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La Liturgia di Domenica 2 Luglio 2023

2/7/2023

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LUGLIO:
MESE DEDICATO AL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU'

Il mese di Luglio è dedicato alla contemplazione del Preziosissimo Sangue di Cristo, mistero insondabile di Amore e di Misericordia.
Il Sangue di Cristo è la prova inconfutabile dell'amore del Padre celeste per ogni uomo, nessuno escluso.

PREGHIERA ALL'INIZIO DEL MESE
Gesù mio, accetta gli ossequi di questo Mese, in compenso di tante iniquità degli uomini; e mentre il nemico del bene cerca di allontanare il ricordo del tuo amore dalla mente dei tuoi figli, la devozione al Divin Sangue avvicini le anime al tuo Cuore.

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XIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
di Luca Rubin
Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me 

Hai presente quando ti appresti a fare un lungo viaggio e prepari la valigia? Cosa ci metti dentro? Tutto ciò che ti serve, per vestirti, per lavarti, per vivere. Il problema, quando prepari la valigia, non è quello che metti dentro, ma tutto ciò che lasci fuori. Inoltre, se viaggi in aereo, devi fare attenzione anche al peso e alle dimensioni dei tuoi bagagli. Possiamo dire che Gesù sta insegnando ai suoi come si fa una valigia, per non dimenticare l'essenziale, e per evitare di pagare multe per i troppi kg, magari di cose inutili. Il termine greco usato fa proprio riferimento al peso: non essere degno è reso come non avere peso, non avere valore. In quella valigia Gesù invita a mettere ciò che realmente ti serve, non soprammobili o centrini.

C'è un problema. Gesù dice che non hai valore se ami papà, mamma e figli più di Lui. In pratica va a toccare gli affetti più sacri, quelli più profondi e intoccabili, affetti che ti costituiscono e ti identificano, affetti che sono il tuo passato, il tuo presente, il tuo futuro; il tuo DNA dopo la lettura di questa pagina di vangelo è sconvolto e annientato! Non temere, continua a preparare la valigia.

Ecco, hai riempito la valigia di mille cose, ma ti rendi conto che altre mille e mille stanno là fuori, e tu non sai più che fare, metteresti le ruote alla casa per portare tutto, ma non è possibile. Forse quelle parole del Signore possono aiutarti: in realtà Lui non ti dice di non amare e nemmeno di amare di più o di meno, ma di vivere l'affetto per i tuoi cari in modo ordinato, senza perdere di vista quella piccola valigia che è la tua vita. Inoltre, valuta se dietro l'affetto per i tuoi cari (sacro santo affetto) non ci siano motivazioni più basse e insidiose, che ti tengono in ostaggio e non ti permettono di chiudere la valigia e iniziare il tuo viaggio.

Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.

Spesso, in ambiti di fede si sente affermare: "dobbiamo portare la croce di Gesù", ma il vangelo smentisce questa affermazione, con le parole stesse di Gesù, che parla della croce propria, non la sua. Inoltre non dice di portare ma di prendere, di accogliere quella parte di noi più scomoda, gli eventi più dolorosi, le situazioni più complesse e farne una croce, e di viverla come Gesù, che ha vissuto tutto il dolore e la morte prendendolo con sé. La sua valigia contiene l'amore del Padre e l'amore per noi, fratelli suoi, niente altro.

Prendere, accogliere, seguire: cosa significa seguire? Fare la stessa strada, stare con qualcuno lungo un percorso. Gesù ti invita a prendere le tue difficoltà e a viverle non ripiegato su te stesso, non in affetti che rimandano sempre e solo alla tua persona (padre madre e figli sono tuoi, quindi si parla sempre di te), ma insieme a Dio, instaurando con Lui una relazione che si intesse con la tua croce, una relazione che sostiene tutto ciò che ti ritrovi a vivere. Ecco perché quella valigia, se fatta bene, sarà davvero la tua alleata: non un ammasso di cose più o meno utili, più o meno belle, ma ciò che è fondamentale per vivere, l'amore, quell'amore che Dio vuole per Sé, non per trattenerlo egoisticamente, ma per ridonartelo centuplicato.

Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

La vita ti è stata donata, che tu ci creda o no, e anche se qualche volta pensi che ti sei costruito da solo, la tua vita è un dono di Qualcuno che ti ha pensato, voluto e amato. Tenere per sé la propria vita significa rubare qualcosa che non è tuo. Il testo originale tuttavia, ha una sfumatura diversa: "chi ha trovato per sé la propria anima, il proprio respiro vitale, lo perderà". 

