12.6.2016 - Martedì della XV settimana del Tempo Ordinario - Anno pari ====================================================== Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde Colletta O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (Is 7,1-9) Se non crederete, non resterete saldi. Nei giorni di Acaz, figlio di Iotam, figlio di Ozìa, re di Giuda, Resin, re di Aram, e Pekach, figlio di Romelìa, re d’Israele, salirono contro Gerusalemme per muoverle guerra, ma non riuscirono a espugnarla. Fu dunque annunciato alla casa di Davide: «Gli Aramei si sono accampati in Èfraim». Allora il suo cuore e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano gli alberi della foresta per il vento. Il Signore disse a Isaìa: «Va’ incontro ad Acaz, tu e tuo figlio Seariasùb, fino al termine del canale della piscina superiore, sulla strada del campo del lavandaio. Tu gli dirai: “Fa’ attenzione e sta’ tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumanti, per la collera di Resin, degli Aramei, e del figlio di Romelìa. Poiché gli Aramei, Èfraim e il figlio di Romelìa hanno tramato il male contro di te, dicendo: Saliamo contro Giuda, devastiamolo e occupiamolo, e vi metteremo come re il figlio di Tabeèl. Così dice il Signore Dio: Ciò non avverrà e non sarà! Perché capitale di Aram è Damasco e capo di Damasco è Resin. Capitale di Èfraim è Samarìa e capo di Samarìa il figlio di Romelìa. Ancora sessantacinque anni ed Èfraim cesserà di essere un popolo. Ma se non crederete, non resterete saldi”». SALMO RESPONSORIALE (Sal 47) Rit: Dio ha fondato la sua città per sempre. Grande è il Signore e degno di ogni lode nella città del nostro Dio. La tua santa montagna, altura stupenda, è la gioia di tutta la terra. Il monte Sion, vera dimora divina, è la capitale del grande re. Dio nei suoi palazzi un baluardo si è dimostrato. Ecco, i re si erano alleati, avanzavano insieme. Essi hanno visto: atterriti, presi dal panico, sono fuggiti. Là uno sgomento li ha colti, doglie come di partoriente, simile al vento orientale, che squarcia le navi di Tarsis. VANGELO (Mt 11,20-24) Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi. In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!». Commento Il rimprovero di Gesù consta di due immagini che egli mette in parallelo. Prima le due città della Galilea, Corazin (i Vangeli non dicono nulla di preciso sul miracolo che vi si sarebbe prodotto) e Betsaida (Gesù vi guarisce il cieco: Mc 8,22-26 ed è di là che vengono gli apostoli Filippo, Andrea e Simone), sono paragonate a due città empie: Tiro e Sidone. Poi Cafarnao (che fu a lungo teatro delle attività di Gesù) è paragonata a Sodoma, città distrutta da Dio (Gen 18,16-19,29) a causa dell’immoralità dei suoi abitanti. In queste due immagini Gesù sottolinea l’opposizione: in realtà le città che hanno una reputazione particolarmente cattiva non sono così corrotte come quelle che non accettano il suo insegnamento e rifiutano di credere in lui nonostante i molti miracoli. Gesù è deluso perché gli abitanti di queste città non vogliono riconoscere le manifestazioni della sua potenza come segni voluti da Dio, né come la conferma della sua onnipotenza e della sua missione. Essi non vogliono semplicemente credere che Gesù sia il Messia promesso, il Salvatore definitivo degli uomini. Poiché essi gli rifiutano la loro fiducia, nel giorno del giudizio saranno in una posizione ben peggiore di quella degli empi. Ciò significa che, quando si manifesterà il regno di Dio, alla fine dei tempi, la mancanza di fede di quelle persone che sono state testimoni della potenza di Gesù meriterà loro una condanna peggiore. Dunque, tutti gli uomini che possono vedere in Gesù la realtà di Dio, ma non gli danno piena fiducia, nel giudizio vendicatore egli li condannerà. Se non si mettono a profitto i tempi della decisione giusta, non si sarà membri del popolo di Dio alla fine dei tempi. |
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