10.11.2017 - San Leone Magno ======================== Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco (Papa dal 29/09/440 al 10/11/461) Arcidiacono (430), consigliere di Celestino I e di Sisto III, inviato da Valentino a pacificare le Gallie, venne eletto papa nel 440 circa. Fu un papa energico, avversò le sopravvivenze del paganesimo; combatté manichei e priscillanisti. Intervenne d’autorità nella polemica cristologica che infiammava l’Oriente, convocando il concilio ecumenico di Calcedonia, nel quale si proclamava l’esistenza in Cristo di due nature, nell’unica persona del Verbo. Nel 452 fu designato dal debole imperatore Valentiniano III a guidare l’ambasceria romana inviata ad Attila. I particolari della missione furono oscuri: è solo che il re degli Unni, dopo l’incontro con la delegazione abbandonò l’Italia. Quando Genserico nel 455 entrò in Roma, Leone ottenne dai Vandali il rispetto della vita degli abitanti, ma non poté impedire l’atroce saccheggio dell’Urbe. Dotato di un alto concetto del pontificato romano, fece rispettare ovunque la primazia del vescovo di Roma. Compose anche preghiere contenute nel “Sacramentario Veronese”. Benedetto XIV, nel 1754 lo proclamò dottore della Chiesa, E’ il primo papa che ebbe il titolo di Magno (Grande). Colletta O Dio, che non permetti alle potenze del male di prevalere contro la tua Chiesa, fondata sulla roccia di Pietro, per l’intercessione del papa san Leone Magno fa’ che resti salda nella tua verità e proceda sicura nella pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (Rm 15,14-21) Sono ministro di Cristo Gesù tra le genti, perché esse divengano un’offerta gradita. Fratelli miei, sono anch’io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l’un l’altro. Tuttavia, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo. Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito. Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, ma, come sta scritto: «Coloro ai quali non era stato annunciato, lo vedranno, e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno». SALMO RESPONSORIALE (Sal 97) Rit: Agli occhi delle genti il Signore ha rivelato la sua giustizia. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d’Israele. Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni! VANGELO (Lc 16,1-8) I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». Commento Tranquilli, amici, oggi Gesù non giustifica il nostro essere furbastri, né autorizza all'illegalità o all'evasione fiscale... Con la strana parabola dell'amministratore disonesto, Gesù fa un'amara constatazione: mettiamo molta più grinta nelle cose della terra che in quelle del cielo. Gesù non ci invita a diventare dei ladroni, ma a mettere impegno nelle cose dello Spirito almeno quanto ne mettiamo nelle cose della terra. Non siamo forse tutti inquieti per il nostro futuro? Per l'inflazione? Non temiamo forse di perdere i nostri risparmi e chiediamo consiglio, ci informiamo, leggiamo? Non abbiamo forse passato qualche ora insonne a riflettere su come uscire da una fragile situazione economica? Bene, facciamo bene, è normale. Ma, almeno, mettiamo la stessa intensità nel pensare alle cose più autentiche e luminose della nostra vita! È difficile restare cristiani, amico che leggi, lo so. È inutile e dannoso sentirsi in colpa perché non riusciamo a condurre una vita spirituale, inutile deprimerci se sentiamo di non avere più l'energia e la lucidità necessaria alla preghiera alla fine di un'estenuante giornata di lavoro. Questo è il nostro tempo, amici, il tempo in cui il Rabbì ci ha posti a vivere, vediamo se riusciamo, almeno nel desiderio, ad investire con scaltrezza, cioè facendoci furbi, un po' di tempo e di cuore nell'essenziale. |
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