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La Liturgia di Martedi 22 Novembre 2016

21/11/2016

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22.11.2016 - Santa Cecilia
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Rosso

Cecilia è una delle sette donna martiri di cui si fa menzione nel Canone Romano. Ad essa è dedicata una basilica in Trastevere a Roma (sec. IV). Il suo culto si diffuse dovunque prendendo l’avvio da una «Passione» nella quale viene esaltata come modello di vergine cristiana. Più tardiva è l’interpretazione del suo ruolo di ispiratrice e patrona della musica e del canto sacro. La sua memoria il 22 novembre è già celebrata nell’anno 546, come attesta il «Liber pontificalis» (sec. VI).

Colletta
Ascolta, Signore, la nostra preghiera  
e per intercessione di santa Cecilia, vergine e martire,  
rendici degni di cantare le tue lodi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ap 14,14-19)
È giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura.

Io, Giovanni, vidi: ecco una nube bianca, e sulla nube stava seduto uno simile a un Figlio d’uomo: aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce affilata. 
Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che era seduto sulla nube: «Getta la tua falce e mieti; è giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura». Allora colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.
Allora un altro angelo uscì dal tempio che è nel cielo, tenendo anch’egli una falce affilata. Un altro angelo, che ha potere sul fuoco, venne dall’altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: «Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature». L’angelo lanciò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della terra e rovesciò l’uva nel grande tino dell’ira di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Vieni, Signore, a giudicare la terra.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine. 

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

VANGELO (Lc 21,5-11) 
Non sarà lasciata pietra su pietra. 

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

Commento
GETTARE UN SEGNO SIGNIFICATIVO NEL MONDO VALE SEMPRE

Spesso la nostra vita è piena di occasioni, di realtà che ci passano davanti come destino e coincidenze della vita, per essere per noi "segni".

Mettere molti segni non è semre in coincidenza con il nostro valorizzarli come tali.
Spesso un solo segno diventa molto significativo e denso di valore e di senso, mentre accanto a esso, come nel caso dei ricchi che gettano i molti soldi nel tesoro del tempio, i molti segni sono insignificanti di fronte al tesoro di Dio. della sua presenza, della coscienza di essere con Lui.

Valorizzare anche i piccoli segni diventa richiamo per noi, affinché possiamo essere attenti alle piccole grazie che il Signore ci fa lungo il percorso della vita.

Il segno si accompagna sempre e comunque all'atteggiamento della persona che lo compie o che lo accoglie: se una persona ha uno spirito di piccolezza e di umiltà, il segno assume le caratteristiche di essa, sia nel farlo che nel riceverlo.
Se una persona pavoneggia la propria grandezza umana, il segno diventa un superficiale mostrare la propria grandezza al momento, mentre manca il senso e il suo valore: ogni segno si accompagna a noi.
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La Liturgia di Lunedi 21 Novembre 2016

20/11/2016

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21.11.2016 - Presentazione della Beata Vergine Maria
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Oggi contempliamo una bambina che si dà completamente al Signore.  
La Chiesa ha capito che l'atteggiamento di Maria all'annunciazione non era una improvvisazione e che nella sua anima l'offerta andava preparandosi da tempo, si era già progressivamente realizzata. E commovente vedere una bambina attirata dalla santità di Dio, che vuoi darsi a Dio, una bambina che capisce che l'opera di Dio è importante, che bisogna mettersi al servizio di Dio, ciascuno con le proprie capacità, aprirsi a Dio; una bambina che capisce che non si può compiere l'opera di Dio senza essere santificati da lui, senza essere consacrati da lui, perché non è possibile neppure conoscere la volontà di Dio, se il peso della carne ci chiude gli occhi.  
Maria realizzava quello che san Paolo più tardi proporrà come ideale dei cristiani: offrire se stessi: "Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio... Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio" (cfr. Rm 12,12). 


Colletta
Guarda, Signore, il tuo popolo  
riunito nel ricordo delle beata Vergine Maria;  
fa’ che per sua intercessione  
partecipi alla pienezza della tua grazia.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ap 14,1-3.4-5)
Recavano scritto sulla fronte il nome di Cristo e il nome del Padre suo.