Questa volta è facilmente verificabile: fai un bel respiro, l'aria non l'hai fatta tu, ti è stata data gratis, ok? Bene, ora trattieni il respiro......... non ce l'hai fatta, hai dovuto emettere il respiro e immetterne di nuovo, perché se non fai così muori. Gesù ti sta dicendo proprio questo: la vita è un dono, non come quei regali a cui siamo abituati, simili a un passaggio di proprietà (compro una cosa per te e te la regalo, cioè diventa tua), no, non così, ma come il respiro, la vita ha bisogno di essere ricevuta, vissuta profondamente e rimessa in circolo.

Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.

Cosa significa accogliere? Ricevere in modo accogliente, prontamente, con gioia. Altro è accettare (ok, stai lì, ti tollero, senza manifestare empatia) altro è accogliere (sono contento che tu sia qui, e faccio tutto il possibile perché tu stia bene, qui con me). Gesù presenta una sorta di circolo virtuoso dell'accoglienza: Luca (tu metti il tuo nome) è accolto, e in quell'accoglienza entra anche Gesù e il Padre: Dio è un Dio che ama stare in compagnia, non è un Dio da nicchia, tutto solo, ma proprio come un papà buono, dove arriva crea famiglia, crea comunità.

Tutto però si gioca non sull'accogliere Dio, sarebbe forse facile, ma accogliere un signor X, qualsiasi, sconosciuto, senza grandi pregi, affettivamente insignificante. Accogliere significa uscire da se stessi e andare verso l'altro, non cercando in lui qualcosa che mi gratifichi (accoglierei me stesso, alimentando il mio egoismo), ma vivendo l'amore di Dio per me, che come un respiro, ricevo e dono, ricevo e dono, ricevo e dono, continuamente.

Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’ acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa.

Gesù fa tre esempi di accoglienza: il profeta, il giusto, il piccolo. A ciascuna accoglienza corrisponde la sua ricompensa (e il greco usa proprio il termine stipendio, pagare per un servizio).

Il profeta mi parla di Dio, mi indica le sue vie, mi offre un aiuto nel cammino di fede. Se lo accolgo avrò la ricompensa del profeta, cioè l'amicizia con Dio, Dio stesso sarà la ricompensa.

Il giusto mi è di esempio nell'adempiere la volontà del Signore e le sue leggi, rispettando gli altri e me stesso. Se lo accolgo avrò la ricompensa del giusto, cioè la pace del cuore e la vicinanza di Dio.

Il piccolo: Gesù in questo caso non parla di accoglienza, ma di dare un bicchiere d'acqua (molto meno impegnativo di un'accoglienza a 360°). Il piccolo si accontenta di piccole cose, come i bambini, che esprimono profondi sentimenti in un pezzo di carta strappato e macchiato. Anche in questo caso è prevista una ricompensa, più grande delle due precedenti, perché il piccolo da dissetare è Dio stesso, il quale ama le piccole cose, scrive santa Teresa di Gesù Bambino, e proprio perché non offre niente di apparentemente utile, rischia spesso di passare inosservato. La ricompensa non andrà persa, perché avrai dissetato Dio in persona, preoccupati unicamente che l'acqua che offri sia fresca!

La valigia è ormai pronta, ti attende un viaggio, non in solitaria, ma accompagnato dal piccolo, da chi si è innamorato follemente delle tue piccolezze, e non vuole, non riesce a vivere senza di te. Hai un bicchiere d'acqua fresca?
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che ci hai reso figli della luce
con il tuo Spirito di adozione,
fa' che non ricadiamo nelle tenebre dell'errore,
ma restiamo sempre luminosi
nello splendore della verità.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure: 
Colletta (Anno A)
O Padre, infondi in noi la sapienza
e la forza del tuo Spirito,
perché, seguendo Cristo sulla via della croce,
siamo pronti a donare la nostra vita
per manifestare al mondo la tua presenza d'amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - 2Re 4,8-11.14-16
Costui è un uomo di Dio, un santo, si fermi da noi

Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c’era un’illustre donna, che lo trattenne a mangiare. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei.
Ella disse al marito: «Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. Facciamo una piccola stanza superiore, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e un candeliere; così, venendo da noi, vi si potrà ritirare».
Un giorno che passò di lì, si ritirò nella stanza superiore e si coricò. Eliseo [disse a Giezi, suo servo]: «Che cosa si può fare per lei?». Giezi disse: «Purtroppo lei non ha un figlio e suo marito è vecchio». Eliseo disse: «Chiamala!». La chiamò; ella si fermò sulla porta. Allora disse: «L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stringerai un figlio fra le tue braccia».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 88
Rit. Canterò per sempre l’amore del Signore

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». Rit. 

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia. Rit. 

Perché tu sei lo splendore della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra fronte.
Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d’Israele. Rit. 

SECONDA LETTURA - Rm 6,3-4.8-11
Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti con lui: camminiamo in una vita nuova

Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

VANGELO - Mt 10,37-42
Chi non prende la croce non è degno di me. Chi accoglie voi, accoglie me

IIn quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

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