EPIFANIA DEL SIGNORE - RITO ROMANO MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA ================================ Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: BIANCO LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Lo splendore della tua gloria illumini, o Signore, i nostri cuori, perché possiamo attraversare le tenebre di questo mondo e giungere alla patria della luce senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo. PRIMA LETTURA (Is 60,1-6) La gloria del Signore brilla sopra di te. Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore. SALMO RESPONSORIALE (Sal 71) Rit. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. R. Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E dòmini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra. R. I re di Tarsis e delle isole portino tributi, i re di Saba e di Seba offrano doni. Tutti i re si prostrino a lui, lo servano tutte le genti. R. Perché egli libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto. Abbia pietà del debole e del misero e salvi la vita dei miseri. R. SECONDA LETTURA (Ef 3,2-3.5-6) Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità. Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo. VANGELO (Mt 2,1-12) Siamo venuti dall’oriente per adorare il re. Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese |
EPIFANIA DEL SIGNORE - RITO ROMANO MESSA DEL GIORNO ================================ Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO Dov'è Colui che è nato? Vuoi una sintesi dell'Incarnazione e delle sue conseguenze? Leggi questo brano del vangelo. Se la stella (cometa?) è un elemento irrinunciabile in ogni presepe che si rispetti, nell'episodio dei Magi vi sono tutti gli ingredienti per vivere il Natale del Signore come il punto di inizio di un cammino, umano e cristiano insieme. Nato Gesù a Betlemme di Giudea...: è un dato storico, incancellabile: Gesù è davvero nato, c'è, vive. Questo "nato" è un verbo che dà luce e movimento a tutto il vangelo, a tutta la storia della salvezza. Nato è l'occhio del ciclone creativo che trasforma tutto l'universo e che rende Dio vicino, toccabile, partecipe. Da questa azione precisa e puntuale avranno origine tutte le altre, contenute in questa pagina di vangelo. Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: Dov'è colui che è nato? Questo evento coinvolge i personaggi che il vangelo avvolge nel mistero, e che la tradizione ha cercato di svelare, numerandoli e nominandoli. E invece no: alcuni: è un termine che lascia aperte tutte le possibilità di partecipazione, e allora possiamo metterci anche io e te tra loro. Per essere uno di loro si deve camminare, molto, camminare, ricercare, chiedere, sperare, rimanere delusi e sperare ancora. La domanda dei magi è "Dov'è", non "Chi è": questi uomini desiderano fare esperienza, incontrare, sentire il vagito di quel bimbo, vivere sulla loro pelle il freddo, le privazioni, la mancanza. Il frutto più bello dell'Incarnazione del Verbo è questo atteggiamento di Dio che rende partecipi per poter vivere con Lui questa esperienza unica e irripetibile. Ecco perché il Natale è solo il primo passo di un lungo cammino, che non avrà più fine: la nascita del Signore è il perché di tutta la fede che si dispiega nei secoli, nei millenni, in tutte le sue forme. A Betlemme di Giudea. Ecco il dove, la meta, ma non il traguardo. In quella piccola e insignificante borgata ti attende Dio e tutta la sua fantasia. Dio si fa piccola creatura in un piccolo luogo. Lui ti attende là dove mai avresti pensato, là, il luogo della miseria, della vergogna, là è quel luogo della tua vita che tu non riesci neppure a nominare, quel luogo che tu eviti, ignori, tenti di cancellare. Dio abita proprio quel luogo, e la sua luce ti invita, ti prende per mano: "Vieni, vieni con me, ci andiamo insieme nella stalla di Betlemme, non temere". La stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Una della antifone maggiori dell'Avvento, quella del 21 dicembre, così ci fa pregare: O astro che sorgi, splendore di luce eterna, e sole di giustizia: vieni ed illumina coloro che siedono nelle tenebre, e nell'ombra della morte. La stella vista dai magi è Gesù Cristo stesso, che precede e guida coloro che lo ricercano, i pellegrini del dove. Questa stella è anche metafora della tua fede, che può vacillare, la nuvola della stanchezza e del dolore può nasconderla, ma è una stella che rimane per sempre nel tuo cielo. E' notte, il cammino è più faticoso, ma quella stella davanti ai tuoi passi ti rincuora e ti incoraggia: avanti, procedi nel cammino, Dio è fedele! Videro il bambino con Maria sua madre. Il dove tanto ricercato è ora raggiunto, i magi vedono, fanno esperienza fisica dell'evento, e divengono così testimoni oculari. Videro il bambino e sua madre, videro la vita! Dio ti accompagna sempre in un luogo di vita, mai di morte. "Se anche camminassi in una valle oscura tu sei con me" prega il Salmo 22: la fatica, il dolore, la morte è solo una tappa verso la vita, e se tieni stretta la mano di Dio, Lui ti condurrà, come ha condotto i magi. Si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni. Si inginocchia colui che non intende andare oltre, e si ferma in stupita adorazione. I magi non solo si inginocchiano, ma si prostrano: il dove dona loro il chi, il lungo cammino dona loro la presenza del cielo sulla terra. Essi vivono il silenzio di Betlemme, divengono loro stessi custodi del silenzio, adoratori del progetto di Dio, Dio stesso divenuto realtà davanti ai loro occhi. Poi aprirono i loro scrigni. Gesù bambino a s. Angela da Foligno disse: "Chi non mi ha visto piccolo, non può vedermi neanche grande. Sono venuto a donarmi a te, donati anche tu a Me!" I doni dei magi sono la metafora di una vita donata alla ricerca, alla contemplazione, all'adorazione del Signore. Il tuo scrigno contiene tutto te stesso: regalalo a quel bimbo, sii il suo giocattolo, la sua gioia, sii il generatore del sorriso di Dio, porta quel sorriso nella tua e altrui vita, sii tu stesso incarnazione dell'amore. Per un'altra strada fecero ritorno. L'incontro con il dove di Dio ti cambia, sempre. E se la razionalità ti vorrebbe condurre per le solite strade, ormai l'esperienza che hai vissuto ti indica strade nuove, inesplorate, strade che non conducono al palazzo del potente Erode, ma che ti avvicinano a chi ha fiducia in Dio, a chi continua a sperare nonostante tutto. Questa strada ?altrà ti donerà ogni giorno mille occasioni per vivere il vangelo di Betlemme: umiltà, accoglienza, povertà, gioia, luce... E il Verbo si fece carne, e continua ad abitare in mezzo a noi. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo Figlio unigenito, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la bellezza della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA (Is 60,1-6) La gloria del Signore brilla sopra di te. Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore. SALMO RESPONSORIALE (Sal 71) Rit. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. R. Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E dòmini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra. R. I re di Tarsis e delle isole portino tributi, i re di Saba e di Seba offrano doni. Tutti i re si prostrino a lui, lo servano tutte le genti. R. Perché egli libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto. Abbia pietà del debole e del misero e salvi la vita dei miseri. R. SECONDA LETTURA (Ef 3,2-3.5-6) Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità. Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo. VANGELO (Mt 2,1-12) Siamo venuti dall’oriente per adorare il re. Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Sequenza ANNUNZIO DEL GIORNO DELLA PASQUA Dopo la proclamazione del Vangelo, il diacono o il sacerdote o un altro ministro idoneo può dare l’annunzio del giorno della Pasqua. Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno. Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza. Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 17 aprile. In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte. Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi: Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 2 marzo. L’Ascensione del Signore, il 29 maggio. La Pentecoste, il 5 giugno. La prima domenica di Avvento, il 27 novembre. Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore. A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. Amen. |