31.1.2018 - San Giovanni Bosco ======================== Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco Grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra i più bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”. Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”. Colletta O Dio, che in san Giovanni Bosco hai dato alla tua Chiesa un padre e un maestro dei giovani, suscita anche in noi la stessa fiamma di carità a servizio della tua gloria per la salvezza dei fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (2Sam 24,2.9-17) Io ho peccato facendo il censimento; ma queste pecore che hanno fatto? In quei giorni, il re Davide disse a Ioab, capo dell’esercito a lui affidato: «Percorri tutte le tribù d’Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del popolo, perché io conosca il numero della popolazione». Ioab consegnò al re il totale del censimento del popolo: c’erano in Israele ottocentomila uomini abili in grado di maneggiare la spada; in Giuda cinquecentomila. Ma dopo che ebbe contato il popolo, il cuore di Davide gli fece sentire il rimorso ed egli disse al Signore: «Ho peccato molto per quanto ho fatto; ti prego, Signore, togli la colpa del tuo servo, poiché io ho commesso una grande stoltezza». Al mattino, quando Davide si alzò, fu rivolta questa parola del Signore al profeta Gad, veggente di Davide: «Va’ a riferire a Davide: Così dice il Signore: “Io ti propongo tre cose: scegline una e quella ti farò”». Gad venne dunque a Davide, gli riferì questo e disse: «Vuoi che vengano sette anni di carestia nella tua terra o tre mesi di fuga davanti al nemico che ti insegue o tre giorni di peste nella tua terra? Ora rifletti e vedi che cosa io debba riferire a chi mi ha mandato». Davide rispose a Gad: «Sono in grande angustia! Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore, perché la sua misericordia è grande, ma che io non cada nelle mani degli uomini!». Così il Signore mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a Bersabea morirono tra il popolo settantamila persone. E quando l’angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per devastarla, il Signore si pentì di quel male e disse all’angelo devastatore del popolo: «Ora basta! Ritira la mano!». L’angelo del Signore si trovava presso l’aia di Araunà, il Gebuseo. Davide, vedendo l’angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: «Io ho peccato, io ho agito male; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano venga contro di me e contro la casa di mio padre!». SALMO RESPONSORIALE (Sal 31) Rit: Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato. Beato l’uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato. Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto e nel cui spirito non è inganno. Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. Per questo ti prega ogni fedele nel tempo dell’angoscia; quando irromperanno grandi acque non potranno raggiungerlo. Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia, mi circondi di canti di liberazione. Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia. VANGELO (Mc 6,1-6) Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria. In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Commento Sono increduli, i concittadini di Gesù. Allibiti dal falegname che si è fatto profeta. come può parlare, visto che non ha studiato? Come fa a fare il profeta, visto che conosciamo tutti i suoi famigliari? Gesù, come spesso accade, smonta le nostre pretese, delude le nostre aspettative. Gesù è poco "spirituale" per i suoi concittadini, non è come si sarebbero aspettati il Messia. In casa molti hanno un tavolo costruito da suo padre o uno sgabello costruito da lui, giovane figlio. Perché si vende come profeta? E lo stupore e l'incredulità dei famigliari diventano stupore di Gesù che non capisce proprio la loro diffidenza. A volte anche noi facciamo così: ci aspettiamo che Dio si manifesti in maniera eclatante, straordinaria, con grande trambusto. Non capiamo, invece, l'agire dimesso di Dio che ci raggiunge nelle cose di tutti i giorni, nelle piccole gioie che sperimentiamo. Sta a noi scrollarci di dosso l'incredulità, per individuare, nelle vicende di tutti i giorni, il volto impercettibile e discreto di Dio che ancora si affaccia sulle nostre solitudini. Accogliamo la profezia, anche quando proviene da persone banali e affatto spirituali, che Dio usa per raggiungerci là dove viviamo. |
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