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La Liturgia di Domenica 26 Dicembre 2021

26/12/2021

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SS. FAMIGLIA DI GESU' MARIA E GIUSEPPE - C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
La prima domenica dopo Natale ricorre ogni anno la festa della Santa Famiglia di Nazareth. Una famiglia unica e irripetibile, formata da Giuseppe, Maria e Gesù. Maria e Giuseppe erano veri sposi anche se vissero il loro matrimonio verginalmente, non solo come fratello e sorella, ma come Angeli in Terra, e più ancora. E Gesù è il Figlio di Dio venuto su questa Terra per la nostra salvezza. La Famiglia di Nazareth offriva agli angeli del Paradiso lo spettacolo più bello; essa – come si espressero alcuni Santi – era come la Trinità terrestre. San Giuseppe faceva le veci del Padre, Gesù è lo stesso Figlio di Dio, Maria è il riflesso più puro dello Spirito Santo.

San Giuseppe, come la Chiesa da sempre ha insegnato, non è padre naturale di Gesù, ma, come si dice comunemente, il padre putativo, verginale, in quanto Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo. Tuttavia era indispensabile la presenza di san Giuseppe per fare in modo che il Figlio di Dio entrasse in questo mondo in modo ordinato, ovvero che avesse una famiglia umana dove vivere e crescere.

La famiglia è formata dallo sposo, la sposa (uomo e donna) e la prole. Tutto ciò che va contro questo piano di Dio è peccato e perversione.

San Giuseppe educò lo stesso Figlio di Dio! Già da questo comprendiamo la grandezza di questo Santo che tante volte dimentichiamo. Dalle sue labbra Gesù apprendeva la Volontà del Padre Celeste; obbedendo a lui, Egli compiva con certezza ciò che Dio Padre chiedeva. Il Figlio di Dio si affidò a san Giuseppe: sul suo esempio mettiamo la nostra vita nelle mani di questo grande Santo.

Maria, invece, è Madre naturale di Gesù. Da Lei, il Figlio di Dio ha preso la carne e il sangue, solo da Lei. Per tale motivo ci doveva essere una straordinaria somiglianza tra Gesù e la sua Madre Santissima. La vita di Maria a Nazareth, come pure quella di san Giuseppe, fu una continua adorazione. Essi avevano sempre sotto il loro sguardo Gesù; i loro occhi e i loro cuori non potevano distaccarsi da Lui.

La Santa Famiglia di Nazareth ci offre dei grandissimi insegnamenti per la nostra vita cristiana, per la vita delle nostre famiglie. Prima di tutto essa ci insegna a mettere al primo posto la Volontà di Dio. Solo compiendo l'adorabile Volontà del Padre Celeste potremo essere felici, su questa Terra e in Paradiso. Nemmeno il più piccolo peccato nella Santa Famiglia di Nazareth: tutto era santo! Sull'esempio di Gesù, Giuseppe e Maria, impariamo anche noi ad evitare il peccato, pensando che esso è la più grande disgrazia che si possa abbattere sulle nostre famiglie. Insegnava un Santo, ad esempio, che la bestemmia e il non andare a Messa la domenica, allontanano sempre di più la benedizione di Dio sulle nostre famiglie. E poi pensiamo ai peccati contro la vita, alla contraccezione, all'aborto: altro che santa famiglia!

Ripuliamo le nostre famiglie da tutte queste macchie che la rendono sempre più opaca. Chiediamo alla Madonna e a san Giuseppe di renderle un riflesso quanto più splendente della loro Santa Famiglia.

Un altro insegnamento riguarda la preghiera. Ricordiamolo sempre: una famiglia che prega insieme è una famiglia che rimane insieme, una famiglia benedetta da Dio. Un tempo, alla sera, le famiglie si radunavano attorno al focolare per la recita del Rosario. Oggi, purtroppo, non è più così e i risultati si vedono con evidenza: famiglie distrutte, separazioni e divorzi.

Ritorniamo alla preghiera e ritroveremo l'unità famigliare..
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che nella santa Famiglia
ci hai dato un vero modello di vita,
fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano
le stesse virtù e lo stesso amore,
perché, riuniti insieme nella tua casa,
possiamo godere la gioia senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta 
O Dio, nostro creatore e Padre,
tu hai voluto che il tuo Figlio
crescesse in sapienza, età e grazia
nella famiglia di Nazaret;
ravviva in noi la venerazione
per il dono e il mistero della vita,
perché diventiamo partecipi della fecondità del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (1Sam 1,20-22.24-28)
Samuele per tutti i giorni della sua vita è richiesto per il Signore.

Al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuèle, «perché –diceva– al Signore l’ho richiesto».
​Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre».

Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 83)
Rit: Beato chi abita nella tua casa, Signore.

Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente. R.

Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore. R.

Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato. R.

SECONDA LETTURA (1Gv 3,1-2.21-24) 
Siamo chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! 

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. 
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

VANGELO (Lc 2,41-52) 
Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri. 

