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La Liturgia di Giovedi 17 Novembre 2016

16/11/2016

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17.11.2016 - Santa Elisabetta d'Ungheria
===============================

Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Elisabetta (Ungheria 1207 – Marburg, Germania, 17 novembre 1231), sposa di Luigi IV, Langravio di Turingia, fu madre di tre figli. Dopo la morte del marito si consacrò interamente alla penitenza, alla preghiera e alla carità. Iscrittasi al terz’Ordine Francescano, fondò in onore di san Francesco l’ospedale di Marburg, in cui ella stessa serviva i malati.
Colletta
O Dio, che a sant’Elisabetta hai dato la grazia  
di riconoscere e onorare Cristo nei poveri,  
concedi anche a noi, per sua intercessione,  
di servire con instancabile carità  
coloro che si trovano nella sofferenza e nel bisogno.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ap 5,1-10)
L’Agnello è stato immolato e ci ha riscattato con il suo sangue, noi uomini di ogni nazione.

Io, Giovanni, vidi nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. 
Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra. 
Giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
un regno e sacerdoti,
e regneranno sopra la terra».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 149)
Rit: Hai fatto di noi, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion. 

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria. 

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

VANGELO (Lc 19,41-44) 
Se avessi compreso quello che porta alla pace! 

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: 
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. 
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Commento
"...LA VIA DELLA PACE..."

Gerusalemme simbolo della grazia della pace non accolta.
E quindi della "strada" della pace non più visibile agli occhi.
Tutto questo perché non è stato "riconosciuto il tempo" della grazia.

IL PIANTO DI GESU' ALLA VISTA DI QUELLA CITTA', CHE NON VEDE
e che non riconosce il tempo della sua visita, della sua vicinanza di ora.

AVERE LA SALVEZZA E LA GRAZIA QUI DAVANTI E NON VEDERLA
non è solo il destino di quella città, ma anche quello di ognuno di noi...

Spesso non abbiamo la pace, e pensiamo di trovarne la strada, e non riconosciamo la presenza di Colui che dona questa pace già ora nella nostra città interiore, accogliendola dentro noi.

QUANTA GRAZIA RESTA "NASCOSTA" AI NOSTRI OCCHI, alla nostra vista della fede, della speranza e della carità, perché non illuminiamo questa nostra città interiore alla luce della sua presenza, di Colui che è la "Via" della Pace.

Percorrere le strade della ricerca e della giustizia senza aver riconosciuto il Cristo, anche per noi porta soltanto desolazione e morte.
Senza di Lui, la nostra Gerusalemme viene assediata e vinta; con Lui, sapremo riconoscere il tempo della grazia anche quando c'è la battaglia.
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