27.9.2017 - San Vincenzo de' Paoli ========================== Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco Vincenzo (Pony presso Dax, Francia, 1581 – Parigi, Francia, 27 settembre 1660), sacerdote, parroco si dedicò dapprima all’evangelizzazione delle popolazioni rurali, fu cappellano delle galere e apostolo della carità in mezzo ai poveri, i malati e i sofferenti. Alla sua scuola si formarono sacerdoti, religiosi e laici che furono gli animatori della Chiesa di Francia, e la sua voce si rese interprete dei diritti degli umili presso i potenti. Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi – 1625) e insieme a santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633). Colletta O Dio, che per il servizio dei poveri e la formazione dei tuoi ministri hai donato al tuo sacerdote san Vincenzo de’ Paoli lo spirito degli Apostoli, fa’ che, animati dallo stesso fervore, amiamo ciò che egli ha amato e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (Esd 9,5-9) Nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati. Io, Esdra, all’offerta della sera mi alzai dal mio stato di prostrazione e, con il vestito e il mantello laceri, caddi in ginocchio e stesi le mani al Signore, mio Dio, e dissi: «Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare la faccia verso di te, mio Dio, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpa è grande fino al cielo. Dai giorni dei nostri padri fino ad oggi noi siamo stati molto colpevoli, e per le nostre colpe noi, i nostri re, i nostri sacerdoti siamo stati messi in potere di re stranieri, in preda alla spada, alla prigionia, alla rapina, al disonore, come avviene oggi. Ma ora, per un po’ di tempo, il Signore, nostro Dio, ci ha fatto una grazia: di lasciarci un resto e darci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un po’ di sollievo nella nostra schiavitù. Infatti noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia, per conservarci la vita ed erigere il tempio del nostro Dio e restaurare le sue rovine, e darci un riparo in Giuda e a Gerusalemme». SALMO RESPONSORIALE (Tob 13) Rit: Benedetto Dio che vive in eterno. Benedetto Dio che vive in eterno, benedetto il suo regno; egli castiga e ha compassione. Fa scendere agli inferi, nelle profondità della terra, e fa risalire dalla grande perdizione: nessuno sfugge alla sua mano. Lodatelo, figli d’Israele, davanti alle nazioni, perché in mezzo ad esse egli vi ha disperso e qui vi ha fatto vedere la sua grandezza. Date gloria a lui davanti a ogni vivente, poiché è lui il nostro Signore, il nostro Dio, lui il nostro Padre, Dio per tutti i secoli. Vi castiga per le vostre iniquità, ma avrà compassione di tutti voi e vi radunerà da tutte le nazioni, fra le quali siete stati dispersi. VANGELO (Lc 9,1-6) Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. Commento Che mistero, amici lettori! Gesù affida ai suoi discepoli, a noi, il prezioso messaggio del Vangelo. Ci coinvolge, ci chiede, ci affida la Parola come il Padre l'ha affidata a Lui. Nonostante la nostra fragilità, attraverso i nostri limiti, il Signore Gesù ci dona la gioia di potere dire ad ogni uomo che Dio lo ama e che egli è prezioso nell'immenso progetto che egli ha sul mondo. Ma per annunciare Gesù chiede uno stile particolare, fatto di essenzialità (pochi mezzi!), di comunione (non è un'esperienza solitaria ma fatta insieme), di condivisione (restare nella città, non passarvi di sfuggita), di tolleranza e pace (non c'è spazio per il fanatismo religioso). A queste parole dobbiamo continuamente verificare il nostro stile, la nostra pastorale, i nostri gruppi e movimenti, le nostre progettazioni. La Chiesa è a servizio dell'annuncio o non è, e lo è solo se assolve con precisione al mandato del Signore. In questi tempi ostili e difficili per i discepoli del Nazareno, dobbiamo forse recuperare la franchezza evangelica e la misericordia, per essere liberi di annunciare la novità del Signore Gesù. Non c'è nulla di più difficile che annunciare il vangelo ai cristiani! |
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