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
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La Liturgia di Sabato 25 Dicembre 2021

25/12/2021

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Su questa pagina trovi le liturgie della MESSA DELL'AURORA e della MESSA DEL GIORNO di NATALE

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SANTO NATALE DEL SIGNORE GESU' - RITO ROMANO
MESSA DELL'AURORA
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Signore, Dio onnipotente,
che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo,
fa’ che risplenda nelle nostre opere
il mistero della fede che rifulge nel nostro spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Is 62,11-12)
Ecco, arriva il tuo Salvatore.

Dal libro del profeta Isaìa
Ecco ciò che il Signore fa sentire
all’estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Li chiameranno Popolo santo,
Redenti del Signore.
E tu sarai chiamata Ricercata,
Città non abbandonata».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 96)
Rit: Oggi la luce risplende su di noi.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria. R.   

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.  R.

SECONDA LETTURA (Tt 3,4-7) 
Ci ha salvati per la sua misericordia.

Figlio mio, 
quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, 
e il suo amore per gli uomini, 
egli ci ha salvati, 
non per opere giuste da noi compiute, 
ma per la sua misericordia, 
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, 
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza 
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, 
affinché, giustificati per la sua grazia, 
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

VANGELO (Lc 2,15-20) 
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
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SANTO NATALE DEL SIGNORE GESU' - RITO ROMANO
MESSA DEL GIORNO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Delle tre Messe di Natale, l'ultima, detta «del giorno», la liturgia ci fa leggere questo bellissimo brano - il Prologo - in cui l'apostolo ed evangelista Giovanni scrive che il «Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Ma perché il «Verbo, ossia il Figlio, che è Dio, si è fatto uomo»?

Nella seconda lettura, tratta dalla Lettera agli Ebrei, l'autore sacro scrive: «Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo». Ciò significa che Dio che prima d'ora parlava con gli uomini solo per interposta persona - per mezzo dei profeti -, ora ci parla «di persona», perché il Figlio non è che «irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza».

Ritornando alla domanda: perché il Verbo si è fatto carne e perché Dio si è fatto uomo, rispondiamo facendo riferimento alla nostra Professione di fede. Nel Credo, infatti, c'è una frase che in questo giorno di Natale si recita mettendosi in ginocchio: «Per noi uomini e per la nostra salvezza, discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo». Perché Dio ha fatto questo passo? Perché il Figlio di Dio si è fatto uomo «per la nostra salvezza»? Solo perché noi avevamo peccato e avevamo bisogno di essere salvati? Oppure perché era giunta la «pienezza del tempo»? Alcuni pensano che la pienezza del tempo sia il momento giusto, l'epoca più opportuna, il tempo più favorevole per la venuta di Dio in mezzo a noi. Però, se andiamo a scrutare i tempi di Gesù, noi restiamo sconcertati: a Roma comandava Augusto, che aveva conquistato il potere attraverso una guerra civile e crudelissima e attraverso l'eliminazione di tutti i suoi avversari; a Gerusalemme regnava Erode, che era un tiranno senza scrupoli, con le mani sempre macchiate di sangue e con la vita affogata in una stomachevole lussuria. Altro che pienezza del tempo! Eppure la Scrittura ci dice: «quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (cf Gal 4,4). Cos'è, allora, la pienezza del tempo? La pienezza del tempo è il momento nel quale Dio non ha potuto più resistere ed è esploso in un gesto d'amore che, ancora oggi, ci fa piangere di commozione. Ebbene, la risposta al perché dell'incarnazione è scritta a chiare lettere nella Scrittura, dallo stesso evangelista che ha scritto il Prologo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (cf Gv 3,16-17).

Sì, Cristo si è incarnato ed è disceso dal cielo «per la nostra salvezza», ma quello che l'ha spinto a scendere dal cielo per la nostra salvezza, è stato l'amore, nient'altro che amore. Dio è amore e tutto quello che fa, lo fa per amore. Natale, dunque, è la prova suprema dell'amore di Dio per gli uomini (cf Tit 3,4).

Quale deve essere allora la nostra risposta ultima al Natale? «Amore solo con amor si paga», cioè: «all'amore non si può rispondere in altro modo che riamando» (sant'Anselmo). Nel canto natalizio Adeste fideles c'è un'espressione profonda: «Come non riamare uno che ci ha amato tanto?» (Sic nos amantem quis non redamaret?). Si possono fare tante cose per solennizzare il Natale, ma certamente la cosa più vera e più profonda ci è suggerita da queste parole. Questo è il Natale a cui lo Spirito Santo desidera condurre i veri credenti. Un pensiero sincero di gratitudine, di commozione e di amore per colui che è venuto ad abitare in mezzo a noi, è certamente il dono più squisito che possiamo dare al Bambino Gesù, l'ornamento più bello intorno al suo presepio. E non è difficile; basta meditare un po' sul suo amore per noi, sentire quanto ci ha amato. L'amore, ha detto il sommo poeta Dante Alighieri, «a nullo amato amar perdona», che tradotto significa: chi si sente amato non può fare a meno di riamare.