Io, Giovanni, vidi: ecco l’Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui centoquarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo. 
E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani. E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra. 
Essi sono coloro che seguono l’Agnello dovunque vada. Questi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 23)
Rit: Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito. 

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

VANGELO (Lc 21,1-4) 
Vide una vedova povera, che gettava due monetine. 

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. 
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

Commento
GETTARE UN SEGNO SIGNIFICATIVO NEL MONDO VALE SEMPRE

Spesso la nostra vita è piena di occasioni, di realtà che ci passano davanti come destino e coincidenze della vita, per essere per noi "segni".

Mettere molti segni non è semre in coincidenza con il nostro valorizzarli come tali.
Spesso un solo segno diventa molto significativo e denso di valore e di senso, mentre accanto a esso, come nel caso dei ricchi che gettano i molti soldi nel tesoro del tempio, i molti segni sono insignificanti di fronte al tesoro di Dio. della sua presenza, della coscienza di essere con Lui.

Valorizzare anche i piccoli segni diventa richiamo per noi, affinché possiamo essere attenti alle piccole grazie che il Signore ci fa lungo il percorso della vita.

Il segno si accompagna sempre e comunque all'atteggiamento della persona che lo compie o che lo accoglie: se una persona ha uno spirito di piccolezza e di umiltà, il segno assume le caratteristiche di essa, sia nel farlo che nel riceverlo.
Se una persona pavoneggia la propria grandezza umana, il segno diventa un superficiale mostrare la propria grandezza al momento, mentre manca il senso e il suo valore: ogni segno si accompagna a noi.
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La Liturgia di Domenica 20 Novembre 2016

18/11/2016

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SOLENNITA' DI CRISTO RE DELL'UNIVERSO
XXXIV DOMENICA del TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
Ultima Domenica dell'Anno Liturgico
​

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
RUBARE IL REGNO
di Don Luciano Sanvito

​
Il buon ladrone ci invita ed esorta a rubare il Regno, a strapparlo a questa vita che vuole con la tenebra e le ombre di morte essere regina su di noi.
Ma noi, come il buon ladrone, dobbiamo cogliere l'occasione di strappare il Regno, di rubarlo e portarlo via proprio da quella situazione che sembrava vincere sulla realtà del Regno di Dio: la morte.

E proprio l'occasione della morte ci aiuta e favorisce l'occasione propizia per cogliere l'opportunità di rubare alla morte la realtà più preziosa in quel momento: il Regno di Dio.
Il buon ladrone, di nuovo ci invita e ci invoglia a questo progetto ardito e astuto, fatto di quell'intuizione che solo nel momento cruciale uno può partorire: quello della scelta per la vita...e per di più, eterna.

Quel Paradiso promesso diventa realtà solo alla condizione di stare in croce. Senza questa esperienza ogni paradiso è artificiale, proprio come una droga: bello, ma non vero.
Solo l'esperienza cruciale, ci dice il buon ladrone, ci permette di accedere al regno, di regnare con il Re dei Re, di avere in dono quello che con fatica uno ha cercato per anni e anni, e ora ottiene in un secondo: il riconoscere il Re, e in Lui il Regno.

Basta uno sguardo per avere il Paradiso: ma lo sguardo deve essere ficcato e ben fisso, come i chiodi della croce, nello sguardo del Cristo.

RUBARE IL REGNO E' COSA DI UN ATTIMO:E' DONO DELLA GRAZIA
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LETTURE DELLA DOMENICA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,  
che hai voluto rinnovare tutte le cose  
in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo,  
fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato,  
ti serva e ti lodi senza fine.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:  
Colletta
O Dio Padre,  
che ci hai chiamati a regnare con te  
nella giustizia e nell’amore,  
liberaci dal potere delle tenebre;  
fa’ che camminiamo sulle orme del tuo Figlio,  
e come lui doniamo la nostra vita  
per amore dei fratelli,  
certi di condividere la sua gloria in paradiso.  
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (2Sam 5,1-3)
Unsero Davide re d’Israele.

