NFD Il Blog
  • HOME
    • CONSACRAZIONE DEL NETWORK
  • FOCUS ON
    • MONDO OGGI
    • CHIESA OGGI
  • CHIESA CATTOLICA
    • FONDAMENTALI >
      • I 10 COMANDAMENTI
      • I 5 PRECETTI GENERALI DELLA CHIESA
      • 54 MODI DI ESSERE MISERICORDIOSI DURANTE IL GIUBILEO
      • 12 MODI PER ESSERE CATTOLICI MIGLIORI
      • GALATEO IN CHIESA
      • REGOLE PER I LETTORI
      • ATTENTI A MESSA
      • CIRCOSTANZE IN CUI BISOGNA EVITARE DI COMUNICARSI
      • DECALOGO DEL CHIRICHETTO
      • 17 SCUSE - SMONTATE - PER NON ANDARE A MESSA
    • RIFLESSIoni DI LUCE >
      • RIMEDITIAMOCI SOPRA >
        • ANNO B 2014 - 2015
        • ANNO C 2015 - 2016
        • ANNO A 2016 - 2017
        • ANNO B 2017 - 2018
        • ANNO C 2018 - 2019
        • ANNO A 2019 - 2020
        • ANNO B 2020 - 2021
        • ANNO C 2021 - 2022
        • ANNO A 2022 - 2023
        • ANNO B 2023 - 2024
        • ANNO C 2024 - 2025
      • SANTE PAROLE
      • RIFLESSIONI
      • VITA E DETTI DEI PADRI DEL DESERTO
    • UN SACERDOTE RISPONDE
    • ESAME DI COSCIENZA
    • LITURGIA
    • LECTIO BREVIS
    • PREGHIERE
  • NOVELLE MODERNE
  • MEDIA
  • DOWNLOAD
  • LINKS

La Liturgia di Domenica 30 Luglio 2023

30/7/2023

0 Comments

 
Picture
Picture
XVII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
​
=========================================================
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: VERDE

0 Comments

La Liturgia di Domenica 23 Luglio 2023

23/7/2023

0 Comments

 
Picture
Picture
XVI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
​
=========================================================
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
di Luca Rubin
Il brano di oggi completa quello precedente, dove Gesù ha raccontato la parabola del seminatore. Il brano che andremo a meditare ora, contiene ben tre parabole, utilizzate da Gesù per parlarci del regno dei cieli: un uomo che semina, un granello di senape e il lievito. In questo ambito agricolo, botanico e culinario, cogliamo qualche parola luminosa per poter brillare e illuminare il nostro quotidiano.

Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’ una e l’ altro crescano insieme fino alla mietitura.

La prima parabola con la quale Gesù illustra il regno dei cieli ha come protagonista principale un uomo che ha seminato del seme buono nel suo campo: un uomo, una persona senza nome, chiamalo col tuo nome, entra in scena e vediamo cosa succede. Semini un seme buono, non robaccia, un seme che porterà un frutto buono, e lo semini nel tuo campo: il testo non dice se è un campo con terreno buono o no, ma è il tuo campo, così com'è, tu semina.

In questa situazione così bella e positiva, ricca di speranza e attesa, si inserisce un'azione notturna, quando tutti dormivano, quindi un'azione losca, fatta furbescamente: un nemico del seminatore sparge zizzania, un'erba infestante di per sé molto simile al grano, ma che grano non è. Wikipedia ci insegna che la zizzania, se ingerita provoca forti emicranie, vertigini, vomito ed oscuramento della vista. La sua somiglianza col grano e la sua tossicità rende la gestione di quel campo molto problematica e pericolosa.

I servi propongono una soluzione: estirpiamo la zizzania! Gesù però non è d'accordo, e qui cogliamo almeno tre atteggiamenti del Signore:
  • La pazienza della verità: poiché la zizzania è molto simile al grano, ma con conseguenze nefaste, è bene agire con grande pazienza, sopportando che essa possa prosperare in mezzo alle buone spighe. Questo crescere insieme del bene e del male non cambia lo stato delle cose: il bene rimane bene e il male rimane male. Ciò che fa la differenza è la consapevolezza: è presente la zizzania, ma per il momento non è bene strapparla via, per non danneggiare il buono.
  • La tutela della verità: la zizzania non è una semplice erbaccia infestante: è altamente tossica, e se finisce tra le macine del mulino, arrecherà gravi danni ai consumatori, una vera e propria strage! Eppure questa verità così terribile ha bisogno di attese, di sedimentazioni, di modo che non si agisca di impulso, ma a mente lucida e con molta presenza.
  • La bontà della verità: neanche la più piccola spiga deve andare perduta a causa della zizzania. L'attenzione è massima, e la verità cede il passo al buono presente.