L'amore, però, ha bisogno di tradursi in gesti concreti. Il più semplice e universale (quando è pulito e innocente) è il bacio. Vogliamo dare un bacio a Gesù, come si desidera fare con tutti i bambini appena nati? Non accontentiamoci di darlo solo alla statuina di gesso o di porcellana, diamolo ad un Gesù bambino in carne e ossa. Diamolo a un povero, a un sofferente e lo abbiamo dato a lui! Il bacio, però, non dobbiamo intenderlo solo in senso materiale, ma anche in un aiuto concreto, in una parola buona, in una visita, in un sorriso. Questo è il vero Natale e queste sono le luci più belle che possiamo accendere nel nostro presepio.
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che in modo mirabile
ci hai creati a tua immagine e in modo più mirabile
ci hai rinnovati e redenti,
fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio,
che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Is 52,7-10)
Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Dal libro del profeta Isaìa
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit: Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R.

SECONDA LETTURA (Eb 1,1-6) 
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

VANGELO (Gv 1,1-18) 
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

oppure:
VANGELO Forma breve (Gv 1,1-5.9-14):
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
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La Liturgia di Venerdi 24 Dicembre 2021

24/12/2021

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Su questa pagina trovi le liturgie della MESSA DELLA VIGILIA e della MESSA DELLA NOTTE di NATALE

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​SANTO NATALE DEL SIGNORE GESU' - RITO ROMANO

MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Padre, che ci allieti ogni anno
con l’attesa della nostra redenzione,
concedi che possiamo guardare senza timore,
quando verrà come giudice, il tuo unigenito Figlio
che accogliamo in festa come redentore.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Is 62,1-5)
Il Signore troverà in te la sua delizia.
​
Dal libro del profeta Isaìa
Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 88)
Rit: Canterò per sempre l’amore del Signore.

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R.

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia. R.

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele». R.

SECONDA LETTURA (At 13,16-17.22-25) 
Testimonianza di Paolo a Cristo, figlio di Davide.

Dagli Atti degli Apostoli 
Paolo, [giunto ad Antiòchia di Pisìdia, nella sinagoga,] si alzò e, fatto cenno con la mano, disse: 
«Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. 
Poi suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. 
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”».
​

VANGELO (Mt 1,1-25) 
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». 
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

oppure: 
VANGELO Forma breve (Mt 1,18-25):
Maria darà alla luce un figlio, e tu lo chiamerai Gesù.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». 
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.
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SANTO NATALE DEL SIGNORE GESU' - RITO ROMANO
MESSA DELLA NOTTE
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
NASCE PER TE, VIVI PER LUI
​
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia.

Mentre si trovavano in quel luogo. Il tuo luogo, quello che stai vivendo, non quello che vorresti. Il luogo delle tue fatiche relazionali, delle tue sofferenze, il luogo delle piccole e grandi gioie, il luogo dove vivi la noia e la tristezza. Il Figlio di Dio viene ad abitare questo tuo luogo, non un altro: il tuo, adesso.

Si compirono per lei i giorni del parto. Siamo spesso di corsa, con mille cose da fare e da pensare nel tempo minore possibile, e corriamo, ci affanniamo, sbuffiamo. Dio invece, arriva al momento opportuno, non un attimo prima, non uno dopo: lui che ci ha fatto sa quanto dura la gestazione e dopo 9 mesi eccolo lì, pronto a nascere, pronto a vivere.

Seguono tre azioni, che esprimono tutta la tenerezza e la cura di Maria e Giuseppe verso il bimbo che è nato. Maria dà alla luce il Figlio che Dio Padre ha donato, lo fa nascere, gli permette di vivere, di respirare, non lo trattiene egoisticamente per sé. Le fasce sono simbolo delle cura, della dedizione, dell'amore verso il proprio figlio. Le fasce sono anche questa umanità da Lui assunta, che stringono la carne del Verbo, e stringendo costringono Dio a vivere il nostro mondo esattamente come ogni essere umano.

Anche la mangiatoia è un segno di amore: il luogo meno sporco, più riparato, meno in basso... Maria e Giuseppe accolgono il Dio dei cieli in una povero rudere, eppure non smettono di prodigarsi per rendere la sua vita più dignitosa possibile. Sarà proprio questa la vocazione del Figlio: ridare dignità, sollevare, fasciare gli ammalati, dare pace ai cuori straziati. Luce, fasce e mangiatoia sono l'umanità che accoglie il Verbo in modo consapevole, pur nella povertà delle risorse, con una donazione totale.

C’ erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. L’ angelo disse loro: Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.

Stavano lavorando i pastori. Persone povere ed estremamente semplici, vegliavano nel freddo della notte. Loro sono i primi a ricevere l'annuncio della nascita, i primi a vedere il bambino, dopo Maria e Giuseppe. Loro lo vedono nato, avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia. Proprio questo è il segno che l'angelo consegna loro. Proprio la santa umanità del Signore è il segno per la nostra fede. Più ci discostiamo dall'umanità, più ci allontaniamo da Dio, che ha scelto, tra infiniti modi a sua disposizione, quello più vicino all'esperienza concreta di tutti gli esseri umani, di qualsiasi luogo e tempo.

