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La Liturgia di Lunedi 26 Ottobre 2015

25/10/2015

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Immagine
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26.10.2015 - Lunedì della XXX settimana del Tempo Ordinario - Anno I
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
Dio onnipotente ed eterno,  
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,  
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,  
fa’ che amiamo ciò che comandi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Rm 8,12-17)
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

Fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. 
Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». 
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 67)
Rit: Il nostro Dio è un Dio che salva.

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.

VANGELO (Lc 13,10-17) 
Questa figlia di Abramo non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato? 

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. 
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». 
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». 
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

Commento
I testi della liturgia odierna insistono sulla libertà. "Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma uno spirito da figli adottivi" scrive san Paolo e altrove scriverà: "Dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà". Nel Vangelo vediamo Gesù liberare una donna "che satana ha tenuto legata per diciotto anni": "Donna, sei libera dalla tua infermità" e indignarsi di fronte alle rimostranze del capo della sinagoga, preoccupato per l'inosservanza del sabato.
Dio dunque vuole per noi la vera libertà, la libertà di cui Paolo ci indica la condizione, che sembra un po contraddittoria: "Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio". La vera libertà non è libertinaggio, non è spirito di indipendenza, ma docilità allo Spirito di Dio, nella fiducia e nella semplicità: obbedendo all0 Spirito di Dio si è liberati dalla schiavitù del mondo e del peccato.
Si può essere schiavi del mondo in molte cose: schiavi della moda, del conformismo, non soltanto nel modo di vestire, ma nel modo di vivere. Tante persone non hanno il coraggio di vivere come vorrebbero, perché "non usa", e si conformano allo spirito del mondo, dell'"uomo vecchio", come scrive san Paolo. I cristiani invece sono chiamati a inventare un modo nuovo di vivere, a non essere schiavi di quello che si fa o non si fa, a trovare le vie e i mezzi anche inediti per fare il bene, per essere figli di Dio nella libertà, con un’immensa fiducia nel Padre. Ci si può anche sbagliare nei propri tentativi, ma se si agisce con lo Spirito di Dio, lo sbaglio non andrà lontano, sarà corretto e diventerà fecondo di bene secondo il disegno di Dio.
Un cristiano deve essere libero non soltanto rispetto alle consuetudini del mondo, ma nel modo di vivere da figlio di Dio. Ogni vocazione è irripetibile, non ci sono due vocazioni identiche. Una volta si leggeva che una persona spirituale faceva bene ad imitare in tutto uno o l'altro santo, ma è falso, questa non è la libertà cristiana. Ogni santo ha la propria vocazione e le loro vite ci possono ispirare cose eccellenti, ma non dobbiamo imitare supinamente nessun santo. Dobbiamo piuttosto trovare la nostra via, secondo quanto lo Spirito dice in noi: è questo il pluralismo cristiano.
Gesù nel Vangelo di oggi non soltanto si preoccupa di liberare questa donna, ma agisce da uomo perfettamente libero, operando la guarigione in giorno di sabato, pur sapendo che il suo gesto di bontà sarà criticato e disapprovato aspramente. La sua missione di salvezza lo porta a compiere questo atto di sanazione, ed egli lo fa con libertà sovrana. Domandiamogli di farci trovare la strada di santità che egli ha disposto per noi, nell'intima docilità al suo Santo Spirito.
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