre vite. Se la nostra vita diventa un "no" all'azione di Dio, molti uomini e donne, attorno a noi, dopo di noi, non sentiranno parlare del Signore Gesù. Celebrare, oggi, il "sì" di due discepoli vissuti così lontani nel tempo, ci ricorda che la catena della fede è fatta di tanti piccoli anelli che si uniscono per giungere fino a noi. Facciamo diventare la nostra giornata, la nostra vita, un grande "sì" al Signore, perché molti altri, un giorno possano conoscere la gioia dell'appartenere a Cristo.
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a sera
MESSA PREFESTIVA della
III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
ANNO C - RITO ROMANO
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La Liturgia di Venerdi 25 Gennaio 2019

25/1/2019

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18-25 GENNAIO 2019 SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI
25.1.2019 - CONVERSIONE DI SAN PAOLO APOSTOLO
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Grado della Celebrazione: Festa
Colore liturgico: Bianco

La conversione di Paolo che siamo chiamati a celebrare e a vivere, esprime la potenza della grazia che sovrabbonda dove abbonda il peccato. La svolta decisiva della sua vita si compie sulla via di Damasco, dive egli scopre il mistero della passione di Cristo che si rinnova nelle sue membra. Egli stesso perseguitato per Cristo dirà: ‘Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa’. Questa celebrazione, già presente in Italia nel sec. VIII, entrò nel calendario Romano sul finire del sec. X. Conclude in modo significativo la settimana dell’unità dei cristiani, ricordando che non c’è vero ecumenismo senza conversione (cfr Conc. Vat. II, Decreto sull’ecumenismo ‘Unitatis redintegratio’, 7). (Mess. Rom.)

Colletta
O Dio, che hai illuminato tutte le genti 
con la parola dell’apostolo Paolo, 
concedi anche a noi, 
che oggi ricordiamo la sua conversione, 
di essere testimoni della tua verità 
e di camminare sempre nella via del Vangelo. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 22,3-16)
Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il nome di Gesù.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Paolo disse al popolo: 
«Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamalièle nell’osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne, come può darmi testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che stanno là, perché fossero puniti.
Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?”. Io risposi: “Chi sei, o Signore?”. Mi disse: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perséguiti”. Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono la voce di colui che mi parlava. Io dissi allora: “Che devo fare, Signore?”. E il Signore mi disse: “Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia”. E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco.
Un certo Ananìa, devoto osservante della Legge e stimato da tutti i Giudei là residenti, venne da me, mi si accostò e disse: “Saulo, fratello, torna a vedere!”. E in quell’istante lo vidi. Egli soggiunse: “Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. E ora, perché aspetti? Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome”».

Parola di Dio.

oppure:
PRIMA LETTURA (At 9,1-22)
Ti sarà detto ciò che devi fare.

Dagli Atti degli Apostoli 

In quei giorni, Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. 
E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». 
Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
C’era a Damasco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». 
Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Non è lui che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocavano questo nome ed era venuto qui precisamente per condurli in catene ai capi dei sacerdoti?».
Saulo frattanto si rinfrancava sempre di più e gettava confusione tra i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 116)
Rit: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

Canto al Vangelo (Gv 15,16) 
Alleluia, alleluia.
Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga.
Alleluia.

VANGELO (Mc 16,15-18) 
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: 
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Parola del Signore

Commento
Paolo è l'unico discepolo di cui non celebriamo solo la nascita o la morte, ma anche la conversione. Una conversione talmente importante per la Chiesa che i discepoli hanno deciso di porre a modello dell'inattesa e imprevedibile azione di Dio.

Non una ma molte conversioni caratterizzano il percorso dell’uomo che cerca se stesso, che incontra Dio. San Paolo ci viene proposto come modello di questo accidentato percorso che siamo chiamati a ripetere con intelligenza e creatività. La conversione è il passaggio da una condizione ad un’altra, un gesto di adesione dell’intelligenza fatto con forza e, spesso, a costo di fatica e di lotta interiore. San Paolo era già credente, fin troppo. Accecato dalla sua passione, non riusciva a vedere che il suo zelo era diventato inaccettabile fanatismo. Quando parliamo di conversione, quindi, non intendiamo anzitutto il passaggio dell’ateo alla fede, ma del credente alla fede corretta. E questa conversione caratterizza la Chiesa, semper reformanda, sempre in riforma per adeguare il proprio stile di vita alle esigenze del Vangelo. Oggi, quindi, celebriamo la fatica della nostra conversione, il cammino che dobbiamo continuamente fare, senza scoraggiarci. La conversione sulla via di Damasco, per Paolo, non fu che l’inizio di una vita nuova in cui dovette affrontare numerosi cambiamenti. Eppure, alla fine del suo entusiasmante, sofferto e tormentato percorso, libero, si consegnò completamente a Cristo.
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La Liturgia di Giovedi 24 Gennaio 2019