Al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponè telo nel mio granaio”.


Si può finalmente intervenire. Quando il grano è pronto per essere mietuto, c'è bisogno di un passaggio molto delicato e da eseguire con molta attenzione: la raccolta della zizzania, da legare in fasci e da bruciare. Questa procedura impedisce che qualche spiga velenosa possa rimanere nel campo, e il fuoco distrugge tutto il potenziale cattivo presente.

Gesù spiega la parabola appena meditata, collocando la mietitura alla fine del mondo. Esistono tuttavia, nella nostra vita di ogni giorno, campi estesi di buone spighe, e seminatori di gelosie, invidie, cattiverie, maldicenze... Oltre alle varie situazioni personali, assistiamo inermi alle catastrofi naturali, alle pandemie, alle morti, in una parola, a tutto ciò che di negativo e triste ci circonda. In queste occasioni si eleva molto spesso un'accorata domanda: Dov'è Dio? Perché non interviene? Se Dio esistesse non permetterebbe queste cose. Se ci fai caso, è la stessa domanda dei servi: “Vuoi che andiamo a raccogliere la zizzania?" Anche in questo caso, Dio fornisce la medesima risposta: No, per non danneggiare maggiormente tutto il bene.

Hai un foglietto vicino a te? Scrivi tutti i campi di spighe buone che ti circondano. Possono essere nomi di persone che ti hanno aiutato, situazioni, testimonianze, ricordi, cose che hai fatto tu o altri: questo ti aiuterà a vedere che il bene è più forte del male, ma non fa rumore.

Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’ orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami.

Il più piccolo. Dio ragiona al contrario del mondo. Grande, forte, invincibile, enorme? Ebbene, Dio preferisce piccolo, debole, vulnerabile, esiguo. Questa seconda parabola ci presenta Semino, il più piccolo seme del mondo, eppure Semino ha grandi prospettive e grandi desideri: diventare un grande albero, produrre frutti meravigliosi, e ospitare addirittura qualche nido con uccellini cinguettanti. Tu, così piccolo? Non ce la farai mai! Ebbene, un giorno un uomo (magari si chiama come te), prese Semino e lo seminò. E meraviglia delle meraviglie: tutti i suoi desideri si sono realizzati, alla grande! Questo capovolgimento di pensiero ci sta proprio scomodo, come una scarpa troppo piccola, appunto. Eppure solo entrando nella logica illogica di Dio porteremo frutto.

Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata.

E per finire, tutti in cucina. In tempi di pandemia il lievito andava a ruba, anche lui così piccolo, in queste bustine così leggere, eppure senza di lui non ci sarebbero pizze, torte, pasticcini e mille altre cose buone, pensa che sventura. Anche qui il lievito ci dice che Dio ama le cose piccole, come ci ricorda Santa Teresa di Lisieux.

Con queste piccole cose, con noi, sue piccole creature Dio crea addirittura il suo Regno, con la R maiuscola, certamente, perché Lui è il più abile dei seminatori, che porta un campo infestato dalla zizzania a produrre buon grano, che trae da Semino un grande albero, e che in cucina sforna prelibatezze grazie ala piccola quantità di lievito. Tutto sta nel fidarsi di un Dio così attento al bene di una piccola spiga, al cuore di un piccolo seme, alla forza di un po' di lievito. Fidarsi di Dio è vivere con Lui ogni attimo, attendere il momento giusto per intervenire, portare frutto, fare silenziosamente il bene. E la tua vita sarà una parabola per altre vite.
Picture
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Sii propizio a noi tuoi fedeli, o Signore,
e donaci in abbondanza i tesori della tua grazia,
perché, ardenti di speranza, fede e carità,
restiamo sempre vigilanti nel custodire i tuoi comandamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure: 
Colletta (Anno A)
Ci sostengano sempre, o Padre,
la forza e la pazienza del tuo amore,
perché la tua parola, seme e lievito del regno,
fruttifichi in noi
e ravvivi la speranza
di veder crescere l'umanità nuova.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Sap 12,13.16-19
Dopo i peccati, tu concedi il pentimento

Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto.
La tua forza infatti è il principio della giustizia,
e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
Mostri la tua forza
quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza,
perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini,
e hai dato ai tuoi figli la buona speranza
che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 85
Rit. Tu sei buono, Signore, e perdoni

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche. Rit. 

Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio. Rit. 

Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà. Rit. 

