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La Liturgia di Domenica 24 Novembre 2019

23/11/2019

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SOLENNITA' DI CRISTO RE DELL'UNIVERSO
XXXIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO

Ultima Domenica dell'Anno Liturgico
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA' DOMENICALE
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Davvero strano il vangelo di oggi e la ricorrenza a cui si riferisce. Potremmo pensare che ci sia un errore o che, come sempre, ci vuole dire qualcosa di diverso rispetto al nostro "immaginario".
Ultima domenica dell'anno liturgico dedicata a Cristo "Re dell'Universo"... cos'è per noi, anzi chi è per noi? Come immaginiamo un re? Cosa fa e come si comporta un personaggio investito di regalità?
Io, che ho sempre letto fiabe di principesse e visto film a riguardo, immagino il re in un bel palazzo, con tanta servitù a corte da non dover far niente, in grado di possedere tutto ciò che desidera e con la possibilità di fare e disfare quel che vuole. Insomma, una vita poco faticosa e con tutti gli agi possibili. Una vita con una ricchezza che ti permette di fare tutto, perché un re ha tutto, fa tutto ciò che vuole e soprattutto può tutto.
Leggendo il Vangelo di oggi, sicuramente si può pensare che è davvero un Vangelo anomalo per la festa cui è associato, assai strano per questa occasione.
Di tanti brani che parlano di Gesù, proprio quello della crocifissione è stato preso? Perché?
Potremmo pensare ad un errore, ma quante volte in questo anno ci siamo chiesti il senso di alcune cose e poi sì, si è svelato pian piano un significato profondo e sufficientemente chiaro.
Quindi potremmo dire che non è di certo un errore, anzi! Come al solito il Vangelo vuole metterci davanti una realtà più grande di quanto possiamo immaginare, talmente grande che è immensa come l'Universo. Mi fa venire n mente quando un bimbo dice alla mamma che le vuole bene tanto quanto l'universo proprio per dirle che è un bene incontenibile e incalcolabile.
Credo che il senso, in fondo in fondo, sia un po' quello.
Il bene di Gesù è incontenibile e incalcolabile: Lui che è Figlio di Dio, che potrebbe scendere da quella croce (come gli suggerisce la gente); Lui che potrebbe salvarsi e mostrare a tutti la potenza che ha (come immaginiamo possa fare un re); Lui che potrebbe fare tutto questo, sceglie di non farlo. Resta in silenzio, soffre e si lascia persino schernire! Non solo l'iscrizione della condanna lo accusa di essere "Re dei Giudei", ma la corona è di spine, ben più faticosa di quella di un re; il suo mantello lo tirano a sorte e, infine, il suo trono è una croce, le sue braccia sono aperte e non impugnano uno scettro ma hanno dei chiodi. E' un "re" crocifisso, sembrerebbe un Re all'incontrario!
Eppure alle sorprese di Dio ci siamo un po' abituati in questo anno, un Dio che ci sorprende e che si fa vedere in un modo che non ci aspettiamo! In questo modo vuole toccare il nostro cuore e, in questo caso, vuole ricordarci il Suo amore.
Gesù, scegliendo tutto questo che a noi sembra strano, sceglie di liberarci e di sollevarci per salvare ognuno di noi. Come lo fa Lui nessuno ci riuscirebbe in tutto l'Universo!
Questo vuole dirci Gesù: il Suo amore è talmente grande da sacrificare la sua vita per ognuno di noi.
Pensiamo al capitano di una nave, nel momento del pericolo pensa a tutti passeggeri e alla sua squadra, ed è l'ultimo ad abbandonare la nave.
Penso che questa immagine è utile per capire: Gesù è il capitano della nave della nostra vita, ci indica la rotta, sa che ci sarà vento a favore (alla fine lui ci dice come prenderlo in poppa) ma sa anche che le fatiche, le difficoltà e le cadute ci saranno. Ci saranno perché fanno parte della vita e perché abbiamo le nostre fatiche, il nostro essere piccoli. Lui ci dice che si carica tutto sulle sue spalle (come ha fatto con la croce); che le spalanca al nostro dolore e le abbraccia per non farci perdere. Lo fa lui per noi come non lo farebbe alcuno in tutto l'universo.
E' proprio un re speciale questo!
Allora in questa domenica che chiude questo anno e ci accompagna al nuovo, teniamo bene a mente quanto possa essere grande l'amore di Dio, quanto possa essere folle un Dio che dona se stesso totalmente e non ci chiede di fare altro che accogliere questo amore e far sì che possa essere come un seme che germoglia, così da riempire il nostro cuore e far sì che riusciamo a portar frutto nel mondo di chi ci circonda.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,  
che hai voluto rinnovare tutte le cose  
in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo,  
fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato,  
ti serva e ti lodi senza fine.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:  
Colletta
O Dio Padre,  
che ci hai chiamati a regnare con te  
nella giustizia e nell’amore,  
liberaci dal potere delle tenebre;  
fa’ che camminiamo sulle orme del tuo Figlio,  
e come lui doniamo la nostra vita  
per amore dei fratelli,  
certi di condividere la sua gloria in paradiso.  
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (2Sam 5,1-3)
Unsero Davide re d’Israele.