Anche l'angelo ribadisce il qui ed ora: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore; non altrove, non domani, ma qui ed ora, perché Dio è presente qui, adesso. Al qui ed ora viene aggiunto "per voi", per te, non per l'umanità, per il mondo, no: per voi, per te. Dio si relaziona sempre in modo personale e individuale, e a questo vieni chiamato: non preghi un Dio che non sai bene chi sia, dove sia e cosa pensi. Gesù Cristo ti mostra il suo volto, il volto del Padre, ti fa vedere chi è Dio, ti manifesta il suo nome, ti fa entrare nella vita della Trinità..

Per questo Natale prego e auguro a tutti noi che si intensifichi la relazione con Dio, che diventi umana, tangibile, concreta e pratica. In fondo è questo il motivo per cui il Verbo si è fatto carne: essere riconosciuto nella tua carne e con la tua carne, con la tua umanità essere il dono più grande per Lui, come Lui lo è per te. 

Buon Natale del Signore!
LITURGIA DELLA PAROLA
Kalenda
25 dicembre; ottavo giorno prima delle kalende di gennaio.
Luna ventunesima. 
Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo,
quando in principio Dio creò il cielo e la terra
e plasmò l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio,
l’Altissimo aveva fatto risplendere tra le nubi l’arcobaleno,
segno di alleanza e di pace;
ventuno secoli dopo che Abramo, nostro padre nella fede,
migrò da Ur dei Caldei;
tredici secoli dopo l’uscita del popolo d’Israele dall’Egitto
sotto la guida di Mosè;
circa mille anni dopo l’unzione regale di Davide;
nella 65ª settimana
secondo la profezia di Daniele;
all’epoca della 194ª Olimpiade;
nell’anno 752 dalla fondazione di Roma;
nel 42° anno dell’impero
di Cesare Ottaviano Augusto,
mentre su tutta la terra regnava la pace,
Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre,
volendo santificare il mondo con la sua piissima venuta,
concepito per opera dello Spirito Santo,
trascorsi nove mesi,
nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria,
fatto uomo:
Natale di nostro Signore Gesù Cristo
secondo la carne.

Colletta
O Dio, che hai illuminato questa santissima notte
con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo,
concedi a noi, che sulla terra contempliamo i suoi misteri,
di partecipare alla sua gloria nel cielo.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Is 9,1-6)
Ci è stato dato un figlio.

Il popolo che camminava nelle tenebre 
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia, 
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine 
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome. R.   

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R.  

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.  

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.  

SECONDA LETTURA (Tt 2,11-14) 
È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. 
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

VANGELO (Lc 2,1-14) 
Oggi è nato per voi il Salvatore.

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

​>>>
continua con 
le liturgie della MESSA DELL'AURORA e della MESSA DEL GIORNO di NATALE
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La Liturgia di Domenica 19 Dicembre 2021