In quei giorni, vennero tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: «Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”». 
Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 121)
Rit: Andremo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

SECONDA LETTURA (Col 1,12-20) 
Ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore. 

Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
per mezzo del quale abbiamo la redenzione,
il perdono dei peccati.
Egli è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.

VANGELO (Lc 23,35-43) 
Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno. 

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
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La Liturgia di Sabato 19 Novembre 2016

18/11/2016

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19.11.2016 - Sabato della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio,  
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,  
possiamo avere felicità piena e duratura.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ap 11,4-12)
Questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.

A me Giovanni, fu detto: «[Ecco i miei due testimoni]». Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di fare loro del male. 
Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiare l’acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli, tutte le volte che lo vorranno. 
E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso. 
Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: «Salite quassù» e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)
Rit: Benedetto il Signore, mia roccia.

Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia. 

Mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio giogo.

O Dio, ti canterò un canto nuovo,
inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.

VANGELO (Lc 20,27-40) 
Dio non è dei morti, ma dei viventi. 

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Commento
RAGIONARE SULLE REALTA' DI DIO CON IL PENSIERO UMANO?

Non è possibile.
O meglio, si può fare, ma non vale a nulla, non ha valore di fronte a Dio.

Perché ragionare sulle realtà di Dio è considerare Dio come morto.
Dobbiamo ragionare delle cose di Dio con lo spirito di Dio vivente, e qui.

Le questioni umane, quando si affidano a Dio, entrano nel processo di pensiero spirituale che è afflato dello Spirito, e guidato da Lui.
Il nostro pensare slegato dallo Spirito mortifica anche le realtà umane, in quanto le rende semplici attività dell'uomo.

Invece, l'azione dello Sprito anche sulle realtà del mondo rende possibile avere quella visione delle stesse come vive e viventi.
Vive, perché collegate allo Spirito.
Viventi, perché da esse sgorga e proviene sempre un atto di fede.

Porre in questione a Dio le realtà umane significa illuminarle con lo Spirito della vita, che valuta e esamina tutto nello stile del progetto di Dio.
In questo disegno del Padre ogni cosa prende valore e lo dona a sua volta.

DIO NON E' DEI MORTI CHE PENSARONO, MA DEI VIVI E PENSANTI
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La Liturgia di Venerdi 18 Novembre 2016

17/11/2016

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18.11.2016 - Venerdì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

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Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio,  
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,  
possiamo avere felicità piena e duratura.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ap 10,8-11)
Presi quel piccolo libro e lo divorai.

Io, Giovanni, udii una voce dal cielo che diceva: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra». 
Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele». 
Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse!

Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri. 

Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,
più del miele per la mia bocca.

Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi.

VANGELO (Lc 19,45-48) 
Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri. 

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Commento
RIPULIRE LA CASA DEL SIGNORE

Ripulire le realtà che non hanno a che vedere con Lui, togliere quei modi che non esprimoni la preghiera, ma solo la mercanzia di noi stessi.

SPESSO CI TROVIAMO DI FRONTE AL DILEMMA:
LASCIAR CORRERE, TOLLERARE O INTERVENIRE CON FORZA?

Gesù col suo gesto ci vuole far capire che se è vero che dobbiamo essere nella tolleranza, nella pazienza e nella comprensione degli atteggiamenti che nella religione rischiano di confondere e di assorbire le realtà del mondo, è anche vero che dobbiamo avere il senso della responsabilità nel chiarire quello che è giusto davanti a Dio e a noi nei suoi confronti.

