24.11.2017 - Santi Andrea Dung-Lac e compagni ===================================== Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Rosso Nella regione del Tonchino, Annam e Cocincina – ora Vietnam – ad opera di intrepidi missionari, risuonò per la prima volta nel sec. XVI la parola del Vangelo. Il martirio fecondò la semina apostolica in questo lembo dell’Oriente. Dal 1625 al 1886, salvo rari periodi di quiete, infuriò una violenza persecuzione con la quale gli imperatori e i mandarini misero in atto ogni genere di astuzie e di perfidie per stroncare la tenera piantagione della Chiesa. Il totale delle vittime, nel corso di tre secoli, ammonta a circa 130.000. La crudeltà dei carnefici, non piegò l’invitta costanza dei confessori della fede: decapitati, crocifissi, strangolati, segati, squartati, sottoposti a inenarrabili torture nel carcere e nelle miniere fecero rifulgere la gloria del Signore, «che rivela nei deboli la sua potenza e dona agli inermi la forza del martirio» (M.R., prefazio dei martiri). Giovanni Paolo II, la domenica 19 giugno 1988, accomunò nell’aureola dei santi una schiera di 117 martiri di varia nazionalità, condizione sociale ed ecclesiale: sacerdoti, seminaristi, catechisti, semplici laici fra cui una mamma e diversi padri di famiglia, soldati, contadini, artigiani, pescatori. Un nome viene segnalato: Andrea Dung-Lac, presbitero, martirizzato nel 1839 e beatificato nel 1900 anno giubilare della redenzione da Leone XIII. Il 24 novembre è il giorno del martirio di alcuni di questi santi. Colletta O Dio, origine e fonte di ogni paternità, che hai reso fedeli alla croce del tuo Figlio fino all'effusione del sangue, i santi Andrea Dung-Lac e compagni martiri, per la loro comune intercessione fa' che diventiamo missionari e testimoni del tuo amore fra gli uomini, per chiamarci ad essere tuoi figli. Per il nostro Signore ... PRIMA LETTURA (1Mac 4,36-37.52-59) Celebrarono la dedicazione dell’altare e offrirono olocausti con gioia. In quei giorni, Giuda e i suoi fratelli dissero: «Ecco, sono stati sconfitti i nostri nemici: andiamo a purificare il santuario e a riconsacrarlo». Così si radunò tutto l’esercito e salirono al monte Sion. Si radunarono il mattino del venticinque del nono mese, cioè il mese di Chisleu, nell’anno centoquarantotto, e offrirono il sacrificio secondo la legge sul nuovo altare degli olocausti che avevano costruito. Nella stessa stagione e nello stesso giorno in cui l’avevano profanato i pagani, fu riconsacrato fra canti e suoni di cetre e arpe e cimbali. Tutto il popolo si prostrò con la faccia a terra, e adorarono e benedissero il Cielo che era stato loro propizio. Celebrarono la dedicazione dell’altare per otto giorni e offrirono olocausti con gioia e sacrificarono vittime di ringraziamento e di lode. Poi ornarono la facciata del tempio con corone d’oro e piccoli scudi. Rifecero i portoni e le celle sacre, munendole di porte. Grandissima fu la gioia del popolo, perché era stata cancellata l’onta dei pagani. Giuda, i suoi fratelli e tutta l’assemblea d’Israele, poi, stabilirono che si celebrassero i giorni della dedicazione dell’altare nella loro ricorrenza, ogni anno, per otto giorni, cominciando dal venticinque del mese di Chisleu, con gioia ed esultanza. SALMO RESPONSORIALE (1Cr 29) Rit: Lodiamo il tuo nome glorioso, Signore. Benedetto sei tu, Signore, Dio d’Israele, nostro padre, ora e per sempre. Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, lo splendore, la gloria e la maestà: perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Tuo è il regno, Signore: ti innalzi sovrano sopra ogni cosa. Da te provengono la ricchezza e la gloria. Tu domini tutto; nella tua mano c’è forza e potenza, con la tua mano dai a tutti ricchezza e potere. VANGELO (Lc 19,45-48) Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri. In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. Commento Come può sopportare il mercato che occupa gli spazi del tempio? Come, dopo aver pianto sulla città? Come può accettare che l'uomo faccia diventare il rapporto con Dio una fiera? Che l'uomo si metta a mercanteggiare con Dio scambiando preghiere e riti e olocausti con favori e piaceri? Cosa ha a che vedere questa orribile idea di Dio con il volto del Padre che Gesù ha sperimentato e che continua a raccontare? La delusione diventa rabbia e la rabbia diventa azione, eccesso, follia. Hai ragione, Maestro, troppo spesso trasformiamo la nostra fede in mercato, trattiamo Dio come se dovessimo comprare qualcosa, convincerlo a farci un buon prezzo, convinti che debba, alla fine, darci una mano. Hai ragione: quanto è piccina la nostra idea del Padre, quando anche le nostre chiese diventano dei luoghi di culto senza essere luoghi di incontro fra noi e il Padre. Hai ragione: anche se discepoli, anche se operai che lavorano nella tua vigna, a volte pensiamo che in fondo possiamo ragionevolmente contrattare con te per strappare qualche favore. Ribalta pure i nostri tavoli, scuotici, arrabbiati, richiamaci ancora all'essenziale! |
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