SECONDA LETTURA - Rm 8,26-27 
Lo Spirito intercede con gemiti inesprimibili 

Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

VANGELO - Mt 13,24-43 
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura 

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

oppure:
VANGELO Forma breve - Mt 13,24-30
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura 

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
0 Comments

La Liturgia di Domenica 16 Luglio 2023

16/7/2023

0 Comments

 
Picture
Picture
XV DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
==================================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
di Luca Rubin
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

Quel giorno può essere un giorno qualsiasi, di duemila anni fa, ma ancora meglio quel giorno è oggi. Oggi Gesù esce di casa: pensiamo all'incarnazione, quando Gesù lascia la casa del Padre e si fa uomo, uguale in tutto ad ogni altro uomo. Gesù continua oggi a uscire di casa per incontrarti, per essere il tuo servo, disponibile a portare i tuoi pesi, a spartire con te fatiche e gioie. Gesù è sempre sull'uscio, per manifestare il suo volto e tendere le sue braccia.

Sedette in riva al mare; si mise a sedere su una barca: si siede chi è arrivato, chi vuole stare, chi vuole insegnare qualcosa (era questa la posizione dei maestri dell'epoca). Si siede sulla terraferma ma anche sul mare: Gesù è l'uomo che oltrepassa i confini, pur rispettandoli, è colui che va oltre le regole, pur adempiendole. Lascia la sicurezza della terraferma per barcollare in una barca, e in quell'equilibrio precario si rivolge a te, alla folla che è sulla spiaggia, un luogo di passaggio, di confine, e quella folla ha bisogno di qualcuno che perda l'equilibrio per essa, qualcuno che la conduca nei punti di cambiamento. Gesù è la presenza di Dio negli snodi della tua vita: ti accompagna, pur onorando la tua libertà e salvando, sempre, la tua dignità di persona.

Ecco, il seminatore uscì a seminare.


Potrebbe sembrare ovvio, eppure non a caso Gesù evidenzia che il primo e fondamentale atteggiamento del seminatore è quello di uscire (non puoi seminare i pomodori in soggiorno). Il seminatore esce, proprio come Gesù è uscito di casa per incontrarti, il seminatore esce di casa per fare incontrare la terra e il seme: solo da questo incontro ci potrà essere un frutto, solo da questo incontro si potrà gioire del raccolto. Prima ancora della terra e del seme, ciò che rende possibile il raccolto è uscire.

Uscire è variamente interpretabile: uscire fisicamente di casa, oppure uscire da una situazione, uscire da una schiavitù. uscire da schemi mentali, uscire da vecchie abitudini. Uscire significa lasciare la strada vecchia per quella nuova: e pur non sapendo ciò che si trova, questo è l'unico modo per uscire, per incontrare, per vivere. Identifica il tuo uscire, magari scrivilo su un foglietto, poi disegnaci una porta, ed esci!

Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.

Per quanto il seminatore faccia attenzione, qualche seme cade fuori dal terreno che lo attende, e ahimè, le cose non vanno a finire bene. La responsabilità in questo caso non è del seme, che è buono, non è del seminatore, che intende fare un ottimo raccolto, e non è nemmeno degli ambienti non adatti per accogliere un seme. Quindi escludiamo la colpa: non è colpa di nessuno: oh, che bello!

La strada. La nostra vita è fatta di strade, per recarci al lavoro, per andare a fare la spesa, per andare in gita o in vacanza, per incontrare persone care, per fare due passi: strade, strade, strade. Molto del nostro tempo è sulla strada, un luogo di tutti, luogo di passaggio, di grande traffico e velocità elevate. Non c'è luogo meno adatto per un seme, che ha bisogno di terra e non di asfalto, di silenzio, umidità e tempo, tanto tempo per marcire, morire e germogliare.

La strada è il luogo della non comprensione, della non accoglienza: gli uccellini che mangiano il seme sono solo una conseguenza. Ecco perché Gesù si è definito la Via: abbiamo bisogno di un Custode che ci faccia uscire e contemporaneamente tuteli il nostro andare. Rifiutare il Custode significa esporsi al fallimento: non è colpa tua se il seme è caduto sulla strada, non è colpa tua se gli uccellini lo mangiano. La tua responsabilità risiede nel non farti derubare, cioè nel lasciarti custodire e accompagnare. Ti viene chiesto un po' di umiltà, ossia consapevolezza di chi sei.

Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’ era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’ accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno.

Il terreno sassoso. Potrebbe essere identificato come la tua storia, le macerie della tua vita: qualche seme cade anche là, dove tu hai tanto sofferto e gioito, dove hai investito mille risorse, dove hai messo la parola FINE e da dove sei ripartito per vivere il presente. Non c'è molta terra: la povertà e il limite hanno segnato i tuoi giorni, ti sei spesso scontrato con situazioni simili, e il raccolto è stato scarso, se non nullo. Il facile entusiasmo iniziale ha lasciato spazio a cocci di delusione e di pianto.

