XXXI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO ==================================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' DOMENICALE Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO Dopo che per alcune settimane siamo stati invitati a sostare dentro alle questioni di senso del nostro rapporto con Dio, che ci hanno fatto riflettere sul grande e fondante tema della fede, nel racconto dell’incontro tra Zaccheo e Gesù pare quasi si voglia passare ad un passaggio di maggiore concretezza, o forse sarebbe meglio dire di significato e movimento interiore che poi diventa motore e forma delle scelte e azioni della vita. Ci accorgiamo tutti e subito che dentro a questo racconto, avviene qualcosa di davvero speciale… Una storia che nella concretezza di un evento particolare è capace di mostrare sinteticamente tutta la storia del rapporto tra Dio e l’uomo … Un passaggio che ci aiuta a comprendere cosa significa che il Signore è venuto in mezzo a noi a portare la salvezza che ha il sapore della risurrezione vera…. di risurrezione concreta… Zaccheo è un personaggio davvero strano… emblematico direi… E’ fuori luogo o irregolare diremmo noi è rispetto a quello che sta accadendo in città… Forse la piccolezza di cui si parla nel vangelo allude non tanto alla statura ma ad altre piccolezze.. I gesti che compie ci parlano tra le righe di un bisogno e di un desiderio che muovono dal di dentro… Alla fine lo sappiamo che sempre dietro ai nostri movimenti ci sono sempre bisogni e desideri… Deve correre avanti per prendere il posto perché vuole vedere Gesù. Affascinante ed emblematico provare ad entrare con lo sguardo e col cuore dentro a questa storia che parte dalla dinamica che sta tra limite, bisogno e desiderio e che sa cambiare la vita… Ecco, proviamo a immaginarci … La folla riempie le vie di Gerico. Spinge, calpesta forse litiga per vedere la star che passa di lì. Di Gesù se ne stanno raccontando di tutti i colori e la curiosità di sapere se sarà tutto vero aumenta ancora di più le aspettative di quel passaggio… In città un cieco è stato guarito grazie a questo personaggio che pare abbia poteri incredibili in quanto a miracoli e parole… Alcuni lo acclamano come il Messia, altri pensano sia uno di quei passeggeri santoni… Tutti lo vogliono vedere! L'importante è essere lì magari per poi poterlo raccontare… Per dire io c’ero… ho partecipato a questo evento… Quasi a pensare, allora come oggi che il contatto con ciò che appare, ciò che è famoso renda famosi anche noi… Non so… mi fa pensare che qualche volta anche la nostra religiosità prende questa forma … Una religiosità alla ricerca di qualche “contatto”… non fatta di un incontro ma di un passaggio di quelli da raccontare… Fede fatta di eventi; di umanissimi miracoli e poco di Dio che non si stanca di farsi uomo nell’uomo… In tutto questo credo che Zaccheo potrebbe essere definito l’uomo del rapporto a distanza. Immagino davvero gli sarebbe bastato soddisfare la sua curiosità su Gesù con qualche sguardo o carpendo magari qualche sorpresa spettacolare per poi tornare alla sua vita di sempre, magari con qualche storiella in più da raccontare... Credo proprio non abbia neppure lontanamente immaginato che sarebbe accaduto qualcosa di molto più grosso… Che da un incrocio di sguardi tra lui e Gesù la sua vita sarebbe cambiata… Ecco, mi interroga molto tutto questo. La sua, come la nostra, è la curiosità di chi spende il rapporto col religioso a livello di epidermide, superficiale… Mentre saliva sull’albero non era certo animato da propositi di condivisione o di restituzione di ciò che aveva estorto e rubato ai poveri… La sua “frequentazione spirituale” è quella di chi non pensa affatto che fede e vita debbano e possano trovare un punto di incontro che vada oltre l’ammirazione a distanza… Ammirazione a distanza… quante volte mi accorgo che ci fermiamo a questo… Che lasciamo che il nostro rapporto col religioso sia quello tipico di chi, per giustificare la non voglia di mettersi in gioco e in discussione, conclude che la proposta di fede sia troppo più in là delle proprie capacità e perciò meglio non mettercisi neppure … C’è un cristianesimo da salotto di cui la Chiesa continua a metterci in guardia ma che noi continuiamo a frequentare volentieri. C’è