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La Liturgia di Domenica 12 Dicembre 2021

12/12/2021

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III DOMENICA DI AVVENTO (GAUDETE) - C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: ROSA o VIOLA
COMMENTO AL VANGELO
IL DIO FELICE RENDE FELICI
Dio è felice.
Questa racconta il profeta Sofonia al popolo in esilio. Non è felice perché il popolo soffre, ma perché sa che lo ricondurrà a Gerusalemme.
Dio è felice. Di creare, di amare, di esistere, di salvare, di essere.
Dio è felice, perché ha deciso di intervenire, di forzare la mano perché l'Amore non può che lasciarci liberi.
Dio è felice perché viene, perché nasce, perché libera, perché motiva. È un Dio felice quello che aspettiamo. Un Dio che porta felicità quando meno ce la aspettiamo.
Dio è felice e noi con lui.
Nella Bibbia si usano più di venticinque termini per descrivere la felicità. Così, per ricordare a noi cattolici spesso depressi e dolenti che la fede ha a che fare con la gioia.
Paolo scrive ai cristiani di Filippi: è vero, ci sono fatiche, ci si lascia cadere le braccia vedendo le tante contraddizioni che viviamo, siamo continuamente travolti da mille notizie che ci scoraggiano. Ma se Dio è vicino, scrive Paolo, nulla ci può veramente spegnere, angustiare, allontanare. Da lui.
E questo Avvento, ancora segnato dalla paura, dall'incertezza del futuro, dall'insofferenza sociale, dalla dilagante crisi nelle nostre comunità cristiane, ha proprio questa finalità: far dimorare il nostro cuore in Dio, alzare lo sguardo, immergerci nelle profondità dell'oceano, abbandonando la superficie scossa dalla tempesta.
Avvento è questo: tornare a credere che Dio è felice e che ci rende felici.

Pellegrinaggi
Quanto è bello poter scrivere queste cose! Quanto amabile fissare lo sguardo su questo segreto condiviso, al di là delle tante contraddizioni del Natale che viene! Siamo così disperatamente bisognosi di buone notizie, di consolazioni, di orizzonti diversi dalla cupa esperienza che facciamo tutti i giorni.
Disposti a percorrere chilometri per trovare qualcuno che ci doni speranza.
Come la folla di Gerusalemme che scende fino al Mar Morto per incontrare il profeta Giovanni.
Hanno il tempio, e i sacerdoti, e il culto, ma non hanno il cuore colmo (ahia).
Riti, non verità.
Stanca abitudine, non parole che scuotono e fanno risorgere.
Vanno da Giovanni, chiedono aiuto, chiedono un percorso, tappe, indicazioni.
Cosa dobbiamo fare?
Per essere felici. Per vivere, finalmente. Per fiorire.
Ed è qualcosa di straordinario, inatteso, essenziale.
Cosa dobbiamo fare?
Siamo noi a dover fare. Nessuno fa al posto nostro, nessuno ci regala la felicità e la pienezza. Solo io posso prendere in mano la mia vita lasciandola illuminare dalla pienezza di Dio. Sono io il capitano della mia barca.
E Giovanni indica.

Fare
Date una delle due tuniche che avete, lui che vive nudo.
Date da mangiare, lui che digiuna.
Non pretendete, lui che non chiede nulla.
Non rubate, lui che non possiede nulla.
Lo ascoltano perché vive ciò che dice. Allora lo raggiungono i cercatori. Anche i pubblicani, anche i soldati. Non li respinge, altezzoso nella sua fama di santità.
Tutti possono venire. E a tutti offre un percorso.
Semplice, accessibile, possibile.
Che sia una indicazione alla nostra Chiesa?

Una somma di piccole cose
Le risposte del profeta sono sconcertanti: consigli banali, semplici, non propone nessuna scelta radicale impossibile, nessun sogno eccessivo: condividete, non rubate, non siate violenti...
Al popolo (credente e devoto!) Giovanni chiede di condividere, di non lasciare che la fede resti solo preghiera o vaga appartenenza, ma di farla vibrare nella vita questa fede, di lasciare che contagi le nostre vite e le nostre scelte concrete, per non rendere schizofrenica la nostra religiosità.
Ai pubblicani, appaltatori delle tasse e ladri, chiede di essere onesti, di non esigere troppo nascondendosi dietro ad un dito. Come quando, noi professionisti, esigiamo per la nostra competenza troppo denaro appellandoci alle tariffe e scordando il difficile momento che le gente sta vivendo.
Ai soldati, abituati alla violenza, Giovanni chiede mitigazione e giustizia, di non spadroneggiare.

Giovanni ha ragione, fai bene ciò che sei chiamato a fare, fallo con gioia, fallo con semplicità e diventa profezia, strada pronta per accogliere il Messia.
Era normale per i pubblicani rubare, normale per i soldati essere prepotenti, normale per la gente accumulare quel poco che guadagnava. Allora come oggi.
Giovanni mostra una storia "altra": sii onesto, non essere prepotente, condividi.
Questa storia "altra" è la nostra civiltà, quella da difendere con la ragione e la profezia.
Questo possiamo fare, oggi, per contrastare ogni violenza, ogni sopruso, ogni scoraggiamento. Per accogliere Dio che viene.
Diventa eroico, anche oggi, essere integerrimi nell'onestà sul lavoro, profetico essere persone miti in un mondo di squali, sconcertante porre gesti di gratuità.
Dio si fa piccolo. Nei piccoli atteggiamenti ne rintracciamo la scia luminosa.

E questo dona gioia, sin d'ora.
Perché il Dio felice ama le persone felici.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria.

Colletta
Guarda, o Padre, il tuo popolo, 
che attende con fede il Natale del Signore, 
e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza 
il grande mistero della salvezza. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure: 
Colletta
O Dio, fonte di vita e di gioia,
rinnovaci con la potenza del tuo Spirito,
perché, aΩrettandoci sulla via dei tuoi comandamenti,
portiamo a tutti gli uomini
il lieto annuncio del Salvatore,
Gesù Cristo tuo Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Sof 3,14-18)
Il Signore esulterà per te con grida di gioia.

Rallègrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d'Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».
​
SALMO RESPONSORIALE (Is 12)
Rit: Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza. R.
 
Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime. R.
 
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele. R.

SECONDA LETTURA (Fil 4,4-7) 
Il Signore è vicino! 

Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!
Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.

VANGELO (Lc 3,10-18) 
E noi che cosa dobbiamo fare? 

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
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