Eppure qualche semino è caduto là in mezzo, e germoglia in fretta. Allora pensi di tornare là, pensi che ci sia speranza nel tornare indietro, nel riproporre vecchi schemi, in fin dei conti qualcosa sta nascendo! E ancora una volta ti scontri con i sassi taglienti della delusione: quei semi non ce la fanno e i piccoli germogli seccano. La tua storia e il tuo passato sono lì a dirti che hai un presente e un futuro solo nel terreno della fiducia, che non è alle tue spalle ma davanti a te: è lì il terreno accogliente e fertile dove vivere la pienezza dell'oggi!

Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto.


I rovi. Possono essere l'icona della non accoglienza: crescono e infestano luoghi scomodissimi, pungono e fanno male, e alla fine non producono nulla, o nella migliore delle ipotesi, qualche mora. I rovi soffocano, impediscono la vita, difendono qualcosa senza valore e deturpano l'ambiente, fino a impedire un percorso. Gesù ci dice che i rovi sono "le preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza". Essere preoccupati è normale, ma qui Gesù intende altro: a Marta disse, usando lo stesso termine: "Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose" (Lc 10,41). L'affanno, l'ansia, la frenesia sono i tuoi rovi, quelli che ti soffocano, quelli che esasperano la tua giornata. Anche l'inganno della ricchezza compie lo stesso lavoro: ti esaspera, ti rincorre spronandoti a possedere, ma in realtà perdi tutto, perdi te stesso, perdi Dio e il senso stesso della vita.

Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto.

Finalmente, ci siamo! Il terreno buono (ma anche il terreno bello), è il luogo giusto dove il seme può finalmente riposare in pace (scusate l'allusione, ma in questo caso è perfetta), e portare frutto. Il terreno buono cosa fa? Riceve il seme, (lo hanno ricevuto anche la strada, i sassi e i rovi), ma non solo: lo accoglie, lo custodisce. La terra abbraccia quel seme e gli permette di vivere in pienezza, rispettando la sua natura e i suoi tempi, offrendogli i sali minerali necessari e la giusta umidità. Il seme da parte sua si lascia accogliere e diventa anche lui simile alla terra. Solo così potrà continuare a vivere e a moltiplicarsi.

Ascolto e comprensione sono gli strumenti a tua disposizione per continuare a vivere. Il terreno buono è la tua vita, un terreno buono, fertile, spazioso, con mille possibilità, un terreno bello, che consola chi lo osserva, (tra tutti Dio è il miglior osservatore, e si delizia del tuo terreno). Lasciati custodire, esci e semina: raccoglierai buoni frutti, e potrai donarli a piene mani: Dio è dalla tua parte, sempre.
Picture
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità
perché possano tornare sulla retta via,
concedi a tutti coloro che si professano cristiani
di respingere ciò che è contrario a questo nome
e di seguire ciò che gli è conforme.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure: 
Colletta (Anno A)
O Padre, che continui a seminare
la tua parola nei solchi dell'umanità,
accresci in noi, con la potenza del tuo Spirito,
la disponibilità ad accogliere il Vangelo,
per portare frutti di giustizia e di pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Is 55,10-11
La pioggia fa germogliare la terra

Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 64
Rit. Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli

Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini. Rit.

Così prepari la terra:
ne irrìghi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. Rit.

Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza. Rit.

I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di messi:
gridano e cantano di gioia! Rit.

SECONDA LETTURA - Rm 8,18-23 
L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio

Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.

VANGELO - Mt 13,1-23
Il seminatore uscì a seminare

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

oppure:
VANGELO Forma breve - Mt 13,1-9
Il seminatore uscì a seminare

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
0 Comments

La Liturgia di Domenica 9 Luglio 2023

9/7/2023

0 Comments

 
Picture
Picture
XIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
==================================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
di Luca Rubin
Questa pagina di vangelo può essere divisa agilmente in due colonne: nella colonna di sinistra collochiamo ciò che viene definito un "inno di lode", è Gesù che si rivolge al Padre, mentre nella colonna di destra è Gesù che si rivolge ai suoi discepoli, quindi anche a te; anche in questo caso è una preghiera, come vedremo.

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza

Gesù inizia il suo dialogo con il Padre, mettendo a posto i conti, infatti il termine tradotto come "Ti rendo lode", in realtà è un riferimento finanziario ed economico, ed è l'atteggiamento di chi riconosce di essere in debito. Il Figlio riconosce al Padre tutti i suoi doni, e questo lo introduce in un terreno di ringraziamento e di fiducia. Sentirsi in debito non è piacevole, eppure Gesù vive questa situazione nella gioia: lodare Dio significa proprio riconoscere il proprio limite (quindi il proprio debito) e abbandonarsi all'amore che supera ogni limite.