In quei giorni, vennero tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: «Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”». 
Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 121)
Rit: Andremo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

SECONDA LETTURA (Col 1,12-20) 
Ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore. 

Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
per mezzo del quale abbiamo la redenzione,
il perdono dei peccati.
Egli è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.

VANGELO (Lc 23,35-43) 
Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno. 

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

ESEGESI di Padre Michelini
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La Liturgia di Domenica 17 Novembre 2019

16/11/2019

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XXXIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA' DOMENICALE
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
La parola delle ultime domeniche orienta il nostro sguardo verso quello che potremmo definire il compimento della storia.
In questi tempi in cui molti di noi sono impegnati a sopravvivere, la Chiesa ci chiede di andare oltre,
di non fermarci ad una visione piccina e autoreferenziale della nostra vita, sia per quello che ci pare bene sia per quello che invece è cupo e pesante…

Siamo orientati verso una direzione impegnativa che ci invita a guardare avanti, altrove e con un altro sguardo.
Siamo seriamente preoccupati per quello che capita attorno a noi…
Preoccupati per i grandi movimenti che sembrano passare sulle nostre teste e rispetto ai quali ci pare di non poter fare proprio nulla…
Ci pensiamo, almeno a volte, (forse troppo poco e quindi siamo insoddisfatti e non ci accorgiamo di tutto quello che abbiamo…) che potremmo essere anche noi parte di quelle categorie di persone di che a un certo punto si trovano a lottare con qualche seria malattia, con qualche fatica economica o lavorativa, con seri problemi in famiglia, con le mani vuote dopo tanta dedizione ed impegno... a volte ci pensiamo che potremmo davvero essere anche noi davvero poveri… che sia di affetti, di risorse, di salute, di amici non importa…
Forse la cosa che più ci smarrisce è la percezione di un futuro svuotato di futuro...
Un futuro che non sentiamo più come un cammino verso il meglio, e a volte ci pare che se già riusciamo a mantenere e proteggere ciò che abbiamo e siamo ora è già una bella cosa...

“Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo...." e come se tutto questo non bastasse....
"Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome... "
Usti… che fatica… che tristezza… angoscia…

Ecco Dio ha il coraggio e l’ambizione di arrivare dentro a questo sentire... dentro a tutti questi pensieri.

Anzitutto credo ci sia un equivoco da sfatare che riguarda proprio quest'ultimo giorno della storia, usato soprattutto in passato essenzialmente per incutere paura e quindi per comandare…
Come ci dice chi le conosce meglio di noi queste parole, chi le ha studiate di più di noi, ciò che dice Gesù è stato scritto non per incutere paura, ma piuttosto per sostenere la speranza...

È un volto sbagliato, direi perverso e blasfemo,  il volto Dio che incute paura… non è il volto di cui Gesù ha parlato nel Vangelo…

È come se ci venisse detto: è vero, tu vivi questo tempo nel quale si fa fatica a credere, si fa fatica a fidarsi… tempo di un disincanto triste che ci fa stare col cuore sospeso, ci sentiamo in pericolo dentro alle cose che passano, che si sbriciolano come case sulla sabbia… passa la scena di questo mondo dice S. Paolo…
E’ così! E’ vero magari! Ma non fermarti…!
Continua a “starci dentro” a non lasciati portare via dal male… a non lasciare che il male ti renda malvagio…