19/12/2021

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IV DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VIOLA
COMMENTO AL VANGELO
La quarta domenica d'Avvento ci fa pregustare già il clima natalizio. Iniziamo dal Salmo che riporta una accorata preghiera rivolta a Dio, affinché Egli salvi il suo popolo. Il pio Israelita avvertiva che solo il Signore poteva liberare il suo popolo, liberarlo non solo dal nemico, ma soprattutto dal peccato che è la vera rovina della nostra anima e della nostra società. Il Salmista così implora: «Tu, pastore d'Israele, ascolta [...]. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. [...] guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi quello che la tua destra ha piantato. [...] ci farai rivivere e noi invocheremo il tuo nome (Sal 79).
Solo Dio poteva salvare l'umanità. Per questo motivo Dio mandò il suo unico Figlio a riscattarci dal dominio del peccato. Gesù nella sua umanità, che ha preso venendo in questo mondo, ha pienamente obbedito alla Volontà dal Padre. Di questa pronta obbedienza parla la seconda lettura di oggi: «Entrando nel mondo, Cristo dice: ecco io vengo per fare la tua volontà» (Eb 10,9).
Per venire in questo mondo, il Figlio di Dio poteva scegliere tanti modi diversi. Fra tutti, Egli scelse di venire nel silenzio e nel nascondimento di una piccola borgata quasi dimenticata dalla maggior parte degli Israeliti. Egli nacque a Betlemme. Di questa scelta parla la prima lettura di oggi. Questo fatto ci ricorda ancora una volta quelle che sono le preferenze di Dio: Egli sceglie ciò che è umile per confondere i potenti. Michea così dice: «E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele» (5,1). La profezia poi continua con una frase misteriosa: «Le sue origini – ossia le origini del Messia – sono dall'antichità, dai giorni più remoti» (ivi). Cosa si deve intendere con queste parole? Con ciò si vede un riferimento alle origini eterne del Figlio di Dio, ovvero alla sua Divinità: Egli, eterno con il Padre e lo Spirito Santo, nella pienezza dei tempi, ha voluto assumere la nostra natura umana, è diventato uomo, pur continuando – ovviamente – a rimanere vero Dio.
La profezia di Michea parla anche della Madre da cui sarebbe nato il Messia. Egli, infatti, dice: «Perciò Dio li metterà in potere altrui, fino a quando partorirà colei che deve partorire» (Mic 5,2). In tutte le profezie riguardanti il Messia, e quindi anche in questa, non si parla mai del padre del Messia, ma solo della Madre. Questo particolare ci fa comprendere la nascita straordinaria, verginale, del Redentore. Egli è stato concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo della Vergine Maria.
Infine, la profezia parla della salvezza operata dal Messia. Già la frase di prima ci fa capire che la nascita di Gesù segna come l'inizio della nuova Era, quella della salvezza. Grazie a Gesù, noi non siamo più sotto il potere del maligno, ma abbiamo ricevuto la libertà dei figli di Dio. Egli, il Messia, salverà il suo popolo, lo «pascerà con la forza del Signore» (Mic 5,3) ed «Egli stesso sarà la pace» (Mic 5,4).
Al "Sì" di Gesù che ha obbedito prontamente alla Volontà del Padre, fa eco il "Sì" di Maria che si è definita la serva del Signore, sempre disponibile a compiere la Volontà di Dio.
Il brano del Vangelo di oggi riporta la commovente scena della Visitazione. La Vergine Maria aveva da poco ricevuto l'annuncio dell'angelo Gabriele e aveva concepito per opera dello Spirito Santo il Figlio di Dio nel suo grembo verginale. Subito dopo «si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39) da Elisabetta. Per quale motivo? Certamente per aiutare l'anziana parente che stava attendendo un bambino, ma soprattutto per portare il Signore in quella casa. È molto bello sottolineare che la Madonna si recò in fretta da Elisabetta: la carità non ammette lentezza e pigrizia. Appena Maria varcò la porta di quella casa, il Signore compì delle meraviglie di grazia: nel grembo di Elisabetta, il bambino, ovvero Giovanni Battista, sussultò di gioia (cf Lc 1,41) e fu santificato, come interpretano i Santi Padri; ed Elisabetta «fu colmata di Spirito Santo» (ivi) e iniziò a profetizzare.
Questa è la grande missione della Madonna: portare Gesù alle anime. E, con Gesù, Ella vi porta la grazia di Dio. Se nel nostro cuore ci sarà sempre la devozione alla Madonna, se sulle nostre labbra fiorirà sempre la preghiera dell'"Ave Maria", allora il Signore compirà delle meraviglie di grazia anche nella nostra vita.
Volendo ora terminare con un proposito pratico di miglioramento, nell'immediata preparazione al Natale, propongo due cose: la prima di essere solleciti anche noi, come la Madonna, nel compiere il bene, senza pigrizia; la seconda di recitare assiduamente il Rosario, per far entrare la Vergine anche nella nostra casa.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria.

Colletta
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, 
tu, che nell’annunzio dell’angelo 
ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, 
per la sua passione e la sua croce 
guidaci alla gloria della risurrezione. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta 
O Dio, che per attuare il tuo disegno di amore
hai scelto l’umile figlia di Sion,
dona alla Chiesa di aderire pienamente al tuo volere,
perché, imitando l’obbedienza del tuo Figlio,
si offra a a te in perenne cantico di lode.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Mi 5,1-4)
Da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele.

Così dice il Signore:
«E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall'antichità,
dai giorni più remoti.
Perciò Dio li metterà in potere altrui,
fino a quando partorirà colei che deve partorire;
e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d'Israele.
Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore,
con la maestà del nome del Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra.
Egli stesso sarà la pace!».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 79)
Rit: Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d'Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci. R.
 
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell'uomo che per te hai reso forte. R.
 
Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. R.

SECONDA LETTURA (Eb 10,5-10) 
Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.

Fratelli, entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –
per fare, o Dio, la tua volontà”».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

VANGELO (Lc 1,39-45) 
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
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La Liturgia di Domenica 12 Dicembre 2021

12/12/2021

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III DOMENICA DI AVVENTO (GAUDETE) - C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: ROSA o VIOLA
COMMENTO AL VANGELO
IL DIO FELICE RENDE FELICI
Dio è felice.
Questa racconta il profeta Sofonia al popolo in esilio. Non è felice perché il popolo soffre, ma perché sa che lo ricondurrà a Gerusalemme.
Dio è felice. Di creare, di amare, di esistere, di salvare, di essere.
Dio è felice, perché ha deciso di intervenire, di forzare la mano perché l'Amore non può che lasciarci liberi.
Dio è felice perché viene, perché nasce, perché libera, perché motiva. È un Dio felice quello che aspettiamo. Un Dio che porta felicità quando meno ce la aspettiamo.
Dio è felice e noi con lui.
Nella Bibbia si usano più di venticinque termini per descrivere la felicità. Così, per ricordare a noi cattolici spesso depressi e dolenti che la fede ha a che fare con la gioia.
Paolo scrive ai cristiani di Filippi: è vero, ci sono fatiche, ci si lascia cadere le braccia vedendo le tante contraddizioni che viviamo, siamo continuamente travolti da mille notizie che ci scoraggiano. Ma se Dio è vicino, scrive Paolo, nulla ci può veramente spegnere, angustiare, allontanare. Da lui.
E questo Avvento, ancora segnato dalla paura, dall'incertezza del futuro, dall'insofferenza sociale, dalla dilagante crisi nelle nostre comunità cristiane, ha proprio questa finalità: far dimorare il nostro cuore in Dio, alzare lo sguardo, immergerci nelle profondità dell'oceano, abbandonando la superficie scossa dalla tempesta.
Avvento è questo: tornare a credere che Dio è felice e che ci rende felici.

