1 NOVEMBRE SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI - RITO ROMANO ===================================== Grado della Celebrazione: Solennità di precetto Colore liturgico: Bianco COMMENTO AL VANGELO FARE L'ORDINARIO IN MODO STRAORDINARIO È bello oltre che importante che la festa di "tutti i santi" si stringa stretta stretta, con quella dei morti quasi senza che ci siano confini. Dovrebbe davvero metterci gioia e speranza nel cuore questo passaggio che ci chiede di guardare, ringraziare e pregare tutte quelle sante persone che abbiamo messo nelle chiese, nelle nicchie, nei dipinti, nei reliquiari, sugli altari. Ma ancora di più dovrebbe metterci dentro speranza e riconoscenza, il ricordo di tutte quelle sante persone, donne e uomini, che ci hanno regalato vita e bellezza; quelle persone che in questo ci hanno messo dentro Dio, che ce l’hanno donato; quelle sante persone che hanno fatto miracoli nella nostra vita, nella vita di tanti e noi abbiamo potuto vedere e riconoscere questi grandi miracoli. Penso a chi è stato capace di sorridere sempre, di una speranza che non muore mai, di quella cura straordinaria con chi sta male, di chi ha fatto crescere generazioni di piccoli tenendoli con se tutti quanti come figli, penso a chi è stato capace di parole buone sempre e a chi ha sempre scelto di stare dalla parte del bene anche dentro ad un male grande. Penso alle mamme ed ai papà che danno la vita ogni giorno per i loro figli e a tutti quelli che in mille modi sono stati capaci del dono della vita... Quanti esempi dovremmo fare; ciascuno ne avrebbe davvero tanti; tantissimi santi di una santità anonima, la santità che si mescola ai giorni ed alle stagioni, nei giorni e nelle notti di ciascuno. Gente comune, gente vestita normalmente, gente in case normali, in lavori comuni, in situazioni a volte belle e a volte complicate, gente del nostro paese o città. Ecco, oggi è anzitutto festa di riconoscenza; tanta riconoscenza per tutto quello che da sempre è accadere di Dio nel tempo e nella storia attraverso le persone che sono con noi, che Dio mette sul nostro cammino. Bisogna riconoscere per essere riconoscenti, per avere una vita piena di gratitudine. Lo ripeto spesso questo, ma ne sento proprio il bisogno perché mi accorgo che il peccato della lamentazione è sempre li’ pronto a saltar fuori. Mi accorgo di come siamo bravi a vedere quanto le persone sono brutte, cattive , non ci vanno bene e non riconosciamo più la brava gente che ci passa accanto e fa del bene a noi e agli altri. Mi accorgo che il male che abbiamo addosso ci porta via tutto il bene che ci passa accanto e quello che potrebbe nascere domani se lo permettiamo. Ci penso alla santità. Penso ai grandi santi ed alle loro storie che noi abbiamo reso così esemplari e spirituali da farle essere innocue e irraggiungibili tanto da permetterci di non sentirci coinvolti, invitati. Provo a mettermi dentro alle loro giornate, alle fatiche ed alle lacrime, ai tentativi falliti e alle grandi conquiste raggiunte mettendo un pezzettino dopo l’altro senza fermarsi mai, con pazienza, un giorno alla volta senza magari vedere bene come sarebbe andata a finire. Penso a quei santi di tutti i giorni che hanno fatto e stanno facendo la stessa cosa. Mi accorgo pensando a me che a volte mi perdo alla ricerca dello straordinario. Ci piace e ci affascina essere straordinari. Sono convinto che dobbiamo aspirare ad essere straordinari non dimenticano però che la santità non sta nella straordinarietà della vita e forse nemmeno nella straordinarietà dei miracoli. Mi tornano alla mente le parole del Vangelo Dove alcuni dicono a Gesù : "Non abbiamo forse fatto miracoli nel tuo nome", ed altri che gli diranno di aver predicato nel suo nome, e Lui risponderà: "Via da me voi operatori di iniquità". La santità non sta nella straordinarietà che celebra me stesso, che se-duce verso le mie opere i miei desideri. Abbiamo bisogno di ritornare alle beatitudini per ridirci i confini della santità … Tutte si portano dentro bellezza e assieme concretezza del vivere, non sono belle paroline o visioni evanescenti. Le sento come parole e indicazioni di passione per la vita. Sento che sono per me, che sono per tutti. Se torno a quello che dicevo poco prima, a volte mi sembra di ascoltare le beatitudini, di vederle dal vivo, dalle immagini che mi rimanda la vita. Le beatitudini ci parlano di ciò che da cuore e anima sa diventare gesti, modo di stare con gli altri, di incontrarli, di vivere con loro non da padroni. Gesù chiama beato chi sta in mezzo agli altri desiderando di essere utile a qualcuno, di servire la vita degli altri, diverso da chi invece si