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La Liturgia di Domenica 17 Novembre 2019

16/11/2019

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XXXIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA' DOMENICALE
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
La parola delle ultime domeniche orienta il nostro sguardo verso quello che potremmo definire il compimento della storia.
In questi tempi in cui molti di noi sono impegnati a sopravvivere, la Chiesa ci chiede di andare oltre,
di non fermarci ad una visione piccina e autoreferenziale della nostra vita, sia per quello che ci pare bene sia per quello che invece è cupo e pesante…

Siamo orientati verso una direzione impegnativa che ci invita a guardare avanti, altrove e con un altro sguardo.
Siamo seriamente preoccupati per quello che capita attorno a noi…
Preoccupati per i grandi movimenti che sembrano passare sulle nostre teste e rispetto ai quali ci pare di non poter fare proprio nulla…
Ci pensiamo, almeno a volte, (forse troppo poco e quindi siamo insoddisfatti e non ci accorgiamo di tutto quello che abbiamo…) che potremmo essere anche noi parte di quelle categorie di persone di che a un certo punto si trovano a lottare con qualche seria malattia, con qualche fatica economica o lavorativa, con seri problemi in famiglia, con le mani vuote dopo tanta dedizione ed impegno... a volte ci pensiamo che potremmo davvero essere anche noi davvero poveri… che sia di affetti, di risorse, di salute, di amici non importa…
Forse la cosa che più ci smarrisce è la percezione di un futuro svuotato di futuro...
Un futuro che non sentiamo più come un cammino verso il meglio, e a volte ci pare che se già riusciamo a mantenere e proteggere ciò che abbiamo e siamo ora è già una bella cosa...

“Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo...." e come se tutto questo non bastasse....
"Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome... "
Usti… che fatica… che tristezza… angoscia…

Ecco Dio ha il coraggio e l’ambizione di arrivare dentro a questo sentire... dentro a tutti questi pensieri.

Anzitutto credo ci sia un equivoco da sfatare che riguarda proprio quest'ultimo giorno della storia, usato soprattutto in passato essenzialmente per incutere paura e quindi per comandare…
Come ci dice chi le conosce meglio di noi queste parole, chi le ha studiate di più di noi, ciò che dice Gesù è stato scritto non per incutere paura, ma piuttosto per sostenere la speranza...

È un volto sbagliato, direi perverso e blasfemo,  il volto Dio che incute paura… non è il volto di cui Gesù ha parlato nel Vangelo…

È come se ci venisse detto: è vero, tu vivi questo tempo nel quale si fa fatica a credere, si fa fatica a fidarsi… tempo di un disincanto triste che ci fa stare col cuore sospeso, ci sentiamo in pericolo dentro alle cose che passano, che si sbriciolano come case sulla sabbia… passa la scena di questo mondo dice S. Paolo…
E’ così! E’ vero magari! Ma non fermarti…!
Continua a “starci dentro” a non lasciati portare via dal male… a non lasciare che il male ti renda malvagio…

Nel Vangelo si parte dal tempio e parlare del tempio è parlare della comunione degli uomini con Dio e tra di loro…
In questa discussione ci sono "alcuni" fedeli, che poi sono gli alcuni fedeli di ogni generazione, anche della nostra,
che guardano anzitutto alle "belle pietre"e ai "doni votivi":
è il primato della superfice … dell'esteriorità…
Cioè quando si crede che edificare la Chiesa significhi semplicemente costruire degli efficienti progetti pastorali, dei bei luoghi di culto, fare belle cerimonie e liturgie fatte di pietà e devozione…
Ma Gesù, e non io, avverte: "Non resterà pietra su pietra".
Non perché siano cose cattive di per sé, ma perché sono altre le cose destinate a resistere… ad essere più robuste e solide…

Il Regno di Dio si costruisce anzitutto nella capacità di fede.
Fede che è unificazione tra concretezza e parole… è unificazione profonda tra il dentro e il fuori della vita..
Unificazione tra l’esperienza della Grazia e della misericordia di Dio in se, che mi rende tempio… dimora di Dio tra gli uomini…