Il debito: è un vero e proprio tesoro, e consiste in uno sconvolgimento totale del modo di pensare e agire. Infatti, anche per il mondo di oggi, (ma è sempre stato così), è bene essere forti, grandi, intelligenti, invincibili, sprezzanti della fatica e della paura, un po' come la pubblicità di un famoso profumo, quel poverino che "non deve chiedere mai". Gesù ringrazia il Padre, che ha girato la frittata, ed è il piccolo, il povero, il debitore ad essere esaltato e riconosciuto. Al piccolo viene rivelato il volto di Dio, può parlare con Lui, mentre i dotti e i sapienti rimangono nelle loro elucubrazioni sul mondo e su Dio, senza entrare in relazione, e quindi senza poterlo conoscere.

Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo

La vera identità di Dio la conosce pienamente solo Dio stesso. Sicuramente possiamo fare esperienza, relazionarci con Dio, vivere il suo amore e il suo abbraccio, esattamente come avviene quando conosciamo una persona: ci sono vari livelli: il conoscente, il collega, l'amico, l'amico intimo, il compagno o la compagna, il figlio... Anche nei livelli più alti e intimi di relazione, l'altro conserva una parte di sé sconosciuta, non perché voglia nasconderci qualcosa di losco, ma perché è quella parte sconosciuta a dare identità e a renderlo persona. Come ti senti quando ti dicono: "io so tutto di te"? Io male, perché chi si esprime così, spesso non mi conosce e vuole solo sopraffarmi, mi sento usato e svuotato.

Nessuno, se non. Dio rimane inconoscibile all'esterno. Le Tre Persone divine della Trinità santa si conoscono pienamente e reciprocamente, e ciò crea tra loro un vortice di amore che umanamente sfugge a ogni comprensione, e ogni ragionamento rimane metafora, paragone, sempre molto lontano dalla realtà di Dio.

Tuttavia Gesù è l'uomo della speranza e dell'apertura, e apre una strada: "nessuno conosce (...). e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Questa possibilità è nelle mani del Figlio, che si riserva la facoltà di coinvolgere in quel vortice d'amore noi povere creature. Devo vincere un concorso? Che procedura devo fare? Dove ci si iscrive? No, non devi fare niente, se non vivere la relazione con il Signore, accogliere la sua presenza e la sua assenza, la fatica e il non senso. Com'è liberante vivere questo non per un premio o un tornaconto ma perché l'amore diviene il senso di tutto, il senso di Dio stesso!

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro

Queste parole non sono solo un invito, ma contengono una vocazione, un'elezione: Gesù desidera stare con te, che sei stanco e oppresso, schiacciato dal dolore. Ti definisce oppresso, o meglio: sovraccarico di mille pensieri, mille situazioni, che ti schiacciano a terra. Senza entrare in merito a situazioni politiche, penso che il Signore abbia rivolto queste parole a George Floyd, schiacciato e oppresso dall'odio e dalla violenza. Il ristoro offerto da Gesù non è un'assenza di impegno, ma bensì una pausa dal lavoro, me rimettersi in forza e poter riprendere il lavoro. Spesso nelle nostre giornate non invochiamo chissà quali mete turistiche o spiagge assolate, ma un semplice riconoscimento della nostra fatica e una pausa che doni nuove energie.

Il Signore Gesù sa bene a cosa la nostra umanità è sottoposta, essendo anche lui persona umana come noi, e ci dona, oltre alla sua comprensione, il suo sostegno. La preghiera è questo incontro, non di formule e di parole ripetute, ma di due persone che si incontrano, si abbracciano, si parlano, ridono e piangono, insieme. La preghiera personale o comunitaria è il ristoro di Dio per noi, suo popolo in cammino, per me, sua creatura. Capisci allora che se ti privi di questa pausa, di questo ristoro, non ce la puoi fare?

Prendete il mio giogo sopra di voi

Si torna a lavorare! Dopo una pausa corroborante, Gesù ora ci invita a lavorare con Lui, e parla di giogo, un attrezzo agricolo che permette a due animali (solitamente due buoi) di unire le forze e lavorare insieme allo stesso progetto. Il giogo a due posti di Gesù ti accoglie: non sarai più schiacciato dal peso della vita, perché Lui lavora al tuo fianco. La croce stessa del Signore è quel giogo che ti ha unito al suo dolore e alla sua morte, ma anche alla sua resurrezione. In questo modo, tutto ciò che vivi non andrà perduto, ma sarà, oltre al tuo dolore, il dolore di Dio, e per sua misericordia diverrà vita per te e per il mondo.