serve, sfrutta, si approfitta della vita e degli altri. Beati sono quelli che piangono ma non disperano e cioè non smettono di essere uomini di speranza e coloro che scelgono di accogliere con il bene invece che ripagare con il male ricevuto. Coloro che credono che solo amare cambia il cuore delle persone e la storia, coloro che fanno propria la giustizia più grande che non è quella del “chi sbaglia paga”, ma del “ a chi sbaglia dono un'altra possibilità”. Beati sono coloro che non smettono di credere nella giustizia e nella pace anche quando subiscono ingiustizie e hanno chi gli mette il bastone tra le ruote… La ricompensa è quella santità di chi sperimenta il cielo dentro di se… La più grande ricompensa. Il grande desiderio di tutti, ciò che alimenta il fuoco della vita senza permettergli di spegnersi mai. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio onnipotente ed eterno, che doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare in un’unica festa i meriti e la gloria di tutti i Santi, concedi al tuo popolo, per la comune intercessione di tanti nostri fratelli, l’abbondanza della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (Ap 7,2-4.9-14) Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio». E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele. Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello». E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen». Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello». SALMO RESPONSORIALE (Sal 23) Rit. Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore. Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. È lui che l’ha fondato sui mari e sui fiumi l’ha stabilito. Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli. Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. SECONDA LETTURA (1Gv 3,1-3) Vedremo Dio così come egli è. Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. VANGELO (Mt 5,1-12) Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. + Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». |
dedicato alle ANIME dei DEFUNTI
La pietà cristiana dedica questo mese al ricordo dei defunti. Un mese intero per ricordare e rinsaldare il legame di solidarietà che esiste tra chi è ancora pellegrino sulla terra e chi ci ha preceduti nella vita eterna.
Un mese intero in cui devono essere più numerose le azioni di suffragio per i nostri cari defunti. Ma anche per tutti i defunti indistintamente, compresi quelli che nessuno più ricorda, ma che da Dio sono amati e conosciuti per nome.
Un mese intero per meditare che cos'è il peccato, che ha portato la morte nel mondo. E per pensare che su questa terra siamo solo dei viandanti senza borsa e senza sandali, che non hanno paura della morte, perché sentono nostalgia della vera patria, più grande e più bella di questo mondo, e vivono in modo da poterla raggiungere.
Oggi come forse mai, i non credenti sono protesi verso la ricerca del piacere, e tanti credenti sono animati da una sorta di ottimismo spensierato, come se tutto alla fine dovesse finire bene, come in certi tipi di films. Allora il mese di novembre viene a richiamarci a quelle sobrie verità che i nostri ragionamenti non potranno mai cambiare. In tal modo le verità circa la sorte dell'uomo dopo la morte, rivelataci da Cristo, spazzano via tutte le tenebre, tutte le perplessità, tutti i nostri dubbi per far luce alle sue parole: «Io sono la via, la verità, la vita».
ESEMPIO: Racconta il padre Lacordaire che un celebre principe polacco stava scrivendo un libro contro l'immortalità dell'anima. Un giorno, mentre il principe passeggiava nel suo giardino, gli si avvicinò una povera donna, che, tutta afflitta, gli chiese un'elemosina per far celebrare una messa in suffragio di suo marito defunto. Il principe, benché miscredente, prese di tasca una moneta e la consegnò alla donna. Passano alcuni giorni, e una sera il principe era inténto a ritoccare il suo manoscritto quando a un certo punto alza gli occhi e vede davanti a sé un uomo, che gli dice: «principe, io sono il marito di quella donna a cui avete regalato una moneta per una messa in mio suffragio. Vengo dal purgatorio per ringraziarvi della carità che avete fatto a mia moglie e a me, e a ricambiarvela col dirvi: c'è un'altra vita».
FIORETTO: Raccomandiamo a s. Giuseppe, patrono dei moribondi, chi oggi è in fin di vita.
GIACULATORIA: Confido in te Signore e nell'immenso tuo amore.
PREGHIERA: O Dio onnipotente ed eterno, Signore dei vivi e dei morti, pieno di misericordia verso tutte le tue creature, concedi il perdono e la pace a tutti i nostri fratelli defunti, perché immersi nella tua beatitudine ti lodino senza fine. Amen!