7.12.2016 - Sant'Ambrogio ===================== Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco Ambrogio (Treviri, Germania, c. 340 – Milano, 4 aprile 397), di famiglia romana cristiana, governatore delle province del nord Italia, fu acclamato vescovo di Milano il 7 dicembre 374. Rappresenta la figura ideale del vescovo, pastore, liturgo e mistagogo. Le sue opere liturgiche, i commentari delle Scritture, i trattati ascetico-morali restano memorabili documenti del magistero e dell’arte di governo. Guida riconosciuta nella Chiesa occidentale, in cui trasfonde anche la ricchezza della tradizione orientale, estese il suo influsso in tutto il mondo latino. In epoca di grandi trasformazioni culturali e sociali, la sua figura si impose come simbolo di libertà e di pacificazione. Diede particolare risalto pastorale ai valori della verginità e del martirio. Autore di celebri testi liturgici, è considerato il padre della liturgia ambrosiana. Colletta O Dio, che nel vescovo sant’Ambrogio ci hai dato un insigne maestro della fede cattolica e un esempio di apostolica fortezza, suscita nella Chiesa uomini secondo il tuo cuore, che la guidino con coraggio e sapienza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA (Is 40,25-31) Il Signore dà forza a chi è stanco. «A chi potreste paragonarmi, quasi che io gli sia pari?» dice il Santo. Levate in alto i vostri occhi e guardate: chi ha creato tali cose? Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito e le chiama tutte per nome; per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza non ne manca alcuna. Perché dici, Giacobbe, e tu, Israele, ripeti: «La mia via è nascosta al Signore e il mio diritto è trascurato dal mio Dio»? Non lo sai forse? Non l’hai udito? Dio eterno è il Signore, che ha creato i confini della terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi. SALMO RESPONSORIALE (Sal 102) Rit: Benedici il Signore, anima mia. Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. VANGELO (Mt 11,28-30) Venite a me, voi tutti che siete stanchi. In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Commento "VENITE A ME..." Venire a Lui. Lui viene a noi. Un incontro. Il ristoro di Gesù offerto a chi è "affaticato e oppresso" nella vita diventa motivo del ricevere in dono il suo "giogo dolce, il suo carico leggero". Il ristorare che Gesù offre all'uomo è la sua presenza, questo "giogo" che sulle nostre spalle è il primo "angelo custode" che guida, protegge e governa il nostro cammino. Andare a Lui e averlo come guida della vita diventa una scuola di vita, dove si impara "da Lui che è mite e umile di cuore". LA MITEZZA E L' UMILTA' Atteggiamenti che ci aiutano a ristorare la nostra vita, a ricevere con noi Lui che guida e orienta la nostra strada quotidiana, nel percorso suggerito dal suo Spirito e accolto solo da chi si fa umile e mite. Umiltà e mitezza: riconoscere che abbiamo bisogno di Lui per dare senso alla nostra esperienza, a tutto quello che succede: essere umili ci permette di vedere Lui sopra tutto e tutti, evitando di vedere solo l'io. |
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