23.8.2017 - Mercoledì della XX settimana del Tempo Ordinario =============================================== Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde Colletta O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (Gdc 9,6-15) Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re. In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem. Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi! Si misero in cammino gli alberi per ungere un re su di essi. Dissero all’ulivo: “Regna su di noi”. Rispose loro l’ulivo: “Rinuncerò al mio olio, grazie al quale si onorano dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?”. Dissero gli alberi al fico: “Vieni tu, regna su di noi”. Rispose loro il fico: “Rinuncerò alla mia dolcezza e al mio frutto squisito, e andrò a librarmi sugli alberi?”. Dissero gli alberi alla vite: “Vieni tu, regna su di noi”. Rispose loro la vite: “Rinuncerò al mio mosto, che allieta dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?”. Dissero tutti gli alberi al rovo: “Vieni tu, regna su di noi”. Rispose il rovo agli alberi: “Se davvero mi ungete re su di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano”». SALMO RESPONSORIALE (Sal 20) Rit: Signore, il re gioisce della tua potenza! Signore, il re gioisce della tua potenza! Quanto esulta per la tua vittoria! Hai esaudito il desiderio del suo cuore, non hai respinto la richiesta delle sue labbra. Gli vieni incontro con larghe benedizioni, gli poni sul capo una corona di oro puro. Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa, lunghi giorni in eterno, per sempre. Grande è la sua gloria per la tua vittoria, lo ricopri di maestà e di onore, poiché gli accordi benedizioni per sempre, lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto. VANGELO (Mt 20,1-16) Sei invidioso perché io sono buono? In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Commento La chiave di interpretazione di questa parabola è tutta in una annotazione terribile: i lavoranti che da più tempo hanno faticato, quelli che sono in vigna dal mattino presto, vedendo dare un denaro agli operai dell'ultima ora, pensano: allora a noi darà di più del pattuito. Vedendosi però pagati nello stesso modo, non hanno il coraggio di chiedere di più per loro e, allora, chiedono di meno per gli altri. Un denaro, amici, era il salario minimo per poter vivere, lo stretto indispensabile per potere sfamare una famiglia. Gli operai della prima ora - dal cuore piccino - chiedono per i compagni di fatica meno del necessario per vivere, non avendo il coraggio di chiedere, come forse sarebbe stato giusto, qualcosa di più per loro. Mistero della nostra inquietante fragilità, del demone che abita nel profondo di ciascuno di noi! Quando impareremo a ragionare come Dio che fa piovere sui buoni e sui malvagi? Quando impareremo a gioire della gioia degli altri? Quando usciremo dalla piccola mentalità del ragioniere del meritarci o meno la salvezza? Dio è gratis, amici, approfittatene, accorgetevene, convertitevi. E impariamo da lui a giudicare noi stessi e gli altri, dando a ciascuno il necessario per viverre, rispettandone la dignità. E se siamo operai della prima ora, rendiamo grazie a Dio che ci ha concesso di lavorare nella sua vigna tutto il santo giorno! |
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