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PASQUA DEL SIGNORE - B - RITO ROMANO ================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO "Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci e in esso esultiamo". Chi ha la fortuna di celebrare la Pasqua, e di celebrarla non come un appuntamento immancabile del calendario di cui non si coglie più il senso e l'origine; chi ha la fortuna di celebrare la pasqua nella sua verità sostanziale, come la vittoria del Figlio di Dio, morto in croce per noi, che risorge; chi ha la fortuna di celebrare la Pasqua come il riconoscimento che c'è ed è vivo un Signore dell'universo e dei cuori, riscopre che nel mondo - oltre la dura scorza delle nostre paure e delle nostre tristezze - c'è una sorgente inesauribile di speranza e di gioia. Pasqua è l'inizio del Regno di vita e di libertà, instaurato con il sacrificio e la gloria di Cristo. Al tempo stesso è la festa del nostro ingresso in questo Regno, mediante la rinascita battesimale che ci ha fatti "uomini nuovi". Perché il destino del Signore è anche il nostro. Anche la comunità ecclesiale come tale è chiamata costantemente a risorgere e a vincere le potenze mondane, le quali a ogni epoca cercano, con vario metodo e vario successo, di racchiuderla nello spazio irrespirabile di una tomba. Vedete con quanta cura le autorità di Gerusalemme si preoccupano di estromettere definitivamente Gesù dalla loro esistenza. Non contenti di averlo condotto a una morte atroce, "andarono - dice il vangelo di Matteo - e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi le guardie (Mt 27,66). Per una sepoltura dignitosa non hanno lesinato i permessi: hanno consentito che fosse un sepolcro nuovo, di lusso, circondato da un giardino (Gv 19,41). Tutti gli onori funebri dunque sono concessi; purché quel defunto resti defunto e non torni a inquietare con la sua parola di fuoco: "assicurarono il sepolcro", con una sollecitudine che tocca la comicità. Ma, a ben guardare, così avviene anche alla Chiesa, che è il "Cristo totale" che cammina nella storia. Molti ossequi, purché non disturbi e non interferisca con la sua pretesa di dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; molta attenzione e molta stima, se si limita a custodire il patrimonio artistico dei suoi templi e si accontenta di organizzare dei bei concerti di musica sacra. Tutto a condizione che il suo insegnamento non susciti contrasti e la sua azione non incida più. Ci sono epoche e luoghi in cui alla Chiesa è fatto persino divieto di esistere; o, tollerandone l'esistenza, la si opprime con persecuzioni aperte che arrivano anche a imprigionare e a uccidere. Il nostro secolo ha conosciuto - forse con un'abbondanza senza precedenti - queste situazioni di ostilità violenta nei confronti delle comunità cristiane, nei paesi dell'Est - noi lo sappiamo, anche se pare che ci siamo affrettati tutti a dimenticarlo - questa stagione dei martiri è finita da poco. E ci sono epoche e luoghi dove, senza leggi esplicitamente vessatorie, si arriva "culturalmente" a soffocare il "Christus hodie" (il "Cristo totale", che è la Chiesa) con la riduzione progressiva della sua voce nella società e nei mezzi di comunicazione (quasi interamente appaltati agli imbonitori di frivolezze e ai maestri del niente), con l'alterazione della verità storica e la tendenziosità dell'informazione, con le complicazioni burocratiche e i capestri finanziari che non consentono più di vivere alle istituzioni cattoliche. Eccetera. Il sinedrio e gli scribi di turno sono sempre irritati verso il Signore Gesù che non si rassegna a restare quieto e inerte nel suo bel sepolcro. Ma questo Crocifisso, che nessuna tomba riesce più a rinserrare, non è fatto per lasciare tranquilli coloro che pensano di aver risolto col suo seppellimento i problemi della loro licenza di sragionare. In ogni epoca e in ogni luogo Gesù prosegue, nonostante tutto, la sua missione di unico e necessario Salvatore degli uomini. La grazia specifica da chiedere nella giornata di oggi è quella di capire, con persuasione più limpida e cuore ringiovanito, che la fede è la scoperta e la lieta sorpresa che Gesù Cristo è vivo: la scoperta e la lieta sorpresa del mattino di Pasqua, che si rinnova ogni giorno sino alla fine del mondo. Ancora oggi, dopo quasi duemila anni, ci deve prendere lo stesso entusiasmo degli apostoli quando si sono resi conto che il loro Maestro amato era risorto: "Gioirono i discepoli al vedere il Signore" (Gv 20,20). Per la sua nuova condizione di gloria, che gli consente di eccedere i limiti dello spazio e del tempo, Gesù adesso è sempre con noi. E noi ne sentiamo la benedetta presenza, quando ci apriamo con animo semplice all'autenticità e alla integralità della vita ecclesiale. La percepiamo, questa presenza, nel Vangelo - messaggio di luce e viatico di coraggio - che continua a guidarci e a consolarci, mentre siamo frammisti a un'umanità troppo spesso intristita e persa. La percepiamo nel dono stupendo dell'Eucaristia, che ci coinvolge nell'offerta del sacrificio del Calvario, principio di ogni salvezza, e che colma e anima le nostre chiese con la realtà della divina presenza di colui che è il nostro redentore e il nostro non deludente amico. La percepiamo nei santi, in cui egli rivive e agisce efficacemente in mezzo a noi. Palesi o nascosti, i santi non mancano mai tra i credenti: ci sono sempre, a ogni svolta del cammino del popolo di Dio. Con la loro testimonianza essi ci richiamano fortemente al Signore Gesù: sono il profumo e la trasparenza della sua obbedienza al Padre e della sua dedizione ai fratelli. Cristo risuscitato dai morti non muore più: la morte non ha più potere su di lui" (Rm 6,9). Questo è il fondamento di ogni nostra fiducia, questa è la vera ragione dell'esultanza di questo giorno. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo Figlio unigenito, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la risurrezione del Signore, di rinascere nella luce della vita, rinnovati dal tuo Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - At 10,34a.37-43 Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome». SALMO RESPONSORIALE - Sal 117 Rit. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». Rit. La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. Rit. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Rit. SECONDA LETTURA - Col 3,1-4 Cercate le cose di lassù, dove è Cristo Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. SEQUENZA Alla vittima pasquale, s’innalzi oggi il sacrificio di lode. L’Agnello ha redento il suo gregge, l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea». Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi. VANGELO - Gv 20,1-9 Egli doveva risuscitare dai morti Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. |