24/1/2019

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18-25 GENNAIO 2019 SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI
24.1.2019 - San Francesco di Sales
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Vescovo di Ginevra, fu uno dei grandi maestri di spiritualità degli ultimi secoli. Scrisse l’Introduzione alla vita devota (Filotea) e altre opere ascetico-mistiche, dove propone una via di santità accessibile a tutte le condizioni sociali, fondata interamente sull’amore di Dio, compendio di ogni perfezione (Teotimo). Fondò con santa Giovanna Fremyot de Chantal l’Ordine della Visitazione. Con la sua saggezza pastorale e la sua dolcezza seppe attirare all’unità della Chiesa molti calvinisti.

Colletta
O Dio, tu hai voluto  
che il santo vescovo Francesco di Sales  
si facesse tutto a tutti nella carità apostolica:  
concedi anche a noi di testimoniare sempre,  
nel servizio dei fratelli,  
la dolcezza del tuo amore.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 7,25-8,6)
Cristo ha offerto sacrifici, una volta per tutte, offrendo se stesso.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, Cristo può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.
Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della Maestà nei cieli, ministro del santuario e della vera tenda, che il Signore, e non un uomo, ha costruito.
Ogni sommo sacerdote, infatti, viene costituito per offrire doni e sacrifici: di qui la necessità che anche Gesù abbia qualcosa da offrire. Se egli fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la Legge. Questi offrono un culto che è immagine e ombra delle realtà celesti, secondo quanto fu dichiarato da Dio a Mosè, quando stava per costruire la tenda: «Guarda – disse – di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte». Ora invece egli ha avuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, perché è fondata su migliori promesse.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 39)
Rit: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo». 

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo». 

Ho annunciato la tua giustizia 
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra, 
Signore, tu lo sai. 

Esultino e gioiscano in te
quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Il Signore è grande!»
quelli che amano la tua salvezza.

Canto al Vangelo (2 Tim 1,10) 
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.

VANGELO (Mc 3,7-12) 
Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. 
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. 
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Parola del Signore

Commento
Il Signore ci chiede di tenergli pronta una barca, per evitare che la folla lo schiacci. La sua fama si è diffusa e, nonostante la crescente tensione dei farisei nei suoi confronti, Gesù continua ad annunciare il Vangelo della salvezza e della liberazione. Anche oggi è così: quando sentiamo una buona notizia corriamo ad ascoltare chi ce ne parla nella speranza di farci guarire nel profondo. Noi, suoi discepoli, siamo chiamati a mettere la barca della nostra vita a disposizione del Signore. Poco importa se la userà o se resteremo in attesa: egli sa che può fare di noi ciò che vuole. il Signore ha bisogno di noi, servi inutili, anche solo per avere spazio in mezzo alla folla. Siamo collaboratori di Dio, nel nostro piccolo, il Signore ci rende discepoli e apostoli, ci usa come strumento per la sua gloria, per l'annuncio della sua salvezza. È lui che opera in noi, è lui che raggiunge i cuori attraverso la nostra disponibilità e l'amore che siamo chiamati a dare è lo stesso che abbiamo ricevuto abbondantemente incontrando il Signore. Ancora oggi milioni di uomini e donne cercano salvezza, senza sapere a chi rivolgersi. Mettiamo a disposizione del Signore la barca della nostra vita, casomai ne avesse bisogno.
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La Liturgia di Mercoledi 23 Gennaio 2019

23/1/2019

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18-25 GENNAIO 2019 SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI
23.1.2019 - Mercoledì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno I)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,  
che governi il cielo e la terra,  
ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo  
e dona ai nostri giorni la tua pace.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 7,1-3.15-17)
Tu sei sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, Melchìsedek, re di Salem, sacerdote del Dio altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dall’avere sconfitto i re e lo benedisse; a lui Abramo diede la decima di ogni cosa. 
Anzitutto il suo nome significa “re di giustizia”; poi è anche re di Salem, cioè “re di pace”. Egli, senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio, rimane sacerdote per sempre.
[Ora,] sorge, a somiglianza di Melchìsedek, un sacerdote differente, il quale non è diventato tale secondo una legge prescritta dagli uomini, ma per la potenza di una vita indistruttibile. Gli è resa infatti questa testimonianza:
«Tu sei sacerdote per sempre
secondo l’ordine di Melchìsedek».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 109)
Rit: Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!

