============================ 16.9.2015 - Santi Cornelio e Cipriano ============================ Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Rosso CORNELIO (251-253), pontefice e pastore di animo grande e misericordioso, molto operò per il recupero e la riconciliazione dei cristiani che avevano ceduto alle persecuzioni, mentre difese l’unità della Chiesa contro gli scismatici novazioni, confortato dalla solidarietà di san Cipriano. Morì a Civitavecchia (Roma), esiliato dall’imperatore Gallo, e fu sepolto nel cimitero di Callisto. CIPRIANO (Cartagine, Tunisia, c.210 – Sesti, presso Cartagine, 14 settembre 258), convertitosi dal paganesimo nel 245, divenne vescovo di Cartagine nel 249. Fra i massimi esponenti, insieme a Tertulliano, della prima latinità cristiana, nel suo magistero diede un notevole contributo alla dottrina sull’unità della Chiesa raccolta intorno all’Eucaristia sotto la guida del vescovo. Morì martire nella persecuzione di Valeriano. I loro nomi sono nell’elenco del Canone Romano. Colletta O Dio, che hai dato al tuo popolo i santi Cornelio e Cipriano, pastori generosi e martiri intrepidi, con il loro aiuto rendici forti e perseveranti nella fede, per collaborare assiduamente all'unità della Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo ... PRIMA LETTURA (1Tm 3,14-16) Grande è il mistero della vera religiosità. Figlio mio, ti scrivo tutto questo nella speranza di venire presto da te; ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità. Non vi è alcun dubbio che grande è il mistero della vera religiosità: egli fu manifestato in carne umana e riconosciuto giusto nello Spirito, fu visto dagli angeli e annunciato fra le genti, fu creduto nel mondo ed elevato nella gloria. SALMO RESPONSORIALE (Sal 110) Rit: Grandi sono le opere del Signore. Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, tra gli uomini retti riuniti in assemblea. Grandi sono le opere del Signore: le ricerchino coloro che le amano. Il suo agire è splendido e maestoso, la sua giustizia rimane per sempre. Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie: misericordioso e pietoso è il Signore. Egli dà il cibo a chi lo teme, si ricorda sempre della sua alleanza. Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere, gli diede l’eredità delle genti. VANGELO (Lc 7,31-35) Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli». Commento I SEGNI DI DIO NON SONO COMPRESI DA QUESTA GENERAZIONE Rieducare ai segni. E' una missione importante, necessaria e urgente. In questa generazione la Chiesa è chiamata a portare l'infinito in segno. Rieducare alla lettura dei segni, per poter accedere all'infinita loro verità. Il richiamo fatto dai profeti missionari dei segni è ancora vano, pure oggi. La Chiesa intera forse non ha questa attenzione al segno dato in Cristo. La condivisione, ci mostra l'evangelo con l'esempio dei bambini che suonano la melodia ai compagni, è il primo segno da recuperare, per tutti e in tutte le occasioni. L'ascolto è un altro segno, fatto proprio attraverso la melodia della musica di Dio: la sua Parola. Spesso questa è interpretata, studiata e spiegata, ma non ascoltata nella condivisione. Un ascolto non è ancora un vero e proprio segno; ma un ascolto condiviso lo è, e sempre più evidente e efficace. La festa e il lutto sono gli altri segni che nella condivisione e nell'ascolto possono ricevere ulteriore spinta di efficacia e di verità per una comprensione del segno. Imparare a vivere insieme una festa, e partecipare nella condivisione all'esperienza del lutto segnano l'inizio e la fine della generazione, comprendendola in pieno, quale segno che apre a tutti gli altri. |
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