3.9.2018 - San Gregorio Magno ======================== Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco Gregorio (Roma 540 – 12 marzo 604), già prefetto di Roma, divenne monaco e abate del monastero di sant’Andrea sul Celio. Eletto papa, ricevette l’ordinazione episcopale il 3 settembre 590. Nonostante la malferma salute, esplicò una multiforme e intensa attività nel governo della Chiesa, nella sollecitudine caritativa, nella tutela delle popolazioni angariate dai barbari, nell’azione missionaria. Autore e legislatore nel campo della liturgia e del canto sacro, elaborò un Sacramentario che porta il suo nome e costituisce il nucleo fondamentale del Messale Romano. Lasciò scritti di carattere pastorale, morale, omiletica e spirituale, che formarono intere generazioni cristiane specialmente nel Medio Evo. Colletta O Dio, che guidi il tuo popolo con la soavità e la forza del tuo amore, per intercessione del papa san Gregorio Magno dona il tuo Spirito di sapienza a coloro che hai posto maestri e guide nella Chiesa, perché il progresso dei fedeli sia gioia eterna dei pastori. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (1Cor 2,1-5) Vi annunciai Cristo crocifisso. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. Parola di Dio SALMO RESPONSORIALE (Sal 118) Rit: Quanto amo la tua legge, Signore! Quanto amo la tua legge! La medito tutto il giorno. Il tuo comando mi fa più saggio dei miei nemici, perché esso è sempre con me. Sono più saggio di tutti i miei maestri, perché medito i tuoi insegnamenti. Ho più intelligenza degli anziani, perché custodisco i tuoi precetti. Tengo lontani i miei piedi da ogni cattivo sentiero, per osservare la tua parola. Non mi allontano dai tuoi giudizi, perché sei tu a istruirmi. VANGELO (Lc 4,16-30) Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio… Nessun profeta è bene accetto nella sua patria. + Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore Commento Gesù, dopo avere proclamato la Parola nella piccola sinagoga del suo paese, si appresta a dire alcune parole di commento, come era abitudine fare. Ma, certo, nessuno si sarebbe sognato di inventarsi alcunché: era prudente ripetere alcune delle frasi usate dal rabbino per commentare la Torah: lui aveva studiato. Gesù, invece, sbalordisce tutti, affermando che la profezia di Isaia si è realizzata, attualizzandola, dicendo a tutti di essere pieno di Spirito, di sentirsi chiamato ad annunciare la buona notizia. Apriti cielo! Ma chi si crede di essere? Come si permette di interpretare la Scrittura? La tensione sale (ci sono sempre i pretoriani della fede che minacciano morte) ma Gesù riesce a cavarsela. Luca ci racconta in che modo Gesù medita la Parola: facendola vibrare con la propria vita, mettendola in sintonia con le proprie scelte, applicandola ai propri sentimenti e alle proprie emozioni. Leggendo Isaia lascia uscire il piccolo Isaia che c'è in ognuno di noi e vede intorno a sé la profezia che realizza, spalanca il proprio cuore alla sua realizzazione. Imparassimo anche noi a lasciar vibrare così la Parola in noi! Il miracolo Eucaristico di San Gregorio Magno —————————————————————————-- Questo miracolo eucaristico è avvenuto a Roma nel 595 in una antica chiesa dedicata a San Pietro. Il papa San Gregorio Magno celebrava la messa e doveva distribuire la Comunione, quando una donna cominciò a ridere sonoramente. Il papa la riprese ma ella non riusciva a fermarsi e disse che non credeva che il pane tenuto in mano dal papa fosse realmente corpo di Cristo dato che quel pane era stato da lei preparato (era usanza a quei tempi, che il pane utilizzato per la Celebrazione Eucaristica, venisse preparato dagli stessi fedeli). San Gregorio non voleva comunicarla, era un oltraggio al Signore quella risata che rimbombava nella chiesa, ma nello stesso tempo pregò Dio di farla ravvedere e di illuminarla. Aveva appena finito di pregare che il pezzetto di pane che aveva in mano si trasformò in carne e sangue, ed era proprio quel pezzo di pane che aveva preparato la donna. Alla vista di ciò che stava succedendo la donna si inginocchiò a terra e cominciò a piangere. La reliquia di questo miracolo si conserva ad Andechs in Germania presso il monastero benedettino. |
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