MA AL DI LA' DI TUTTO, QUELLO CHE VA AFFERMATA NON E' LA PURITA' DEL TEMPIO E DELLE COSE DELLA RELIGIONE, MA LA STESSA IDENTITA' DI DIO CHE SIAMO CHIAMATI A AFFERMARE

Il gesto di Gesù che fa del tempio il richiamo alla preghiera riferisce tutta la sua densità di energia e di chiarezza non contro i venditori, ma contro la falsata identità di Dio, IDENTITA' DA CHIARIRE E AFFERMARE CON FORZA, DECISIONE, URGENZA E CHIAREZZA.
Questo deve essere anche il nostro stile di chiarezza, verso il nostro Dio
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La Liturgia di Giovedi 17 Novembre 2016

16/11/2016

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17.11.2016 - Santa Elisabetta d'Ungheria
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Elisabetta (Ungheria 1207 – Marburg, Germania, 17 novembre 1231), sposa di Luigi IV, Langravio di Turingia, fu madre di tre figli. Dopo la morte del marito si consacrò interamente alla penitenza, alla preghiera e alla carità. Iscrittasi al terz’Ordine Francescano, fondò in onore di san Francesco l’ospedale di Marburg, in cui ella stessa serviva i malati.
Colletta
O Dio, che a sant’Elisabetta hai dato la grazia  
di riconoscere e onorare Cristo nei poveri,  
concedi anche a noi, per sua intercessione,  
di servire con instancabile carità  
coloro che si trovano nella sofferenza e nel bisogno.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ap 5,1-10)
L’Agnello è stato immolato e ci ha riscattato con il suo sangue, noi uomini di ogni nazione.

Io, Giovanni, vidi nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. 
Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra. 
Giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
un regno e sacerdoti,
e regneranno sopra la terra».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 149)
Rit: Hai fatto di noi, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion. 

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria. 

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

VANGELO (Lc 19,41-44) 
Se avessi compreso quello che porta alla pace! 

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: 
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. 
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Commento
"...LA VIA DELLA PACE..."

Gerusalemme simbolo della grazia della pace non accolta.
E quindi della "strada" della pace non più visibile agli occhi.
Tutto questo perché non è stato "riconosciuto il tempo" della grazia.

IL PIANTO DI GESU' ALLA VISTA DI QUELLA CITTA', CHE NON VEDE
e che non riconosce il tempo della sua visita, della sua vicinanza di ora.

AVERE LA SALVEZZA E LA GRAZIA QUI DAVANTI E NON VEDERLA
non è solo il destino di quella città, ma anche quello di ognuno di noi...

Spesso non abbiamo la pace, e pensiamo di trovarne la strada, e non riconosciamo la presenza di Colui che dona questa pace già ora nella nostra città interiore, accogliendola dentro noi.

QUANTA GRAZIA RESTA "NASCOSTA" AI NOSTRI OCCHI, alla nostra vista della fede, della speranza e della carità, perché non illuminiamo questa nostra città interiore alla luce della sua presenza, di Colui che è la "Via" della Pace.

Percorrere le strade della ricerca e della giustizia senza aver riconosciuto il Cristo, anche per noi porta soltanto desolazione e morte.
Senza di Lui, la nostra Gerusalemme viene assediata e vinta; con Lui, sapremo riconoscere il tempo della grazia anche quando c'è la battaglia.
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La Liturgia di Mercoledi 16 Novembre 2016

15/11/2016

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16.11.2016 - Mercoledì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio,  
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,  
possiamo avere felicità piena e duratura.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ap 4,1-11)
Santo il Signore Dio, l’Onnipotente,Colui che era, che è e che viene!

Io, Giovanni, vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: «Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito». Subito fui preso dallo Spirito. 
Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell’aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono c’erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d’occhi davanti e dietro. 
Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l’aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un’aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:
«Santo, santo, santo
il Signore Dio, l’Onnipotente,
Colui che era, che è e che viene!».
E ogni volta che questi esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo:
«Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,
di ricevere la gloria, l’onore e la potenza,
perché tu hai creato tutte le cose,
per la tua volontà esistevano e furono create».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 150)
Rit: Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente.

Lodate Dio nel suo santuario,
lodatelo nel suo maestoso firmamento.
Lodatelo per le sue imprese,
lodatelo per la sua immensa grandezza. 

Lodatelo con il suono del corno,
lodatelo con l’arpa e la cetra.
Lodatelo con tamburelli e danze,
lodatelo sulle corde e con i flauti.

