8.6.2018 - SACRATISSIMO CUORE DI GESU' =========================== Grado della Celebrazione: Solennità Colore liturgico: Bianco La preoccupazione del Signore per la pecorella smarrita è ricordata nella liturgia del Sacro Cuore di Gesù. Il buon pastore ha tutto il cuore rivolto alle sue pecore, non a se stesso. Provvede ai loro bisogni, guarisce le loro ferite, le protegge dagli animali selvaggi. Conosce ogni pecora per nome e, quando le porta al pascolo, le chiama una per una. Si preoccupa in modo particolare della pecora che si è smarrita, non risparmiandosi pena alcuna pur di avere la gioia di ritrovarla. Una pecorella smarrita è assolutamente indifesa, può cadere in un fossato o rimanere prigioniera fra i rovi. Proprio allora, però, nel pericolo, essa scopre quanto sia prezioso il suo pastore: dopo il ritrovamento, egli la riporta all’ovile sulle sue spalle con gioia. Se un lupo si avvicina, il buon pastore non fugge, ma, per la sua pecorella, rischierà anche la vita. In questi frangenti si rivela il cuore del buon pastore. Colletta O Padre, che nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del tuo amore per noi, fa’ che da questa fonte inesauribile attingiamo l’abbondanza dei tuoi doni. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure: Colletta O Dio, fonte di ogni bene, che nel Cuore del tuo Figlio ci hai aperto i tesori infiniti del tuo amore, fa’ che rendendogli l’omaggio della nostra fede adempiamo anche al dovere di una giusta riparazione. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure: Colletta Padre di infinita bontà e tenerezza, che mai ti stanchi di sostenere i tuoi figli e di nutrirli con la tua mano, donaci di attingere dal Cuore di Cristo trafitto sulla croce la sublime conoscenza del tuo amore, perché rinnovati con la forza dello Spirito portiamo a tutti gli uomini le ricchezze della redenzione. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (Os 11,1.3-4.8-9) Il mio cuore si commuove dentro di me. Dal libro del profeta Osèa Quando Israele era fanciullo, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira. Parola di Dio SALMO RESPONSORIALE (Is 12,2-6) Rit: Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza. Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, non avrò timore, perché mia forza e mio canto è il Signore; egli è stato la mia salvezza. Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza. Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere, fate ricordare che il suo nome è sublime. Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, le conosca tutta la terra. Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele. SECONDA LETTURA (Ef 3,8-12.14-19) Conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza. Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni Fratelli, a me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui. Per questo io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito. Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. Parola di Dio VANGELO (Gv 19,31-37) Uno dei soldati gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. + Dal Vangelo secondo Giovanni Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto». Commento Una festa solo all'apparenza dal sapore devozionale, quella del Sacro Cuore ma che nasconde, in realtà, una grande verità: la misura dell'amore di Dio. Cosa può ancora dirci l'immagine di un improbabile Gesù con gli occhi chiari e i boccoli che apre il mantello e lascia intravvedere un cuore da cui si dipartono dardi luminosi? Non è solo l'immagine di una devozione ottocentesca che ci fa venire il diabete all'anima? Spogliata dalla sua collocazione storica, la festa del Sacro Cuore di Gesù rivela una grande verità: al centro della nostra vita, della fede, del nostro percorso interiore c'è l'amore di Dio. L'amore è al centro, questo dice la festa di oggi. Non la legittima tradizione storica, non i nostri ragionamenti, non le convenienze, non fondamenti etici. Se crediamo in Dio, se abbiamo visto e creduto nell'amore del Padre, lui solo ci spinge a credere e a lottare. Lottare, sì, perché lasciare che sia l'amore a dominare la nostra vita (e la fede) non è affatto scontato. È una continua conversione, una scelta, talvolta dolorosa. Come quella del Maestro e Signore che mostra la misura del suo bene morendo in croce. Oggi, allora, lasciamoci raggiungere dal suo amore che non pone condizioni, che non pesa, che non ricatta, un amore libero, come Dio solo, in Gesù, sa proporre. |
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