Nel Vangelo si parte dal tempio e parlare del tempio è parlare della comunione degli uomini con Dio e tra di loro…
In questa discussione ci sono "alcuni" fedeli, che poi sono gli alcuni fedeli di ogni generazione, anche della nostra,
che guardano anzitutto alle "belle pietre"e ai "doni votivi":
è il primato della superfice … dell'esteriorità…
Cioè quando si crede che edificare la Chiesa significhi semplicemente costruire degli efficienti progetti pastorali, dei bei luoghi di culto, fare belle cerimonie e liturgie fatte di pietà e devozione…
Ma Gesù, e non io, avverte: "Non resterà pietra su pietra".
Non perché siano cose cattive di per sé, ma perché sono altre le cose destinate a resistere… ad essere più robuste e solide…

Il Regno di Dio si costruisce anzitutto nella capacità di fede.
Fede che è unificazione tra concretezza e parole… è unificazione profonda tra il dentro e il fuori della vita..
Unificazione tra l’esperienza della Grazia e della misericordia di Dio in se, che mi rende tempio… dimora di Dio tra gli uomini…

Mi piace questa immagine dell’essere abitazione di Dio… se non sbaglio si chiama incarnazione questa, incarnazione che non si ferma all’esperienza del farsi uomo di Dio in Gesù ma continua nel farsi uomo di Dio in ogni uomo… ci vuole tanto coraggio quando ci si guarda allo specchio per dire “ecco il farsi uomo di Dio in me…”
Ecco… Il nuovo tempio di Dio è abbellito non da belle pietre ne da doni votivi, ma dal dono di sé… dal gesto più grande dell’amore … nuovo vero comandamento che è l’amore e non c’è amore più grande di questo… donare la vita…
E questo dono è legato alla materia… alla materia che sancisce l’autenticità e la verità delle relazioni…
Il vero ornamento del tempio… il vero grande comandamento è legato al cuore che hai saputo mettere dentro a un pezzo di pane, ad un bicchiere d’acqua, ad un vestito donato, ai passi di una visita…

Se leggiamo attentamente questo Vangelo notiamo che ad ogni descrizione di fatica e deprivazione, segue un punto di rottura dove tutto cambia, un tornante che apre l'orizzonte, la breccia della speranza:
“Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate… non è subito la fine… Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno terremoti, carestie e pestilenze; fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo… metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno…
Avrete allora occasione di dare testimonianza… io vi darò parola e sapienza…
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi…''
​E qui arriva la frase più potente… “Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.”

Ecco… Nelle tumultuose e confuse vicende della storia lo sguardo del Signore è fisso su di me, non giudice che incombe, ma custode innamorato di ogni mio frammento… custode anche di ciò che è il mio particolare…

Il vangelo ci conduce sul crinale della storia: da un lato il versante oscuro della violenza, il cuore di tenebra che distrugge; dall'altro il versante della tenerezza che salva.

In questa lotta contro la potenza mortifera e omicida presente nella storia e nella natura, " con la vostra perseveranza salverete la vostra vita".
La vita - l'umano in noi e negli altri - si salva con la perseveranza…
Non nel disimpegno, nel chiamarsi fuori, ma nel tenace, umile, quotidiano lavoro che si prende cura della terra e delle sue ferite, degli uomini e delle loro lacrime…
restando sempre umani anche davanti a ciò che diviene disumano…

Perseveranza vuol dire: io non mi arrendo!
Nel mondo sembrano vincere i più violenti, i più crudeli, ma io non mi arrendo!

Anche quando tutto il lottare contro il male sembra senza esito,
io non mi arrendo!
Non voglio sprecare nemmeno un istante del mio tempo per prepararmi all’incontro…
Sento che il filo rosso della storia, della mia vita, misteriosamente è saldo nelle mani di Dio! …e anche perché il mondo che conosciamo, col suo ordine fondato sulla for¬za e sulla violenza, ha già da tempo cominciato ad essere rovesciato dalle sue stesse logiche.

Il Vangelo si chiude con un'ultima riga che è profezia di speranza: risollevatevi, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina.

In piedi, a testa alta, liberi: co¬sì vede i discepoli il vangelo.
Sollevate il capo, guardate lontano e oltre, perché la realtà non è solo questo che si vede: viene un Liberatore, un Dio esperto di vita.