Lodatelo con cimbali sonori,
lodatelo con cimbali squillanti.
Ogni vivente dia lode al Signore.

VANGELO (Lc 19,11-28) 
Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca? 

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. 
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. 
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. 
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. 
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

Commento
*  IL REGNO SI ATTUA NEL MOMENTO IN CUI FACCIO FRUTTARE LE REALTA' CHE MI SONO STATE AFFIDATE PERCHE' IO LO ESPRIMA

* Il momento dell'espressione del Regno e della sua manifestazione avviene quando io applico quelle realtà che mi sono state affidate per esprimere la presenza e l'attualità del Regno di Dio, proprio come a quei servi vennero affidate quelle "mine".

* Il momento dell'espressione e dell'attuazione del Regno diventa anche per me giudizio favorevole o sfavorevole nei suoi riguardi; ricevendo, nel caso dell'aver fatto fruttare quei doni, altri doni; venendo tolto a me, nel caso io abbia in me tolta la possibilità di farli fruttare.

* Sta di fatto che il Regno passa sempre, attraverso la sua attuazione, nella mia situazione e la rende quello che è in verità, portando in quel momento davanti a me il resoconto del mio agire, del mio pensare e del mio dire.

* Saper attuare il Regno di Dio che mi viene offerto nei doni della vita diventa anche una nuova possibilità di ricevere, di comprendere e di raccogliere altri doni, avendo sperimentato in me e attestato davanti alla verità la possibilità di farlo.

* IL REGNO SI ATTUA NELLE MIE ATTUAZIONI, E MI VIENE TOLTO NELLE MIE OMISSIONI, DI FRONTE ALLE POSSIBILITA' RIFIUTATE
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La Liturgia di Martedi 15 Novembre 2016

14/11/2016

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15.11.2016 - Martedì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio,  
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,  
possiamo avere felicità piena e duratura.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ap 3,1-6.14-22)
Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui.

Io Giovanni, udii il Signore che mi diceva:
«All’angelo della Chiesa che è a Sardi scrivi:
“Così parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle. Conosco le tue opere; ti si crede vivo, e sei morto. Sii vigilante, rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato perfette le tue opere davanti al mio Dio. Ricorda dunque come hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convèrtiti perché, se non sarai vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia a che ora io verrò da te. Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti; essi cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degni. Il vincitore sarà vestito di bianche vesti; non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”.
All’angelo della Chiesa che è a Laodicèa scrivi:
“Così parla l’Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti. Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 14)
Rit: Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore, 
non sparge calunnie con la sua lingua. 

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.

VANGELO (Lc 19,1-10) 
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. 

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Commento
"CERCAVA DI VEDERE..."

Lo spirito della curiosità...
Quanto è bello vedere quel piccolo e ricco Zaccheo che vuol curiosare di Gesù, della sua presenza e del suo passaggio in quel momento.
Una bella, sana, e presto santa curiosità, appagata ben più del previsto nel suo risultato.

Lo spirito dell'istintività...
Una ricchezza che non lo appaga se non viene confrontata con Colui che passa, ma che egli non riesce a vedere ancora, se non...salendo, arrampicandosi, quasi come una scimmietta, in fretta e furia, per poter accedere a quel ramo dove posarsi e vedere.

Lo spirito della bellezza...
L'incontro lo rende appagato: quel Gesù che lo chiama attira la bellezza dell'anima, della mente, e il cuore palpita di gioia, sentendosi invitato a passare da semplice curioso a pubblicamente invitato, da pubblicamente odiato a pubblicamente amato da quell'energia di bellezza interiore che entra nelle profondità della sua "casa": nel tutto di sè.

Lo spirito di Zaccheo...
EMERGE IN PIENEZZA E NELLA SUA GIOIA PROCLAMATA E INCARNATA NELLA SCELTA DELL'AMORE IL SUO SPIRITO SANATO
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La Liturgia di Lunedi 14 Novembre 2016

13/11/2016

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14.11.2016 - Lunedì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio,  
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,  
possiamo avere felicità piena e duratura.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ap 1,1-5;2,1-5)
Ricorda da dove sei caduto e convèrtiti.

Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. Ed egli la manifestò, inviandola per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte: il tempo infatti è vicino.
Giovanni, alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra. [Io udii il Signore che mi diceva]:
«All’angelo della Chiesa che è a Èfeso scrivi:
“Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro. Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza, per cui non puoi sopportare i cattivi. Hai messo alla prova quelli che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. Ho però da rimproverarti di avere abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, convèrtiti e compi le opere di prima”».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 1)
Rit: Al vincitore darò da mangiare dall’albero della vita.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. 

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde.
Poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

VANGELO (Lc 18,35-43) 
Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo! 

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». 
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». 
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Commento
PASSA LA GENTE...
PASSA GESU'...

Quale differenza!
La gente riferisce di Gesù che passa.
La gente che passa vuol far tacere il cieco.
La gente passa avanti e sembra disturbata dalla preghiera del cieco.

Ma Gesù che passa suscita la fede.
Il cieco vede dentro prima che veda col miracolo anche fuori.
Il vero miracolo, in effetti, è vedere che passa Gesù nella sua vita.

Passa la gente anche oggi, e accompagna i cortei, le processioni, il culto, le celebrazioni.
Ma quale differenza tra questa gente che passa e accompagna all'esterno del cuore, tante volte, non ricordandosi questo accompagnamento interiore suscitato dalla fede sincera richiamata dal cieco!
Passa la gente...la gente passa...

Passa Gesù!
E tutto riacquista la visione nella fede, e ognuno può riacquistare la vista della fede, della speranza e della carità.
Passa Gesù, e la coscienza si sveglia, apre gli occhi e proclama la professione sincera della coscienza: PASSA GESU' NELLA MIA VITA!
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La Liturgia di Domenica 13 Novembre 2016

11/11/2016

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XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
TRAMONTO
di Don Luciano Sanvito
​

​Il mondo va al tramonto...in tutti i sensi...sotto tutti i punti di vista...
Ma va anche verso l'alba nuova, che mostrerà l'avvento del Regno.

Tutto quello che va nella relatività mostra a poco a poco l'emergere della realtà infinita ed eterna: la presenza del Regno di Dio che trasforma la nostra storia.

Per questo, tutto quello che va alla crisi e alla rovina, non è mai occasione di tristezza, ma di speranza nuova.
La Provvidenza, nel suo emergere nel tramonto della storia, è l'alba che addita la speranza e la fede nuova, capace di condurci al rinnovamento di tutto quello che avviene nel presente.

Essere nella storia umana con questo atteggiamento ci fa essere grati alla vita, alla storia stessa, che scortecciandosi del superfluo e del relativo, entra piano piano nella dimensione dell'eternità.

Lo sguardo attento e prudente del cristiano pone la saggezza come guida della propria esperienza e quale segno della novità; ogni realtà che si presenta come nuova, ma non corrisponde al Regno, viene subito gettata nella pattumiera del nulla, fosse anche la realtà al mondo più preziosa.

E' un vaglio di purificazione in atto, questo presente, dove ognuno decide il proprio orientamento al meglio di sè, rinnovando ogni cosa.
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LETTURE DELLA DOMENICA
Colletta
Il tuo aiuto, Signore,  
ci renda sempre lieti nel tuo servizio,  
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,  
possiamo avere felicità piena e duratura.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Dio, principio e fine di tutte le cose,  
che raduni tutta l’umanità  
nel tempio vivo del tuo Figlio,  
fa’ che, attraverso le vicende,  
liete e tristi, di questo mondo,  
teniamo fissa la speranza del tuo regno,  
certi che nella nostra pazienza  
possederemo la vita.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Ml 3,19-20
Sorgerà per voi il sole di giustizia.

Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno. 
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. 
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 97
Rit: Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra.  

Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

SECONDA LETTURA - 2Ts 3,7-12
Chi non vuole lavorare, neppure mangi. 

Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. 
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi. 
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

VANGELO - Lc 21,5-19
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita. 

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. 
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
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