Mi piace questa immagine dell’essere abitazione di Dio… se non sbaglio si chiama incarnazione questa, incarnazione che non si ferma all’esperienza del farsi uomo di Dio in Gesù ma continua nel farsi uomo di Dio in ogni uomo… ci vuole tanto coraggio quando ci si guarda allo specchio per dire “ecco il farsi uomo di Dio in me…”
Ecco… Il nuovo tempio di Dio è abbellito non da belle pietre ne da doni votivi, ma dal dono di sé… dal gesto più grande dell’amore … nuovo vero comandamento che è l’amore e non c’è amore più grande di questo… donare la vita…
E questo dono è legato alla materia… alla materia che sancisce l’autenticità e la verità delle relazioni…
Il vero ornamento del tempio… il vero grande comandamento è legato al cuore che hai saputo mettere dentro a un pezzo di pane, ad un bicchiere d’acqua, ad un vestito donato, ai passi di una visita…

Se leggiamo attentamente questo Vangelo notiamo che ad ogni descrizione di fatica e deprivazione, segue un punto di rottura dove tutto cambia, un tornante che apre l'orizzonte, la breccia della speranza:
“Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate… non è subito la fine… Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno terremoti, carestie e pestilenze; fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo… metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno…
Avrete allora occasione di dare testimonianza… io vi darò parola e sapienza…
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi…''
​E qui arriva la frase più potente… “Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.”

Ecco… Nelle tumultuose e confuse vicende della storia lo sguardo del Signore è fisso su di me, non giudice che incombe, ma custode innamorato di ogni mio frammento… custode anche di ciò che è il mio particolare…

Il vangelo ci conduce sul crinale della storia: da un lato il versante oscuro della violenza, il cuore di tenebra che distrugge; dall'altro il versante della tenerezza che salva.

In questa lotta contro la potenza mortifera e omicida presente nella storia e nella natura, " con la vostra perseveranza salverete la vostra vita".
La vita - l'umano in noi e negli altri - si salva con la perseveranza…
Non nel disimpegno, nel chiamarsi fuori, ma nel tenace, umile, quotidiano lavoro che si prende cura della terra e delle sue ferite, degli uomini e delle loro lacrime…
restando sempre umani anche davanti a ciò che diviene disumano…

Perseveranza vuol dire: io non mi arrendo!
Nel mondo sembrano vincere i più violenti, i più crudeli, ma io non mi arrendo!

Anche quando tutto il lottare contro il male sembra senza esito,
io non mi arrendo!
Non voglio sprecare nemmeno un istante del mio tempo per prepararmi all’incontro…
Sento che il filo rosso della storia, della mia vita, misteriosamente è saldo nelle mani di Dio! …e anche perché il mondo che conosciamo, col suo ordine fondato sulla for¬za e sulla violenza, ha già da tempo cominciato ad essere rovesciato dalle sue stesse logiche.

Il Vangelo si chiude con un'ultima riga che è profezia di speranza: risollevatevi, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina.

In piedi, a testa alta, liberi: co¬sì vede i discepoli il vangelo.
Sollevate il capo, guardate lontano e oltre, perché la realtà non è solo questo che si vede: viene un Liberatore, un Dio esperto di vita.

Sulla terra intera e sul picco¬lo campo dove io vivo si scaricano ogni giorno rovesci di violenza, cadono piogge corrosive di menzogna e corruzione.
Che cosa posso fare?
Usa la tattica del contadino…
Rispondere alla grandine piantando nuovi frutteti, per ogni raccolto di oggi perduto impegnarmi a prepararne uno nuovo per domani.
Seminare, piantare, attendere, perseverare vegliando su ogni germoglio della vita che nasce…
Qualcosa resiste…
Qualcosa rinasce…
Frutti buoni di vita sono preparati anche per noi…
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Il tuo aiuto, Signore,  
ci renda sempre lieti nel tuo servizio,  
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,  
possiamo avere felicità piena e duratura.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Dio, principio e fine di tutte le cose,  
che raduni tutta l’umanità  
nel tempio vivo del tuo Figlio,  
fa’ che, attraverso le vicende,  
liete e tristi, di questo mondo,  
teniamo fissa la speranza del tuo regno,  
certi che nella nostra pazienza  
possederemo la vita.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Ml 3,19-20
Sorgerà per voi il sole di giustizia.

Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno. 
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. 
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 97
Rit: Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra.  

Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

SECONDA LETTURA - 2Ts 3,7-12
Chi non vuole lavorare, neppure mangi. 

Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. 
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi. 
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

VANGELO - Lc 21,5-19
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita. 

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. 
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

ESEGESI di Padre Michelini
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