Pellegrinaggi
Quanto è bello poter scrivere queste cose! Quanto amabile fissare lo sguardo su questo segreto condiviso, al di là delle tante contraddizioni del Natale che viene! Siamo così disperatamente bisognosi di buone notizie, di consolazioni, di orizzonti diversi dalla cupa esperienza che facciamo tutti i giorni.
Disposti a percorrere chilometri per trovare qualcuno che ci doni speranza.
Come la folla di Gerusalemme che scende fino al Mar Morto per incontrare il profeta Giovanni.
Hanno il tempio, e i sacerdoti, e il culto, ma non hanno il cuore colmo (ahia).
Riti, non verità.
Stanca abitudine, non parole che scuotono e fanno risorgere.
Vanno da Giovanni, chiedono aiuto, chiedono un percorso, tappe, indicazioni.
Cosa dobbiamo fare?
Per essere felici. Per vivere, finalmente. Per fiorire.
Ed è qualcosa di straordinario, inatteso, essenziale.
Cosa dobbiamo fare?
Siamo noi a dover fare. Nessuno fa al posto nostro, nessuno ci regala la felicità e la pienezza. Solo io posso prendere in mano la mia vita lasciandola illuminare dalla pienezza di Dio. Sono io il capitano della mia barca.
E Giovanni indica.

Fare
Date una delle due tuniche che avete, lui che vive nudo.
Date da mangiare, lui che digiuna.
Non pretendete, lui che non chiede nulla.
Non rubate, lui che non possiede nulla.
Lo ascoltano perché vive ciò che dice. Allora lo raggiungono i cercatori. Anche i pubblicani, anche i soldati. Non li respinge, altezzoso nella sua fama di santità.
Tutti possono venire. E a tutti offre un percorso.
Semplice, accessibile, possibile.
Che sia una indicazione alla nostra Chiesa?

Una somma di piccole cose
Le risposte del profeta sono sconcertanti: consigli banali, semplici, non propone nessuna scelta radicale impossibile, nessun sogno eccessivo: condividete, non rubate, non siate violenti...
Al popolo (credente e devoto!) Giovanni chiede di condividere, di non lasciare che la fede resti solo preghiera o vaga appartenenza, ma di farla vibrare nella vita questa fede, di lasciare che contagi le nostre vite e le nostre scelte concrete, per non rendere schizofrenica la nostra religiosità.
Ai pubblicani, appaltatori delle tasse e ladri, chiede di essere onesti, di non esigere troppo nascondendosi dietro ad un dito. Come quando, noi professionisti, esigiamo per la nostra competenza troppo denaro appellandoci alle tariffe e scordando il difficile momento che le gente sta vivendo.
Ai soldati, abituati alla violenza, Giovanni chiede mitigazione e giustizia, di non spadroneggiare.

Giovanni ha ragione, fai bene ciò che sei chiamato a fare, fallo con gioia, fallo con semplicità e diventa profezia, strada pronta per accogliere il Messia.
Era normale per i pubblicani rubare, normale per i soldati essere prepotenti, normale per la gente accumulare quel poco che guadagnava. Allora come oggi.
Giovanni mostra una storia "altra": sii onesto, non essere prepotente, condividi.
Questa storia "altra" è la nostra civiltà, quella da difendere con la ragione e la profezia.
Questo possiamo fare, oggi, per contrastare ogni violenza, ogni sopruso, ogni scoraggiamento. Per accogliere Dio che viene.
Diventa eroico, anche oggi, essere integerrimi nell'onestà sul lavoro, profetico essere persone miti in un mondo di squali, sconcertante porre gesti di gratuità.
Dio si fa piccolo. Nei piccoli atteggiamenti ne rintracciamo la scia luminosa.

E questo dona gioia, sin d'ora.
Perché il Dio felice ama le persone felici.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria.

Colletta
Guarda, o Padre, il tuo popolo, 
che attende con fede il Natale del Signore, 
e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza 
il grande mistero della salvezza. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure: 
Colletta
O Dio, fonte di vita e di gioia,
rinnovaci con la potenza del tuo Spirito,
perché, aΩrettandoci sulla via dei tuoi comandamenti,
portiamo a tutti gli uomini
il lieto annuncio del Salvatore,
Gesù Cristo tuo Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Sof 3,14-18)
Il Signore esulterà per te con grida di gioia.

Rallègrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d'Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».
​
SALMO RESPONSORIALE (Is 12)
Rit: Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza. R.
 
Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime. R.
 
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele. R.

