12.10.2016 - Mercoledì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) ============================================================ Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde Colletta Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, Signore, perché, sorretti dal tuo paterno aiuto, non ci stanchiamo mai di operare il bene. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA - Gal 5,18-25 Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni. Fratelli, se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. SALMO RESPONSORIALE - Sal 1 Rit: Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita. Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina. VANGELO - Lc 11,42-46 Guai a voi, farisei; guai a voi dottori della legge. In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». Commento QUANDO DIVENTIAMO LUOGHI DI MORTE E DI MORTALITA'... L'esteriorità che ci prende e che ci assilla quasi fossimo schiavi delle apparenze e dell'impressione fatta agli altri diventa una tomba, un sepolcro che fa sperimentare in chi ci incontra l'esperienza della morte e della mortalità morale. L'essere invaghiti di noi stessi di fronte agli altri e ai loro giudizi ci rende incapaci ad affrontare quello che siamo, e ci rende attivi invece nel mostrare agli altri quello che non siamo veramente, ma che a noi interessa far apparire comunque di noi: l'osservanza della regola fin nelle minuzie, per poter essere considerati giusti; i primi posti nei seggi della preghiera recitata, per poter essere considerati maestri; le apparenze nostre in ordine e ammirazione, per poter così ergerci a giudici sugli altri. Gesù ripercorre queste realtà che rendono la persona deformata da uno stile di morte e invita a cogliere invece il dono della conversione, dell'umiltà e della comprensione di ciò che ognuno è in sè e attorno a sè per poter essere strumento e occasione di vita, segno di essa. SPESSO QUELLO CHE NON SIAMO LO FACCIAMO, MENTRE NON FACCIAMO MAI QUELLO CHE SIAMO. La sintonia con quello che sono diventa il segno della vita rinnovata. oggi NOSTRA SIGNORA DI APARECIDA La storia della Nostra Signora di Aparecida comincia nel 1717, quando si seppe che il conte di Assumar, don Pedro di Almeida e del Portogallo, governatore della Provincia di San Paolo e Minas Gerais, si sarebbe fermato nel villaggio di Guaratinguetá, durante il suo viaggio verso Vila Rica, l'odierna Ouro Preto in Minas Gerais. Per questa occasione, alcuni pescatori furono incaricati di fornire il pesce per il banchetto da tenersi il giorno dopo, in occasione della visita del conte. Tre pescatori, Domingos Garcia, Filipe Pedroso e João Alves, andarono a pescare nel fiume Paraíba. Dopo alcuni tentativi infruttuosi, gettarono le reti in un'area chiamata Porto Itaguaçu. João Alves trovò nella sua rete una statua della Madonna, ma le mancava la testa. Gettò nuovamente le reti e questa volta vi era la testa della statua. In seguito i tre pescatori provarono a gettare le reti e queste si riempirono di pesci. Per 15 anni la statua rimase nella casa di Felipe Pedroso, dove i vicini si riunivano per pregare il rosario. La devozione comincio a diffondersi: alcuni fedeli, che avevano pregato davanti alla statua, affermarono di aver ricevuto delle grazie. Il culto si diffuse in tutto il Brasile. Nella tradizione brasiliana, la Vergine Aparecida (Apparsa), sotto il nome di Immacolata Concezione, divenne la patrona della città di San Paolo in seguito ad un episodio risalente al XVIII secolo, quando alcuni pescatori, gettando le reti nel fiume Paraiba, portarono in superfice una statua decapitata della Vergine Nera e in un secondo momento la testa. La devozione alla Vergine Immacolata Concezione “Aparecida”, con il passare degli anni divenne sempre più grande, e furono ottenute molte grazie. Nel 1737 venne così costruita una cappella per accogliere i numerosi fedeli. PREGHIERA Madre Aparecida, come Te un giorno, così mi sento oggi davanti a te e a Dio, che ci propone per la vita una missione i cui contorni e limiti non conosciamo, le cui esigenze intravediamo appena. Ma, nella Tua fede grazie alla quale “nulla è impossibile a Dio”, Tu, o Madre, non hai esitato ed io non posso esitare. C. Ecco la Serva del Signore. Avvenga per me secondo la tua parola Così, o Te, come Te, io abbraccio la mia missione. Nelle tue mani pongo la mia vita, E andiamo, Tu-Madre ed Io-Figlio, a camminare insieme, credere insieme, lottare insieme, vincere insieme, come sempre insieme camminaste Tu e Tuo Figlio. C. Donna, ecco tuo figlio! Figlio, ecco tua Madre! Madre Aparecida, un giorno portasti Tuo Figlio al tempio per consacrarlo al Padre perché fosse totalmente disponibile alla missione. Portami oggi dallo stesso Padre, consacrami a Lui con tutto quello che sono e con tutto quello che ho. C. Sono qui! Inviami! Madre Aparecida, pongo nelle Tue mani e porto al Padre i nostri e Tuoi giovani, la Giornata Mondiale della Gioventù: quanta forza, quanta vita, e quanto dinamismo che germoglia ed esplode e che può essere al servizio della vita, dell’umanità. C. Accogli e santifica, o Padre, la Tua gioventù! Infine, Madre, ti chiediamo: rimani qui, accogli sempre i Tuoi figli e figlie pellegrini, ma vieni anche con noi, stai sempre al nostro fianco ed accompagna nella missione la grande famiglia di fedeli, soprattutto quando la Croce pesa di più, sostieni la nostra speranza e la nostra fede. C. Sii fedele fino alla morte ed io ti darò la corona della vita! Amen |
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