A te il principato
nel giorno della tua potenza 
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora, 
come rugiada, io ti ho generato.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».

Canto al Vangelo (Cf Mt 4,23) 
Alleluia, alleluia.
Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo.
Alleluia.

VANGELO (Mc 3,1-6) 
È lecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla? 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. 
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. 
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Parola del Signore

Commento

La prima lettura ci presenta la figura misteriosa di Melchisedek, e possiamo chiederci se Gesù, che è sacerdote, è tale a somiglianza di Melchisedek o se è Melchisedek fatto su modello di Gesù. In realtà nel testo ci sono tutte e due le prospettive: si dice che un altro sacerdote, cioè Cristo, è sorto a somiglianza di Melchisedek e il salmo citato dice testualmente: "Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek", però, commentando questo testo, l'autore scrive che Melchisedek è stato fatto a somiglianza del Figlio di Dio.
Leggendo la Bibbia egli riconosce una prefigurazione di Cristo risorto in Melchisedek, che si presenta senza padre, senza madre. A meglio dire: la Scrittura non parla di loro e questo è molto strano per un sacerdote, perché nell'Antico Testamento per essere sacerdote era necessario appartenere a una famiglia sacerdotale e quindi era importante che si parlasse dei genitori. Ma di Melchisedek non si dice niente: non si nominano né il padre né la madre, non si dà nessuna genealogia, non si dice quando è nato né quando è morto.
In questa misteriosa figura l'autore vede con ammirazione una immagine di Cristo risorto, che non ha né padre né madre terrestre: la novità di vita della risurrezione non ha un'origine terrestre. Gesù risorto è Figlio di Dio anche nella sua natura umana e rimane così sacerdote in eterno.
Vediamo in questa descrizione l'atteggiamento dei primi cristiani alla lettura dell'Antico Testamento. Con gioia, con stupore anche talvolta, vedevano delinearsi in esso la figura di Cristo, ed era per loro causa di grande esultanza accorgersi che Dio aveva preparato la rivelazione di Cristo già da molto tempo. "il Nuovo è nascosto nell'Antico" dirà sant'Agostino, e Cristo venendo illumina tutto l'Antico Testamento. Le cose che sembravano misteriose e quasi inspiegabili diventano chiare perché si rivelano come una profezia di Cristo.
Anche noi siamo chiamati a leggere l'Antico Testamento in questa luce cristiana e a trovarvi una sorgente di grande consolazione spirituale, perché la nostra fede si approfondisce e ci rendiamo conto con gioia che Dio da sempre ha disposto tutte le cose e tutti gli avvenimenti per la glorificazione di Gesù suo Figlio.

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18-25 GENNAIO 2019 SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI
Oggi
SPOSALIZIO DELLA B.V. MARIA E SAN GIUSEPPE
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Grado della Celebrazione: Memoria facoltativa
Colore liturgico: Bianco
La celebrazione liturgica della Festa dello Sposalizio di Maria e Giuseppe risale al XV secolo, come espressione della fede del popolo di Dio, che ha visto in questo matrimonio un evento fondamentale nella storia della salvezza. La festa della santa Famiglia si affianca a questa festa; qui è la celebrazione delle nozze, l'altra, consecutiva, quella della famiglia. Due aspetti interdipendenti, ma distinti e complementari, sia nella vita degli uomini, sia nel progetto di salvezza della Trinità. Uno mette in risalto l’amore sponsale, l’altro il nucleo familiare.

Orazione
O Dio, Padre Santo,
che hai unito con vincolo di amore sponsale e verginale la Vergine Maria, Madre del tuo Figlio,
e l'uomo giusto San Giuseppe,
perché insieme fossero fedeli collaboratori
del mistero del Verbo Incarnato:
fa' che noi,
a Te legati col vincolo battesimale,
viviamo più intimamente la nostra unione con Cristo
e camminiamo gioiosamente nella via dell'amore.
Per il nostro Signore…

- PRIMA LETTURA (Isaia 61,9-11)
- SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 112)
   Rit. Sia benedetto il nome del Signore, ora e sempre.
- SECONDA LETTURA (Galati 4,4-7)
- VANGELO (Dal vangelo secondo Matteo 1,18-21.24-25)

Commento
Giuseppe si fida.
E la fiducia si fonda sul messaggio di Dio.
Il messaggio che avviene nel sogno e nelle promesse.