Sulla terra intera e sul picco¬lo campo dove io vivo si scaricano ogni giorno rovesci di violenza, cadono piogge corrosive di menzogna e corruzione.
Che cosa posso fare?
Usa la tattica del contadino…
Rispondere alla grandine piantando nuovi frutteti, per ogni raccolto di oggi perduto impegnarmi a prepararne uno nuovo per domani.
Seminare, piantare, attendere, perseverare vegliando su ogni germoglio della vita che nasce…
Qualcosa resiste…
Qualcosa rinasce…
Frutti buoni di vita sono preparati anche per noi…
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Il tuo aiuto, Signore,  
ci renda sempre lieti nel tuo servizio,  
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,  
possiamo avere felicità piena e duratura.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Dio, principio e fine di tutte le cose,  
che raduni tutta l’umanità  
nel tempio vivo del tuo Figlio,  
fa’ che, attraverso le vicende,  
liete e tristi, di questo mondo,  
teniamo fissa la speranza del tuo regno,  
certi che nella nostra pazienza  
possederemo la vita.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Ml 3,19-20
Sorgerà per voi il sole di giustizia.

Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno. 
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. 
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 97
Rit: Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra.  

Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

SECONDA LETTURA - 2Ts 3,7-12
Chi non vuole lavorare, neppure mangi. 

Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. 
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi. 
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

VANGELO - Lc 21,5-19
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita. 

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. 
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

ESEGESI di Padre Michelini
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La Liturgia di Domenica 10 Novembre 2019

9/11/2019

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XXXII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA' DOMENICALE
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
Il vangelo di oggi ci aiuta a proseguire e dare ancore più profondità a quelli che già abbiamo ascoltato nelle ultime festività dei santi e del ricordo dei nostri defunti…
In questi giorni ci siamo detti più volte che se è vero che la morte scandisce inesorabilmente il tempo e lo spazio delle cose,
è altrettanto vero che non riesce a farlo con tutto e su tutto.
C’è qualcosa che la supera e la trascende...

Ieri con alcuni ragazzi siamo stati al cimitero per provare a ridirci il valore e il perché noi cristiani teniamo tanto a quel posto…
Era ancora tutto in tenuta da due novembre…
C’era parecchia gente e mi sono fermato a guardala con profondo rispetto e compassione mentre sistemavano le tombe ben pulite e adornate di fiori: penso che non siano solo gesti tradizionali,
compiuti per dovere di circostanza…
Sono gesti che ci parlano di affetti, di amori che vanno ben oltre la morte,
che fanno sentire la presenza delle persone amate nonostante non siano più in questo mondo…

Davvero ogni cosa preziosa ha due facce, una di ombra e l'altra di luce…
E l'altra faccia della medaglia della morte si chiama Resurrezione…
Credere nel Dio della Vita che ha risuscitato Gesù dalla morte, significa credere nella Resurrezione …
Ce lo ripete continuamente la liturgia… ce lo ricorda la nostra fede…
Detto così, suona bene, e soprattutto è teologicamente e spiritualmente corretto.
Certo altra cosa è riuscire a metterla nei nostri istanti questa cosa, rintracciarla nei momenti difficili della nostra vita… sentirla vera quando guardando avanti si vede soprattutto buio e smarrimento…
Oggi vogliamo avere il coraggio di farci accompagnare dalla parola dentro alla domanda importante
“Che cos'è la Resurrezione?”
Il Vangelo ci dice dei Sadducei che pensano sia un pensiero quantomeno ridicolo quello ella resurrezione…
Parliamo di una donna che aveva avuto sette mariti ed era rimasta vedova…
A chi apparterrà la sua vita?
La domanda è seria…
È moto più seria di quanto appare a chi la pone a Gesù…
A chi apparterrà la mia vita?
C’è qualcuno a cui essa sta a cuore non solo mentre scorrono i giorni ma anche quando essa entra nell’abisso della morte?

