DOMENICA DI PASQUA - ANNO A - RITO ROMANO MESSA DEL GIORNO DI PASQUA ======================================== Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO di Luca Rubin Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Non c'è domenica che tenga: se devi fare qualcosa, se il pensiero occupa prepotentemente tutte le tue risorse cerebrali e cardiache, devi lasciargli il passo, assecondarlo, e seguirlo. Era ancora buio, saranno state le 5 di mattina? Più o meno. Fatto sta che era buio, un buio che dura da ore, da giorni, un buio che è oscurità e ha sconvolto la vita di quella donna; ora, dopo aver dormito poco e male, esce di casa, e va là dove il suo pensiero non ha mai cessato di essere: al sepolcro, contenente il corpo del Signore, del Maestro, di Gesù. Si reca, si sposta da un luogo all'altro, a un passo normale, tanto più che è buio, e deve guardare dove mette i piedi. Questo è il passo di chi ha perso tutto, e procede quasi per inerzia, è il passo di chi vive un dolore che sconquassa la sua intera esistenza, e vive, e muore dentro, ma vive, in qualche maniera. Ecco l'elemento che dà inizio a un nuovo capitolo: la pietra era stata tolta dal sepolcro. Il primo annuncio ci viene dal regno minerale, da una pietra che doveva custodire un corpo, una pesante pietra con la vocazione di schiacciare, contenere, nascondere e anestetizzare un dolore immenso. Immagina di andare presso la tomba di un tuo familiare e vedere la lapide rimossa: vandali? Ladri? Dispetto? Oltre alla gravità del fatto in se stesso (esiste un reato chiamato "violazione di sepolcro"), quella pietra è l'unica modalità fisica per poter vedere, simbolicamente, i nostri cari defunti. Vedere, appunto. Era ancora buio, e a questa tenebra se ne aggiunge un'altra: il sepolcro è stato manomesso e non è possibile "vedere". Eppure nella notte e senza pietra, Maria vede. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Di corsa! Appena si rende conto di questa oscurità raddoppiata, Maria corre: questo verbo fa proprio riferimento al corridore che mette tutto il suo impegno per arrivare primo e vincere la gara. La corsa di Maria raggiunge "Pietro e l'altro discepolo, quello che Gesù amava", Giovanni, autore del vangelo. Quando siamo atterriti da una notizia cerchiamo un amico, una persona cara con la quale condividere il peso della situazione. Maria corre dai suoi amici e amici di Gesù, ai quali non parla di pietra spostata, ma dà la sua interpretazione: sottrazione di cadavere, pur evidenziando che il suo problema principale è "non sappiamo dove l'hanno posto". Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Tutti che corrono. Pietro e Giovanni si dirigono al sepolcro, per vedere, anche loro, e anche loro di corsa. Anche qui assistiamo a una dinamica di gara podistica: Giovanni corre più veloce di Pietro e arriva prima (vince facile Giovanni: era molto più giovane!) Appena Giovanni arriva "si chinò, vide i teli posati là", si china per guardare meglio, per capire cosa è successo. Maria vede e corre, Giovanni vede poi corre e si ferma: come non pensare a questi giorni di lockdown, di quarantena, nei quali siamo chiamati tutti a fermarci? Giovanni è colui che impersona meglio questa situazione: corro, vedo, mi fermo, e mi fermo per vedere meglio, per cogliere la portata dell'evento. Non entra dentro al sepolcro, Giovanni, qualcuno sostiene che è una forma di rispetto nei confronti di Pietro, più anziano. Non dimentichiamo che Giovanni era l'unico dei Dodici rimasto sotto la croce: ha visto in faccia la morte, non aveva bisogno di perlustrare il sepolcro, vuoto o pieno che fosse. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Maria vede e corre, Giovanni corre, vede e si ferma, Pietro corre, entra e non vede, dice il testo greco, ma osserva, scruta: è la stessa radice da cui deriva 'teatrò: guardare per coglierne un significato, fare discernimento. Pietro oltre ai teli vede anche il sudario: come in uno zoom sempre più dettagliato l'evangelista ci fa entrare nel sepolcro, ed è Pietro, come un attento ricercatore, che raccoglie ogni dettaglio, per poter ricostruire i fatti, le possibili soluzioni, per fare discernimento e cogliere il significato profondo. Pietro, a differenza di Giovanni, ha bisogno di entrare, di toccare, di scrutare e capire: due notti fa lui era sconvolto dalla paura, e in un pianto amarissimo; ora torna sui suoi passi per fare esperienza, ed entra così nel mistero di una vita e di una morte, nella dinamica di un tutto orientato all'amore senza misura. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Terminato il lockdown, Giovanni entra anche lui nel sepolcro. Mentre prima ha visto fisicamente i teli, ora il testo originale usa un verbo diverso: Giovanni non solo vede fisicamente degli oggetti, e neppure osserva come Pietro, ma guarda con attenzione. Questi tre modi di usare gli occhi (vedere, osservare, guardare) sono il percorso che il discepolo compie, aiutato dalla corsa, dal chinarsi e dallo stare fermo. Non è solo: Pietro e Maria in modo diverso hanno compiuto anch'essi un cammino. La resurrezione del Signore è esigente tanto quanto la sua passione e morte, perché anch'essa è regolata e normata dalla dura legge dell'incarnazione. Gesù risorto non è il supereroe invincibile circondato da lampi, tuoni e bagliori, bensì è una lampada accesa nel buio della notte, come le torce dei nostri smartphone. Pasqua non è un lieto fine ma è fare esperienza concreta che Dio abita la mia notte e con Lui posso arrivare all'alba del nuovo giorno. Come la primavera, che fiorisce nonostante il corona-virus, Gesù risorge e vive nella tua notte, facendola propria. Che tu corra come Maria, che tu stia fermo come Giovanni, oppure che tu corra come Pietro, vedi, guarda, osserva, ma soprattutto credi, credi, credi che Dio non ti abbandona, non ti lascia. Sia questo per te Pasqua: la certezza della presenza e dell'amore di Dio per te, oggi. LITURGIA DELLA PAROLA Che cos’è che fa correre l’apostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto per intero il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo maestro. Ci sembra perciò inammissibile un’affermazione del genere: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura”. Eppure era proprio così: non meravigliamoci allora di constatare l’ignoranza attuale, per molti versi simile. Il mondo di Dio, i progetti di Dio sono così diversi che ancor oggi succede che anche chi è più vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti. “Vide e credette”. Bastava un sepolcro vuoto perché tutto si risolvesse? Credo che non fu così facile. Anche nel momento delle sofferenze più dure, Giovanni rimane vicino al suo maestro. La ragione non comprende, ma l’amore aiuta il cuore ad aprirsi e a vedere. È l’intuizione dell’amore che permette a Giovanni di vedere e di credere prima di tutti gli altri. La gioia di Pasqua matura solo sul terreno di un amore fedele. Un’amicizia che niente e nessuno potrebbe spezzare. È possibile? Io credo che la vita ci abbia insegnato che soltanto Dio può procurarci ciò. È la testimonianza che ci danno tutti i gulag dell’Europa dell’Est e che riecheggia nella gioia pasquale alla fine del nostro millennio. Colletta O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto. Egli è Dio e vive e regna con te... PRIMA LETTURA - At 10,34a.37-43 Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome». SALMO RESPONSORIALE - Sal 117 Rit. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». Rit. La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. Rit. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Rit. SECONDA LETTURA - Col 3,1-4 Cercate le cose di lassù, dove è Cristo Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. SEQUENZA Alla vittima pasquale, s’innalzi oggi il sacrificio di lode. L’Agnello ha redento il suo gregge, l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea». Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi. VANGELO - Gv 20,1-9 Egli doveva risuscitare dai morti Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. |
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