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La Liturgia di Sabato 28 Gennaio 2017

27/1/2017

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28.1.2017 - San Tommaso d'Aquino Sacerdote e dottore della Chiesa
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Domenicano (1244), formatosi nel monastero di Montecassino e nelle grandi scuole del tempo, e divenuto maestro negli studi di Parigi, Orvieto, Roma, Viterbo e Napoli, impresse al suo insegnamento un orientamento originale e sapientemente innovatore. Affidò a molti scritti impegnati e specialmente alla celebre ‘Summa’ la sistemazione geniale della dottrina filosofica e teologica raccolta dalla tradizione. Ha esercitato un influsso determinante sull’indirizzo del pensiero filosofico e della ricerca teologica nelle scuole dei secoli seguenti. (Mess. Rom.)

Colletta
O Dio, che in san Tommaso d’Aquino  
hai dato alla tua Chiesa  
un modello sublime di santità e di dottrina,  
donaci la luce per comprendere i suoi insegnamenti  
e la forza per imitare i suoi esempi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 11,1-2.8-19)
Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso.

Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.

SALMO RESPONSORIALE (Lc 1,68-75)
Rit: Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo.

Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo. 

Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza. 

Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

VANGELO (Mc 4,35-41) 
Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono? 

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. 
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». 
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Commento
Prendiamolo così com'è, il Signore, anche se non lo capiamo, anche se ci mette continuamente in crisi, anche se le sue parole sono troppo taglienti. Prendiamolo a bordo, come hanno saputo fare i discepoli e così, durante le tempeste della nostra vita, ci accorgeremo di quanto egli sia presente, anche se pare che dorma. Quanto è doloroso il sonno di Dio! Quanto ci spaventa e ci inquieta! Eppure, nella vita, interiore, succede di passare dei tempi, e dei lunghi tempi, talvolta, senza percepire la sua presenza, afflitti, scoraggiati persi, con la barca ormai piena d'acqua. Animo, fratello che sperimenti il silenzio di Dio! Coraggio, sorella che sperimenti l'abbandono e la disperazione! Anche se Dio pare lontano, anche se sembra indifferente o, peggio, cinico e crudele, egli è il presente. Discreto, silenzioso, immobile, ma presente. Paolo stesso sperimenterà, alla fine della sua vita, il silenzio di Dio. Attraverso il rifiuto e l'abbandono della comunità di Roma, che Paolo raggiunge nel momento della persecuzione, Paolo sperimenta in sé la spogliazione interiore e si dichiara pronto a morire come il suo Gesù, nella dimenticanza di tutti.
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a sera
MESSA PREFESTIVA della 
IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
ANNO A - RITO ROMANO
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