Imparate da me, che sono mite e umile di cuore

Per portare il giogo con qualcuno, bisogna accordarsi, e coordinarsi. Gesù propone la mitezza e l'umiltà come strumenti per trovare un equilibrio, e questi due atteggiamenti sono quelli che contengono le risorse per affrontare tutte le relazioni.
  • Mitezza: è un mix di dolcezza e di forza, un esercitare il potere ma senza durezza. Essere miti è il risultato di un lavoro su se stessi, senza annullarsi, senza inutili violenze, ma conservare il proprio carattere, la propria identità in un ambito di accoglienza e dolcezza.
  • Umiltà: indica la bassezza, il limite umano accettato, e Maria nel Magnificat usa proprio lo stesso termine: "ha guardato l'umiltà della sua serva" (Lc 1,48), Dio guarda la tua bassezza, la tua piccolezza, non come la guarda il mondo, che deride e insulta, ma con infinita tenerezza. Inoltre per portare il giogo è bene essere bassi, curvarsi, e lavorare duramente.

Troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero


 Il giogo è uno strumento di lavoro, ma è anche promessa di un ristoro, di una pausa. Inoltre Gesù ci coglie di sorpresa e ci rassicura sulla leggerezza del suo giogo, ma non solo: il suo giogo è dolce, cioè utile, benefico. Quando qualcuno ti invita a soffrire gratis, sottraiti sempre! Gesù ti dice che il suo giogo è sopportabile, perché Lui è con te, ed è un giogo utile, perché ti permette il lavoro e il raggiungimento del riposo.

 Il debito diventa lode e riconoscenza, il giogo portato con Gesù ristora la mia fatica, e tutto ciò che mi ritrovo a vivere diventa vita e salvezza. Se vuoi, in un foglietto, scrivi tutto ciò che costituisce il tuo giogo, la tua fatica, e controlla se è un giogo condiviso con Dio, o se è un giogo a un solo posto, che ti schiaccia inutilmente: accogli e sottoscrivi il suo invito: Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Picture
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Padre, che nell'umiliazione del tuo Figlio
hai risollevato l'umanità dalla sua caduta,
dona ai tuoi fedeli una gioia santa,
perché, liberati dalla schiavitù del peccato,
godano della felicità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure: 
Colletta (Anno A)
O Dio, che ti riveli ai piccoli
e doni ai poveri l'eredità del tuo regno,
rendici miti e umili di cuore,
a imitazione di Cristo tuo Figlio,
perché, portando con lui il giogo soave della croce,
annunciamo al mondo la gioia che viene da te.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Zc 9,9-10
Ecco, a te viene il tuo re umile

Così dice il Signore:
«Esulta grandemente, figlia di Sion,
giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,
umile, cavalca un asino,
un puledro figlio d’asina.
Farà sparire il carro da guerra da Èfraim
e il cavallo da Gerusalemme,
l’arco di guerra sarà spezzato,
annuncerà la pace alle nazioni,
il suo dominio sarà da mare a mare
e dal Fiume fino ai confini della terra».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 144
Rit. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre. Rit. 

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.  Rit. 

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. Rit. 

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto. Rit. 
​
SECONDA LETTURA - Rm 8,9.11-13
Se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete

Fratelli, voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.

VANGELO - Mt 11,25-30
Io sono mite e umile di cuore

In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
0 Comments

La Liturgia di Domenica 2 Luglio 2023

2/7/2023

0 Comments

 
Picture
LUGLIO:
MESE DEDICATO AL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU'

Il mese di Luglio è dedicato alla contemplazione del Preziosissimo Sangue di Cristo, mistero insondabile di Amore e di Misericordia.
Il Sangue di Cristo è la prova inconfutabile dell'amore del Padre celeste per ogni uomo, nessuno escluso.

PREGHIERA ALL'INIZIO DEL MESE
Gesù mio, accetta gli ossequi di questo Mese, in compenso di tante iniquità degli uomini; e mentre il nemico del bene cerca di allontanare il ricordo del tuo amore dalla mente dei tuoi figli, la devozione al Divin Sangue avvicini le anime al tuo Cuore.

Picture
Picture
XIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
==================================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
di Luca Rubin
Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me 

Hai presente quando ti appresti a fare un lungo viaggio e prepari la valigia? Cosa ci metti dentro? Tutto ciò che ti serve, per vestirti, per lavarti, per vivere. Il problema, quando prepari la valigia, non è quello che metti dentro, ma tutto ciò che lasci fuori. Inoltre, se viaggi in aereo, devi fare attenzione anche al peso e alle dimensioni dei tuoi bagagli. Possiamo dire che Gesù sta insegnando ai suoi come si fa una valigia, per non dimenticare l'essenziale, e per evitare di pagare multe per i troppi kg, magari di cose inutili. Il termine greco usato fa proprio riferimento al peso: non essere degno è reso come non avere peso, non avere valore. In quella valigia Gesù invita a mettere ciò che realmente ti serve, non soprammobili o centrini.

