I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A - RITO ROMANO =========================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' DOMENICALE Colore liturgico: VIOLA COMMENTO AL VANGELO Di già? Riparte l'avvento, l'anno liturgico nuovo, il percorso verso il Natale. Ciò significa che fra un mese saremo di nuovo a tavola ad aprire i doni e a farci gli auguri. Almeno chi ha qualcuno con cui sedersi e quattro soldi per comprare un regalo. E ci guardiamo intorno, spaesati, come chi, dopo una lunga notte di battaglia, vede il bagliore dell'aurora a oriente. Siamo troppo stanchi per gioire. Troppe ferite da curare. Troppa emorragia di speranza per prendere sul serio i poco convinti inviti alla gioia che cominciamo a vedere in televisione. Arriva Natale, certo, e noi qui in mezzo al campo di battaglia. Intenti a cercare il fine, non a invocare la fine. Abbiamo assoluto bisogno di fermarci, almeno qualche minuto, di guardare dove stiamo andando, di trovare un filo a cui appendere, come dei panni, tutte le nostre vicende. Oggi inizia l'avvento: ne avevo bisogno, sinceramente. Anelito Sono quattro settimane che ci preparano al Natale, un'arca si salvezza che ci viene data per ritagliarci uno spazio di consapevolezza. Un mese per preparare una culla per Dio, fosse anche in una stalla. Non siamo qui a far finta che poi Gesù nasce: è già nato nella storia, tornerà nella gloria. Ma ora chiede di nascere in me. Qui, ora, oggi. In mezzo alla crisi di un mondo in disfacimento, in mezzo ai mille casini che devo quotidianamente affrontare, strappando con i denti un tempo per vivere sul serio. Io voglio prepararmi, ho bisogno di capire come posso trovare il Dio diventato accessibile, fatto volto, divenuto incontrabile. Voglio poterlo vedere questo Dio consegnato, arreso, palese, nascosto in mezzo agli sguardi e ai volti di tanti neonati. Sono poche quattro settimane, lo so. Ma voglio provarci ancora. Perché possiamo celebrare cento natali senza che mai una volta Dio nasca nei nostri cuori. Come dice splendidamente Bonhoeffer: «Nessuno possiede Dio in modo tale da non doverlo più attendere. Eppure non può attendere Dio chi non sapesse che Dio ha già atteso lungamente lui». Uno preso, uno lasciato Iniziamo a leggere Matteo, da oggi. Il pubblicano divenuto discepolo, colui che si è fatto bene i conti in tasca, ci accompagna e ci incoraggia sull'impervia strada della conversione. Il brano del Vangelo è faticoso e ostico e rischia di essere letto in chiave grottesca. Gesù, al solito, è straordinario: cita gli eventi simbolici di Noè, dice che intorno a lui c'era un sacco di brava gente che venne travolta dal diluvio senza neppure accorgersene. Perciò ci invita a vegliare, a stare desti, proprio come fa Paolo scrivendo ai Romani. E Gesù avverte: uno è preso, l'altro lasciato. Uno incontra Dio, l'altro no. Uno è riempito, l'altro non si fa trovare. Dio è discreto, modesto, quasi timido, non impone la sua presenza, come la brezza della sera è la sua venuta. A noi è chiesto di spalancare il cuore, di aprire gli occhi, di lasciar emergere il desiderio. Come? Non lo so, amici. Io cerco di farlo ritagliandomi uno spazio quotidiano alla preghiera, per meditare la Parola. Alcuni tra voi riescono a prendersi una domenica pomeriggio per fare un paio d'ore di silenzio e di preghiera, altri fanno una piccola deviazione andando al lavoro per entrare in una chiesa. Se vissuti bene, aiutano anche i simboli del Natale cristiano: preparare un presepe, addobbare un albero, partecipare alla novena. Facciamo qualcosa, una piccola cosa, per chiederci se Cristo è nato in noi, per non lasciarci travolgere dal diluvio di parole e cose che ognuno vive. Ma, ad aggravare la nostra situazione, non dobbiamo solo combattere contro la dimenticanza. Ci tocca pure combattere contro il finto natale. Vendesi Non capisco perché una festa splendida, la festa che celebra la notizia dell'inaudito di Dio che irrompe nel mondo, sia stata travolta dalla melassa del buonismo natalizio. È un dramma, il