3.11.2017 - Venerdì della XXX settimana del Tempo Ordinario =============================================== Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde Colletta Dio onnipotente ed eterno, accresci in noi la fede, la speranza e la carità, e perché possiamo ottenere ciò che prometti, fa’ che amiamo ciò che comandi. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (Rm 9,1-5) Vorrei essere io stesso anàtema, separato da Cristo, a vantaggio dei miei fratelli. Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen. SALMO RESPONSORIALE (Sal 147) Rit: Celebra il Signore, Gerusalemme. Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion, perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento. Manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce. Annuncia a Giacobbe la sua parola, i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele. Così non ha fatto con nessun’altra nazione, non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. VANGELO (Lc 14,1-6) Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato? Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole. Commento Tutti tacciono: davanti all'immenso buon senso di Gesù c'è poco da dire, meglio tacere per evitare di fare peggiori figure... Di nuovo, come qualche giorno fa', Gesù analizza lo stretto rapporto che esiste tra fede e abitudine, tra norma e libertà, fra regola e Dio. E questo rapporto, amici in ascolto, non riguarda i non credenti ma proprio noi che abbiamo conosciuto il Rabbì e vogliamo essere suoi discepoli fino in fondo amarlo e seguirlo. La fede riguarda più la dimensione dell'intuito, dell'emozione, dell'abbandonarsi, all'inizio, almeno. Poi, col passare del tempo, come ogni realtà umana, si organizza, si struttura, si abitua. È normale, è giusto: serve un contenitore per le emozioni, un percorso per la conversione. Il rischio, però, è quello di perdere di vista la ragione finale, concentrarmi sulla norma scordandomi la ragione per cui esiste. Così la fede, anzi peggio. Peggio, perché diamo un'aura di religiosità e divinità alle scelte che sono storiche, passeggere, penultime. Gesù richiama i farisei, e noi, al senso profondo del rispetto del riposo dello sabba. Quel precetto richiamava Israele al suo passato: gli schiavi, si sa, non riposano, i figli sì. Perciò le minuziose prescrizioni che giungevano a stabilire il numero dei passi che si potevano compiere di sabato avevano fatto perdere l'orizzonte del bene, la libertà del cuore. Guarire un malato era ed è un gesto di amore, che da gloria a Dio, non un lavoro che vìola il sabato! |
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