E' sempre una scommessa quella della fede, che non trova il solido riscontro subito, se non nei propri dubbi.
Ma se scrutiamo i segni che Dio pone sul nostro cammino, ecco che appare una ulteriore spinta alla decisione per Lui.
Ogni segno che Dio pone sul nostro cammino e che noi accogliamo da Lui è un progresso nel nostro atto di fede in Lui.

Essere tentati da Dio o da noi stessi: ecco il dilemma che ripercorre la nostra storia, come lo è stato per Giuseppe allora.

Avere la fede del sì non significa trovare certezze, ma aiuti a procedere.
Nella storia della fede ogni dubbio non è chiarito, ma illuminato.
E più dubbi sono orientati alla fede, più appare la possibilità di illuminazione del cuore, della mente e dell'anima.

Quello che è avvenuto nel disegno della volontà di Dio su Giuseppe è lo stesso mistero che si ripropone a noi ogni giorno, nel cammino della vita quotidiana.

Essere accanto a Maria per Giuseppe è dono misterioso, come il loro essere accanto a ciascuno di noi: ma nella fede il dubbio è illuminato.
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18-25 GENNAIO 2019 SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI
Oggi nella diocesi di Bergamo
SANTA PAOLA ELISABETTA CERIOLI, RELIGIOSA 
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Grado della Celebrazione: Memoria 
Colore liturgico: Bianco
Costanza Cerioli nacque a Soncino (Cremona) il 28 gennaio 1816 da una nobile famiglia che la educò a una solida vita cristiana. A di­ciannove anni andò sposa all’anziano conte Buzzecchi Tassis e si trasferì a Comonte (Bergamo). La vita coniugale fu impegnativa e travaglia­ta: dei quattro figli soltanto il secondogenito Carlo raggiunse i sedici anni. Rimasta vedova, poté realizzare la sua vocazione di dedicarsi a Dio nell’educazione della gioventù e degli orfani, specialmente di famiglie contadine. Per garantire la continuità delle sue opere fon­dò l’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia e l’Istituto dei Padri e dei Fratelli della Sacra Famiglia. Morì a Seriate (Bergamo) la vigilia di Natale del 1865. Fu proclamata beata da Pio XII il 19 marzo 1950 e canonizzata da Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004.

Orazione
Signore nostro Dio, che nella santa Paola Elisabetta Cerioli ci hai indicato un luminoso esempio di vita familiare e reli­giosa e di ardente amore per i poveri e i fanciulli, donaci di seguire fedelmente la nostra vocazione perseverando nel tuo servizio, perché anche la nostra vita manifesti ai fratelli il tuo amore di Padre. Per il nostro Signore. 

- PRIMA LETTURA (Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 3, 14-18)
- SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 33)
- Rit. Beati i misericordiosi: troveranno misericordia.
- VANGELO (Dal vangelo secondo Luca 6, 27-38)

Commento
Luca, diversamente da Matteo, non entra nelle dispute accademiche degli ebrei: a lui non importa se la Legge orale, ossia gli oltre seicento precetti aggiunti alle parole di Mosè e considerate dai farisei parola divina e da Gesù tradizione umana, sia autentica o meno. Il suo uditorio è composto in gran parte da pagani e, proprio per questo, inserisce la disputa di Gesù in un altro contesto, quello dell'imitazione della misericordia divina. Chiede ascolto, il Signore: il discepolo che lo segue non si adatta al basso profilo, non fa cose scontate, sa bene che non c'è nulla di speciale nell'amare chi ti ama e nel perdonare chi ti perdona! La logica che vuole proporre il vangelo è altra: la misura senza misura. Dare tanto non significa ricevere tanto in premio, ma avere ricevuto tanto in acconto. Perciò il discepolo vive con generosità, perché ha ricevuto amore senza misura! Il paradosso evangelico è possibile solo come eccedenza di un amore ricevuto e, perciò, donato. Gesù non chiede ai suoi amici uno sforzo eroico e sovrumano, ma la continuazione della misericordia che Dio dona a chi ha il coraggio di ascoltare la sua buona notizia.
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La Liturgia di Martedi 22 Gennaio 2019

22/1/2019

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18-25 GENNAIO 2019 SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI1
22.1.2019 - Martedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno I)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,  
che governi il cielo e la terra,  
ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo  
e dona ai nostri giorni la tua pace.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 6,10-20)
La speranza che ci è proposta è come un’àncora sicura e salda.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, Dio non è ingiusto tanto da dimenticare il vostro lavoro e la carità che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi che avete reso e che tuttora rendete ai santi. Desideriamo soltanto che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine, perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che, con la fede e la costanza, divengono eredi delle promesse.
Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso dicendo: «Ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza». Così Abramo, con la sua costanza, ottenne ciò che gli era stato promesso. Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro, e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine a ogni controversia. 
Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l’irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento, affinché, grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi, che abbiamo cercato rifugio in lui, abbiamo un forte incoraggiamento ad afferrarci saldamente alla speranza che ci è proposta. In essa infatti abbiamo come un’àncora sicura e salda per la nostra vita: essa entra fino al di là del velo del santuario, dove Gesù è entrato come precursore per noi, divenuto sommo sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 110)
Rit: Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano. 

Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
misericordioso e pietoso è il Signore.
Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza. 

Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
La lode del Signore rimane per sempre.

Canto al Vangelo (Cf Ef 1,17-18) 
Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia.

VANGELO (Mc 2,23-28) 
Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. 
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». 
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

Parola del Signore

Commento
Grande cosa il sabato, il riposo settimanale! Una delle intuizioni per cui l'umanità ha da ringraziare il popolo ebraico. Gli schiavi non riposano mai, perciò la norma del riposo sabbatico era così importante: per ricordare ad Israele che ora erano dei figli e che come tali si dovevano comportare. Ma, si sa, spesso lo spirito autentico di una norma viene accomodato e, così, al tempo di Gesù, il rispetto sabbatico era stritolato da un infinito serie di prescrizione che finivano per svuotarlo di contenuto e di poesia. L'elenco minuzioso dei lavori permessi o meno, il numero dei passi che si potevano compiere e altre amenità del genere rischiavano di offuscare il significato profondo del precetto. Gesù, che ben conosce il valore della libertà, richiama all'essenziale chi lo critica, citando anche un brano della Scrittura in cui Davide viola una norma per necessità. Non è l'osservanza meccanica dei precetti che ne determinano la bontà ma il loro significato profondo, dice il Signore. Viviamo con intelligenza, allora, le norme che ci sono suggerite per vivere la nostra vita di fede, senza farle diventare dei nuovi idoli che soddisfano il nostro ego religioso.

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18-25 GENNAIO 2018 SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI
Oggi nella diocesi di Bergamo
SAN VINCENZO, DIACONO E MARTIRE
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Rosso
Vincenzo, diacono nella Chiesa di Saragozza (Spagna), offrì a Cristo il sacrificio della vita con il suo vescovo Valerio, come aveva offerto con lui il sacrificio dell’altare (Valenza, c. 304). La sua figura è celebrata dalla tradizione patristica. La sua “deposizione” è ricordata dal martirologio gerominiano (sec. VI) e dai libri liturgici spagnoli il 22 gennaio.
A lui, come patrono secondario della città e della Diocesi, fu de­dicata per lunghi secoli una delle due cattedrali di Bergamo.


Orazione
O Dio, fonte di ogni bene, donaci la forza del tuo Spirito, che animò il diacono e martire Vincenzo e lo rese invincibile in mezzo ai tormenti, perché anche la nostra fragile umanità sia sostenuta dalla potenza del tuo amore. Per il nostro Signore.

- PRIMA LETTURA (Dalla II lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 9, 6-10)
- SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 111)
   Rit. Il Signore ama chi dona con gioia.
- VANGELO (Dal vangelo secondo Giovanni 12, 24-26)

Commento
Sempre di martiri parliamo, tornando però indietro nel tempo: oggi la Chiesa celebra la grande figura di Lorenzo, diacono a Roma sotto l'imperatore Valeriano Da cosa deriva la sua fama diffusa in tutto il mondo? Pur essendo così distante da noi nel tempo, è vicino per la sua appassionata carità: arrestato e costretto dall'imperatore a portargli i tesori nascosti della Chiesa, i diaconi, fra le altre cose, si occupavano delle casse della comunità, Lorenzo gli portò un gruppo di poveri mantenuti dai cristiani: erano quelli l'unica ricchezza della Chiesa. Un gesto forte, coraggioso, che ricorda al mondo che le presunte ricchezze della Chiesa, retaggio a volte pesante dei fasti del passato, sono anzitutto al servizio della carità e dei poveri. Ma che ricorda anche alla Chiesa che i beni materiali vanno trattati con grande serietà e trasparenza, che non è possibile applicare logiche di profitto ai denari che servono per soccorrere gli ultimi. Lorenzo, insomma, ricorda a tutti, credenti o meno, la logica della Creazione: il ricco è tale per soccorrere il povero. Nella Bibbia, come ho più volte ricordato, si afferma che la ricchezza è sempre dono di Dio ma che la povertà è sempre responsabilità del ricco.
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