XV DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO ================================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO Avete ascoltato bene la parabola che ci propone oggi Gesù? Proviamo a rifletterci insieme. Sono certa che tutti voi sapete che ogni buon seminatore semina dei semi che, una volta maturati, producono cibo per nutrirci e dunque per vivere: è così importante quello che il seminatore semina che se non lo facesse noi potremmo anche morire di fame. Gesù, nel vangelo di oggi, fa questo paragone: lui è il seminatore ed i semi sono la sua Parola che, se ascoltata, è capace di nutrire e trasformare chi la accoglie perché in essa c'è la forza dell'amore di Dio. Come i semi dell'agricoltore sono importanti per nutrire la nostra vita fisica, così i semi della Parola lo sono per la nostra vita interiore, per la nostra anima. Il seminatore Gesù semina, semina, semina... semina la sua Parola dappertutto, in qualsiasi tipo di terreno, buono o meno buono non importa. "Che sprecone!" - si potrebbe pensare- "tanto lo sa che il seme cresce solo sui terreni adatti!". Già, ma il Signore non ragiona come noi perché la sua bontà non ha limiti: lui semina a prescindere da tutto perché, anche se il nostro cuore non è un terreno buono, spera fino alla fine che noi ci impegniamo per farlo diventare tale. Come? Ecco qualche esempio: muovendolo con la zappa, che potrebbe essere la nostra volontà, per far emergere il bello che c'è in noi; tirando via i sassi dei nostri capricci; sradicando le erbacce dei nostri "no"; concimandolo con le nostre buone azioni; esponendolo al sole dell'ascolto della Parola di Dio, della preghiera e dei Sacramenti; annaffiandolo con la nostra bontà, ecc. ecc. Vediamo ora di che tipi di terreno, cioè di che tipi di cuore, parla Gesù. Il primo tipo di cuore è quello che "ascolta la Parola ma non la comprende". Non la capisce non perché non è intelligente, ma perché non si sforza neppure di capire: ascolta il vangelo con la testa altrove, magari pensando alla partita di calcio, alla festa della sera... la Parola di Dio lo sfiora ed un attimo dopo l'ha già dimenticata. Questo cuore è come la scimmietta "non vedo, non sento, non parlo" per cui, alla fine della Messa, esce come è entrato. Si è lasciato rubare dal diavolo il seme che Gesù aveva seminato: è seme seminato sulla strada. Il secondo tipo di cuore è quello roccioso. Il cuore che ha troppi sassi si entusiasma dopo avere ascoltato la Parola ma... continua ad inciampare ed a cadere! Si impegna, inizialmente, a vivere bene e fa anche tanti propositi, ma non permette che la Parola metta radici. "Ma chi me lo fa fare!" -pensa infatti- "continuo a cadere, sbucciarmi le ginocchia, sono pieno di ferite e di cerotti! Troppe tribolazioni! Troppa fatica! E' meglio lasciare perdere!". E così il seme della Parola viene lasciato morire. C'è ora il cuore in cui ci sono i rovi, cioè piante con spine. Ahi, ahi, ahi... è davvero un peccato perché questa volta il nostro cuore ha capito come dovrebbe essere e comportarsi, ha cioè compreso l'insegnamento di Gesù! Ma c'è un però: questo cuore sceglie le varie felicità che offre il mondo invece di scegliere Dio. Sceglie cioè la strada più larga, la più comoda, la più facile, quella asfaltata, quella che però non porta alla gioia eterna col Padre. Questo cuore si ricorda di Dio solo nei momenti in cui non ha altre cose da fare: "La preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto", questo dice il vangelo. E siamo arrivati all'ultimo cuore: quello che ascolta la Parola, la comprende e la mette in pratica. Se ascoltare e comprendere può non essere sempre difficile... il mettere in pratica comincia ad essere più problematico. A tutti capita spesso di sbagliare, ma l'importante è avere quel carattere che ci porta a non scoraggiarsi, ad impegnarsi sempre e, quando si cade, a rialzarsi e ricominciare, forti della forza della Parola che ci aiuta a vivere secondo il cuore di Dio. Ecco quello che ci chiede Gesù. E' questo il cuore col terreno buono, il cuore degli amici di Gesù, il cuore di chi ce la mette tutta per percorrere la strada più stretta, quella più difficile, quella sterrata e in salita, ma l'unica che porta dritti dritti nella casa del Padre. Ultima considerazione: nessuno di noi ha solo un tipo di cuore. I nostri cuori sono l'insieme dei quattro di cui ci ha parlato il Signore. Il nostro impegno allora è far sì che questi nostri cuori diventino il terreno buono che vuole Gesù affinché il seme della Parola metta radici, si irrobustisca, buchi la terra per uscire, non si faccia soffocare dai rovi, si trasformi in pianta che produce frutti. Certo, è difficile, però sappiamo tutti che per ottenere le cose più belle è necessario sudarsele! Ma tranquilli! Non abbiate paura di impegnarvi e di sudare per Gesù perché, in questo cammino in salita verso il Paradiso, non sarete mai soli. Il Signore infatti, nei momenti più difficili, vi prenderà anche in braccio pur di farvi arrivare a casa sua! P.S. Avete mai provato a seminare un seme? Io ho provato con i semi di girasole. Provate anche voi, con i semi che volete. Vi renderete conto di quanta cura ha bisogno la terra affinché esca il primo filetto d'erba, si ingrandisca, spunti il primo fiore... ma state certi che la vostra fatica sarà ricompensata. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure: Colletta Accresci in noi, o Padre, con la potenza del tuo Spirito la disponibilità ad accogliere il germe della tua parola, che continui a seminare nei solchi dell’umanità, perché fruttifichi in opere di giustizia e di pace e riveli al mondo la beata speranza del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (Is 55,10-11) La pioggia fa germogliare la terra. Così dice il Signore: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata». SALMO RESPONSORIALE (Sal 64) Rit: Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli. Tu visiti la terra e la disseti, la ricolmi di ricchezze. Il fiume di Dio è gonfio di acque; tu prepari il frumento per gli uomini. Così prepari la terra: ne irrìghi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. Coroni l’anno con i tuoi benefici, i tuoi solchi stillano abbondanza. Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza. I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di messi: gridano e cantano di gioia! SECONDA LETTURA (Rm 8,18-23) L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. VANGELO (Mt 13,1-23) Il seminatore uscì a seminare. Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono! Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». oppure: VANGELO Forma breve (Mt 13,1-9) Il seminatore uscì a seminare. Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». |
0 Comments
Leave a Reply. |
Archivi
Settembre 2024
|