13.9.2016 - San Giovanni Crisostomo ============================= Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco Il Crisostomo (Antiochia c. 349 - Comana sul Mar Nero 14 settembre 407) fu annunziatore fedele della parola di Dio, come presbitero ad Antiochia (386-397) e come vescovo a Costantinopoli (397-404). Qui si dedicò all’evangelizzazione e alla catechesi, all’opera liturgica, caritativa e missionaria. L’anafora eucaristica da lui rielaborata in forma definitiva sull’antico schema antiocheno è ancor oggi la più diffusa in tutto l’Oriente. La sua predicazione nel campo morale e sociale gli procurò dure opposizioni e infine l’esilio (404-407), dove morì. Nella sua opera di maestro e dottore ha rilievo il commento alle Scritture, specialmente alle lettere paoline, e il suo contributo alla dottrina eucaristica. Colletta O Dio, sostegno e forza di chi spera in te, che ci hai dato in san Giovanni Crisostomo un vescovo mirabile per l’eloquenza e per l’invitta costanza nelle persecuzioni, fa’ che il popolo cristiano, illuminato dalla sua dottrina, sappia imitare la sua fortezza evangelica. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (1Cor 12,12-14.27-31) Voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. SALMO RESPONSORIALE (Sal 99) Rit: Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida. Acclamate il Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza. Riconoscete che solo il Signore è Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo. Varcate le sue porte con inni di grazie, i suoi atri con canti di lode, lodatelo, benedite il suo nome. Perché buono è il Signore, il suo amore è per sempre, la sua fedeltà di generazione in generazione. VANGELO (Lc 7,11-17) Ragazzo, dico a te, àlzati! In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. Commento Quella madre rappresenta la nostra madre nella fede, la madre Chiesa, che ci assiste e ci segue, e ci porta nel cammino della vita, anche se stiamo morendo nella fede o siamo morti, nella bara dell'egoismo, della superbia, della mondanità, della superficialità, o addirittura nella bara che racchiude tutta la freddezza della nostra vita religiosa. Senza esagerare, ma quante cose sono davvero morte in quella bara della nostra fede, dove, in fin dei conti, ci siamo noi con quelle realtà. Eccola, allora, questa madre Chiesa, condurre la bara della nostra fede morta, delle nostre opere morte, delle nostre parole morte, la bara di una certa nostra moralità fatta moralismo morto. Ed ecco anche allora la compassione di Gesù, il farsi vicino di Lui a Lei, il toccare con quel tocco vitale e di resurrezione che è la caratteristica della potenza del Risorto. E la resurrezione di quel giovinetto, simbolo delle nostre realtà di fede così giovani e rampanti, e così presto morte, simbolo dei nostri afflati mistici periti nell'aridità del tempo, simbolo delle paure che hanno soffocato la fede incerta. RISORGI, RIPRENDI LA VITA DELLA FEDE, DICE PURE A NOI GESU' |
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