14.2.2017 - SANTI CIRILLO E METODIO ================================ Grado della Celebrazione: FESTA Colore liturgico: Bianco Cirillo e Metodio, fratelli nel sangue e nella fede, nati a Tessalonica (attuale Salonicco, Grecia) all’inizio del sec. IX, evangelizzarono i popoli della Pannonia e della Moravia. Crearono l’alfabeto slavo e tradussero in questa lingua la Scrittura e anche i testi della liturgia latina, per aprire ai nuovi popoli i tesori della parola di Dio e dei Sacramenti. Per questa missione apostolica sostennero prove e sofferenze di ogni genere. Papa Adriano II accreditò la loro opera, confermando la lingua slava per il servizio liturgico. Cirillo morì a Roma il 14 febbraio 869. Giovanni Paolo II con la lettera apostolica "Egregiae virtutis" del 31 dicembre 1980 li ha proclamati, insieme a San Benedetto abate, patroni d'Europa. (Mess. Rom.) Si dice il Gloria. Colletta O Dio, ricco di misericordia, che nella missione apostolica dei santi fratelli Cirillo e Metodio hai donato ai popoli slavi la luce del Vangelo, per la loro comune intercessione fa’ che tutti gli uomini accolgano la tua parola e formino il tuo popolo santo concorde nel testimoniare la vera fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (At 13,46-49) Noi ci rivolgiamo ai pagani. In quei giorni, [ad Antiòchia di Pisìdia] Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono [ai Giudei]: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”». Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. SALMO RESPONSORIALE (Sal 116) Rit: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. Genti tutte, lodate il Signore, popoli tutti, cantate la sua lode. Perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura per sempre. VANGELO (Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Commento Le due letture di oggi parlano dell'evangelizzazione a proposito dell'apostolato dei santi Cirillo e Metodio. Il testo di Isaia parla già di "buona notizia" ed esprime un movimento centripeto verso Gerusalemme; il messaggero annuncia la pace "le sentinelle vedono con i loro occhi il ritorno del Signore in Sion", tutti i popoli guardano la santa città. Nel Vangelo il movimento è inverso. Gesù invia gli Apostoli nel mondo: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura... Allora essi partirono e predicarono dappertutto". Ci sono dunque due dinamiche diverse nell'AT, si pensa la salvezza come la venuta delle nazioni a Gerusalemme, il centro del mondo, dove si sale al monte del Signore, che attira tutti; nel NT Gerusalemme non è più il centro dell'unità, il "luogo" dell'unità è ora il corpo di Cristo risorto, presente in modo misterioso dovunque sono i suoi discepoli. "Andate in tutto il mondo". Ecco la legge dell'evangelizzazione, senza evidentemente perdere il legame con Gesù, luogo dell'unità di tutti coloro che credono in lui. U problema per i santi Cirillo e Metodio è stato proprio quello di andare ad altri popoli, malgrado le grandi difficoltà, che non erano solo difficoltà di viaggio (c'erano certamente anche quelle, nel ix secolo), ma difficoltà di rivolgersi a popoli che non erano di cultura greca o latina, i popoli slavi. Cirillo e Metodio furono veramente pionieri di quella che oggi si chiama "inculturazione", cioè il tradurre la fede nella cultura del paese invece di imporre la propria. Essi tradussero la Bibbia in slavo celebrarono la liturgia in lingua slava, una audacia per la quale furono denunciati a Roma da missionari latini. Venuti dal papa per discolparsi, furono capiti, approvati da lui che, dopo la morte di Cirillo avvenuta appunto a Roma, un 14 Febbraio, consacrò Vescovo san Metodio e lo rimandò nei paesi slavi a continuare la sua opera di evangelizzazione. Oggi si è preso più coscienza di questo problema che per secoli ha causato incomprensioni, condanne e ritardi nell'evangelizzazione. Ormai ci si rende conto che la fede è separabile da ogni cultura e deve radicarsi in ognuna di esse, come fermento che le impregna del Vangelo. È un problema non solo di popoli diversi, ma di generazioni diverse: in ogni generazione la fede domanda di essere espressa in modo nuovo. È sempre la stessa, ma è un fermento di vita che chiede di crescere e di trovare sempre nuove forme per progredire. Proprio Gesù ha paragonato il Vangelo a un seme di senapa che cresce, si trasforma, diventa un albero. Dobbiamo avere la preoccupazione di andare agli altri e di non obbligarli a uniformarsi alle nostre abitudini, a ciò che noi pensiamo sia il meglio. Andare agli altri come Gesù è venuto a noi: facendosi uomo, accettando tutto ciò che è umano per farsi comprendere dagli uomini e poterli introdurre nella sua intimità. San Paolo ci spiega che l'unità è possibile solo nella diversità dove ognuno si esprime secondo la propria vocazione e si adatta agli altri per formare un solo corpo nella molteplicità delle sue membra. Preghiamo allora così: "Padre tu che ami ciascuno di noi come un figlio e vuoi che ciascuno esprima in modo personale il mistero del tuo amore, donaci di accogliere ogni nostro fratello come egli è, perché possiamo tutti rimanere nell'unità del tuo amore". |
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