17.1.2017 - Sant'Antonio Abate ======================== Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco Antonio (Alto Egitto, c. 250 – 356) si sentì chiamato a seguire il Signore nel deserto udendo nella liturgia il vangelo: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri» (Mt 19, 21); «Non affannatevi per il domani» (Mt 6, 34). Il suo esempio ebbe vasta risonanza e fu segnalato a tutta la Chiesa da sant’Atanasio. E’ considerato il padre di tutti i monaci e di ogni forma di vita religiosa. Sensibile ai problemi del suo tempo, collaborò per il bene comune con i responsabili della vita ecclesiastica e civile. I Copti, i Siri e i Bizantini ricordano il suo «giorno natalizio» il 17 gennaio. Colletta O Dio, che hai ispirato a sant’Antonio abate di ritirarsi nel deserto, per servirti in un nuovo modello di vita cristiana, concedi anche a noi per sua intercessione di superare i nostri egoismi per amare te sopra ogni cosa. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (Eb 6,10-20) La speranza che ci è proposta è come un’àncora sicura e salda. Fratelli, Dio non è ingiusto tanto da dimenticare il vostro lavoro e la carità che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi che avete reso e che tuttora rendete ai santi. Desideriamo soltanto che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine, perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che, con la fede e la costanza, divengono eredi delle promesse. Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso dicendo: «Ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza». Così Abramo, con la sua costanza, ottenne ciò che gli era stato promesso. Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro, e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine a ogni controversia. Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l’irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento, affinché, grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi, che abbiamo cercato rifugio in lui, abbiamo un forte incoraggiamento ad afferrarci saldamente alla speranza che ci è proposta. In essa infatti abbiamo come un’àncora sicura e salda per la nostra vita: essa entra fino al di là del velo del santuario, dove Gesù è entrato come precursore per noi, divenuto sommo sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek. SALMO RESPONSORIALE (Sal 110) Rit: Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza. Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, tra gli uomini retti riuniti in assemblea. Grandi sono le opere del Signore: le ricerchino coloro che le amano. Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie: misericordioso e pietoso è il Signore. Egli dà il cibo a chi lo teme, si ricorda sempre della sua alleanza. Mandò a liberare il suo popolo, stabilì la sua alleanza per sempre. Santo e terribile è il suo nome. La lode del Signore rimane per sempre. VANGELO (Mc 2,23-28) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Commento Lo so, lo so, forse sono troppo ingenuo. Me lo ripeto spesso, lo vedo da me, grazie. Eppure mi sembra che stare semplicemente ancorati al vangelo, "sine glossa" come direbbe san Francesco, ci farebbe del bene. Ricordare anche a noi cattolici del terzo millennio che è il sabato a essere fatto per l'uomo e non viceversa, eliminerebbe qualche incomprensione di troppo. Nelle comunità (le altre, non la vostra) si rischia continuamente di ribaltare i piani, di confondere l'essenziale col consequenziale. Dobbiamo sempre stare attenti a stare legati all'essenziale del vangelo, all'amore ricevuto e donato. Poi, certo, l'amore si struttura, non è anarchico, si configura in atteggiamenti, in regole. Il pranzo che la madre prepara per i figli è un'abitudine (anche piuttosto faticosa!), ma è un'abitudine che esprime amore. ogni volta che compiamo un gesto, che osserviamo una norma, dobbiamo tornare all'essenziale, ammettere delle eccezioni, valutare tutto col criterio del bene. Come dice san Paolo, siamo invitati a scrutare ogni cosa per tenere solo ciò che è buono, che ci porta ad amare di più e a conoscere di più e meglio il Signore. Gesù si lamenta dell'ignoranza delle Scritture. |
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