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La Liturgia di Mercoledi 04 Ottobre 2017

3/10/2017

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Foto
4.10.2017 - SAN FRANCESCO D`ASSISI 
                           Patrono d'Italia
==============================
Grado della Celebrazione: Festa
Colore liturgico: Bianco

Francesco nacque ad Assisi nel 1182, nel pieno del fermento dell'età comunale. Figlio di un mercante, da giovane aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Per questo ricercò la gloria tramite le imprese militari, finché comprese di dover servire solo il Signore. Si diede quindi a una vita di penitenza e solitudine in totale povertà, dopo aver abbandonato la famiglia e i beni terreni. Nel 1209, in seguito a un’ulteriore ispirazione, iniziò a predicare il Vangelo nelle città, mentre si univano a lui i primi discepoli. Con loro si recò a Roma per avere dal papa Innocenzo III l'approvazione della sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d'Italia: dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava “frati”, cioè “fratelli”. Accolse poi la giovane Chiara che diede inizio al Secondo Ordine francescano, e fondò un Terzo Ordine per quanti desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici. Morì la sera del 3 ottobre del 1226 presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. È stato canonizzato da papa Gregorio IX il 16 luglio 1228. Papa Pio XII ha proclamato lui e santa Caterina da Siena Patroni Primari d’Italia il 18 giugno 1939. I resti mortali di colui che è diventato noto come il “Poverello d’Assisi” sono venerati nella Basilica a lui dedicata ad Assisi, precisamente nella cripta della chiesa inferiore.

Colletta
O Dio, che in san Francesco d’Assisi, povero e umile,  
hai offerto alla tua Chiesa  
una viva immagine del Cristo,  
concedi anche a noi  
di seguire il tuo Figlio nella via del Vangelo  
e di unirci a te in carità e letizia.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gal 6,14-18)
Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.

Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 15)
Rit: Tu sei, Signore, mia parte di eredità.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

VANGELO (Mt 11,25-30) 
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Commento
Auguri Italia! Oggi festeggiamo il nostro amico Francesco poverello, uno dei santi protettori della nostra terra sofferente e demotivata. Sia lui a ridare quell'entusiasmo di cui l'Italia ha urgente bisogno!

In questa celebrazione del santo che ad Assisi, da spensierato riccone gaudente si spoglia di tutto per amore di Cristo, questa parola di Paolo ai Galati è quanto mai calzante anche per noi oggi.

C'è un momento nella vita in cui si fa' chiarezza. Appare il limite, spesso il non senso di tutto quello di cui, per inveterata inclinazione alla vanità, noi troppo spesso ci vantiamo: possesso di cose e a volte di persone, di qualità che abbiamo o crediamo di avere, di desideri più o meno grandi, più o meno opportuni. 

Ecco, per grazia di Dio, viene l'ora in cui avvertiamo il niente di tutto questo che è - come dice un antico poeta greco - "come il batter dell'ala di una mosca d'estate". Eppure, se come fece Francesco non chiudiamo ma spalanchiamo il cuore alla confessione, alla comprensione, all'amore, emerge in noi l'unico vanto che conta: la croce.

Non il supplizio degli schiavi (com'era un tempo), ma il segno del nostro riscatto perché su di essa Gesù è morto dichiarando così la morte, il non senso di ogni pseudo valore, di ogni mondanità ma per far risplendere la vita per noi.

È su questa stessa croce che anche noi accettiamo di vivere le nostre difficoltà, contrarietà, dolori. Non certo per masochistica esaltazione di ciò che fa patire, ma per convinzione profonda (come fu per Francesco santo) che, se vissuto con Cristo, anche il dolore diventa vita, anzi generazione di vita per un mondo che nel mistero della croce di Cristo scopre scaturigini di vita nuova.

Signore mio Dio, amo Francesco per la sua gioia, per il suo cantico a te attraverso la lode di tutto il creato. Aiutami a coglierne il segreto profondo dove gioia e dolore si incontrano e si identificano: due facce di un grande unico amore. 
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