SECONDA LETTURA (Fil 4,4-7) 
Il Signore è vicino! 

Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!
Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.

VANGELO (Lc 3,10-18) 
E noi che cosa dobbiamo fare? 

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
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La Liturgia di Mercoledì 8 Dicembre 2021

8/12/2021

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IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA B.V. MARIA - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Chi di noi non ha fatto esperienza, almeno una volta, di un rimorso per qualcosa?
Ah, se non avessi agito così! Non c’è nessuno, penso, fra di noi che almeno una volta non si sia sentito in colpa per un gesto, una parola o un’azione.
E’ un’esperienza ricorrente e nel linguaggio quotidiano a volte sentiamo espressioni del tipo: “Per quel fatto mi rimorde un po’ la coscienza” oppure “Mi sento in colpa per quello che è successo”.
I due atteggiamenti estremi che possiamo assumere di fronte a una situazione del genere sono: o ce ne infischiamo autogiustificandoci in qualche modo oppure ci fissiamo e non riusciamo a venirne fuori. Spesso poi tendiamo a nascondere agli altri (e a volte anche a noi stessi) quanto abbiamo fatto per paura di essere giudicati male.
E’ la stessa esperienza che fa Adamo, il primo uomo –lo abbiamo ascoltato nella prima lettura- Adamo ha sbagliato, sa di aver disobbedito a Dio e si nasconde, perché ha paura del suo giudizio. Alla fine, interpellato da Dio, scarica la colpa su Eva, la quale a sua volta incolpa il serpente.
Più che sul peccato originale di Adamo ed Eva vi invito a soffermare l’attenzione sulla paura che Adamo ha di Dio e sul fatto che si nasconde.
La paura di Dio: ecco uno dei peccati più grandi. La paura che ci spinge a nasconderci, a chiuderci in noi stessi, a non aprire il cuore a Dio mettendogli davanti tutto quello che siamo, tutto quello che facciamo, le nostre gioie, le cose belle ma anche i nostri rimorsi e i nostri sensi di colpa, certi del fatto che Egli ci donerà in ogni caso la pace del cuore. E perché possiamo essere sicuri di questo?
Nel Vangelo abbiamo ascoltato il famoso brano dell’Annunciazione: il dialogo fra l’angelo Gabriele e la Madonna. Il saluto dell’angelo la turba perché Maria si sente definita come la “piena di grazia”; forse non si sentiva degna di un tale saluto, ma subito arriva a rassicurarla l’esortazione dell’angelo: “NON TEMERE. Hai trovato grazia presso Dio”, cioè Dio ha rivolto il suo sguardo di bontà su di te; NON TEMERE, perché fai parte del progetto di Dio da sempre; NON TEMERE, perché Dio è dalla tua parte e ti vuole dalla sua parte.
La Chiesa ha espresso questa piena comunione fra Dio e Maria, definendo la sua Immacolata Concezione, cioè che Maria venne preservata dal peccato originale; in sostanza, che la Madonna, quando venne concepita dai suoi genitori, fu sottratta all’influenza del mistero del male che dal peccato del primo uomo opprime l’umanità. E perché Dio le fece questo dono così particolare? In previsione del fatto che sarebbe diventata la madre di Gesù. E nel vangelo di oggi abbiamo davanti agli occhi proprio questa donna umile, che all’annuncio dell’angelo obietta: “Come è possibile? Non conosco uomo.” Maria era vergine, perciò non si capacita di come possa essere incinta. E subito arriva la parola rassicurante dell’angelo: “NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO”.
Fratelli e sorelle, anche al nostro cuore questa parola dell’angelo risuona dolce e rassicurante: “NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO”. E se ci portiamo dentro qualche problema o un desiderio, qualche intenzione di preghiera o un qualsiasi turbamento, lasciamoci rasserenare da questa parola: “NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO”. Mettiamoci con fiducia, senza paura e senza nasconderci, alla presenza del Signore; deponiamo davanti a Lui ogni nostra preoccupazione. Non voglio dire con questo che tutto andrà secondo i nostri piani, ma che, comunque, Dio avrà cura di noi. Ne siamo sicuri: come Maria, siamo nei progetti di Dio da sempre.
La storia di Maria e la festa di oggi ci fanno comprendere come Dio sia capace di farci dei doni ancora prima che glieli chiediamo; la sua provvidenza ci previene sempre e il suo amore è gratis, perché crea tutte le condizioni favorevoli alla felicità di ognuno di noi, ma non limita mai la nostra libertà. Maria stessa poteva dire di no, il dono di essere senza peccato originale le venne dato IN PREVISIONE MA NON A CONDIZIONE che dicesse di sì alla volontà di Dio su di lei.
​
Chi di noi ha dato qualcosa a Dio per primo? Il dono stesso della vita non l’abbiamo guadagnato, ci è stato dato! Può darsi che la nostra vita non ci piaccia più di tanto, come può darsi che ne siamo pienamente contenti. In tutte e due queste situazioni, le parole “NON TEMERE” e “NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO” risuonano diversamente, o per dire speranza o per dire ringraziamento; in entrambi i casi, per darci serenità e pace del cuore. E se in noi alberga ancora qualche amarezza, qualche rimorso o senso di colpa per il passato, non chiudiamoci in noi stessi, ma apriamo il cuore con fiducia alla Provvidenza del Signore, che non ci farà mancare ciò di cui abbiamo veramente bisogno, anche per il futuro, come accadde per Maria. Chiediamo la protezione di questa mamma di famiglia, che conosce le difficoltà, le gioie e i dolori della vita quotidiana; chiediamo che questa donna, santa e immacolata, umile e grande, preghi per noi, per le nostre famiglie, per tutte le nostre necessità e ci insegni a capire cosa significano per la nostra vita e a credere alle parole: “NON TEMERE. NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO” .
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine
hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio,
e in previsione della morte di lui
l’hai preservata da ogni macchia di peccato,
concedi anche a noi, per sua intercessione,
di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Gen 3,9-15.20)
Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
 