Ecco cosa sarà la Resurrezione?
Me lo chiedo in questi giorni e davanti a questo brano…
Me lo chiedo soprattutto quando mi trovo davanti a situazioni difficili… a chi sta male seriamente…
A chi da anni vive gravi malattie che non hanno via di scampo,
ha chi ha perso una persona cara…
Ecco se ci pensiamo davvero seriamente, e cerchiamo di evitare stupide considerazioni di circostanza o irritanti pie esortazioni senza capo ne coda, ci accorgiamo che davvero è difficile parlare di resurrezione a quelle persone…
Penso ai discepoli… alle persone che sono state più vicine a Gesù e a quanta fatica hanno fatto e quanto tempo ci hanno messo per capirci qualcosa, e soprattutto a crederci…
E noi siamo ancora qui… ma forse davvero è giusto così, è giusto che ognuno abbia da fare il suo cammino per prendere con se e accogliere il dono della resurezione…

C’è un affermazione enormemente potete che ci è affidata dalla parola…
Noi siamo di Dio…
Noi siamo di Dio…
Gli apparteniamo da quando egli ha scelto di appartenere a noi: Si dice nel vangelo:
Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe.
E sarebbe bello continuare la lista sino ad arrivare ai nostri nomi…
Le varie appartenenze che sperimentiamo in questa vita
a un marito, a una moglie, a dei figli, a degli amici, ad una comunità,
prima o poi hanno bisogno di scoprire che in esse ci devono essere passaggi di altre appartenenze … c’è un appartenenza che non verrà mai meno: apparteniamo a Dio…
È questa appartenenza che dà sapore, significato, ai legami che intratteniamo in questa vita;
è il tener dentro questa appartenenza che da al temo finito, una consistenza infinita.
E i nostri legami sono veri nella misura in cui sono segni di quella appartenenza definitiva…
Sarebbe un efficacissimo esercizio chiederci ogni tanto se vivo così il mio matrimonio o il mio appartenere a una famiglia, a una comunità?.
Ci restituirebbe sguardi che farebbero luce su tante nostre fatiche, su tanti smarrimenti, che ci salverebbero da tanti grossi dispiaceri, che ci eviterebbero di schiantarci su tante stupidaggini che se lasciate stare soesso portano a veri e propri macelli affettivi…

Ecco, noi siamo di Dio! E Dio è fedele!
E siccome Dio è davvero fedele, il suo amore non viene mai meno,
neppure quando tu fai fatica ad essere una brava persona,
neppure quando dici cavolate, neppure quando “vai giù di testa”,
neppure quando te ne freghi di chi vive accanto a te perché sei troppo concentrato di quello che serve a te, di quello che desideri tu…
Dio è fedele, il suo amore non viene mai meno,neanche nella morte… Si è talmente legato a noi in vita Dio, da donarci speranza persino oltre la morte…
“ sia che viviamo sia che moriamo noi siamo del Signore.” Si dice nella parola…

Quando tento di capire come fare a vivere al meglio il tempo, le relazioni della mia vita, gli incarichi che mi sono affidati, le situazioni più complicate,
Provo a pensare a come a fatto Gesù ad avere la capacità di vivere senza smarrimenti il suo cammino verso la morte…
e capisco che la forza di Gesù è sempre stata il sapere che la sua vita era sempre custodita dalle mani del padre, dal suo pensiero, dalla sua cura…
sino alla fine…
sino alla morte…
ecco… Se Dio è con noi anche nella morte, possiamo essere certi che saremo con lui nella vita senza fine. Siamo suoi…
La tua grazia vale più della vita… vale più e oltre persino della vita fisica.

La parola conclude dicendoci “cercare le cose di lassù”… si ma non alzando lo sguardo e perdendoci nell’etere spirituale e immaginario…
… ma intuendole e sperimentandole nella bellezza di tutti i giorni…
nelle resurrezioni dalle fatiche e dalle stanchezze…
nella possibilità che ci è data di scegliere …
nel coraggio di non scoraggiarsi nelle avversità, dando profondo significato già alle cose che si fanno quaggiù…
… la resurrezione o è cosa di tutti i giorni “o vana è la nostra fede…” troppo difficile la nostra vita… troppo fragile la nostra speranza…
“Dio non è il Dio dei morti, ma dei viventi, perché vivono tutti per lui”…
​

Il Dio di Gesù prima ancora di risuscitare i morti, comunica ai vivi, ai viventi, la sua stessa vita, una vita di una qualità tale che è capace di superare la morte…
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio grande e misericordioso,  
allontana ogni ostacolo  
nel nostro cammino verso di te,  
perché, nella serenità del corpo e dello spirito,  
possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:  
Colletta
O Dio, Padre della vita e autore della risurrezione,  
davanti a te anche i morti vivono;  
fa’ che la parola del tuo Figlio,  
seminata nei nostri cuori,  
germogli e fruttifichi in ogni opera buona,  
perché in vita e in morte  
siamo confermati nella speranza della gloria.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - 2Mac 7,1-2.9-14
Il re dell’universo ci risusciterà a vita nuova ed eterna.