C'è un problema. Gesù dice che non hai valore se ami papà, mamma e figli più di Lui. In pratica va a toccare gli affetti più sacri, quelli più profondi e intoccabili, affetti che ti costituiscono e ti identificano, affetti che sono il tuo passato, il tuo presente, il tuo futuro; il tuo DNA dopo la lettura di questa pagina di vangelo è sconvolto e annientato! Non temere, continua a preparare la valigia.

Ecco, hai riempito la valigia di mille cose, ma ti rendi conto che altre mille e mille stanno là fuori, e tu non sai più che fare, metteresti le ruote alla casa per portare tutto, ma non è possibile. Forse quelle parole del Signore possono aiutarti: in realtà Lui non ti dice di non amare e nemmeno di amare di più o di meno, ma di vivere l'affetto per i tuoi cari in modo ordinato, senza perdere di vista quella piccola valigia che è la tua vita. Inoltre, valuta se dietro l'affetto per i tuoi cari (sacro santo affetto) non ci siano motivazioni più basse e insidiose, che ti tengono in ostaggio e non ti permettono di chiudere la valigia e iniziare il tuo viaggio.

Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.

Spesso, in ambiti di fede si sente affermare: "dobbiamo portare la croce di Gesù", ma il vangelo smentisce questa affermazione, con le parole stesse di Gesù, che parla della croce propria, non la sua. Inoltre non dice di portare ma di prendere, di accogliere quella parte di noi più scomoda, gli eventi più dolorosi, le situazioni più complesse e farne una croce, e di viverla come Gesù, che ha vissuto tutto il dolore e la morte prendendolo con sé. La sua valigia contiene l'amore del Padre e l'amore per noi, fratelli suoi, niente altro.

Prendere, accogliere, seguire: cosa significa seguire? Fare la stessa strada, stare con qualcuno lungo un percorso. Gesù ti invita a prendere le tue difficoltà e a viverle non ripiegato su te stesso, non in affetti che rimandano sempre e solo alla tua persona (padre madre e figli sono tuoi, quindi si parla sempre di te), ma insieme a Dio, instaurando con Lui una relazione che si intesse con la tua croce, una relazione che sostiene tutto ciò che ti ritrovi a vivere. Ecco perché quella valigia, se fatta bene, sarà davvero la tua alleata: non un ammasso di cose più o meno utili, più o meno belle, ma ciò che è fondamentale per vivere, l'amore, quell'amore che Dio vuole per Sé, non per trattenerlo egoisticamente, ma per ridonartelo centuplicato.

Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

La vita ti è stata donata, che tu ci creda o no, e anche se qualche volta pensi che ti sei costruito da solo, la tua vita è un dono di Qualcuno che ti ha pensato, voluto e amato. Tenere per sé la propria vita significa rubare qualcosa che non è tuo. Il testo originale tuttavia, ha una sfumatura diversa: "chi ha trovato per sé la propria anima, il proprio respiro vitale, lo perderà". 

Questa volta è facilmente verificabile: fai un bel respiro, l'aria non l'hai fatta tu, ti è stata data gratis, ok? Bene, ora trattieni il respiro......... non ce l'hai fatta, hai dovuto emettere il respiro e immetterne di nuovo, perché se non fai così muori. Gesù ti sta dicendo proprio questo: la vita è un dono, non come quei regali a cui siamo abituati, simili a un passaggio di proprietà (compro una cosa per te e te la regalo, cioè diventa tua), no, non così, ma come il respiro, la vita ha bisogno di essere ricevuta, vissuta profondamente e rimessa in circolo.

Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.

Cosa significa accogliere? Ricevere in modo accogliente, prontamente, con gioia. Altro è accettare (ok, stai lì, ti tollero, senza manifestare empatia) altro è accogliere (sono contento che tu sia qui, e faccio tutto il possibile perché tu stia bene, qui con me). Gesù presenta una sorta di circolo virtuoso dell'accoglienza: Luca (tu metti il tuo nome) è accolto, e in quell'accoglienza entra anche Gesù e il Padre: Dio è un Dio che ama stare in compagnia, non è un Dio da nicchia, tutto solo, ma proprio come un papà buono, dove arriva crea famiglia, crea comunità.

Tutto però si gioca non sull'accogliere Dio, sarebbe forse facile, ma accogliere un signor X, qualsiasi, sconosciuto, senza grandi pregi, affettivamente insignificante. Accogliere significa uscire da se stessi e andare verso l'altro, non cercando in lui qualcosa che mi gratifichi (accoglierei me stesso, alimentando il mio egoismo), ma vivendo l'amore di Dio per me, che come un respiro, ricevo e dono, ricevo e dono, ricevo e dono, continuamente.

Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’ acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa.