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d'Israele. R.
 
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.

SECONDA LETTURA (Ef 1,3-6.11-12)
In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo.

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

VANGELO (Lc 1,26-38)
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

IIn quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
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La Liturgia di Domenica 5 Dicembre 2021

5/12/2021

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II DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VIOLA
COMMENTO AL VANGELO
Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.

Tutti questi nomi sono importanti, perché ci hanno permesso di capire quando Gesù è nato. Ma è anche interessante notare che la parola di Dio non scende ne sui potenti, ne sui sommi sacerdoti. Scende su Giovanni Battista, nel deserto!

Il deserto è il luogo del silenzio, bellissimo e spaventoso. Luogo dove sperimento la mia fragilità e il mio bisogno degli altri per sopravvivere. Sono disposto ad andare nel deserto per poter ricevere come Giovanni, la parola del Signore? Per farlo ho bisogno di fermarmi e fare astrazione di tutti i problemi che continuamente m'impediscono di stare con me stesso e di riscoprire che sono io ad avere bisogno degli altri.

Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati

Dopo aver ricevuto la parola del Signore, Giovanni si mette in movimento, perché ha bisogno di trasmettere quello che ha ricevuto. Io sento il bisogno di comunicare agli altri qualche cosa di positivo, che venga dal mio incontro con Il Signore? Se non ho nulla, è tempo di tornare nel deserto, a pregare e ascoltare, prima che mi inaridisca del tutto.
Giovanni predica un battesimo, cioè un invito a buttarsi nelle braccia del Signore. Segno che ha sperimentato questo abbraccio, che cambia la vita.

Com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate.

I burroni sono le mie cadute che mi deprimono, i monti le mie esaltazioni e presunzioni, i colli le difficoltà, le vie tortuose le ambiguità e quelle impervie quelle piene di pericoli; tutte situazioni difficili, che avvelenano l'esistenza. Cosa posso fare? Tornare nel deserto e ascoltare la voce del Signore che mi dice: "Raddrizza i tuoi sentieri. Il resto lo farò io".
Prepara la via, la venuta del Signore nella tua vita e se puoi, anche negli altri, ascoltando la parola e provando a metterla in pratica.

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Questa è la promessa: vedremo la salvezza di Dio. Cos'è? Non lo so, ma se faccio memoria di tutte le volte che il Signore mi ha già salvato, certamente sarà una cosa bella.

A Natale Gesù viene; viene per noi! Prepariamoci ad accoglierlo.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria

Colletta
Dio grande e misericordioso,
fa' che il nostro impegno nel mondo
non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio,
ma la sapienza che viene dal cielo
ci guidi alla comunione
con il Cristo, nostro Salvatore.
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta
O Dio, grande nell’amore,
che conduci gli umili alla luce gloriosa del tuo regno,
donaci di raddrizzare i sentieri e di appianare la via
per accogliere con fede la venuta del nostro Salvatore,
Gesù Cristo tuo Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Bar 5,1-9)
Dio mostrerà il tuo splendore a ogni creatura. 

Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione,
rivèstiti dello splendore della gloria
che ti viene da Dio per sempre.
Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul tuo capo il diadema di gloria dell’Eterno,
perché Dio mostrerà il tuo splendore
a ogni creatura sotto il cielo.
Sarai chiamata da Dio per sempre:
«Pace di giustizia» e «Gloria di pietà».
Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura
e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti,
dal tramonto del sole fino al suo sorgere,
alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
Si sono allontanati da te a piedi,
incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce
in trionfo come sopra un trono regale.
Poiché Dio ha deciso di spianare
ogni alta montagna e le rupi perenni,
di colmare le valli livellando il terreno,
perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
Anche le selve e ogni albero odoroso
hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio.
Perché Dio ricondurrà Israele con gioia
alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia
che vengono da lui.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 125 )
Rit: Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia. R.
 
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia. R.
 
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia. R.
 
Nell'andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni. R.

SECONDA LETTURA (Fil 1,4-6.8-11) 
Siate integri e irreprensibili per il giorno di Cristo. 

Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

VANGELO (Lc 3,1-6) 
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! 

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
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