MESE DEDICATO ALLA RECITA DEL SANTO ROSARIO
Il Santo Rosario è chiamato “Salterio della beatissima Vergine Maria”. Questo modo di pregare Dio consiste nel lodare la beatissima Vergine ripetendo il saluto angelico 150 volte, quanti sono i salmi del salterio di David, interponendo ad ogni decina il “Padre nostro” con meditazioni illustranti l’intera vita del Signore nostro Gesù Cristo.
Sorto all’inizio del secolo XII, il Rosario si è diffuso in tutta la Chiesa arricchito da numerose indulgenze, compagno fedele di tutti i cristiani che vogliono condurre seriamente la loro vita.
Il Beato Giovanni Paolo II ha pubblicamente dichiarato di preferire la preghiera del Santo Rosario a qualunque altra non liturgica. Egli ha anche felicemente arricchito i Misteri tradizionali con quelli della Luce che culminano con il mistero della istituzione dell'Eucaristia. Quanta luce entra nel cuore e nella vita con questo augusto Sacramento!
Una domanda: TU HAI LA CORONA DEL SANTO ROSARIO? LA RECITI IN FAMIGLIA, O CON L’ASSEMBLEA DEI FEDELI, O ALMENO DA SOLO?
In questo mese, trova un po’ di tempo, meglio se ogni giorno, per pregare il Rosario. Semina, durante la giornata tante “Ave Maria” dovunque ti trovi. Incarica il tuo “Angelo custode” di raccoglierle per farne una corona d’amore per la Regina del cielo e della terra, una catena di salvezza per le anime infelici e sbandate a causa del peccato, una forza di sostegno per i missionari che dedicano la vita alla predicazione del Vangelo nel mondo. Essi lo fanno anche a nome tuo, perché nessun battezzato si può sottrarre alla missione di “annunciare la buona novella di salvezza”..
1.10.2016 - Santa Teresa di Gesù Bambino ================================= Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco Una ragazza morta a ventiquattro anni diventa dopo neppure cinquant'anni modello di tutta la Chiesa. Pio XI era molto devoto di santa Teresa di Gesù Bambino e la nominò patrona delle Missioni, lei, la cui breve vita si svolse tutta fra Alenon e Lisieux e che dopo i suoi quindici anni non usci più dal convento. Quanto spesso Gesù dimostra che i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri, né le sue vie le nostre vie I nostri pensieri vengono dall'orgoglio, quelli di Dio dall'umiltà; le nostre vie sono tutte uno sforzo per essere grandi, quelle di Dio si percorrono solo diventando piccoli. Come sulle strade per andare a Nord bisogna prendere la direzione opposta al Sud, così per camminare sulle vie di Dio dobbiamo prendere la direzione opposta a quella verso cui il nostro orgoglio ci spinge. Teresa aveva grandi ambizioni, grandi aspirazioni: voleva essere contemplativa e attiva, apostolo, dottore, missionario e martire, e scrive che una sola forma di martirio le sembrava poco e le desiderava tutte... il Signore le fece capire che c'è una sola strada per piacergli: farsi umili e piccoli, amarlo con la semplicità, la fiducia e l'abbandono di un bimbo verso il padre da cui si sa amato. "Non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre". ~ bellissimo salmo 130 può essere applicato alla lettera alla vita di Teresa. Così questa giovanissima donna ravvivò nella Chiesa il più puro spirito evangelico ricordando una verità essenziale: prima di dare a Dio è necessario ricevere. Noi abbiamo la tendenza a guardare sempre a quello che diamo; Teresa ha capito che Dio è amore sempre pronto a dare e che tutto riceviamo da lui. Chi vuol mettere la propria generosità prima della misericordia, prima dell'amore misericordioso di Dio, è un superbo; chi riceve quello che Dio gli dà con la semplicità di un bambino arriva alla santità: è contento di non saper far nulla e riceve tutto da Dio. È un atteggiamento spirituale che è anch'esso dono di Dio ed è tutt'altro che passività. Teresa fece di sé un'offerta eroica e visse nella malattia e nella prova di spirito con l'energia e la forza di un gigante: la forza di Dio si manifestava nella sua debolezza, che ella abbandonava fiduciosamente nelle mani divine. Riuscì così in modo meraviglioso a trasformare la croce in amore, una croce pesante, se ella stessa dirà alla fine della sua vita che non credeva fosse possibile soffrire tanto. Impariamo questa grande lezione di fiducia, di piccolezza, di gioia e preghiamo Teresa che ci aiuti a camminare come lei nella povertà di spirito e nell'umiltà del cuore. Saremo come lei inondati da un fiume di pace. Colletta O Dio, nostro Padre, che apri le porte del tuo regno agli umili e ai piccoli, fa’ che seguiamo con serena fiducia la via tracciata da santa Teresa di Gesù Bambino, perché anche a noi si riveli la gloria del tuo volto. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA - Gb 42,1-3.5-6.12-16 Ora i miei occhi ti hanno veduto. Perciò mi ricredo. Giobbe prese a dire al Signore: «Comprendo che tu puoi tutto e che nessun progetto per te è impossibile. Chi è colui che, da ignorante, può oscurare il tuo piano? Davvero ho esposto cose che non capisco, cose troppo meravigliose per me, che non comprendo. Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto. Perciò mi ricredo e mi pento sopra polvere e cenere». Il Signore benedisse il futuro di Giobbe più del suo passato. Così possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. Ebbe anche sette figli e tre figlie. Alla prima mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Argentea. In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell’eredità insieme con i loro fratelli. Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant’anni e vide figli e nipoti per quattro generazioni. Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni. SALMO RESPONSORIALE - Sal 118 Rit. Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo, Signore. Insegnami il gusto del bene e la conoscenza, perché ho fiducia nei tuoi comandi. Bene per me se sono stato umiliato, perché impari i tuoi decreti. Signore, io so che i tuoi giudizi sono giusti e con ragione mi hai umiliato. Per i tuoi giudizi tutto è stabile fino ad oggi, perché ogni cosa è al tuo servizio. Io sono tuo servo: fammi comprendere e conoscerò i tuoi insegnamenti. La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici. VANGELO - Lc 10,17-24 Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli. In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Commento IL POTERE DEI PICCOLI NON E' CERTO COME QUELLO DEI GRANDI Il potere che Gesù riconosce nel piccolo che dal Padre viene attestato come segno della potenza è quello di vedere e distinguere l'azione di Dio nella storia. Mentre il grande della terra e del mondo vede con gli occhi umani e terreni tutto quello che succede nel mondo e lo controlla e spesso lo dirige, ecco che il piccolo può godere di un'altra visione: quella della storia di Dio, che rimane preclusa a chi non entra in questa piccolezza. Il potere dei piccoli è quello che in dono ricevono dal Padre: quello di essere attenti e saper distinguere l'operato del Regno nella storia, attingendo così al dono della vita e non seguendo le occasioni della morte per sè e per coloro che condividono la stessa esperienza del farsi piccoli. Nella piccolezza si riconosce la grandezza di Dio e ad essa se ne può attingere; nella grandezza umana invece l'operato di Dio e i suoi doni di vita restano chiusi ad ogni possibilità di recezione. In questa visione che è data ai piccoli, essi possono non solo prevedere e affrontare tutte le avversità, ma anche le realtà contrarie sono trasformate nel disegno di Dio e non possono più essere viste come realtà negative in se stesse: tutto per chi è piccolo è incontro con Dio. |