Gesù fa tre esempi di accoglienza: il profeta, il giusto, il piccolo. A ciascuna accoglienza corrisponde la sua ricompensa (e il greco usa proprio il termine stipendio, pagare per un servizio).

Il profeta mi parla di Dio, mi indica le sue vie, mi offre un aiuto nel cammino di fede. Se lo accolgo avrò la ricompensa del profeta, cioè l'amicizia con Dio, Dio stesso sarà la ricompensa.

Il giusto mi è di esempio nell'adempiere la volontà del Signore e le sue leggi, rispettando gli altri e me stesso. Se lo accolgo avrò la ricompensa del giusto, cioè la pace del cuore e la vicinanza di Dio.

Il piccolo: Gesù in questo caso non parla di accoglienza, ma di dare un bicchiere d'acqua (molto meno impegnativo di un'accoglienza a 360°). Il piccolo si accontenta di piccole cose, come i bambini, che esprimono profondi sentimenti in un pezzo di carta strappato e macchiato. Anche in questo caso è prevista una ricompensa, più grande delle due precedenti, perché il piccolo da dissetare è Dio stesso, il quale ama le piccole cose, scrive santa Teresa di Gesù Bambino, e proprio perché non offre niente di apparentemente utile, rischia spesso di passare inosservato. La ricompensa non andrà persa, perché avrai dissetato Dio in persona, preoccupati unicamente che l'acqua che offri sia fresca!

La valigia è ormai pronta, ti attende un viaggio, non in solitaria, ma accompagnato dal piccolo, da chi si è innamorato follemente delle tue piccolezze, e non vuole, non riesce a vivere senza di te. Hai un bicchiere d'acqua fresca?
Picture
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che ci hai reso figli della luce
con il tuo Spirito di adozione,
fa' che non ricadiamo nelle tenebre dell'errore,
ma restiamo sempre luminosi
nello splendore della verità.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure: 
Colletta (Anno A)
O Padre, infondi in noi la sapienza
e la forza del tuo Spirito,
perché, seguendo Cristo sulla via della croce,
siamo pronti a donare la nostra vita
per manifestare al mondo la tua presenza d'amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - 2Re 4,8-11.14-16
Costui è un uomo di Dio, un santo, si fermi da noi

Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c’era un’illustre donna, che lo trattenne a mangiare. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei.
Ella disse al marito: «Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. Facciamo una piccola stanza superiore, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e un candeliere; così, venendo da noi, vi si potrà ritirare».
Un giorno che passò di lì, si ritirò nella stanza superiore e si coricò. Eliseo [disse a Giezi, suo servo]: «Che cosa si può fare per lei?». Giezi disse: «Purtroppo lei non ha un figlio e suo marito è vecchio». Eliseo disse: «Chiamala!». La chiamò; ella si fermò sulla porta. Allora disse: «L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stringerai un figlio fra le tue braccia».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 88
Rit. Canterò per sempre l’amore del Signore

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». Rit. 

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia. Rit. 

Perché tu sei lo splendore della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra fronte.
Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d’Israele. Rit. 

SECONDA LETTURA - Rm 6,3-4.8-11
Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti con lui: camminiamo in una vita nuova

Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

VANGELO - Mt 10,37-42
Chi non prende la croce non è degno di me. Chi accoglie voi, accoglie me

IIn quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

0 Comments

    Feed RSS

    Archivi

    Marzo 2025
    Febbraio 2025
    Gennaio 2025
    Dicembre 2024
    Novembre 2024
    Ottobre 2024
    Settembre 2024
    Agosto 2024
    Luglio 2024
    Giugno 2024
    Maggio 2024
    Aprile 2024
    Marzo 2024
    Febbraio 2024
    Gennaio 2024
    Dicembre 2023
    Novembre 2023
    Ottobre 2023
    Settembre 2023
    Agosto 2023
    Luglio 2023
    Giugno 2023
    Maggio 2023
    Aprile 2023
    Marzo 2023
    Febbraio 2023
    Gennaio 2023
    Dicembre 2022
    Novembre 2022
    Ottobre 2022
    Settembre 2022
    Luglio 2022
    Giugno 2022
    Maggio 2022
    Aprile 2022
    Marzo 2022
    Febbraio 2022
    Gennaio 2022
    Dicembre 2021
    Novembre 2021
    Ottobre 2021
    Settembre 2021
    Agosto 2021
    Luglio 2021
    Giugno 2021
    Maggio 2021
    Aprile 2021
    Marzo 2021
    Febbraio 2021
    Gennaio 2021
    Dicembre 2020
    Novembre 2020
    Ottobre 2020
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Agosto 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Agosto 2015
    Luglio 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Settembre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Giugno 2014
    Maggio 2014
    Aprile 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014

Foto