24.11.2018 - Santi Andrea Dung-Lac e compagni ===================================== Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Rosso Il cattolicesimo giunse in Vietnam sul finire del secolo XVI, ma fu continuamente osteggiato dai regnanti locali: tra i secoli XVII e XIX, si susseguirono più di 50 editti contro i cristiani, che provocarono l’uccisione di circa 130 mila fedeli. 117 di essi, beatificati negli anni 1900, 1906, 1909 e 1951, sono stati unificati in un solo gruppo e canonizzati da san Giovanni Paolo II, che li ha anche dichiarati Patroni del Vietnam con la Lettera apostolica «Si quidem cunctis» del 14 dicembre 1990. Il gruppo comprende: 8 vescovi, 50 sacerdoti, 59 laici (tra cui medici, militari, molti padri di famiglia e una madre di famiglia). A rappresentarli tutti, il Martirologio Romano nomina Andrea Dung-Lac, prima catechista e poi sacerdote, che riscuote in Vietnam una particolare devozione. La data della memoria liturgica unitaria è il 24 novembre, giorno nel quale morirono tre di essi. Colletta O Dio, origine e fonte di ogni paternità, che hai reso fedeli alla croce del tuo Figlio fino all'effusione del sangue, i santi Andrea Dung-Lac e compagni martiri, per la loro comune intercessione fa' che diventiamo missionari e testimoni del tuo amore fra gli uomini, per chiamarci ad essere tuoi figli. Per il nostro Signore ... PRIMA LETTURA (Ap 11,4-12) Questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra. Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo A me Giovanni, fu detto: «[Ecco i miei due testimoni]». Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di fare loro del male. Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiare l’acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli, tutte le volte che lo vorranno. E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso. Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra. Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: «Salite quassù» e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano. Parola di Dio SALMO RESPONSORIALE (Sal 144) Rit: Benedetto il Signore, mia roccia. Benedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia. Mio alleato e mia fortezza, mio rifugio e mio liberatore, mio scudo in cui confido, colui che sottomette i popoli al mio giogo. O Dio, ti canterò un canto nuovo, inneggerò a te con l’arpa a dieci corde, a te, che dai vittoria ai re, che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua. VANGELO (Lc 20,27-40) Dio non è dei morti, ma dei viventi. + Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda. Parola del Signore Commento Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui. L'assurdo caso che i sadducei presentano a Gesù per smentire la fede nella resurrezione ha almeno ottenuto il risultato di donarci una parola straordinaria. In un raffinato (e per molti versi incomprensibile) scontro teologico Gesù, che dimostra di conoscere molto bene la Scrittura, parla della teofania di Dio a Mosè, quando il Dio dei patriarchi li cita al presente, non al futuro, lasciando intendere che sono vivi e vegeti e confermando, così, la solidità della fede nella sopravvivenza, negata dai sadducei. Il nostro è un Dio dei vivi, non dei morti. Spiegatelo a quei tali, ancora tanti nei nostri paesi!, che entrano in chiesa solo per i funerali. O ai giovani che, complice anche qualche cristiano irrigidito e stanco, pensano che la fede sia una cosa che riguarda gli ultraottantenni. Il nostro è un Dio vivo, che agisce, interviene, irrompe nella Storia (anche nella nostra piccola storia) per indirizzarla verso la pienezza. E noi viviamo in lui. La vita che portiamo nel cuore, il desiderio di felicità e di bene, l'anelito alla pienezza sono suo dono. Viviamo da vivi! |
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