16.9.2917 - Santi Cornelio e Cipriano ============================ Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Rosso CORNELIO (210 c. - 253), pontefice e pastore di animo grande e misericordioso, molto operò per il recupero e la riconciliazione dei cristiani che avevano ceduto alle persecuzioni, mentre difese l’unità della Chiesa contro gli scismatici novaziani, confortato dalla solidarietà di san Cipriano. Morì a Civitavecchia (Roma), esiliato dall’imperatore Gallo, e fu sepolto nel cimitero di Callisto. CIPRIANO (Cartagine, Tunisia, 210 c. - Sesti, presso Cartagine, 14 settembre 258), convertitosi dal paganesimo nel 245, divenne vescovo di Cartagine nel 249. Fra i massimi esponenti, insieme a Tertulliano, della prima latinità cristiana, nel suo magistero diede un notevole contributo alla dottrina sull’unità della Chiesa raccolta intorno all’Eucaristia sotto la guida del vescovo. Morì martire nella persecuzione di Valeriano. I loro nomi sono nell’elenco del Canone Romano Colletta O Dio, che hai dato al tuo popolo i santi Cornelio e Cipriano, pastori generosi e martiri intrepidi, con il loro aiuto rendici forti e perseveranti nella fede, per collaborare assiduamente all'unità della Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo ... PRIMA LETTURA (1Tm 1,15-17) Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori. Figlio mio, questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. SALMO RESPONSORIALE (Sal 112) Rit: Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre. Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre. Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. Su tutte le genti eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria. Chi è come il Signore, nostro Dio, che si china a guardare sui cieli e sulla terra? Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero. VANGELO (Lc 6,43-49) Perché mi invocate: Signore, Signore! e non fate quello che dico? In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande». Commento Non si raccoglie uva da un rovo! Gesù chiede di giudicare noi stessi e le persone che ci stanno accanto dai frutti che portiamo. Non basta professare la propria fede, declamare i princìpi, affermare con forza le scelte evangeliche se poi siamo delle pessime persone. E, ahimé, quante volte ho visto avverarsi questa tristissima situazione! Cristiani impegnati, religiosi addirittura, comportarsi in maniera disumana nei confronti del proprio confratello ammalato o rispetto ai propri dipendenti... E, viceversa, vedere persone sé dicenti non credenti o agnostiche, comportarsi con una correttezza e una compassione che difficilmente ho trovato fra noi discepoli. Gesù è molto realista e aperto allo stupore: non siamo noi a dire a Dio cosa deve fare, è lui che suscita torrenti di bene anche in persone all'apparenza lontane dalla fede. Guardiamo ai frutti allora, anche se provengono da alberi all'apparenza rinsecchiti o belli contorti, e, quando ci mettiamo alla presenza del Signore, alla luce del Vangelo, misuriamo la nostra crescita spirituale dalle buone opere di giustizia e di misericordia che sappiamo fare, perché abbiamo costruito la casa sulla roccia... |
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