In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. 
Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri». 
[E il secondo,] giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 16
Rit: Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno.

Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole.

Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.

SECONDA LETTURA - 2Ts 2,16-3,5
Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene. 

Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno.
Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo.

VANGELO - Lc 20,27-38
Dio non è dei morti, ma dei viventi. 

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

oppure:

VANGELO Forma breve (Lc 20, 27.34-38)
Dio non è dei morti, ma dei viventi. 
​
In quel tempo, disse Gesù ad alcuni sadducèi, i quali dicono che non c’è risurrezione:
«I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.
Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

ESEGESI di Padre Michelini
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La Liturgia di Domenica 03 Novembre 2019

2/11/2019

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XXXI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA' DOMENICALE
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
Dopo che per alcune settimane siamo stati invitati a sostare dentro alle questioni di senso del nostro rapporto con Dio, che ci hanno fatto riflettere sul grande e fondante tema della fede, nel racconto dell’incontro tra Zaccheo e Gesù pare quasi si voglia passare ad un passaggio di maggiore concretezza, o forse sarebbe meglio dire di significato e movimento interiore che poi diventa motore e forma delle scelte e azioni della vita.

Ci accorgiamo tutti e subito che dentro a questo racconto, avviene qualcosa di davvero speciale…
Una storia che nella concretezza di un evento particolare è capace di mostrare sinteticamente tutta la storia del rapporto tra Dio e l’uomo …


Un passaggio che ci aiuta a comprendere cosa significa che il Signore è venuto in mezzo a noi a portare la salvezza che ha il sapore della risurrezione vera…. di risurrezione concreta…

Zaccheo è un personaggio davvero strano… emblematico direi…
E’ fuori luogo o irregolare diremmo noi è rispetto a quello che sta accadendo in città… Forse la piccolezza di cui si parla nel vangelo allude non tanto alla statura ma ad altre piccolezze..
I gesti che compie ci parlano tra le righe di un bisogno e di un desiderio che muovono dal di dentro… Alla fine lo sappiamo che sempre dietro ai nostri movimenti ci sono sempre bisogni e desideri…
Deve correre avanti per prendere il posto perché vuole vedere Gesù.
Affascinante ed emblematico provare ad entrare con lo sguardo e col cuore dentro a questa storia che parte dalla dinamica che sta tra limite, bisogno e desiderio e che sa cambiare la vita…
Ecco, proviamo a immaginarci …
La folla riempie le vie di Gerico.
Spinge, calpesta forse litiga per vedere la star che passa di lì.
Di Gesù se ne stanno raccontando di tutti i colori e la curiosità di sapere se sarà tutto vero aumenta ancora di più le aspettative di quel passaggio…
In città un cieco è stato guarito grazie a questo personaggio che pare abbia poteri incredibili in quanto a miracoli e parole…
Alcuni lo acclamano come il Messia, altri pensano sia uno di quei passeggeri santoni… Tutti lo vogliono vedere!


L'importante è essere lì magari per poi poterlo raccontare…
Per dire io c’ero… ho partecipato a questo evento…
Quasi a pensare, allora come oggi che il contatto con ciò che appare,
ciò che è famoso renda famosi anche noi…
Non so… mi fa pensare che qualche volta anche la nostra religiosità prende questa forma …
Una religiosità alla ricerca di qualche “contatto”… non fatta di un incontro ma di un passaggio di quelli da raccontare…
Fede fatta di eventi; di umanissimi miracoli e poco di Dio che non si stanca di farsi uomo nell’uomo…


