12.11.2016 - San Giosafat ==================== Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Rosso San Giosafat, nato a Wolodymyr in Volynia (Ucraina) nel 1580 c. da genitori ortodossi, aderì alla Chiesa Rutena unita a Roma. Accolto nell’Ordine monastico Basiliano (1604), fu poi arcivescovo di Polozk (1617). Nella sua missione operò incessantemente per la promozione religiosa e sociale dei popoli e per l’unità dei cristiani incontrando l’ostilità dei potente. Per questo morì martire (Vitebsk, Bielorussia, 12 novembre 1623). Colletta Suscita nella Chiesa, o Padre, il tuo Santo Spirito, che mosse il vescovo san Giosafat a dare la vita per il suo popolo, perché, fortificati dallo stesso Spirito, non esitiamo a donare la nostra vita per i fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA - 3Gv 1,5-8 Dobbiamo accogliere i fratelli per diventare collaboratori della verità. Carissimo [Gaio], tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché stranieri. Essi hanno dato testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa; tu farai bene a provvedere loro il necessario per il viaggio in modo degno di Dio. Per il suo nome, infatti, essi sono partiti senza accettare nulla dai pagani. Noi perciò dobbiamo accogliere tali persone per diventare collaboratori della verità. SALMO RESPONSORIALE - Sal 111 Rit: Beato l’uomo che teme il Signore. Beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia. Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. Prosperità e ricchezza nella sua casa, la sua giustizia rimane per sempre. Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti: misericordioso, pietoso e giusto. Felice l’uomo pietoso che dà in prestito, amministra i suoi beni con giustizia. Egli non vacillerà in eterno: eterno sarà il ricordo del giusto. VANGELO - Lc 18,1-8 Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui. In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Commento "MA IL FIGLIO DELL'UOMO, QUANDO VERRA', TROVERA' LA FEDE SULLA TERRA?" La fede ottiene tutto, attraverso l'insistenza. Insistenza che esprime la fedeltà nell'atteggiamento della fede. Insistenza che esprime la potenza della preghiera fatta con fede. Insistenza che esprime la coscienza di essere davanti a colui che può. Insistenza che esprime la totale e piena fiducia in chi ci può difendere. Però, tutto con fede. Senza la fede, tutto questo è vano. Senza la fede, l'insistenza scoccia e basta. Senza la fede, chiediamo a vuoto e non otterremo mai. La richiesta fiduciosa mette in rapporto tra chi prega e chi è pregato. Chi prega affina la purezza dei propri atteggiamenti di richiesta. Chi è pregato appare fino in fondo con l'identità che sgorga dal chiedere. La vedova importuna, ma con fede. Con profondo rispetto e con una riconoscenza già preveniente. Chiede con insistenza sapendo che giungerà a un risultato prima o poi. Chiede a colui che può perché sa che Egli saprà trovare per lei la strada INSISTERE INSISTERE CON NOI STESSI AFFINCHE' LA PREGHIERA SI AVVERI. |
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