2.9.2017 - Sabato della XXI settimana del Tempo Ordinario ============================================ Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde Colletta O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (1Ts 4,9-11) Avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri. Fratelli, riguardo all’amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e questo lo fate verso tutti i fratelli dell’intera Macedònia. Ma vi esortiamo, fratelli, a progredire ancora di più e a fare tutto il possibile per vivere in pace, occuparvi delle vostre cose e lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato. SALMO RESPONSORIALE (Sal 97) Rit: Il Signore viene a giudicare i popoli con rettitudine. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. Risuoni il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi abitanti. I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne. Davanti al Signore che viene a giudicare la terra: giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine. VANGELO (Mt 25,14-30) Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Commento Viviamo nell'attesa del ritorno dello sposo, come ci ricordava la parabola delle vergini di ieri. Un ritorno glorioso, nella pienezza della storia, dopo la prima venuta nella carne e quella intermedia in ciascuno di noi. Siamo invitati ad attendere, ci dicevamo. Ma senza oziare, aggiunge Matteo. Il discepolo cui viene affidato l'annuncio del Regno non resta con le mani in mano in attesa del disfacimento del mondo, ma realizza succursali del Regno là dove vive, piccole esperienze di Chiesa che anticipano e accelerano la venuta del Signore. La parabola dei talenti dice due cose fondamentali: a ciascuno di noi è dato tantissimo e a ciascuno sarà chiesto in proporzione a ciò che ha abbondantemente ricevuto. Un talento d'oro ha un valore enorme, sono quasi trenta chilogrammi di metallo prezioso! Valiamo molto perché molto ci è stato donato, valiamo molto e siamo chiamati a scoprire di quali doni il Signore ci ha ricolmati perché siano messi a disposizione dei fratelli. Passare il tempo a lamentarsi di ciò che non si ha, invece di gioire per ciò che si è, è fare un grave torto alla straordinaria generosità di Dio nei nostri confronti. |
Oggi nella Diocesi di Bergamo SANTI ALBERTO E VITO, MONACI Memoria fac. Alberto nacque a Prezzate all’inizio del secolo XI. Lasciata la vita delle armi, ricevette a Cluny, dalle mani di S. Ugo, l’abito monastico. Ritornato in patria fondò sui suoi possedimenti il monastero di S. Giacomo a Pontida, aiutato in questo dal monaco Vito. Morì a Pontida nel 1096. Le sue reliquie, con quelle di S. Vito, rimasero nella chiesa del monastero fino al 1373, quando furono traslate nella basilica cittadina di Santa Maria Maggiore, fatte oggetto di grande venerazione dal clero e dal popolo di Bergamo. Nel 1911, restaurata la vita monastica con il ritorno dei monaci Benedettini a Pontida, le reliquie dei due Santi furono solennemente riportate nella basilica di S. Giacomo. Orazione O Dio, che nei santi monaci Alberto e Vito hai offerto alla tua Chiesa dei modelli di perfezione evangelica, concedi a noi, nelle vicende mutevoli della vita, di cercare sempre solo te e di aderire con tutte le forze al tuo regno di verità, di giustizia e di pace. Per il nostro Signore. |