Natale, è la storia di un Dio presente e di un uomo assente. Non c'è proprio nulla da festeggiare, non abbiamo fatto una gran bella figura, la prima volta. Natale è un pugno nello stomaco, una provocazione, un evento che obbliga a schierarsi. Natale è l'arrendevolezza di Dio che ci obbliga a conversione. Quindi: viva i regali, viva la festa. Ma che sia autentico ciò che facciamo, che sia presente il festeggiato, Dio, alle nostre ipercaloriche cene, che i bimbi capiscano che è il suo compleanno, e a noi fanno i regali. Svendesi In questi anni ho visto con sgomento che il Natale, per i poveri veri, per chi ha subito un abbandono, un trauma, un lutto, è diventato una festa odiosa e insostenibile. Di fronte alle immagini stereotipate della famiglia felice intorno all'albero e armonia e canti di angeli che ci propinano i media, chi, invece, vive affettività fragili e solitudini, è travolto da un insostenibile dolore. E questo mi fa impazzire di rabbia. Il Dio dei poveri, il Dio che viene per i pastori, emarginati del tempo, il Dio che non nasce nel Tempio di Gerusalemme, ma nella grotta di Betlemme, viene sostituto dal Dio piccino del nostro ipocrita buonismo. Se i nonni soli, se le persone abbandonate, se i feriti dalla vita non hanno un sussulto di speranza nella notte di Natale, significa che il nostro annuncio è ambiguo, travolto e sostituito da un inutile messaggio di generica pace. Esagero? Voglia Dio che sia così. Tra quattro settimane celebreremo il Natale. Non giochiamo a far finta che poi Gesù nasce, Gesù è già nato, morto e risorto, vive accanto a me. Il problema è, semmai, se io sono rinato. LITURGIA DELLA PAROLA Non si dice il Gloria Colletta O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure: Colletta Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell’umanità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo, giudice e salvatore. Egli è Dio, e vive e regna con te... PRIMA LETTURA (Ger 33,14-16) Farò germogliare per Davide un germoglio giusto. Dal libro del profeta Geremìa Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia. Parola di Dio SALMO RESPONSORIALE (Sal 24) Rit: A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido. Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza. Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti. Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza. SECONDA LETTURA (1Ts 3,12-4,2) Il Signore renda saldi i vostri cuori al momento della venuta di Cristo. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. Parola di Dio Canto al Vangelo (Sal 84,8) Alleluia... Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. Alleluia... VANGELO (Lc 21,25-28.34-36) La vostra liberazione è vicina. + Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Parola del Signore Preghiera dei fedeli Attendiamo il Signore nella vigilanza. Chiediamo il dono della fede e della carità a Colui che conduce la Storia e la nostra vita verso la pienezza dei tempi e verso la beatitudine. Preghiamo insieme e diciamo: Vieni Signore Gesù. 1. Perché la Chiesa si faccia prossima a tutte le persone che sono in attesa di un segno di solidarietà e speranza. Preghiamo. 2. Perché i credenti si facciano annunciatori dei cieli nuovi e della terra nuova nell’impegno per la giustizia e per la pace. Preghiamo. 3. Perché i poveri, gli emarginati e i dimenticati delle nostre città sperimentino nella sollecitudine delle comunità cristiane l’efficacia della salvezza portata da Gesù. Preghiamo. 4. Perché la nostra comunità cresca e abbondi nell’amore vicendevole e verso tutti, per presentarsi in santità all’incontro con il Signore. Preghiamo. Padre e Signore della storia, volgi il tuo sguardo di misericordia alla tua Chiesa che attende la venuta del tuo Figlio, sostienila nel cammino verso di te, ed esaudisci le nostre preghiere. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. ESEGESI di Padre Michelini |
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Settembre 2024
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