una ricerca di Gesù che a volte va a braccetto con la paura di incontrarlo davvero. Anche per noi ci sono comodi alberi di sicomoro sui quali salire per guardare a distanza, vedere ma evitando volti, storie, parole domande che potrebbero mettere in discussione tutto di noi. Avere il coraggio di incrociare lo sguardo di Dio, sguardo che resta impresso per sempre nel cuore di Zaccheo significa passare dalla spiritualità dello stare a guardare, del restare ammirati dal dato religioso ma senza ritenerlo mai fatto per sé… quanti esempi avremmo da fare in merito, anche legati alla nostra ordinarietà… e poi ancora un passo in più… È necessario lasciare l’albero dell’incontro per aprire la porta della tua casa a Colui che chiede di poterci entrare… come nostro ospite, come colui che non è indifferente alla tua vita, come colui che “ha preso dimora in mezzo a noi…”. Gesù chiederà a Zaccheo di smetterla di recitare la parte di chi facilmente si emoziona e magari fa anche grandi proclami per poi accontentarsi di un rapporto di fede low cost. Quello sguardo di misericordia che Gesù userà verso il questo personaggio che in apparenza non ha niente di buono per essere annoverato tra i buoni e giusti… Chiederà a Zaccheo di non fermarsi a guardare Dio come un personaggio affascinate che gli passa davanti, ma di provare a fissare l’attenzione dentro di sé. Ed ecco, se guardi alla tua vita alla luce dello sguardo di Dio, questa cambia… E prima ancora, accettare di lasciarsi guardare in verità: ecco ciò che può rappresentare anche per noi una vera e propria svolta… Zaccheo compie il passaggio dall’emozione alla scelta come bisogno di riparare al male commesso… Per ottenere la misericordia, Gesù ha chiesto a Zaccheo soltanto di lasciarsi guardare con benevolenza senza sottoporlo ad una penitenza previa, a delle garanzie di buona riuscita, ad un ipoteca di azioni per ripagare il male fatto… Arriva tutto dopo questo… arriva da solo… Arriva dopo lo sguardo di chi ti riconosce… Di chi non passa oltre sbadato… Di chi non ha teme ne ha vergogna di stare con te anche se hai fatto del male, anche se non sei proprio una bella persona… Questo ti permette di rompere con un passato di ingiustizie… Lo sguardo misericordioso di Dio ed ancora di più la sua presenza accanto a noi, cancella le nostre meschinità e piccolezze… Ma soprattutto innesca in noi quel cambiamento che ci muove nel desiderio di porre rimedio, per quanto ancora possibile, al male fatto, al dolore che abbiamo provocato... E la vita che è stata restituita a noi diviene pian piano vita donata ad altri… capacità di restituire vita ad altri… LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio onnipotente e misericordioso, tu solo puoi dare ai tuoi fedeli il dono di servirti in modo lodevole e degno; fa’ che camminiamo senza ostacoli verso i beni da te promessi. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure: Colletta O Dio, che nel tuo Figlio sei venuto a cercare e a salvare chi era perduto, rendici degni della tua chiamata: porta a compimento ogni nostra volontà di bene, perché sappiamo accoglierti con gioia nella nostra casa per condividere i beni della terra e del cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA - Sap 11,22-12,2 Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono. Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento. Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta? Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza? Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita. Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore. SALMO RESPONSORIALE - Sal 144 Rit: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore. O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre. Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza. Fedele è il Signore in tutte le sue parole e buono in tutte le sue opere. Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto. SECONDA LETTURA - 2Ts 1,11-2,2 Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui. Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo. Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente. VANGELO - Lc 19,1-10 Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». ESEGESI di Padre Michelini |
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