In tutto questo credo che Zaccheo potrebbe essere definito l’uomo del rapporto a distanza.
Immagino davvero gli sarebbe bastato soddisfare la sua curiosità su Gesù con qualche sguardo o carpendo magari qualche sorpresa spettacolare per poi tornare alla sua vita di sempre, magari con qualche storiella in più da raccontare...
Credo proprio non abbia neppure lontanamente immaginato che sarebbe accaduto qualcosa di molto più grosso…
Che da un incrocio di sguardi tra lui e Gesù la sua vita sarebbe cambiata…
Ecco, mi interroga molto tutto questo.
La sua, come la nostra, è la curiosità di chi spende il rapporto col religioso a livello di epidermide, superficiale…
Mentre saliva sull’albero non era certo animato da propositi di condivisione o di restituzione di ciò che aveva estorto e rubato ai poveri…
La sua “frequentazione spirituale” è quella di chi non pensa affatto che fede e vita debbano e possano trovare un punto di incontro che vada oltre l’ammirazione a distanza…
Ammirazione a distanza… quante volte mi accorgo che ci fermiamo a questo…
Che lasciamo che il nostro rapporto col religioso sia quello tipico di chi, per giustificare la non voglia di mettersi in gioco e in discussione, conclude che la proposta di fede sia troppo più in là delle proprie capacità e perciò meglio non mettercisi neppure …
C’è un cristianesimo da salotto di cui la Chiesa continua a metterci in guardia ma che noi continuiamo a frequentare volentieri.
C’è una ricerca di Gesù che a volte va a braccetto con la paura di incontrarlo davvero.
Anche per noi ci sono comodi alberi di sicomoro sui quali salire per guardare a distanza, vedere ma evitando volti, storie, parole domande che potrebbero mettere in discussione tutto di noi.


Avere il coraggio di incrociare lo sguardo di Dio,
sguardo che resta impresso per sempre nel cuore di Zaccheo significa passare dalla spiritualità dello stare a guardare, del restare ammirati dal dato religioso ma senza ritenerlo mai fatto per sé… quanti esempi avremmo da fare in merito, anche legati alla nostra ordinarietà… e poi ancora un passo in più…
È necessario lasciare l’albero dell’incontro per aprire la porta della tua casa a Colui che chiede di poterci entrare… come nostro ospite, come colui che non è indifferente alla tua vita, come colui che “ha preso dimora in mezzo a noi…”.
Gesù chiederà a Zaccheo di smetterla di recitare la parte di chi facilmente si emoziona e magari fa anche grandi proclami per poi accontentarsi di un rapporto di fede low cost.
Quello sguardo di misericordia che Gesù userà verso il questo personaggio che in apparenza non ha niente di buono per essere annoverato tra i buoni e giusti…
Chiederà a Zaccheo di non fermarsi a guardare Dio come un personaggio affascinate che gli passa davanti, ma di provare a fissare l’attenzione dentro di sé.
Ed ecco, se guardi alla tua vita alla luce dello sguardo di Dio, questa cambia…
E prima ancora, accettare di lasciarsi guardare in verità: ecco ciò che può rappresentare anche per noi una vera e propria svolta…
Zaccheo compie il passaggio dall’emozione alla scelta come bisogno di riparare al male commesso…
Per ottenere la misericordia, Gesù ha chiesto a Zaccheo soltanto di lasciarsi guardare con benevolenza senza sottoporlo ad una penitenza previa, a delle garanzie di buona riuscita, ad un ipoteca di azioni per ripagare il male fatto…
Arriva tutto dopo questo… arriva da solo…
Arriva dopo lo sguardo di chi ti riconosce…
Di chi non passa oltre sbadato…
Di chi non ha teme ne ha vergogna di stare con te anche se hai fatto del male, anche se non sei proprio una bella persona…
Questo ti permette di rompere con un passato di ingiustizie…
Lo sguardo misericordioso di Dio ed ancora di più la sua presenza accanto a noi, cancella le nostre meschinità e piccolezze…
Ma soprattutto innesca in noi quel cambiamento che ci muove nel desiderio di porre rimedio, per quanto ancora possibile, al male fatto, al dolore che abbiamo provocato...
E la vita che è stata restituita a noi diviene pian piano vita donata ad altri… capacità di restituire vita ad altri…
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente e misericordioso,  
tu solo puoi dare ai tuoi fedeli  
il dono di servirti in modo lodevole e degno;  
fa’ che camminiamo senza ostacoli  
verso i beni da te promessi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Dio, che nel tuo Figlio  
sei venuto a cercare e a salvare chi era perduto,  
rendici degni della tua chiamata:  
porta a compimento  
ogni nostra volontà di bene,  
perché sappiamo accoglierti con gioia nella nostra casa  
per condividere i beni della terra e del cielo.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Sap 11,22-12,2
Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.
Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, 
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 144
Rit: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

SECONDA LETTURA - 2Ts 1,11-2,2
Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui. 

Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

VANGELO - Lc 19,1-10
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. 

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

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